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Erotici Racconti

Intimità non visibile

By 30 Agosto 2016Gennaio 30th, 2023No Comments

La riva del mare era deserta quel giorno mentre dentro il cuore io avevo il vento con il suo silenzio distinguibile e percettibile, assieme alla sua figura irremovibile e resistente tra la folla di quel museo. Io avevo ventitré anni, eppure mi sembrava d’averne più di trenta, tenuto conto che ero già alquanto atletica e sviluppata nel fisico, avveduta, ingegnosa e meditativa nel cuore, però mai come in quel momento ciononostante lui non ostentasse né posasse per nulla lo sguardo su di me.

Io promisi ripetutamente a me stessa che un giorno lo avrei avuto e che me lo avrei gustato totalmente per un istante interminabile e ricchissimo, come successivamente realmente accadde. Domenico, quel ragazzo scuro di capelli e con quella dentatura spettacolare, con quella carnagione inconsueta e con quegli occhi colorati d’un blu così intenso e profondo, dato che io mi persi totalmente per lui nel profondo fin dal nostro originario incontro. Domenico, audace e temerario agricoltore dalle mani poderose, robuste e piene di callosità, mentre io la sua gentile, magnanima e nobile signora, come lui adorava cavallerescamente e generosamente definirmi, forse per sminuirsi o per umiliarmi, può darsi, chissà che cosa voleva realmente intendere dentro di sé.

Io ricordo esattamente ancora l’ora e il giorno che lo incontrai, lui era molto indaffarato, impegnato unicamente per raccogliere il fieno dai covoni e per gettarlo sul carro, un uomo tutto d’un pezzo, d’altronde super concentrato a testa china nel suo lavoro. Io passai di lì esclusivamente per osservare, soltanto per vedere, però lui non mi considerò né mi valutò più di tanto, mi sorrise certo, ma era fuggevole come un lampo. Domenico ebbe però l’acutezza e la capacità di devastarmi e di distruggermi in un frangente sotto il sole opprimente di quell’estate, cosicché io caddi finendo e rotolando nella sua rete per sempre. Un giorno come un altro pieno d’energia vitale, lui parzialmente senza vestiti nella sua tinozza di latta, per il fatto che io che lo scruto accuratamente circoscrivendo e tastandomi le parti interiori sotto la sottana infine abbondantemente inzuppate. Lui snoda e srotola con flemma quella spugna sopra la sua epidermide, si sfrega la sua carnagione colorita e ben modellata, mentre io crollo e sprofondo all’interno d’un delizioso e soave viaggio senza ritorno.

Lui a un tratto s’accorge della mia presenza, mi chiama verso di lui, io ne seguo il suo profumo incolto e selvaggio fino all’interno dell’ovile, dove rapidamente ci ritroviamo focosamente abbracciati ed estasiati, dato che in quel preciso istante avvampa e s’incendia la carnalità e la lussuria inizialmente tentata, però rimasta ancora inattuata della nostra ardente passione. Domenico in quel preciso istante sembrava cogliere e intuire per bene ogni mia esigenza, ogni mio insabbiato e nascosto appiglio, quando all’improvviso nel dolore più amabile e disponibile io svenni sotto di lui incalzata sotto i suoi colpi, perché da quel suo ritmo io mi sentivo mezza morta, però lui non si fermava, tenuto conto che continuava a darsi da fare su di me, sulla mia carne fatta a pezzetti assieme a quel sapore dolciastro e mellifluo della perdita dei sensi. In tal modo persi la mia verginità, senza nessun pentimento e senza nessun rimpianto, dato che oggigiorno lo rifarei e lo ripeterei allo stesso modo se soltanto potessi, a occhi chiusi, senza alcun dubbio.

Da quel giorno, infatti, a seguito di quell’appassionato, inaspettato e peraltro graditissimo debutto, nonostante e a dispetto che noi due fossimo di due classi e di due ranghi sociali diversi, io e Domenico continuammo a frequentarci e a vederci pressappoco per tre anni prudentemente di nascosto, per accontentare e per saziare di continuo la nostra irriducibile fame, in quanto all’epoca io avevo ventitré anni d’età, lui invece trentasette. Poi d’improvviso un giorno lui partì per sempre, inaspettatamente s’imbarcò in realtà su d’una nave e non fece più ritorno: chi lo conosceva e chi lo frequentava a quei tempi, mi riferì più precisamente qualche mese fa che lui si era costruito una famiglia all’estero, forse in Canada, dato che s’arrangiava e rimediava alla meglio offrendosi e proponendosi occasionalmente e ben volentieri come modello e talvolta anche come indossatore per diversi pittori.

Infatti, a ben vedere, attualmente eccolo qui: la sua figura è attualmente esposta e appare all’interno d’una piccola pinacoteca di Valencia in Spagna, immobilizzato dentro la cornice di quel dipinto con i suoi energici e floridi trentasette anni, restato immutato, strabiliante e stupendo così come allora, alla maniera dei nostri corpi tra l’altro, visto che tempo addietro lo erano precisamente pure loro.

{Idraulico anno 1999} 

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