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COMPITO IN CLASSE DI MATEMATICA. Ovvero: interrogazione in classe.

By 23 Febbraio 2022No Comments

COMPITO IN CLASSE DI MATEMATICA 2
Ovvero: l’interrogazione in classe

Nell’intervallo delle lezioni, davanti al banco del bidello che vendeva fette di pizza, focaccia, panini, oltre a bibite e caffè, mi sentii chiamare. Era Sara.
“Accostati un attimo, che ti debbo chiedere una cosa”.
“Dimmi…”, risposi.
“Il professore di matematica, che tu ben conosci…questa mattina, alla fine della lezione, mi ha pregato di chiederti in che giorni avrai il ciclo questo mese. Gli ho chiesto per quale motivo e lui, serio, mi ha risposto: per l’interrogazione in classe, non desidera più prendere un bel voto in matematica ? Enrica, cosa gli rispondo ?”.
Il porco— il caro porco ormai… per il 10 e lode di un compito in classe, consegnato in bianco e svolto nel pomeriggio, copiandolo da un foglio sulla scrivania dello studio a casa del professore, seduta accanto a lui, io nuda e lui con un accappatoio bianco. Copiavo il compito mentre lui, con una mano tra le cosce mi faceva un ditalino e io una sega.
“Sara, un attimo, guardo nel mio diario”. Andai in classe, lo presi dalla cartella e lo aprii nel mese di Marzo. Dopo aver trovato l’annotazione tornai in corridoio da Sara. “Digli dal 21 al 27”, tra 5 o 6 giorni”,
“Glielo dirò Enrica… ma tu ci vuoi andare ancora casa sua ? “,
“Certo Sara… se no cosa mi serve aver preso quel 10 e lode se poi torno a prendere 4 nella migliore delle ipotesi, non ho ragione…?”,
“Hai ragione Enrica. Riferirò, poi pensaci e dimmi cosa vuoi fare con i professori di latino e di greco”.
“Certo…certo…ci penserò e te lo farò sapere Sara. Ciao, grazie”.
Il primo di aprile Sara mi mandò un SMS: “Il professore mi ha chiesto di chiederti se puoi andare a casa sua domani pomeriggio alle 15,30. Sara”. Le risposi subito di si.
L’indomani, alle tre e mezza in punto suonai alla porta del professore e come l’altra volta indossava un accappatoio. “Ciao cara! Entra”, mi esclamò abbracciandomi , ed essendo pochi centimetri più alto di me, nonostante la pancetta che aveva, non potei non sentire che lo aveva già duro e pronto.
“Grazie professore…grazie Gerolamo…stavi facendo una doccia…”.
“Vieni Enrica, andiamo in salotto”
e così dicendo mi prese una mano e me la pose sul duo sesso.
“Senti com’è duro…senti che voglia ha di giocare con te… inginocchiati un attimo…”.
Pressandomi le spalle con le mani mi fece inginocchiare ai suoi piedi con l’accappatoio aperto..
“Da brava…fammi una sega….su…”.
Glielo avvolsi con il palmo di una mano e incominciai a muoverla in su e in giù. “Accarezzami le palle…”
Lo feci con il palmo della mano sinistra.
Poco dopo mi disse “Alzati, girati…togliti la sottana…e le mutandine”.
Obbedii, facendomi cadere a terra gonna e mutandine.
Ero di spalle e sentii che mi metteva il suo sesso tra le cosce muovendole come se mi stesse scopando o inculando. Mi slacciò la camicetta e come l’altra volta me la tolse sfilandomela facendomi alzare le mani sopra la testa. Incominciò a accarezzarmi i seni, poi una mano la sentii coprirmi la vulva e le sue dita iniziare a muoversi, a toccarmi il clitoride, a infilarsi dentro la vagina, con una…due dita.
Dopo un paio di minuti mi disse “Ora va a sederti sul divano, che ti faccio vedere una cosa…”.
In un cassetto …. Prese una chiavetta USB e la inserì in un lato del televisore che avevamo di fronte. Togliendosi l’accappatoio, rimanendo nudo com’ero già io, mi disse, prendendomi una mano
“Prendimelo in mano e fammi una sega”, facendomi nuovamente un ditalino con le sue dita tra le mie cosce, nella vagina, accese il televisore e sullo schermo si vide subito una ragazza nuda, di schiena e una voce, quella del professore, che diceva
“ Che bel culetto che hai, aspetta che ti riprendo un pò, per ricordo”,,
“Allargati le chiappette, su, da brava, fammi vedere il buchino” e la ragazza si allargava i glutei con le mani come le veniva richiesto.
