Skip to main content
Erotici Racconti

Grazioso manigoldo

By 11 Gennaio 2019Febbraio 12th, 2023No Comments

Devo effettivamente confessare e concretamente riconoscere, che io sono ripetutamente stata affascinata essendomi in conclusione infatuata fatalmente di Mauro. Inizialmente comparivamo come dei lineari e schietti amichevoli compagni, eppure con il passare del tempo notavo che mi stavo emancipando e invaghendo ripetutamente di più, sicché acciuffai con spavalderia il mio personale proposito prospettandogli in definitiva di trascorrere un periodo di villeggiatura assieme ad altri nostri noti conoscenti. Chi può esattamente svelarlo? Probabilmente sarebbe potuta scaturire guizzando la gloriosa e popolare scintilla, all’opposto, appena sopraggiunti sul luogo stabilito, lui ha cominciato a scatenarsi nientemeno con una ragazza straniera trascurandomi totalmente. 

In quella circostanza avevamo stretto un bel legame con i nostri circostanti compagni d’accampamento poiché era un gruppo della nostra generazione. Là, con loro nell’attendamento, ce n’era nello specifico uno di nome Romeo, che si baloccava nel motteggiarmi beffeggiandomi in modo frequente. Lui aveva rapidamente assimilato e in ultimo compreso che io avevo una decisa propensione nei confronti di Mauro, lui di rimando abusava di questo contesto per assillarmi di sovente facendomi nel contempo irritare esasperandomi spesso. A dire il vero io non lo giustificavo né lo tolleravo più, riscontravo il piglio dei suoi atteggiamenti a dir poco indisponenti, provocatori e urtanti, in quanto avevo sempre la veemente brama di strangolarlo, malgrado ciò Romeo era alquanto grazioso e interessante, perché se avesse agito in maniera differente mi sarebbe di certo entrato nelle grazie. Io avevo supposto in verità un esito disonorevole e infamante per quella villeggiatura, per il fatto che non vedevo il tempo che terminasse, contrariamente però la sorte m’aveva delineato una condotta differente, assegnandomi e fissandomi un gradevolissimo evento.

Al rientro da una piacevole scampagnata pomeridiana a ridosso della folta altura, verso sera stabilimmo d’organizzare un festeggiamento sulla parte dell’arenile libera con dei fuochi, con la consueta grigliata, concludendo con barzellette, stornelli e saltelli vari in allegria con due ragazze della combriccola che strimpellavano la chitarra. Dopo aver consumato le vivande e avendo bevuto più del consueto io restai sprofondata sulla rena squadrando il litorale con le luci e osservando Mauro che ballava a poca distanza con quella ragazza forestiera. In quel momento mi sentivo addolorata e dispiaciuta, colma di disappunto e di rancore, dal momento che avevo scommesso e rivolto tutte le mie radicali aspettative su quella villeggiatura, bensì la faccenda stava prendendo un’altra dolente e mesta insolita piega. In quel mentre, in modo inatteso, Romeo s’approssimò tendendomi la mano invitandomi a ballare con lui. Io lo adocchiai molto sbigottita, tuttavia sia per puntiglio nei confronti di Mauro quanto per cercare un conveniente sostegno accettai l’invito. Per tutto il tempo non ripeté una parola, al contrario, s’accosto teneramente a me sfiorandomi gradevolmente le spalle e il collo. Quella sera preferii non rimuginare su nulla, perché perdonai e scordai alla svelta tutte le freddure, gli scherni, i sarcasmi e quei giochi di parole astiose e pungenti che lui m’aveva di proposito indirizzato, per il fatto che sorvolai pure il contatto avvenuto con quella ragazza forestiera e m’abbandonai a lui, godendomi quegli amabili e garbati lievi tocchi, assieme a quei piacevoli tremolii che m’attraversavano tutta la schiena.

Una volta dissolta ed esaurita la musica, Mauro m’agguantò la faccia tra le mani fissandomi per lungo tempo nelle iridi. Nei suoi occhi io decifravo un’energica partecipazione, un vero impulso arginato con evidente difficoltà, ma anche in quel momento lui non annunciò niente. Mauro m’accerchiò le spalle con un braccio e ben presto ci allontanammo dal gruppo. Gironzolammo per lungo tempo sulla riva e a ogni passo sentivo il mio cuore ritmare sovente più determinato. Che cosa sarebbe adesso accaduto? Stava forse progettando un inusitato giochetto, oppure la serata sarebbe terminata in forma sdolcinata? Eravamo ormai molto lontani dal gruppo, non si vedevano più le luci né s’udiva alcun suono, la riva era totalmente spopolata, per il fatto che senza preavviso alcuno Romeo si voltò baciandomi sulle labbra. Quel caloroso e insperato comportamento mi meravigliò, perché il mio elementare e primario riflesso fu quello di sottrarmi indietreggiando. Io restai là sopra pensiero per un breve istante irresoluta su come atteggiarmi, al corrente del fatto che se non mi fossi frenata in quel preciso attimo dopo sarebbe stato troppo tardi, all’opposto stabilii di lasciarmi andare lasciando in tal modo che seguitasse a baciarmi. 

