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Avevo appena parcheggiato sotto casa quando sentii qualcuno singhiozzare. Era un giovane extracomunitario seduto su una panchina in un angolo nascosto del giardinetto che confina con il palazzo dove vivevo. Mi avvicinai e mi sedetti vicino a lui cercando di capire quale problema avesse. Parlava poco o nulla di italiano dato che era appena arrivato nel nostro paese; in compenso parlava abbastanza bene l’inglese che nel suo paese era la seconda lingua ufficiale. Mi spiegò che era venuto in Italia per cercare uno dei suoi fratelli e che nel viaggio in treno dalla Sicilia, dove era sbarcato, aveva conosciuto dei suoi connazionali che gli avevano fatto credere di sapere dove fosse il fratello e che lo avrebbero aiutato a raggiungerlo. Invece, giunti a Napoli, gli avevano rubato i pochi soldi che aveva lasciandolo solo in una città sconosciuta. Ovviamente non aveva idea di dove fosse il fratello e senza soldi non sapeva come fare per cercarlo. Stanco e disperato si era seduto su quella panchina non sapendo dove andare e cosa fare. Sembrava poco più che adolescente, era magro, molto alto e con un fisico atletico. Cercai di consolarlo e fargli coraggio ma effettivamente si trovava in un vicolo cieco da cui non avrebbe potuto uscire senza aiuto. Visto che ormai era sera gli dissi di venire con me a casa, qui avrebbe potuto mangiare qualcosa e trovare un letto per la notte; il giorno dopo dato che era sabato, non avendo da lavorare lo avrei aiutato a cercare il fratello. Salimmo quindi a casa dove in poche parole spiegai l’accaduto a mia moglie. Lei non trovò nulla da ridire per l’ospite inatteso ed anzi andò subito a preparare la stanza per lui visto che nostro figlio, pressappoco delle stessa età, era all’estero in vacanza. Kareem, così si chiamava il ragazzo, intanto era rimasto impalato nell’ingresso e non si muoveva quasi avesse paura quell’ambiente totalmente nuovo. Lo condussi in salone facendolo sedere sul divano e dicendogli che da lì a qualche minuto avremmo finalmente cenato. Effettivamente dopo dieci minuti ci mettemmo a tavola e il ragazzo si rivelò di buon appetito divorando tutto quello che gli mettevamo nel piatto. Dopo cena ci facemmo raccontare in po’ la sua storia, da dove veniva, come era la vita nel suo paese, come era arrivato in Italia. Sapemmo così che aveva 19 anni ed era l’ultimo di cinque fratelli tutti emigrati all’estero. Lo rassicurammo ancora una volta che l’indomani avremmo iniziato a cercare il fratello e dopo un po’ gli facemmo vedere la camera di mio figlio dove avrebbe dormito. Mia moglie gli diede un pigiama visto che non aveva altro a parte quello che aveva addosso, e poi aggiunse: “forse è meglio che gli prepari un buon bagno, così si rilassa un po’ e io ne approfitto per mettere i suoi vestiti in lavatrice in modo che domani saranno puliti, anche se ci sono anche quelli di nostro figlio tra cui sicuramente troveremo qualcosa che gli vada.” Comunicai la cosa a Kareem il quale accettò di buon grado. Normalmente quando qualcuno fa il bagno a casa nostra lasciamo sempre la porta aperta e uno di noi si intrattiene con l’altro per motivi di sicurezza. Un nostro parente aveva rischiato di morire annegato nella vasca da bagno a causa di un malore e da allora avevamo adottato questa precauzione/paranoia. Mi recai quindi in bagno con Kareem il quale si spogliò e si immerse nella vasca che a malapena lo conteneva tutto visto quanto era alto. In realtà oltre all’altezza avevo notato anche che aveva un membro di dimensioni notevoli e questo già a riposo. Non osavo immaginare come sarebbe stato in erezione. Comunque mi sedetti su uno sgabello e mi misi a sfogliare una rivista. Ad un certo punto squillò il telefono e mia moglie rispose: era per me, un mio collega doveva chiedermi dei chiarimenti su alcune pratiche. Uscii dal bagno e mentre rispondevo al telefono mia moglie mi disse “Vado io, non lo lascio certo da solo.” Sinceramente non pensai al fatto che il ragazzo era ovviamente nudo e che avrebbe potuto provare imbarazzo in presenza di una donna, ma fu una cosa automatica visto che di solito facevamo così quando a fare il bagno era nostro figlio. E così prese il mio posto. Stetti al telefono circa un quarto d’ora, poi riuscii a liberarmi e finalmente riattaccai. Mi diressi quindi di nuovo verso il bagno per dare il cambio a mia moglie ma prima di entrare la sentii che diceva al ragazzo di alzarsi in piedi così avrebbe potuto aiutarlo a liberarsi della schiuma che lo ricopriva tutto. Kareem obbedì alla richiesta