“Hai visto chi è quella ragazza !!!”,
“Sono io…” dissi, volendo aggiungere “Brutto bastardo, figlio di puttana !!!!”.
“Allarga le gambe e non ti muovere”. e sullo schermo si videro le immagini che riprendevano dall’alto in basso, mentre la voce diceva
“Brava, rimani ferma così, il viso non si vede. Toccati la passerina…fa finta di masturbarti, fatti un ditalino insomma”.
E mentre la ragazza – io – si masturbava, il sonoro
“Ora allargati le labbra della vagina…fatti vedere bene l’interno della tua fichetta. Siiii, brava così !”,
“Adesso – continuò – mettiti le mani dietro, allargati le chiappe, più che puoi, fa vedere bene il buchino del tuo culetto….si, sì ! brava così…”.
Un minuto dopo, il commentatore regista ordinò alla ragazza
“Mettiti carponi sul pavimento. alla pecorina, li sul tappeto”.
E sullo schermo apparve in primo piano il lato B della ragazza..
“Che bel culetto che hai !”.
Improvvisamente fermò il filmato dicendomi
“Ora te ne faccio vedere un altro”.
Con il telecomando schiacciò un tasto e apparve un titolo “SARA” e il nuovo video ripartì..
Nello schermo apparve il volto di una ragazza mentre spompinava un cazzo e la voce del sonoro “Leccami i coglioni…leccami l’asta e torno torno la cappella..”
La bocca, in primo piano faceva quello che le veniva ordinato. La lingua girare intorno al glande, le mani dell’uomo che gli premevano con due mani sulla testa il cazzo in gola,
La ragazza riprese a spompinarlo su e giù e il sonoro, improvvisamente
“Siiiiihhhhh !!!!…siiiiiihhhhhhhh!!!!!….mi fai godere…mi fai godere….sborro…sborrroooohhh….aprila bocca…apri la bocca…!!!,
e a tutto schermo la bocca della ragazza aperta, mentre una mano si segava il cazzo.
“Sborroohhhh…”
le riempirono la bocca.
Poi, apparve il suo viso con la bocca piena di sperma e una zummata, a tutto schermo, la sua bocca piena. Si sentì un gorgoglio e nuovamente il viso mentre deglutiva tutto il seme che aveva e immediatamente, con un’altra veduta ravvicinata, la bocca vuota.
“Quella è la mia amica Sara, vero…”
dissi al professore, che non mi rispose, perché attento a far scorrere il filmato, evidentemente per farmi vedere altre scene particolari che voleva che io vedessi.
In primo piano comparve ro il culetto di una ragazza messa carponi, e due dita maschili che si infilavano nel suo buchino roteandosi, evidentemente per lubrificarglielo con del gel.
Poi, mettere al posto delle dita il glande contro lo sfintere. Contemporaneamente a un grido “Aaaaaaaaaahhhhhh….nooohhh….noohhh !….mi fai male…”,
dall’alto, si vide il cazzo penetrare tutto nel culo della ragazza con un colpo deciso.
Roteandolo glielo tenne tutto dentro un po’.
“Ti faccio male…?
E si sentì rispondere
“Così nooo….ma fa pianoo…ti prego…”.
Per due, tre volte, si vide togliersi il cazzo per infilarglielo subito dentro, provocandole un forte gemito della ragazza
“Haaahhh….!!!”
ogni volta che glielo introduceva nello sfintere.
Poi , prendendogli i seni con le mani, inizio a muovere il cazzo dentro di lei lentamente, avanti e indietro…avanti indietro…
“Sara, lo senti il mio cazzo nel culo…tutto dentro il tuo culooo…dimmi di sfondartelo…dimmelo…dimmelo !!!”.
Si senti la voce sommessa della ragazza
“Sfondami il culo…sfondami il culo…”
e lui rispose senza dire una parola assestandole, uno immediatamente dopo l’altro, tre colpi secchi e decisi sbattendole i testicoli contro i suoi glutei, mentre la ragazza urlava dalle fitte dolorose che ptovava.
“Noooohhhh!!!!……nooohhhh……aaaahhhh…mi fai male !!! …mi fai maleeee !!!…togliloohhhh… toglilooohhh !!!!”.
Lui l’accontentò subito.
“Alzati…alzati… mettiti in ginocchio…”.
