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Erotici Racconti

Il sentiero di pietra: un racconto crossdresser

By 2 Ottobre 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

-La botta-

Luglio, caldo asfissiante, sudore, una macchina con cinque persone dentro intente a sniffare mdma da un usurato e appiccicoso cd di musica Rave, all’esterno la musica era assordante, la notte era illuminata dalla luna
Mi ritrovai in botta a camminare verso il sound, un muro di casse alto due metri e lungo cinque ma non ce la feci, la musica era troppo assordante e le luci ballavano troppo nella mia testa facendola girare, decisi di tornare verso le auto e godermi la fusione con Lucia che era rimasta in macchina.
C’erano almeno 100 macchine parcheggiate sullo sterrato, molte erano vuote, in altre si vedevano ragazzi farsi di un po’ di tutto, c’era chi fumava, chi sniffava, chi ingoiava, c’erano anche delle macchine con i vetri appannati che ondeggiavano, alcune in modo appena percettibile altre sembravano delle barche in mezzo ad una tempesta.
Ero fuso e la testa mi vagava ma anche per me era chiaro che cosa stesse avvenendo lì dentro, caddi, mi ritrovai per terra,guardai le mie mani,sangue,dovevo essermi scorticato un ginocchio,in quel momento mi sarei potuto rompere un osso e non me ne sarei accorto, mi rialzai barcollando e appoggiandomi di tanto in tanto alle auto arrivai alla Fiesta rossa.

-Lucia-

Lucia era seduta fuori dall’auto con la testa appoggiata ad uno sportello, anche lei strafatta di mdma stava fumando quando mi vide.
Una bella botta vero? Mi chiese
s-s-s-i fammi fare due tiri
non era una sigaretta rollata quella che mi passò, era una canna di ottima erba, la testa cominciò a pulsare, mi accasciai anche io sulla terra, appoggiai la testa all’auto e rimasi non so per quante ore a fissare il cielo notturno stellato, la foresta che si estendeva per chilometri , tutto si muoveva, tutto danzava e si trasformava, i miei occhi erano due caleidoscopi, dal nulla percepì il tocco di una mano, mi girai,Lucia era ancora lì accanto a me,anche lei in botta mi disse languidamente ‘scopami!’, io la guardai, aveva un pantacollant e un top, portava gli anfibi e i dread le cadevano sul seno, era bellissima ed io ero troppo fuso per capire ciò che accadeva, la abbracciai, lei mi baciò e subito dopo mi ritrovai la sua mano che me lo tirava fuori dai jeans e mi masturbava, si indurì in fretta dopotutto, lo prese in bocca, leccò e succhiò avidamente ed io ero lì cosparso da mille brividi, immobile, non riuscivo a muovere un muscolo, percepivo solo piacere, dalla testa ai piedi ero pervaso da un’unica sensazione, dissi il suo nome ‘Lucia’ lei alzo la testa, il trucco era rovinato, dalla bocca le scendeva un rivolo di saliva o forse era altro, non ci feci caso in quel momento, lei mi si avvicinò e cominciò a baciarmi avidamente.
Anche se la botta scemava ero sempre fuso, ma adesso riuscivo a capire ciò che stava succedendo, mancava si e no un ora all’alba ed io ero li seduto per terra e mi baciavo con una ragazza conosciuta la stessa sera, era la fidanzata di un ragazzo amico di un amico a qui avevamo dato un passaggio, sapevo che non era giusto e sapevo che poteva finire male se il suo ragazzo tornava ma la fusione mi guidò la mano sui suoi fianchi, era magra ma non troppo, non pesava più di cinquanta chili ed era poco più bassa di me, la tirai di peso sulle mie gambe e ci baciammo ancora. Il mio cazzo era umido della sua saliva e dei miei umori, dritto e turgido strusciava sui suoi indumenti troppo fini per nascondere le sue forme, aveva un culetto scolpito nel marmo, era sodo ed ora anche bagnato dal mio cazzo. Cominciò a muoversi , il mio membro fra le sua natiche, le piaceva, mi guardava e mi baciava, mi leccava le labbra, li collo, mi baciava di nuovo. Me ne venni, schizzai tutto il mio seme per terra e sporcai un pochino i suoi vestiti, lei non smise di muoversi finché non sentì la spinta da dietro affievolirsi, mi disse ‘ti amo Luca’