ma, forse per pudore, si mise di spalle. Io stavo fuori dal bagno dietro la porta ma seguivo tutta la scena guardando nello specchio che era sul lavabo di fronte alla vasca da bagno. Vidi mia moglie che aveva iniziato a passargli la spugna sulla schiena poi con la manichetta della doccia lo sciacquava liberandolo dalla schiuma. Quindi lo fece girare verso di lei per compiere la stessa operazione sul davanti. Il ragazzo aveva davvero un fisico bellissimo, armonico con i muscoli che si vedevano chiaramente sotto la pelle e reso lucente dall’acqua e sapone. Eleonora intanto aveva iniziato a fare la stessa operazione di lavaggio sul suo petto. Il ragazzo non sembrò particolarmente turbato dalla cosa anche quando mia moglie, ad un certo punto, cominciò ad insaponargli il ventre e poi anche il membro con gesti molto naturali. Sembrava una mamma che lava il proprio figlio. Ed infatti spesso aveva fatto lo stesso con nostro figlio, solo che aveva smesso quando il ragazzo era divenuto adolescente limitandosi solo ad assistere quando faceva il bagno. La vidi passargli la spugna tra le gambe e poi sul membro, poi di nuovo sulle gambe e quindi ancora sul membro. Ad un certo punto posò la spugna ma, invece di prendere la manichetta della doccia ed aprire l’acqua comincio ad usare solo le mani per detergere il corpo di Kareem. La vidi prendere il membro del ragazzo con la mano e sollevarlo poi, facendo scorrere indietro la pelle del prepuzio, fece fuoriuscire il glande e gli versò sopra dell’acqua. La vidi quindi ripetere l’operazione alcune volte. Lui non disse una parola ma, come immaginavo, il suo membro cominciò a ergersi ed in breve tempo aveva raggiunto un’erezione ragguardevole. Mia moglie gli sorrise mentre quel palo di carne cresceva tra le sue mani che continuavano ad andare su e giù. Lo stava chiaramente masturbando! Devo confessare che la scena mi eccitava moltissimo. Una delle nostre fantasie erotiche preferite era immaginare che mia moglie facesse sesso con altri uomini o che io facessi sesso con altre donne. Spesso, a letto, ci piaceva che l’uno o l’altro raccontasse di rapporti veri o immaginari con altre persone. Non soffrivamo di gelosia anzi ci eccitava sentire quello che avevamo fatto o immaginavamo di fare con altri partners. Ora una di quelle nostre fantasie si stava realizzando! Vedevo mia moglie seduta su uno sgabello a fianco alla vasca da bagno con il pene del ragazzo che gli arrivava all’altezza del viso. Indossava solo una lunga t-shirt molto scollata che lasciava vedere chiaramente che sotto non portava nulla se non le mutandine. Per effetto del movimento i suoi seni abbondanti ballonzolavano e vidi che Kareem li guardava dall’alto. Mia moglie, nella foga aveva anche spalancato le gambe mostrando il minuscolo perizoma che a malapena copriva il suo pube. Ad un certo punto il ragazzo allungò una mano e le afferrò un seno. Lei non disse nulla, anzi fece scendere la maglietta dalle spalle rimanendo a seno nudo. Poi gli prese il cazzo in bocca. Lo leccava in tutta la sua lunghezza chiudendo le labbra sul suo glande. Lo faceva sparire quasi tutto nella sua bocca mentre con una mano non cessava di masturbarlo. Era sempre stata esperta di pompini e con quell’attrezzo a disposizione dava il meglio di sé. I suoi movimenti si fecero sempre più veloci ed il ragazzo cominciò a mugolare fin quando con un urlo strozzato le venne in faccia riempiendole il viso ed il seno di sperma caldo. Mia moglie, si ripulì con un asciugamani, gli sorrise, si alzò ed uscì dal bagno. Io ero fuori la porta e la guardavo sorpreso e divertito. Lei allora mi prese per mano per condurmi in camera da letto. Si tolse la maglietta ed il perizoma e si sdraiò sul letto con le gambe spalancate oscenamente. La sua fica rossa era grondante di desiderio e voleva solo essere penetrata. Anche il mio cazzo non era meno desideroso, eccitato com’era dalla scena a cui aveva appena assistito. Mi spogliai in un attimo e le salii sopra penetrandole la vagina bagnata. Cominciai a spingere mentre lei mi afferrava le spalle. Bastarono pochi colpi per farla godere mentre mi diceva di non fermarmi. Avrei voluto continuare a lungo ma l’eccitazione era ormai giunta all’apice per cui venni anche io inondandole il ventre di sperma. Poi mi distesi su di lei e ci baciammo appassionatamente. Fu a quel punto che mi disse “Sai mentre facevamo l’amore pensavo al cazzo del ragazzo.” Per nulla infastidito da quella rivelazione le dissi “Pensa pure a chi vuoi, purché scopiamo sempre così.”

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