La ragazza si inginocchio ai suoi piedi, come le aveva chiesto di fare
“Adesso succhiami il cazzo….succhiami la cappella…mettitela in bocca…”
le disse dimenandosi il cazzo su e giù, sempre più velocemente. “Godo…godooohhh…apri la bocca…apri la bocca…..!!!”
e si rivide la stessa identica scena vista pochi minuti prima quando la ragazza, la mia amica Sara, gli aveva fatto, l’aveva costretta a fare, un pompino.
Prendendo il cellulare dal tavolino che avevamo di fronte, per riprendermi nuovamente, pensai,
“Adesso cara, mettiti alla pecorina sul tappeto, che il culetto lo faccio anche a te, non avere paura Enrica, lo farò delicatamente”.
“No…noohhh professore, Gerolamo nooh, ti prego…ti prego…il culo no ! non l’ho mai fatto !”
gli dissi a voce alta mentre mi uscivano lacrime dagli occhi, scoppiando a piangere coprendomi gli occhi con le mani.
Che mi mettessi a piangere non se l’aspettava proprio perché sentii le sue mani abbracciarmi.
“Enrica non fare così, ti prego, non farmi sentire un bastardo. Smettila di piangere. Perdonami, perdonami. Vestiti e va a casa. Guarda, prendi questi cinque biglietti, ci sono le domande che ti farò quando ti interrogherò in classe. Tieni”
e mi mise in mano cinque fogli ripiegati.
“Gerolamo, il mio culetto è vergine, chiedimi di fare altro, dimmi pure di ingoiare la tua sborra tre, quattro volte, ti accontento ma…ma il culo no…no…non l’ho mai fatto….scopami se vuoi….”
Mi strinse ancora più forte dicendomi
“Sei un amore ! Sei un amore cara! Allora resti…non vai a casa…”.
“No….resto…” gli dissi guardandolo.
“Enrica, devi capirmi… non vedevo più una fica da quando è mancata mia moglie. Andare a scopare con le mignotte mi f scifo…ci sono andato una volta e non me la sono sentita di andarci ancora. E così ho fatto cose che non dovevo fare e merito, avrei meritato di finire in carcere…ma ti assicuro che di bastardi come me ce ne sono molti…anche nel liceo che frequenti…Allora vieni…”
Mi fece alzare, mi portò in camera da letto e mi fece sedere sul bordo spingendomi con le mani per mettermi sdraiata di schiena sul letto.
Si inginocchiò, e allargandomi le gambe, mettendosi le mie cosce sulle spalle, sentii la sua bocca prendermi tra le labbra il clitoride e succhiarmelo.
Incominciai a gemere
“Siiihhh….siiihhhh…mi piace…”.
I miei gemiti aumentarono d’intensità quando la sua lingua mi leccava la vagina, penetrandomela tra le piccole labbra.
Urlai ancora “Siiiiihhh….!!!
Il si si tramutò immediatamente in un
“Aaaahhhh….aaahhhh…”
quando, oltre alla lingua, mi sentii introdurre nella vagina due dita, muoversi dentro-fuori…dentro-fuori… Tolse l’indice e il medio e mi sentii introdurre nella vagina quatto dita messe verticalmente l’una sull’altra muoversi come le due di prima, e quando erano infilate tutte dentro, il pollice mi titillava il clitoride.
Gemevo, gemevo, provando un piacere intenso che mi procurò due orgasmi, uno dietro l’altro.
“Godoohhh…godooohhh…”
Tolse la mano e con la bocca, con la lingua mi succhiava e mi leccava in modo rotatorio il clitoride. Contemporaneamente sentii la punta di un suo dito contro lo sfintere. Quando sentii introdurmi dentro il polpastrello, per paura che poi mi avrebbe introdotto il pene gridai
“No…nooh…toglilo…”
Ma nella realtà del piacere che stavo godendo avrei voluto gridargli di infilarmelo tutto, di introdurmene due nel culo e di muoverle su e giù…
Avevo ancora in testa il ricordo di quando me lo aveva introdotto la prima volta e i gemiti di piacere, i sussulti, che mi avevano fatto godere sentendomi il suo dito indice che si muovevano nel mio culetto….tutto dentro il mio culetto. e l’orgasmo che mi aveva provocato.
Lo tolse immediatamente, e alzandomi un poco il bacino, nello sfintere ci mise la punta della lingua, che incominciò a leccarmelo, andando su e giù anche tra le natiche, godendo da morire, cercando si simulare, molto a fatica, il piacere che quella lingua stava procurandomi.