-Luca-

Luca, LUCA?!?!?! Credeva che fossi il suo ragazzo, effettivamente non ci distinguevamo molto, entrambi magri, entrambi jeans e maglietta, entrambi con i capelli lunghi, l’unica differenza era che lui portava i dread io invece li avevo mossi e impiastricciati, bhè, ammetto che in quel momento erano sporchi fino alla radice per cui potevano sembrare dei dread, soprattutto a chi come lei era fusa.
Appoggiò la testa sulla mia spalla e socchiuse gli occhi, io avevo capito tutto ma il mio cervello era parzialmente assente e lei era troppo bella per non risvegliare in me certe sensazioni, le tastai il seno, non era abbondante una seconda forse ma era sodo, il ventre quasi piatto, feci scivolare la mano in mezzo alle sue gambe e capì perché prima la situazione non finì in un diverso modo, aveva il ciclo, si sentiva l’assorbente, mi sentii stranamente sollevato, come se avessi si fatto uno sbaglio ma non era poi così tanto grosso, decisi di andarmene da li, mancava davvero poco all’alba e non volevo di certo farmi trovare accanto a lei sporca di sperma quindi la sdraiai dolcemente a terra mentre era ancora in botta.

Flashback ‘mettine di più siamo in vacanza e che cazzo’

Dai amore, mettine di più siamo in vacanza e che cazzo, ci siamo fatti due ore in quella merda di strada distrutta per arrivare qui’ gli disse abbracciandolo
Mi tornò in mente quel momento, eravamo tutti e cinque in macchina, io e i miei amici avevamo già tirato la mia dose, rimanevano solo loro due ancora, Luca si fece una bella raja e schizzò subito con Marco verso il sound esaltato con le pupille dilatate e il respiro accelerato, rimanevamo in tre nell’auto, io che mi rullavo una canna, Franco che mi passava tutto il necessario e lei Lucia. Non contenta della raja che si era appena fatta se ne stava preparando un’altra, io e Franco la guardammo basiti dicendole che si sarebbe ammazzata con tutta quella roba ma lei ci guardò con i suoi occhi gialli da gatta, si esatto, aveva le lenti a contatto da gatto, questo la rendeva unica quella sera, il luogo era pieno di ragazze fuse che ballavano o fumavano o ridevano, ma lei era l’unica con quegli occhi, distolse lo sguardo da noi e con una sonora aspirata tirò tutta la polvere dal cd, non contenta lo leccò, noi eravamo basiti, non che fosse la prima volta, capirai, quella scena era già capitata centinaia di volte, arrivi al rave dopo aver attraversato riserve naturali o cave, prima di andare a ballare ci si faceva tutti e spesso capitavano delle ragazze che si facevano come o peggio degli uomini, poi addio ci si ritrovava tutti dopo qualche ora o anche di più, ma quella sera era diverso, lei era diversa, non era come tutte le altre perché aveva quegli occhi, ora arrossati dalla botta,aveva le vene intorno alla pupilla che cominciavano a gonfiarsi, ci disse ‘ avete una sigaretta?’ noi gliela demmo e dopo avere rollato la canna mi alzai e andai con Franco verso il sound, l’aria era umida, satura di sudore ed era piena di polvere, terriccio alzato da mille piedi che calpestavano il terreno a ritmo di musica D’n’B e DubStep.

