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Erotici Racconti

In perfetta sincronia

By 25 Giugno 2017Febbraio 3rd, 2023No Comments

Una mattina invento una scusa, salgo in macchina e parto per Firenze, è un reale azzardo, una piccola follia, forse è un’esagerazione, un veritiero sproposito, a un’età in cui hai agguantato ottenendo una certa consapevolezza, quella precisa nozione di te, perché hai voglia d’afferrare e di pigliarti ciò che realmente vuoi. Io avevo calcolato immaginando spesso come poteva essere, però applicarlo e metterlo attualmente in pratica mi dava un senso d’appianamento e di superamento di quel limite, che una volta pensavo onestamente invalicabile e proibito da raggiungere. Tutto questo, infatti, era quando credevo scioccamente che un legame e un rapporto sentimentale fosse stato per sempre. In seguito però la vita t’insegna, t’organizza e ti prepara avvertendoti che non è per niente in tal modo, poiché gli affetti e i sentimenti cambiano, si modificano, per il fatto che ti ritrovi a dividere la vita con chi non credi d’amare più, perché all’opposto, ti chiedi se tu abbia mai amato nella confusione e nel disordine di quella giovinezza, che iniziò quando eri soltanto un piccolo spirito disorientato e sconcertato tra il disinteresse, la distanza e l’indifferenza della gente.

Al momento sono già da quattro ore che viaggio in autostrada con la testa che va e che viene, con parole scomposte e smodate che si spostano insieme ai chilometri, che riaffiorano riapparendo sotto forma d’un articolato e frastagliato pensiero, con le parole e i discorsi di chi hai incrociato con uno sguardo, in quanto ti è entrato troppo dentro e che adesso non scordi più. A volte, invero, scopri che qualcuno in un minuto ti diffonde trasmettendo il senso e la sensazione d’una vita in un colpo solo, perché spazza via le tue inservibili, inutili e superflue certezze, quelle su cui generalmente fantasticavi illudendoti d’avere costruito le fondamenta e i pilastri del tuo futuro, perché è proprio allora che ne riconosci il senso, il valore sottile di cogliere quell’opportunità, come quando eri bambino, per il fatto che anche le cose più incolori e più ovvie erano una meravigliosa e stupenda scoperta, giacché in tal modo riconosci il concetto e il senso del vivere.

Io t’incontro in una splendida giornata, ti guardo, scruto gli occhi che ti sorridono e in tal modo t’abbraccio forte per sentirti contro di me, nel tempo in cui mi baci sulla guancia io ti sfioro le labbra e un fremito insieme al batticuore mi sale lungo la schiena scompigliandomi le membra. Ho voglia di te, un desiderio irrefrenabile e sconosciuto mi manda in estasi la testa e il corpo, fino in fondo nelle viscere, dopo due chiacchiere tu m’afferri per mano, in seguito c’infiliamo in un portone d’un antico palazzo utilizzato per gli uffici, perché dato che oggi è sabato là dentro non c’è nessuno. Scendiamo velocemente giù per le scale che portano all’ampio seminterrato illuminato solamente da quelle feritoie pallide ingiallite dal tempo, là di sotto c’è una vecchia fontana, in quanto s’avverte lo scroscio dell’acqua che infonde imprimendo la vita alle pareti, al pavimento, al soffitto e alle nostre voglie. Tutto ruota intorno, mentre io ti bacio con una passione travolgente, frattanto il cuore che scoppia assieme ai nostri corpi bollenti. 

Io mi eccito fino alle ossa: tu sei contro il muro, io scivolo giù sulle ginocchia, ti sgancio la chiusura lampo e per un attimo infinito ti s’apre il vuoto sotto i piedi e nello stomaco quando te lo prendo in bocca fino in fondo. Te lo succhio con dolce smania, come per volerti catturare lo spirito correre via, mentre tu infervorato emetti gemiti incontrollati, il respiro diventa affannato e spasmi di piacere infiammano il tuo cazzo arroventato, io sento i fluidi che mi pervadono, poiché sale l’impulso incontrollabile e irresistibile di sentirti dentro di me. E allora sono tua, perché appoggiata con gli avambracci sulla parete fredda tu mi scansi gli slip, mi tocchi sfrontato la fessura tra le gambe aperte per crearti il varco e mi penetri dentro con decisione, mentre io te lo stringo con la fica per stimolartelo durante l’amplesso come m’hai insegnato tu in una calda notte insonne d’estate. Successivamente indugi sui seni eccitati sotto la camicetta, mi scosti i lunghi capelli e mi baci con ardore e veemenza sul collo, sulle spalle, fino quasi a farmi male per lasciare il segno del tuo passaggio, su d’un corpo che non si concede mai agli uomini, ma solo a sé stessa, poi giacché non sono golosa soltanto del mio piacere te lo riprendo tra le tette rigonfie e te lo lecco senza succhiare, però girandoci intorno con la lingua, sentendo il tuo sapore misto al mio.

Io mi scaldo ancora di più, mentre non puoi evitare d’addossarti alla parete per l’instabilità che il forte eccitamento dei sensi ti causa sulle gambe, adesso siamo due fuochi che divampano e a quel punto mi libero dagl’impedimenti dei vestiti, quei i jeans che adoro e che possiedo in numerosi esemplari in quanto ti salto in braccio. Dopo mi stringo alla tua vita con le gambe strette per non cadere, così in modo tale che tu possa prendermi di fronte e che possa anche baciarti nel frattempo appassionatamente, perché solamente le ‘mestieranti’ non baciano quando fanno sesso, e anche per trasmettere il sapore di me e di te sulla tua lingua morbida e arrendevole. 

Ed ecco che sopraggiunge l’appassionata conclusione: tu sussulti in una sincronia perfetta, il godimento è assoluto e per un attimo la completezza e la perfezione si mostrano in tutta la loro prodigiosa bellezza, quando sento che ti divincoli dentro me con gli odori e con i sapori nuovi scolpiti nella memoria, io osservo i tuoi occhi chiari per portarmi dietro un ricordo in più, nel frattempo ti bacio mentre tu prontamente mi riferisci:

‘Ciao bambina. Io non ti saluto con un addio, bensì con un arrivederci e un caloroso ed espansivo risentirci a presto’.

{Idraulico anno 1999} 

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