Improvvisamente si alzò e prendendomi le mani mi sollevò il busto lasciandomi seduta sul bordo del letto. Prendendomi la testa con le sue mani mi disse
“Cara, apri un attimo la bocca, fammelo mettere dentro….succhiami la cappella… fammelo diventare duro…”.
Glielo presi in bocca muovendo la lingua intorno al suo glande. Lo succhiavo introducendomelo il più possibile in gola, sentendo i suoi mugolii di piacere. Prendendogli le palle con il palmo di una mano, presi a leccargli su e giù, su e giù l’asta del suo pene.
“Basta…basta…fermati…così mi fai venire…”.
Con un gesto istintivo mi pulii la bocca con una mano, per togliermi tutta la saliva che mi colava dalle labbra.
“Enrica, distenditi sul letto”.
Ubbidii e distesa di schiene lui si avvicinò a me e si abbasso con la testa a succhiarmi un capezzolo, passando da uno all’altro. Subito dopo, dicendomi
“Allargati la vagina…fatti leccare la fica, prima di mettertelo dentro…”. Accarezzandomi i seni, mi lecco l’interno delle cosce….la vagina e il clitoride…
Divaricandomi le cosce si mise sopra di me appoggiandomi il glande tra le labbra della vagina.
“Lo senti…lo senti..” mi disse.
“Te lo fai mettere nella tua fichetta…”,
Siiihhh!!!” risposi.
Sentii il suo cazzo spingersi dentro, tutto dentro provocarmi un piacere che non avevo mai provato così intensamente con il mio ragazzo, perché non l’aveva così lungo e largo come quello del professore.
Incominciò a scoparmi in modo ritmato, inframezzando colpi decisi e profondi sino a toccarmi la cervice. Sentivo il suo cazzo strusciare il mio punto G e, indirettamente anche sul clitoride.
“Mi fai godere…mi fai godereeehhh….Gerolamooo !!!”.
Sentendo il piacere che stavo provando fece aumentare anche il suo e i miei gemiti e i miei mugolii si unirono ai suoi.
Prendendomi le gambe, piegandomi le cosce sul mio petto, incominciò a muovere il suo cazzo, dentro di me, tutto dentro la vagina, in modo sempre più deciso e veloce. Ora ogni colpo faceva si che sentissi la sua cappella sbattere contro la cervice dell’utero e anche oltre, mentre io non riuscivo a trattenermi il piacere intenso che mi faceva godere. Avevo già avuti due orgasmi.
“Enrica…godiii…ti faccio godere…dimmelo…dimmelooohhh…ti prego….senti come godo io…!!!”.
“Siiihhh….Gerolamo….siiihhhh !!!! sbattimelo tutto dentro…tutto dentrooohhs … anche nel culoooohhh…!!!”
“Nel tuo culetto vergine….”
”Si…siiiihhh !!!! anche in culo…se vuoi….siihhh…”.
A quelle parole rispose con colpi del cazzo decisi e profondi.
Godevo…godevooo e non riuscivo a trattenere le parole per l‘intenso piacere che mi stava facendo provare.
“Siiih !!!…più forte…più forte !!! … e se dopo mi vuoi inculare…sverginarmi il culo…prima sfondami la fica e l’utero….suuhhh !!! …fammelo sentire in gola….!!!”.
“Ti fai inculare dopo…ti fai inculare…dimmelo !…dimmelo…!”
“Gerolamo…Gerolamo…inculami…inculamiihhh….ti pregoohhh.!!!”
Improvvisamente, mentre io continuavo ad ansimare e gemere dal piacere sentendomi qual cazzo dentro la vagina, sbattere la cappella contro la cervice, con un ritmo veloce e deciso, me lo tolse.
“Enrica mettiti carponi sul letto che ti faccio il culo subito”
Non me l’aspettavo, mi ha subito preso in parola, ma io veramente non ne avevo l’intenzione. Il mio dire, fammi il culo, era solamente per fargli diventare il cazzo più duro mentre mi stava sconquassando la fica. Obbedii ugualmente e mi misi alla pecorina sul letto. e si pose dietro di me dicendomi
“Allargati le natiche con le mani….anche le cosce…siii !…così….più che puoi…”
Mi cinse le cosce con le mani e la sua lingua iniziò a leccarmi lo sfintere. Mi aspettavo di sentire la punta del glande del suo cazzo contro il mio buchino. Spingere e entrare con un colpo secco…invece mi stava leccando il culo, mentre l’indice e il medio della sua mano destra entravano e si muovevano dentro la mia vagina.
Dio mio come godevo, nonostante mi aspettassi di lanciare un urlo di dolore quando me lo avrebbe spinto nell’intestino.