-La foto-

Tornai al presente e mi accorsi che non mi ricordavo cosa era successo dopo, mi ricordavo solo che ballavo insieme a Franco e agli altri sotto cassa poi il buio più totale, ma non importava, in quel momento dovevo solo andarmene via da li e così feci, mi soffermai solo un istante per prendere un accendino dall’auto e mi affrettai a tornare verso la musica facendo il giro largo, passando per il bosco, volevo evitare di essere visto tornare dalla macchina.
Passare tra gli alberi si rivelò un operazione più difficile di quanto credessi, il terreno era sconnesso e pieno di sassi, gli alberi imponenti diramavano rami in ogni direzione e ad ogni altezza costringendomi ad abbassarmi più volte per potere passare. Ero quasi arrivato dietro il sound intravedevo le luci, i corpi, il muro di casse, quando la mia attenzione venne attirata da alcuni strani movimenti dietro degli alberi, curioso e fuso com’ero potevo non andare a vedere? Mi inoltrai per qualche metro nel bosco e lì rimasi stupito, vidi distesa a terra una ragazza, aveva la gonna sollevata e un ragazzo se la stava facendo, i jeans del tipo strusciavano per terra, lui era dietro li lei e la penetrava tenendola dai fianchi, mi abbassai e cercando di non farmi notare mi avvicinai girandogli intorno. Lei aveva gli occhi semichiusi e la testa sul terreno, dalla bocca aperta colava un filo di saliva che toccava subito terra, il mio stupore aumentò quando vidi chi era, Luca, si! Proprio lui! e io che ero in pena per essermi fatto fare un pompino dalla sua ragazza, certo non era un mio amico li avevo conosciuti la sera prima in albergo ma avevamo subito preso confidenza fra una canna e l’altra. Lo guardai con un misto di stupore rabbia e invidia, aveva gli occhiali da sole, chiaramente era anche lui in botta, non mi videro ma io avevo visto loro e non persi del tempo per scattare una foto con il mio cellulare, la qualità era pessima ma si vedevano il culo e le gambe di lei con attaccato dietro lui ,aveva la maglia verde e gli occhiali gialli fosforescenti, certo era vestito in modo ridicolo ma chi ero io per giudicare? Io che me ne andavo in giro in perizoma cercando di non farmi sgamare dagli amici, ma questo è un altro discorso.
Contento me ne tornai il più velocemente possibile verso i miei amici, si erano ripresi tutti più o meno, quando mi videro spuntare mi guardarono strano.Tu? Ma non era Luca? Cazzo ragazzi e noi che pensavamo fosse Luca.
Te lo avevo detto che non era Luca, non tradirebbe mai la sua ragazza , disse Marco mentre si accendeva una sigaretta
Dove l’hai lasciata a quella? Te la scopi e la lasci li nei boschi? Sei uno stronzo ,ma sei un grande ! to’ prenditi st’erba te la sei meritata.
Non capivo che cosa succedesse, dal nulla mi ero ritrovato idolatrato dai miei amici per essermi scopato una tipa, i primi raggi di sole illuminavano il terreno, non so come ma avevo un alibi, non che me ne servisse, ma lo avevo e per non rovinare tutto mi portai tutti gli amici in macchina con la scusa di una canna così facendo evitai che Luca tornasse a rovinare tutto.