Il suo tocco gradevole mi conquistò, lui si muoveva svenevolmente sulla bocca, esortandomi ad aprirmi alla soave conquista della sua lingua. Romeo mi baciò sentitamente, io mi sentivo smarrita con il cuore che batteva nel petto in modo accelerato, perché sperimentavo un’emozione talmente vigorosa da farmi mancare il respiro. Captavo distintamente che ero alquanto aizzata, seppure un’esigua porzione di me stessa stava tangibilmente traballando per l’angoscia e per il batticuore, malgrado ciò cercai di far zittire quelle intime sensazioni. Ero stata sola per tanto tempo, al momento captavo moltissimo la carenza di queste impressioni. Le sue mani percorsero convulsamente il mio corpo, lungo la schiena poi riandando comodamente sui fianchi fino a giungere e a riunirsi presso i miei seni. Romeo li lambì con lentezza con delle movenze circolari, in seguito mi sfilò la camicia e iniziò a tastarli. Io spronai i suoi baci carezzandogli la chioma, intanto che dalle mie labbra fuoriuscivano aliti di godimento. 

In breve tempo ci ritrovammo stesi su quel soffice tappeto sabbioso, mentre le nostre mani percorrevano i nostri corpi in un’indolente quanto seducente profonda investigazione. Io baciai a lungo il petto di Romeo provando un originale piacere nell’assaporare la fragranza della sua cute. Sobbalzai dal benessere nel tempo in cui la sua mano scese ad accarezzare la parte più intima del mio corpo, io avevo la fica spropositatamente in fiamme, intrisa all’inverosimile dai fluidi, giacché mi sconvolgevo turbandomi, impacciandomi e sentendomi per di più molto in soggezione, essendo per mia natura sempre stata una ragazza con tanta congenita compostezza. In quel frangente però Romeo scardinò abilmente le mie esigue barriere demolendole e frantumandole all’istante, perché con una focosa smania ci denudammo di quei pochi indumenti e ci amammo appassionatamente. Io ero palesemente infervorata, accalorata ed entusiasta oltremisura, perché appena Romeo mi brandì io capitolai immediatamente non capendo più nulla, mi sentivo che volteggiavo dall’euforia dal piacere intimo che sperimentavo.

Scopammo amandoci a più non posso sulla riva in varie posizioni a ridosso d’un naturale rialzo accanto a degli scogli, tenacemente e sentitamente, come se ambedue non avessimo atteso altro per tutto il tempo. Il piacere proruppe veemente e irrefrenabile sconquassandoci le viscere, prima il mio, giacché venni strepitando il mio ardente e istintivo piacere strillandolo nel buio sconfinato di quella notte, subito dopo fu il turno di Romeo, per il fatto che estrasse il cazzo eiaculandomi addosso sull’addome e sulla fica tutta la sua densa e lattescente linfa vitale. In seguito per completare l’opera nel migliore dei modi, io con poche formalità raccolsi con le dita in modo spontaneo la sua sborrata dal ventre portandomela semplicemente alla bocca, gustandomela e inghiottendone in maniera genuina un’apprezzabile dose. Quel sapore mi piacque, mi deliziò e m’inebriò, poiché rimasi compiaciuta per aver compiuto quel carnale, lascivo e lussurioso atto.

In seguito restammo distesi in quella confortevole e incoraggiante posizione in completo silenzio, pareva che neanche uno dei due avesse cognizione né competenza di cosa annunciare né dichiarare, sennonché io stabilii di frantumare quell’insolito mutismo esponendogli immediatamente:

“Romeo, ascolta, onestamente devo comunicarti mio malgrado, che per lungo tempo ipotizzavo e valutavo d’essere stata assai indisponente e odiosa nei tuoi riguardi, tenuto conto che tu mi deridevi burlandoti di me di continuo, ricordi adesso?”.

A seguito di quell’essenziale e spigolosa divulgazione da parte mia, ben presto m’accorsi che Romeo sogghignava sottovoce gustandosi favorevolmente il quadro da me delineato, giacché subito dopo replicò in modo circostanziato affermando e stabilendo:

“Sì, in parte è vero Loretta, in effetti, per essere sincero io bramavo soltanto deconcentrarti e fuorviarti, perché m’angustiava e mi rattristava parecchio vederti dietro le costole di Mauro. Desideravo instradarti i maniera differente, volevo che tu restassi lontano da lui, m’auguravo e confidavo di creare in tal modo un idoneo e valido stratagemma, ma forse esageravo, ingigantivo la faccenda creandoti inevitabilmente dispiacere”.

A seguito di quell’amena, briosa e seducente risposta, io sorrisi soddisfatta e piuttosto deliziata della sua arguta, franca e schietta replica. Alla fine Romeo ci era radicalmente riuscito, anche se in modalità differente e aggrovigliata, palesemente arruffata e intricata da quella iniziale. Dopo ci scambiammo i numeri di telefono, anche se in cuor mio cercai di non addossarmi eccessive fantasticherie nei suo confronti. Al ritorno verso casa Mauro mi domandò in che maniera me l’ero spassata, io di getto in modo raggiante e tripudiante gli manifestai:

“Mauro, devi sapere, che è stata un’autentica e leggiadra meraviglia, al presente sto magnificamente bene. Ti svelo che ho fatto l’amore sul litorale, durante il tempo in cui la luna facendoci da testimone silente ci osservava dall’alto” – esponendoglielo alquanto placidamente e al tempo stesso spassionatamente.

In aggiunta a ciò, al di là di d’aver trascorso un’appassionata, entusiasta e tenera scappatella con un’amabile teppista come lo definisco io, nel contempo mi era rapidamente svanita la sbandata iniziale per Mauro. 

{Idraulico anno 1999} 

 

Leave a Reply