“Ti piace…ti piace… adesso ti sfondo il culetto….”
“Si….siiiiiihhhh….Gerolamo mi piace…mi piace…inculami… inculami…”
“Adesso ti sfondo il culo !”
Con un colpo secco e preciso me lo introdusse tutto dentro.
Lanciai un urlo:
“Aaaaaahhhhhhh…..siii…siiihhh. …così..cosìììì….ancoraaaa…sbattimi pìù forte…godooo….gooodoohhh…”
Con quel colpo secco e preciso, il cazzo me lo aveva piantato … no nel culo… ma nella fica, bagnata per gli umori che mi colavano come non mai.
Mi scopava con colpi ritmati del suo pene. Colpi profondi. Ritirava l’asta fino a fare rimanere dentro solo la cappella, poi la faceva sbattere contro la base dell’utero, per ritirarlo lentamente per poi, con colpi dei fianchi, sbatterlo nuovamente contro la cervice.
Mi faceva godere non solo con tutto il suo cazzo che andava su e giù nella vagina, ma anche perché le sue mai mi stringevano le tette.
“Ti piace essere inculata…hee…”
“”E’ meraviglioso….come godooohhhh!!!”
Non so quanti orgasmi ho goduto
“Enrica…Enrica…sto per venire…sborro…sborro…”
Così dicendo uscì da me, scese dal letto e facendo alzare in piedi anche me.
“Inginocchiati…inginocchiati…presto…che sto per sborrare…”
Muovendo il cazzo con una mano su e giù, mi disse
“Apri la bocca…apri la bocca…”
Prendendomi la testa con le mani, urlò
“Sborro…sborooo !!!”
Sentii, uno dietro l’altro, gli squizzi del suo sperma denso contro il palato riempirmi la bocca. Attraendo la mia testa contro di se mi spinse tutto il cazzo in gola.
“Apri la bocca, apri la bocca per bene che ti devo sborrare ancora un pò. Ti prego, non perderne una goccia… “
Quando me lo tolse gli feci vedere la bocca piena del suo sperma. Muovendo la lingua e gorgogliando per fagli vedere meglio come fosse piena, lentamente deglutii, una, due, tre volte spalancandogliela per fagli vedere che avevo ingoiato tutto.
Con il pene ancora in mano mi chiese
“Tu hai goduto ?”
“Si ! Tanto, non puoi immaginare quanto, specialmente quando mi hai fatto il culo !”
“Avresti voluto ?”
“No, ma sapevo quanto ti avrebbe fatto piacere sverginarmelo”:
“Hai ragione Enrica. Ne avevo e ne ho tanta voglia, se a te fosse piaciuto provare quell’esperienza veramente per la prima volta. Se fossi stato certo che avresti provato piacere lo avrei fatto, ma godere già dalla prima volta, per una ragazza giovane come te è cosa rara”.

Per convincermi, la prima volta, Sara mi aveva detto
“Poi proverai anche un po’ di piacere…”.
Un po’… pensai tra me e me…. Di piacere ne avevo provato tanto ed intenso da un uomo di cinquant’anni, con un corpo certamente non longilineo e prestante. Ma è proprio la pesantezza si quel corpo su di me…dentro di me …che mi ha fatto godere.
Ora, per quell’uomo avevo una forma di affetto, o di attrazione fisica, che il mio ragazzo non mi ha mai fatto vivere, Inconsciamente, di fronte a quest’uomo, che era il mio professore di matematica, mi piaceva sentirmi sottomessa … una schiava a cui si poteva ordinare di fare tutto quello che le veniva ordinato di fare. Che sia una forma di, o è la cosiddetta “Sindrome di Stoccolma in amore ?.
“Enrica, tieni le domande che ti farò dopodomani in classe. Leggile bene e se ci sono cose che non capisci chiamami o vieni pure da me”:
Prendendoli notai che sul primo era scritto “Per il culetto”
Mi immaginai di essere messa alla pecorina per terra, sul tappeto, e il professore gridarmi
“Senti come lo hai tutto dentro il culo…lo senti…!!!
“Avrei voluto dirgli: “Gerolamo, quando decido, il culo, per la prima volta lo darò a te, me lo farai tu per farmi godere intensamente come sei capace di fare”
“Grazie professore.. Gerolamo volevo dire…grazie per i foglietti”.
Mi abbracciò dandomi un bacio con le labbra in fronte.
“Perdonami…sei un amore…”
Aprì la porta e io uscii.

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