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Erotici Racconti

Esploratore inatteso

By 8 Luglio 2018Febbraio 10th, 2023No Comments

Il sole cala scomparendo a rilento in quest’oasi meravigliosa, dove mi trovo attualmente per trascorrere una rigenerante e serena villeggiatura. Con pacatezza ti sollevo conducendoti nella stanza in braccio, pigramente mi svesto restando soltanto con gli slip adagiandoti infine sull’amaca del loggiato, sicché comincio a cavarti le ciabatte, ti rasento il dorso del piede con la faccia e afferrandone la pianta te la strofino stuzzicandotela dappertutto. 

Tu in quell’occasione reagisci insorgendo in maniera rallegrata sbarrando gli occhi, eppure io procedo verso il costume da bagno slacciandotelo leggermente. Il costume in questione è della colorazione simile a quello che assume il tuo colorito quando la cute s’annerisce, dopo ti bacio sul pube ma non mi dilungo, proseguendo a inerpicarmi verso il tuo addome che sobbalza allo stimolo che ti provoca il contatto con le mie labbra. Là mi soffermo un poco in questo ritemprante gioco, perché ci mette a nostro agio, dopo penso che udire il tuo sghignazzamento lievemente represso sia in questo momento la cosa più aggraziata, armoniosa e incantevole del mondo. Ti sfilo frattanto la maglietta scoprendo un reggipetto intonato con le mutandine, ti bacio i capezzoli che s’intravedono, dopo mi trasferisco per contemplare quella faccia che m’ha fatto tanto ammaliare, perché al di qua del chiarore del calare del sole che penetra dalle veneziane accostate, rassomiglia veramente a un inedito e insolito miraggio. 

Io ti bacio sfiorandoti leggermente le labbra e dopo più in profondità, perché mi piace giocherellare con le tue labbra e la tua lingua, mi diletta assai, dopo proseguo mordicchiandoti i lobi delle orecchie e procedo lungo il collo, ti sollevo le braccia posandole sul guanciale dopo averti sbottonato il reggipetto che libera i tuoi seni abbruniti, fino ad approdare alla cedevolezza delle tue rotondità, che al presente luccicano come al crepuscolo di un’area spopolata distante. Io sono come un ricognitore, perché le lambisco per bene in ogni loro centimetro, raggiungendo i capezzoli e iniziando a mordicchiarli. Tu fletti appena appena la schiena, mentre io t’abbraccio continuando a baciarti le tette.

Ormai sono davvero eccitato e il mio cazzo è eretto, perché gode maestosamente del contatto con il tuo corpo, in quell’istante sollevi una gamba e mi ricacci lievemente, io m’allontano e tu avvicini i piedi alla mia bocca mentre con le mani ti sfreghi le tette. Non posso fare altro che leccarti i piedi, giacché con enorme piacere succhio le tue dita, nel momento in cui tu seguiti a tastarti i capezzoli pizzicandoli o facendo ruotare un dito attorno all’areola, dopo con un piede percorri il mio torace per dirigerti sul mio addome, dove la lunghezza del mio cazzo è visibile poiché sembra che lotti competendo per divincolarsi. Con le dita abbassi l’elastico già sollevato delle mutande liberando il mio cazzo, io in ginocchio inizio a leccarti il piede con più veemenza, ma con la testa sono in basso dove tu me lo stai massaggiando, facendomelo diventare ulteriormente duro, fino a quando con le dita afferri in maniera decisa la pelle del prepuzio e liberi il glande alquanto infradiciato, stropicciandolo con la punta delle dita.

In quella circostanza mi pare di perdere la ragione, sto parlando a vanvera, di conseguenza lascio la tua gamba, mentre tu prosegui con quello strofinio toccandomi la punta del cazzo e agguantandola fra due dita, per il fatto che ti muovi su e giù per poi ricomparire per stimolarmi abilmente il prepuzio insistendo là, giacché con ambedue le piante dei piedi congiungi il cazzo masturbandomi di nuovo con esperta, ferrata e valente bravura. Prima che io eiaculi tu mi lasci prontamente per un istante per rallentare frenando intenzionalmente l’impeto finale, cosicché t’alzi e mi baci, in seguito afferri in bocca il mio cazzo e inizi a succhiarmelo con vera accortezza e con navigata maestria. Pochi istanti dopo tu mi sposti, in quanto essendo indebolito ed estenuato io sborro gustosamente sopra le tue tette tutta la mia densa e lattiginosa linfa vitale, nel tempo in cui mi scappa un poderoso lamento di benessere e di piena liberazione. Con una pezzuola nel frattempo io ti detergo il torace, successivamente ti bacio le caviglie e i polpacci continuando a godere del sapore di quella lucente epidermide di femmina. 

Adesso spetta a me soddisfare le tue dissolute e viziose premure, accontentare le tue intemperanti e lussuriose aspirazioni, così inizio a stimolarti il tegumento recondito delle cosce, intanto che le tue gambe si divaricano delicatamente per accogliermi, poi individuo l’enorme acquosità delle tue mutandine e mi sposto per leccartele. Proseguo con la punta della lingua baciandoti e inumidendo la stoffa del costume, avvertendo in ultimo la sofficità dei peli sotto di esso, ricompaio leccando dove tutto è irrigato da quelle abbondanti secrezioni, in seguito azzanno il costume da bagno facendolo sdrucciolare via, scoprendo in tal modo la tua stupenda, invitante e odorosa fica che mi fa smaniare. 

Con la lingua, giacché al presente traballa al solo pensiero del contatto, m’avvicino ondeggiando mentre ti bacio la superficie ammantata di peli appena sopra di essa, continuando fino a raggiungere le grandi labbra, dove là m’immobilizzo leccandole una a una dall’alto verso il basso e poi tutte e due simultaneamente. Con le dita t’accarezzo, mentre m’introduco all’interno compiendo dei movimenti tondeggianti per raccogliere il succo meraviglioso che c’è al suo interno, per concludere m’intrattengo nuovamente con il tuo clitoride perseverando proprio lì. Io capto che tu m’accarezzi i capelli, mentre io m’aiuto con le mani per leccartelo per bene da tutti i lati assillandolo e incaponendomi, quasi nel volertelo estorcere.

Indugio ancora, me lo lavoro per bene, te lo strofino con soave tenacia e con una tranquilla insistenza, giacché pigio il viso contro la tua fica, nel tempo in cui tu vieni strepitando contro di me il tuo entusiasmante e trascinante orgasmo, gioendo e gridando con elettrizzante fervore il tuo esclusivo appagamento, mentre con la lingua io cerco di trangugiare tutto il succo delizioso che da là ne fuoriesce. 

{Idraulico anno 1999}  

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