-Slava di merda-

Trovammo Lucia distesa sul sedile posteriore che dormiva, puzzava di sperma,il mio sperma.
Franco neanche ci fece caso, si sedette accanto a lei appoggiando la testa al finestrino e si addormentò di colpo, Marco invece notò l’odore ma si limitò a dire
Certo che Luca potrebbe fare più attenzione e che cazzo è pur sempre la mia macchina, si alzò guardando il sedile posteriore, cercava delle macchie ma non ne trovò.
Accesi la canna e feci qualche tiro passandola subito a Marco, ero fuori dall’auto appoggiato al cofano, era ormai mattino ma la musica era sempre altissima, alcune persone andavano verso il sound, sembrerà strano ma anche a quell’ora c’era chi era appena arrivato, la maggior parte invece tornava alle auto, fu in quell’istante in cui notai che Luca stava tornando, la tipa era ancora con lui ma non si parlavano, si separarono senza neanche una parola.
Hey Luca! Tieni ammazzala, Marco gli passò la canna, rimanevano gli ultimi tiri, se li fece con calma, godendoseli, andava tutto bene finché non guardò il sedile posteriore e vide le macchie sul culo della sua ragazza
Cazzo non ci credo! , si chinò e le annusò, l’odore era inequivocabile, sperma ed anche fresco, non si era ancora asciugato del tutto
Hey Lucia, puttana forza svegliati! Le urlò all’orecchio
Ma che cazz? Uno schiaffo, due, lei vola per terra, Marco che li guardava in silenzio mentre io pietrificato non avevo il coraggio di fermarlo, avevo troppa paura della sua reazione, tempo fa Marco mi aveva parlato di Luca. Non era propriamente un bravo ragazzo, spacciava da diversi anni e si era pure fatto 9 mesi al fresco per rapina a mano armata, non potevo rischiare quindi vergognandomi entrai in macchina e mi feci un’altra canna.
Alcune persone erano accorse a quel brutto spettacolo, lui la prendeva a parolacce urlandole contro troia,puttana,succhia cazzi,slava di merda, fu così che scoprii che non era italiana, qualcuno si avvicinò provando a calmare la situazione ma Luca non era il tipo da calmarsi facilmente. Lei inizialmente non capiva niente, era ancora fusa ma dopo i primi due schiaffi cercò di reagire ma fu inutile servì solo ad aumentare la rabbia di Luca.
Dopo una terribile mezz’ora ci rimettemmo in auto, ma non tutti, Luca e Marco rimasero al rave cercando altre droghe e maledicendo ‘quella troia di Lucia’. Si conoscevano da una decina di anni, erano cresciuti assieme nello stesso squallido sobborgo e insieme avevano spacciato le prime bustine d’erba, ora Marco era fuori dal giro ufficialmente da un po e lavorava come tecnico del suono in alcuni locali ma per gli amici aveva sempre una bustina pronta da vendere.
Non era la prima volta che mi lasciava la macchina, anzi in genere ero sempre io a riportargliela a casa, vivevamo nello stesso appartamento per studenti universitari, ci conoscemmo quando un giorno mi venne a chiedere una sigaretta ed in breve ci facevamo tutte le sere le canne assieme in un locale cercando di rimorchiare qualche ragazza o davanti ai video game.
Il sole era ormai alto nel cielo ed era caldo, molto caldo, Franco dormiva come un ghiro, Lucia era immobile accanto a me con la faccia arrossata e il trucco rovinato dal pianto, scrutava il paesaggio, aveva disteso leggermente lo schienale del sedile e teneva i piedi sul cruscotto, piccoli, non avrà portato neanche un 39, non portava smalto, erano delicati, erano eccitanti, molto eccitanti, più di una volta mi ritrovai a guardarglieli desiderando di poterli leccare, di sentirli scorrere sul mio cazzo.
Eravamo ormai rientrati in città e per prima cosa accompagnai Franco alla stazione, quel fesso preferiva tornare in paese ogni volta in treno da fuso, non ho mai capito come facesse. Quando ci salutò restammo io e lei in macchina
Senti fratè pensaci tu a questa puttana, io non posso lasciare Luca in quello stato lo hai visto tu stesso, lasciala in città dove ti pare, ci vediamo stasera le chiavi tienile e tu e mi raccomando.
Ci eravamo salutati così io e Marco, Luca era già in macchina con la tipa che si scopava di notte.
Dove ti lascio? Mi sentivo responsabile per quello che le era successo non potevo di certo abbandonarla lì
Mi puoi accompagnare a casa? Abito poco fuori città
Si era fatta ora di pranzo, avevo fame e una voglia matta di farmi la doccia ma il rimorso mi impedì di lasciarla lì e decisi di accompagnarla a casa.Durante il tragitto parlammo un pochino del più e del meno, dei palazzi della città, del significato di ‘Like a Virgin’ di Madonna, del film ‘Inception’, di tutto ma non di quello che era successo prima. Ci fermammo ad un bar per fare colazione, ovviamente avevamo tutti gli occhi addosso, entrambi puzzavamo ed entrambi eravamo sporchi di terriccio e con le occhiaie, io c’ero abituato non era la prima volta che tornando da un rave mi fermavo per la colazione e a vedere la disinvoltura di Lucia nemmeno per lei doveva essere la prima volta.

