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Il ricatto di un suocero depravato (parte 3)

By 12 Giugno 2021No Comments

Ho passato quella giornata tranquillo e da solo. Come al solito ho ammazzato la noia e la solitudine con una lunga serie di seghe e sborrate, ma senza raggiungere il piacere toccato quando ad allisciarmi la mazza era stata Carmela.  
La sera, come sempre, ci siamo ritrovati per la cena. I miei figli hanno raccontato la loro giornata, mentre lei era taciturna. A me di ascoltare loro due non mi andava proprio, mi sono invece dedicato a osservare Carmela che sparecchiava. Le ho sbirciato i seni, che si sporgevano dalla scollatura non esagerata del vestito; ho immaginato i suoi fianchi sotto il tessuto e goduto le forme del culo quando ha dato le spalle per lavare i piatti. Mi sono eccitato come un porco e mi sono allontanato dalla tavola, l’ho chiamata con una scusa sussurrandole di aver lasciato il dvd compromettente nel lettore. Lei è sbiancata. 
– Sei pazzo! – 
– Adesso mi dai del tu. Bene, te lo concedo. – 
Le ho mostrato il telecomando. 
– Per adesso lo tengo io, ma se non fai quello che dico lo lascerò accanto al televisore, a portata di mano di tutti. – 
– E cosa dovrei fare? – Ha chiesto preoccupata. 
– Appena quel babbeo di mio figlio dorme devi venire a trovarmi in camera. – 
– Ma… – 
– Niente ma! O fai come dico o quel video finirà prima sulla mia tv e poi su quella diavoleria che piace tanto a voi giovani. Internet! – 
Lei ha reagito atterrita a quella possibilità e così, quella notte, dopo aver atteso che Vincenzo dormisse si è presentata nella mia stanza. L’ho attesa in poltrona, non volevo fare le cose sporche nel letto che ho condiviso per anni con mia moglie. Ho lasciato accesa la piccola luce sul comodino che rischiarava il letto vuoto mentre io stavo nella penombra, quando Carmela è entrata ha guardato perplessa il letto poi ha sussultato spaventata quando l’ho chiamata bisbigliando. 
– Oh, mi ha fatto prendere un colpo. – 
– Stai calma, piccola. Sei troppo tesa. Ora ti faccio sciogliere un po’… – 
Le ho ordinato di farsi scivolare di dosso la vestaglia e l’ho ammirata nuda, con quel corpo stupendo, le tette grosse e piene e la fica pelosa. Le ho fatto segno di avvicinarsi. Lei è avanzata timidamente, titubante. L’ho presa e tenuta stretta per il polso e l’ho tirata a me e mentre mi stava davanti immobile le ho accarezzato i ciuffi della fica. 
– Hai poco pelo qui. – Le ho sussurrato palpandogliela. – Però è morbido. La mia Concetta aveva una foresta nera, era un piacere allisciarla oppure affondarci il naso mentre leccavo la sua fica sempre calda e vogliosa. Ed è così che ti voglio: calda e sempre pronta a soddisfare tuo suocero! – 
Le ho infilato due dita nella fica e ho preso a muoverle, era tantissimo tempo che non le facevo scivolare in un posto tanto osceno e proibito ma agognato. Le ho sfilate e succhiate avidamente. 
– Oh che buon sapore! Quanto mi mancava il brodo di una femmina! Che odore! – 
– Se è sempre così allupato perché non ha preso moglie, dopo Concetta? O perché non chiama le puttane per sfogare i bollenti spiriti? – 
L’insolenza di quella ragazza mi ha dato fastidio, non volevo che si permettesse di nominare la mia defunta moglie; le ho stretto il polso tanto da farle scappare un lamento e l’ho strattonata facendola inginocchiare davanti a me. 
– Perché mai dovrei cacciare soldi con le puttane, quando ci sei tu in casa! Stamattina l’hai rifiutato ma adesso ti tocca farmi un pompino coi fiocchi, o metto il video a tutto volume e non solo Vincenzo ma tutto il condominio sentirà che brava attrice sei, eheheh… – 
L’asta era dritta, fuori dai pantaloni, e attendeva con la cappella turgida e pulsante. Mi sono intenerito e, dopo il gesto rude, le ho accarezzato i capelli. Dopotutto potevo provare con la dolcezza e ingolosendo la ragazza con il mio randello, piuttosto che con la forza. 
– Dai, lo so che di cazzi ne hai presi tanti e senza fare la difficile. Questo poi è un bel manganello. Scommetto che mio figlio non ce l’ha così grosso. – 
– In effetti è vero… – 
È sembrata più conciliante, si è lasciata avvicinare al mio cazzo. Ha leccato la grossa cappella, ho premuto sulla sua nuca, con la mano affondata nei capelli ricci e morbidi, e se l’è lasciata entrare in bocca. Ha assaporato dapprima titubante, circospetta, poi ci ha preso più gusto a succhiare la mia asta. Ha iniziato a farsela scivolare quasi in gola e a ritrarsi, con un ritmo regolare e goloso. La mia futura nuora mi ha fatto un pompino fantastico, tradendo un inaspettato piacere; mentre io ho raggiunto l’estasi sentendo di nuovo il mio cazzo affondare nel palato umido e avvolgente di una donna. 
– Oooh che meraviglia… Sei fantastica. Succhia, sì, succhia… – 
