Skip to main content
Erotici Racconti

Il pennello

By 16 Ottobre 2016Gennaio 30th, 2023No Comments

Era a questo punto già più d’una settimana che non lo vedevo, dal momento che ero diventata ansiosa, impaziente e persino insofferente di risentire il peso del suo corpo irrequieto, pronto e smanioso sopra il mio. Quanto tempo poteva impiegarci per arrivare a casa mia? Nel frattempo mi misi distrattamente a guardare la TV e vidi la pubblicità d’un liquore che mi colpì all’istante, perché si trattava d’un uomo che intingeva un pennello all’interno d’un bicchiere contenente un liquido nero, da adoperare per effettuare dei disegni sulla schiena nei confronti dell’amabile e piacente di turno, pertanto questa scena mi fece accendere istantaneamente una lampadina nella mia fantasia erotica mandandomi al settimo cielo.

In quell’istante m’avviai verso la cucina, riempii un bicchiere d’acqua con dei cubetti di ghiaccio e scelsi un pennello dall’estremità grossa, che finiva però con una punta sottile e nascosi il tutto sotto il letto. Finalmente squillò il campanello, lui entrò con la solita scusa, però io non ci feci caso entusiasta e incuriosita com’ero, dall’idea di che cosa sarebbe avvenuto tra pochi attimi. Lo trascinai perciò in camera mia e spingendolo con decisione sul letto gli sussurrai che avevo una sorpresa per lui, ma che prima nondimeno avrei dovuto bendarlo e legarlo con fermezza. Lui si sdraiò e docilmente mi lasciò fare, io mi spogliai completamente e feci altrettanto con lui. Agguantai una sciarpa di seta blu e gli bendai gli occhi, mentre con un foulard gli legai i polsi sopra la testa, mi misi cavalcioni sopra di lui, mi chinai per baciarlo avidamente con passione sfregando i miei capezzoli sul suo petto.

Smisi di baciarlo e afferrai il bicchiere, feci tintinnare i cubetti di ghiaccio tra di loro e sgocciolai leggermente la punta del pennello contro il bordo del bicchiere. Lo posai sulla sua fronte, poco più in basso dell’attaccatura dei capelli e iniziai a disegnare i lineamenti del suo viso. Passai il pennello sulle sue sopracciglia, sugli zigomi, sul mento e sulle labbra seguendo la traccia lasciata dal pennello con le mie dita o con le mie labbra, andando a sfiorare, leccare e toccare ogni centimetro del suo viso. Scesi poi lungo il collo, fino ad arrivare al punto d’incontro delle clavicole. Del suo corpo, questo è il punto che preferisco, perché la pelle ci forma una piccola conca poco profonda, però molto sensuale, cosicché lasciai gocciolare un po’ d’acqua per poi bermela golosamente passandoci più volte la lingua sopra.

Ogni tanto affondavo il pennello nel bicchiere per mantenerlo alla giusta temperatura, poi andai a pennellare i suoi capezzoli che immediatamente s’indurirono, ne presi uno in bocca passandoci sopra prima la punta della mia lingua, in seguito scesi decorando e pennellando tutta la pancia fino all’inguine. Agguantai in mano il suo cazzo, poiché essendo già gonfio e teso iniziai meticolosamente a disegnare ogni sua piccola parte, ripassando la sottile striscia bagnata lasciata dal pennello con la mia ghiotta lingua. Passai attentamente il pennello sulla cappella, soffermandomi sul frenulo, dirigendomi successivamente verso le pieghe laterali e spingendomi in basso verso i suoi testicoli chiaramente pieni.

Sotto quella mirata carezza, il suo cazzo tremò leggermente ed ebbe un rapido sussulto verso le mie labbra, io lo inghiottii completamente, spingendolo sempre più in fondo dove potevo arrivare. Ogni volta che me ne distaccavo, cercavo subito di farlo penetrare ancora più profondamente, fino a sentirmi soffocare, fino a sentire le lacrime agli occhi, perché sentivo i suoi gemiti di godimento sopra la mia testa aumentare d’intensità, smisi perciò di succhiarglielo, perché non volevo ancora che sborrasse così presto. Riportai la mia attenzione e il mio pennello bagnato tra le sue cosce, passai ripetutamente la punta del pennello sull’inguine, gli afferrai in bocca un testicolo e lo succhiai lentamente, per poi continuarlo a leccare sempre più verso il basso. Passai la lingua e il pennello in ogni parte, senza tralasciare nessuna zona del suo corpo, nessuna porzione di pelle, nessun piccolo muscolo. Tutto fu totalmente leccato, bagnato dall’acqua gelida, lisciato dalla saliva vischiosa. Io passavo la mia lingua sul suo corpo con cura e con meticolosità, come fanno le gatte con i propri piccoli, soltanto che il centro del mio interesse era solamente il suo cazzo duro, non tanto grande, eppure teso e ben fatto.

In quella circostanza m’accorsi d’essere completamente bagnata e che mai come allora avevo desiderato di sentirlo affondare dentro di me, in tal modo abbandonai alla svelta il bicchiere lasciando scivolare il pennello per terra e gli andai sopra, afferrai con una mano il suo cazzo e lo feci entrare adagio nel mio corpo. Il suo cazzo mi scivolò dentro facilmente, fino in fondo, aiutato dagli abbondanti liquidi prodotti dalla mia voglia. Iniziai a muovermi lentamente, captando il cazzo sbattermi in fondo al corpo, provocando forti pulsazioni che salivano fino a raggiungere la mia testa facendomi sragionare dal piacere. Sentii dai suoi gemiti che stava per sborrare, cosicché aumentai il ritmo dei miei movimenti, in quanto avvertii chiaramente l’orgasmo che stava arrivando in modo intenso, smisurato e travolgente. Un’ondata di piacere al momento si stava propagando attraverso tutto il mio corpo, un intenso calore divampò e fui marcatamente scossa da un inarrestabile e violento fremito.

Il suo liquido appassionato e denso colò dentro di me riempiendomi completamente, la stanza cominciò a girare e ben presto scomparve, io ero stralunata dal momento che persi ogni contatto con la realtà, poiché sentivo solamente un grande, immenso e smisurato piacere impossessarsi di me. Non comprendevo più nulla, ebbi due orgasmi di seguito, urlai tutto il mio piacere, alla fine affaticata m’adagiai svigorita su di lui, perché non volevo aprire gli occhi, non volevo fare niente, non volevo tornare alla realtà, desideravo esclusivamente e unicamente rimanere in questo stato di limbo, di semi incoscienza e di sogno. Fu lui a riportarmi pacatamente di nuovo alla realtà, accarezzandomi la schiena e baciandomi le labbra, perché dopo io adoro e gradisco questo suo modo che lui ha di prendersi cura di me.

‘Sai, è che all’inizio io non avevo capito con che cosa mi stessi accarezzando?’ – mi sussurra lui astutamente con un sorriso.

‘Ah, no? E come l’hai capito, sentiamo?’.

‘Ho barato un po’, ho sbirciato sotto la benda’ – mi risponde sorridendo.

Io faccio finta d’arrabbiarmi un po’, soltanto per sentire la stretta forte delle sue mani attorno ai miei polsi.

‘La prossima volta starò attenta, ti legherò meglio’.

‘Quale prossima volta?’ – mi chiede, cominciando a baciarmi sulla schiena, poiché la serata era appena iniziata.

{Idraulico anno 1999} 

Leave a Reply