-Nonnina-

Dopo un’altra oretta di macchina arrivammo finalmente a casa sua, era una villetta un po isolata in montagna subito dopo il paese, circondata da boschi e da poche altre case, quell’ambiente mi metteva calma, si sentiva solo il vento e il canto degli uccelli.
Grazie sei stato gentilissimo! Mi disse sorridendo
Ma di nulla figurati, mi dispiace per quello che è successo prima con Luca
Non nominare quel figlio di buttana! quel porco mi ha sborrato addosso questa notte e non se lo ricordava nemmeno, doveva essersi scopato altre mille ragazze, ha pure avuto il coraggio di prendermi a schiaffi,la sua faccia era diventata rossa dalla rabbia,lurido figlio di butt!
Una voce interruppe quella spiacevole situazione
Amore, sei tu? Lucia!
Cazzo è mia nonna! è cieca e mezza rincoglionita dall’età quindi stai zitto e non si accorgerà di te, lei crede che io torni da casa di un amica con l’autobus
Si nonnina sono io! Le disse alzando un po’ la voce
Sua nonna era fuori nel dondolo con il gatto sulle gambe che dormiva beato
Lo vuoi un caffè prima di tornare a casa? Dai su vieni, mi disse sussurrando
Ero stanco ma non me lo lasciai ripetere due volte e la segui .Passammo da un cancelletto ,attraversammo il giardino pieno di alberi seguendo un sentiero di pietra e arrivammo in casa. C’era da ammettere che non se la passava mica male, il giardino era immenso, aveva la piscina e qualche giostra, un orticello con del pomodoro e un magazzino. La casa era anche meglio, divisa su tre piani aveva la cantina che fungeva anche da box, al piano terra c’era la stanza degli ospiti, un bagno, la cucina abitabile ed un salotto oltre ad un ripostiglio, al primo piano invece le camere da letto con bagni annessi. Mi descrisse la casa recitando una specie di litania, come se l’avesse già fatto centinaia di volte
Tieni! Mi porse un bicchiere di caffè freddo,non era il massimo ma in quel momento tra lo stupore della casa e la fusione rimanente avrei bevuto di tutto
Grazie mille! Le dissi un po’ timidamente
Presi la tazzina e bevvi il caffè, mi sorrise
Ero indeciso sul da farsi, dovevo mostrarle quella foto, ma dovevo dirle che ero il ragazzo che le aveva causato tutti quei casini?
Driiiin! Squillò il telefono, mi aveva salvato, per il momento
Seccata Lucia rispose al telefono
Pronto?
Il suo volto cambiò subito espressione, tossì e cercando di cambiare leggermente la voce disse
No non sono Lucia, sono Samanta la nuova badante, ma certo da 2 mesi
Io ero lì imbarazzato non sapevo che fare
Ok la aspetto
Ripose il telefono con violenza
Cazzo!Cazzo!Cazzo! ,urlò
Ora come faccio?
La guardai presa del panico e le chiesi
Hai bisogno d’aiuto? Che succede?
Qu-questa non è mia nonna, io non sono italiana, lavoravo per lei come badante
Da fuori si sentii la nonnina dire preoccupata
Lucia che succede?
Niente nonna tutto ok, ho solo rovesciato un bicchiere
Si sedette sul divano preoccupata e sconvolta,mi disse
Senti sono da sola, non ho un posto dove andare se questi mi scoprono
Aveva le lacrime agli occhi, quegli occhi, gli occhi da gatto.

-Samanta-

Aspetta un altro secondo, perfetto così stai benissimo! E mi baciò dolcemente la guancia
Io segretamente amavo indossare biancheria femminile, mi piaceva quando ero da solo mostrarmi in cam, adoravo ricevere complimenti e ne ricevevo un bel po’, la maggior parte delle sere mi capitava di incontrare balordi e maniaci ma a volte capitava che incontravo chi attirava la mia attenzione ed era allora che il mio lato femminile veniva fuori con prepotenza.
Le avevo proposto di fare finta che io fossi Samanta, così i parenti non avrebbero scoperto niente e lei sarebbe potuta rimanere li per altro tempo.
Non sono mai stato un tipo peloso,quindi mi depilavo completamente da un po e nessuno sembrava averlo notato per più di un secondo, in più i miei anni di piscina avevano fatto si che io avessi la pelle liscia e soda, madre natura aveva fatto il resto donandomi lineamenti androgini, i miei splendidi capelli biondi,il mio culetto a ponte e il piede piccolo, trentotto quasi trentanove, strano per un uomo, ma a me dopo tutto non dispiaceva più di tanto. Con un corpo del genere ,i vestiti di Lucia ed un po’ di trucco mi trasformai in Samanta. Mi guardai allo specchio, era grande e aveva la cornice in legno laccato d’oro, doveva essere una sirena una volta a sedere sulla conchiglia in cima ma il tempo e chissà cos’altro avevano portato via qualche pezzo.
Ero bellissima in quei jeans a vita bassa, riempire il petto fu facile, anche Lucia non era ben messa sotto questo aspetto quindi usai delle sue protesi, una maglietta coprì tutto e con dei braccialetti, degli orecchini messi dove prima c’erano due piccoli dilatatori e un paio di ballerine fui pronta per l’incontro