Ha lavorato di bocca e pennellato con la lingua facendomi raggiungere l’erezione massima. Non volevo scaricare così presto allora le ho detto di dedicarsi alle palle che erano piene di sborra. Ha slinguato lo scroto, con uno zelo che non mi aspettavo, poi ha imboccato i testicoli uno alla volta, succhiandomeli avidamente. 
– Ehi, ci stai dando sotto alla grande. Mmmm così, brava picciridda, succhia, sì! – 
Mentre lei stava inginocchiata a farmi il pompino io mi sono sporto insinuando una mano tra le sue cosce. Ho ripreso a masturbarla pizzicandole il bottoncino sporgente e carnoso e infilando le dita nella topa bagnata fradicia. Ha iniziato a sospirare e gemere sommessa, i mugolii uscivano soffocati dalla bocca, piena del mio cazzo. 
– Adesso piace anche a te… bene bene. –  
Le mie dita hanno pompato frenetiche, Carmela era mossa da spasmi di goduria e nella stanza si udiva come sciacquavano dentro la fica, oscenamente. 
– Ora alzati e mettiti a novanta gradi. Voglio leccarti. – 
Ubbidendo, ancora scossa dal piacere, si è alzata in piedi. L’ho fatta girare e mi sono goduto il suo culo sodo e pieno, quando si è piegata in avanti mi ha offerto alla vista anche la fica dischiusa e gocciolante, gonfia come un frutto da cogliere. Le ho divaricato le natiche e leccato il bordo carnoso del buco del culo e sono sceso nello spacco osceno della fica, leccando con avidità l’interno bagnatissimo. Con una golosità morbosa le ho leccato anche le cosce, i fianchi, la schiena, mentre le palpavo il culo e le dita affondavano smaniose nelle chiappe sode. 
– E adesso te lo voglio mettere dentro. È l’ora di farti cavalcare il mio torello. – 
Così dicendo l’ho presa stretta per i fianchi e guidata per farselo impalare nella fica, e lei se l’è fatto scorrere muovendosi su e giù. È stata una cavalcata intensa, le sue natiche battevano frenetiche sul mio addome e il mio cazzo le scivolava dentro con naturalezza.  
Lo sbattere osceno e incauto ha richiamato l’attenzione dei fratelli di Vittorio. Maurillo, 25 anni, è il più piccolo e Carlo il maggiore. Ho visto spuntare le loro facce da dietro la porta e le loro espressioni sbigottite. 
– Papà? Carmela? Che cazzo fate?? Minchia, pazzi siete! – 
– Figlioli, non vi pare uno spreco una bella ragazza così per quel ritardato di vostro fratello? 
In fondo gli sto facendo un favore a Vincenzo. Carmela è giovane e ha esigenze sessuali che lui non può soddisfarle e voglio evitare che finisca per cercare soddisfazione con altri! Vero? –  
Ho detto alla ragazza che si era fermata e, imbarazzata, si copriva le tette con le braccia. 
– Non può essere che una bella e giovane ragazza si faccia scopare da un vecchio paralitico. C’è qualcosa sotto… – Ha sentenziato dubbioso Carlo. 
– Beh, rispondigli tu, Carmela. Ti sto forse costringendo a fornicare con me? Avanti, rispondigli. – 
– No. Nessuna costrizione ci fu. Io e vostro padre abbiamo una relazione e ci avete colti in flagrante, ecco tutto. – 
– Però… sei proprio una depravata. Una puttana! – 
– Sì, cazzo, sei senza ritegno. Tradire il tuo ragazzo in casa! Che troia! – 
– Per giunta con un vecchio invalido! L’avessi fatto con dei giovani vigorosi, come noi… –  
I miei ragazzi infierivano su di lei che poi reagisce piccata. 
– È questo che non vi va giù. Non che tradisca vostro fratello. Ma che non lo faccia con voi… Si vede benissimo che vorreste saltarmi addosso. E vi rode da matti che preferisco un vecchio paralitico a voi due, eh! – 
Quei due maledetti mi hanno rovinato una scopata che agognavo da anni, erano anche molto incazzati sia per quello che avevano scoperto che per l’impertinenza di Carmela, che ha raccolto la vestaglia da terra e, infastidita, è tornata nella camera che condivide col ragazzo. Nonostante fossi molto infastidito anch’io della loro entrata in scena li ho calmati assicurandogli che avrei convinto la bella Carmela a darla anche a loro. E così fu. Il giorno dopo, quando ci siamo ritrovati da soli, le ho esposto la nuova situazione. Doveva darla anche ai miei ragazzi. Ovviamente non ha reagito proprio bene, però si è lasciata andare ad una confessione che mi ha turbato non poco. 
– Iniziavo a prenderci gusto con lei, signor Bruno. Quell’odioso ricatto stava incominciando a piacermi, ha un cazzo di tutto rispetto e anche con le mani sa come far godere una donna. Poteva nascere una relazione che valesse più di semplice sesso. – 
Pensando che mi stesse prendendo per il culo ho tagliato corto. 
– Il tuo ruolo in questa famiglia è quello della puttana. Devi soddisfarci tutti quanti o il video con le tue imprese farà il giro di tutto il paese! –

Continua

Per contattarmi: pensieriosceni@yahoo.it

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