Flashback 2

Ti posso aiutare io!
E come? Mi guardò inclinando leggermente la testa
Posso essere io Samanta! Le dissi scherzando
Tu? Ma dai?! Ahahahahah , rise ed era bellissimo vederla ridere, batté le mani e si piegò in due sul divano, poi guardandomi mi disse
Effettivamente hai dei tratti femminili, rise leggermente, i capelli poi, una risata per poco non le uscì
Io ero lì che un po’ mi vergognavo ma ormai avevo fatto la mia cazzata quindi
Perso per perso! Disse guardandomi sorridendo
Vieni con me! Mi prese la mano e mi portò in camera sua
I muri erano viola e pieni di poster ,il letto aveva le lenzuola zebrate, l’aria sapeva un po’ d’erba e una leggera sporcizia ricopriva qui e lì la stanza, un calzino, un paio di magliette, un libro, un posacenere stracolmo. Certo non era proprio la classica stanza della classica ragazza iperstereotipata della tv, tutta rosa con orsacchiotti di peluche e bambole ma a me piaceva così, non era quello che ci si aspettava e d’altronde non lo ero neanche io. Lei lo scoprì quando togliendomi i jeans mostrai cosa indossavo, un perizoma nero di lino, spendevo sempre tanto per i vestiti che acquistavo.
O cazzo! Si portò la mano alla bocca
Tu sei! Tu sei gay! E gli altri non lo sanno! Mi disse puntandomi addosso l’indice della mano sinistra
Non sono gay! Le risposi
Mi piace solo vestirmi da donna ok? Non mi piacciono gli uomini, io mi scopo le donne
Girai il volto, chiusi gli occhi, li sentì inumidirsi, ecco avevo fatto una cazzata, sentì tutto il mondo cadermi addosso, le risa di scherno dei miei amici, il posto di lavoro perso, avrei dovuto cambiare città
Ma aspetta!Ritornai in me
Lei è fottuta senza di me ed in più Luca e Marco l’avevano abbandonata quindi non mi avrebbe potuto fare del male. Di scatto le presi la mano e la tirai verso di me, quasi mi cadde addosso
Non lo sa nessuno e così deve rimanere! Le urlai in faccia
Ora se vuoi che ti dia una mano per tirarti fuori da questo bordello smettila di ridere e sbrighiamoci, mi calmai, le dissi, quando arrivano i parenti?
E’ una sola, la nipote ansiosa che la nonnina muoia per ereditare l’intera proprietà.
Mi guardò con uno sguardo ammiccante e mi disse
So cosa ci vuole per te, un po di trucco e sarai perfetta!
Perfetta, nessuno si era mai rivolto verso di me al femminile senza schernirmi o peggio, ma era bello questa volta sentirselo dire.

-La nuova badante-

Se la bugia doveva funzionare, anche la casa doveva essere pulita e svuotata di tutte le sue cose, disfarsi della sua roba non fu difficile quanto togliere l’odore dell’erba, ma tra una risata e un imprecazione il tempo passò veloce. Sentimmo una macchina fermarsi davanti al cancello, io e Lucia avevamo quasi finito di pulire
E’ arrivata! Disse
Sicura che sia lei?
Ma si è la macchina di quella stronza! Sicura di farcela? mi chiese preoccupata
Tranquilla, lo hai detto tu stessa che sto benissimo, questa volta le diedi io un bacio sulla guancia ,le dissi di starsene nascosta e andai verso il cancello.
Era stranamente piacevole andare in giro vestita da donna, in genere quando era casa indossavo appena l’intimo e le calze, felice attraversai la casa soffermandomi sull’uscio della porta d’ingresso per accogliere la parente.
Chi minchia è questo? Pensai non appena vidi che dalla macchina non era scesa una donna, bensì un uomo sulla cinquantina, pelato ,vestito in modo elegante e con una prestanza notevole per la sua età.
Signora! Disse l’uomo in tono rispettoso verso l’anziana,poi mi guardò, io gli sorrisi, sapevo che se riuscivo ad essere tranquillo e disinvolto potevo sembrare per una ragazza e così fu. Lo invitai con garbo ad entrare, gli offrii da bere, prese il bicchiere d’acqua e si sedette sul divano, io rimasi di fronte a lui in silenzio osservando il pavimento. Non volevo parlare troppo, avevo una voce poco bassa di tonalità per essere un uomo ma con questo non potevo certo parlare tranquillamente con lui per cui cercai di limitare al massimo le mie parole.
Voi slave non parlate molto è così? Mi disse sorridendo poi aggiunse, perfetto per badare ai ciechi, non potei fare a meno di sorridere
Veniamo al dunque, la ragazza che c’era prima la conoscevi? Mi domandò in tono serio
No signore, risposi con un filo di voce
Voglio sperare che tu non sia una tossica scansafatiche come lei, purtroppo non ho tempo per fermarmi ho del lavoro da svolgere. Ma che sbadato ho dimenticato di presentarmi, sono Claudio il marito di Stefania,capii che doveva essere la parente di cui mi aveva parlato Lucia. Bene Samanta ora vado è stato un piacere conoscerti e lasciati dire che sei molto meglio della ragazza di prima, hai un bell’aspetto curato, mi piaci! Sorrise
Ciao! Si alzò dal divano e se ne andò rapido come era arrivato. Io ero rimasta pietrificato da tutta la situazione, non si era accorto di me, aveva visto solo Samanta, ero tremendamente felice.
Ma senti senti questo qua! Disse Lucia spuntando dal nulla,tu saresti molto meglio di me!? Sorrise, guardandomi con malizia aggiunse, io e te dobbiamo fare una chiacchierata.

-La mano di Lucia-

Fumammo per tutto il pomeriggio,io e lei distesi sui divani mentre la giornata trascorreva tranquilla e la nonnina dormiva, ero rimasto Samanta, non mi ero cambiato, non ne sentivo il bisogno e Lucia non me lo fece mai notare, parlammo ininterrottamente, lei veniva da un piccolo paese dell’est formatosi dopo la caduta dell’U.R.S.S. ,aveva studiato come parrucchiera e preso perfino un master come estetista, peccato che qui in Italia valessero meno della carta igienica per cui finì ben presto a fare la badante, conobbe Luca per caso in un bar e ci fu subito attrazione tra i due, stavano assieme da 5 mesi, mesi di solo sesso droga e rave. Io nel frattempo le raccontai tutto di me, di come i miei erano morti quel tragico giorno alle torri gemelle, di come a causa dei corsi di recupero scolastici mi ero salvato, quei dannati corsi che tanto ho odiato e quella maledetta matematica mi avevano invece impedito di partire salvandomi la vita. Chiaramente il suo interesse principale era sapere tutto sulla mia attività di crossdresser ,sempre che di questo si possa parlare, così mi ritrovai a raccontarle tutto anche di questo, delle autoreggenti, la gonna e le scarpe che indossavo quando ero in cam, quando ero donna, tutti mi adoravano e tutti mi volevano.
In breve non so come ma ci stavamo baciando, lei mi era letteralmente saltata addosso e mi baciava con ardore, le nostre lingue danzavano in un vortice, la nostra saliva si mischiava e bagnava le nostre labbra, ci baciammo a lungo poi le tolsi la maglietta e cominciai a leccarle il seno, lo succhiavo, lo mordevo dolcemente lasciando tracce di rossetto qua e là, i suoi capezzoli erano diventati duri, mi piaceva stuzzicarli con la punta della lingua. Di colpo mi spinse la schiena verso il divano ,mi bloccò le mani e mi disse ‘ti voglio scopare’. Io ero shoccato da questa richiesta, ero sempre stato io a dire questa frase, rimasi immobile, lei si alzo tenendomi le mani e mi fece sollevare, mi abbracciò da dietro, sentivo il suo seno spingere contro le mie spalle, mi slacciò i pantaloni, io avevo il cazzo già duro e anche un pochino umido, lei mi leccò il collo e comincio e segarmi, in breve il mio cazzo le bagnò la mano, lei cambiò mano portandomi le dita umide in bocca ad una ad una, io non mi tirai indietro,le leccai avidamente ripulendole. Mi spinse verso lo schienale del divano e mi tolse del tutto i pantaloni, rimanevo in perizoma t-shirt e ballerine, uno spettacolo meraviglioso ai miei occhi, ero talmente presa dall’eccitazione e fusa che in breve mi ritrovai con la schiena piegata e le gambe allargate, il mio culetto era in bella mostra e lei non ci pensò due volte per approfittarne.
Fece scivolare il perizoma per terra e con le mani cominciò a massaggiarmi il sedere e le gambe, passava dall’ano ogni tanto e ad ogni suo passaggio fremevo.
‘Scopami’ le dissi, avevo la voce affannata, il cuore mi batteva a mille, non mi ero sentito mai così eccitato in vita mia. Lei non se lo fece ripetere e cominciò a leccarmi l’ano, leccava, succhiava,ogni tanto entrava la lingua ed in quei momenti la mia schiena s’irrigidiva, poi cominciò con le dita, me le aveva prima fatte leccare e poi le aveva passate sul mio cazzo bagnato, così adesso i miei liquidi sarebbero serviti come lubrificante per il mio ano, c’era qualcosa di tremendamente eccitante in tutto ciò.
Capì ben presto che tutte queste sensazioni erano nulla in confronto a quelle che sarebbero arrivate a breve e infatti mi ritrovai ben presto ad ansimare con le sue dita dentro di me, non era la prima volta avevo già goduto delle mie dita e di un dildo comprato e gettato poco dopo tempo, prima una poi due,infine tre, mi sentivo presa,controllata,succube di quel piacere e mi piaceva un sacco, ‘di più’ le dissi, si fermò, un momento di pausa, estrasse dolcemente le dita e le guardò,non erano sporche, effettivamente non mangiavo da un giorno ma tanto finché non arrivava il calo da mdma non avrei avuto fame, si alzò e si diresse in camera sua, io rimasi lì piegata in due con il culetto che si contraeva e le gambe tremanti, sotto di me il pavimento era bagnato. Non vidi con cosa era tornata ma lo capii quando un liquido cominciò a scorrermi lungo l’ano, era caldo, mi eccitai ancora di più, con la mano cominciò a spalmarlo per bene, era bello sentire le sue mani scorrere così facilmente sul mio culetto, poi riprese il lubrificante e ne deve avere messo un bel po nelle mani perché adesso le sue tre dita entrarono con molta facilità, neanche me ne accorsi, ricominciò a incularmi con le dita e dopo breve tempo sentì anche il quarto dito entrare dentro di me ,sentii perfino il pollice spingere verso il mio buchino.
Mi ero reso conto delle sue intenzioni, voleva infilarmi tutta la mano, non doveva! Avevo chiesto di più ma non mi sarei aspettata questo, finché sentii un po di dolore, gemetti e chiusi gli occhi. Li riaprii una decina di secondi dopo ,sentivo la sua mano dentro di me, non aveva una mano grande, neppure per una ragazza e adesso era dentro di me e si muoveva, io gemevo e due rivoli mi scendevano, uno di saliva dalla bocca ed uno dal mio cazzo, si sedette per terra sotto di me e mentre continuava a pomparmi cominciò prima a leccarmi le palle e infine lo prese in bocca, fu in quel preciso istante che non compresi più nulla, ero attraversato dal piacere, aprì gli occhi e vidi la mia saliva avere creato una piccolissima pozza sul divano, Lucia entrava ed usciva la mano facendomi sussultare ogni volta, le riempì la bocca, mi aveva fatto venire per la seconda volta,ma questa volta lei non era fusa e non mi chiamava Luca.
Si alzò uscendo la mano dal mio culetto e mi girò, la guardai, teneva la bocca chiusa, una goccia bianca le colava dalle labbra umide,mi guardò di nuovo con quegli occhi e io di nuovo mi persi. Mi baciò riversandomi in bocca tutto il mio sperma, sporcammo un poco la sua t-shirt ma in quel momento non importava, io ormai ero in balia della situazione, non feci caso a nulla e la baciai, di nuovo le nostre lingue danzavano nelle nostre bocche, poi si risucchiò tutto il liquido in bocca e con le mani appiccicose mi mise di nuovo col culo all’insù, infilò di nuovo la mano ma questa volta lo fece per allargare il mio buco, così poté riversarmi dentro tutta la mia sborra, mi sentivo tremendamente a disagio in quel momento, ma più il disagio aumentava più mi eccitavo, ricominciò a pompare, si calò su di me appoggiandomi le tette alla schiena e mi sussurrò all’orecchio ‘sei una puttana’.

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