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L’ Inverno – Capitolo 4 / Atto 1 – Altruismo Natalizio

By 9 Marzo 2024No Comments

Ci fu un brindisi collettivo in cui tutti si scambiarono i primi auguri di Natale e cenarono con una breve cena a buffet durante la quale Claudia cercò in tutti i modi di evitare Augusto il quale,comunque, si comportava come se nulla fosse accaduto. Fu una cena tranquilla e piacevole . Verso le 22, le donne e gli uomini, tirati a lucido, si apprestavano a uscire per la messa natalizia quando Loris interruppe tutti e fece un breve discorso alla combriccola.
“Scusate, un attimo di attenzione” fece l’uomo attirando l’attenzione di tutti. “Domani mattina prestissimo io onorerò la mia personale tradizione natalizia che ormai va avanti da..non so quanti anni …”. Fece una pausa teatrale. “Come ogni mattina del 25 mi sveglierò per fare una piccola escursione sugli splendidi sentieri che ci circondano. E oggi estendo l’invito a chiunque volesse partecipare. Non ammassatevi, mi raccomando, c’è posto per tutti! “.
Tra sguardi sbigottiti e divertiti, nessuno raccolse l’invito. Dopo qualche minuto di attesa Loris continuò : “Bene, vedo molte entusiaste adesioni!” .
Nel gruppo qualcuno ridacchiò divertito.
Poi si rivolse a Giulio. “Nemmeno tu Giulio? Nemmeno tu vuoi condividere con me questa appassionante proposta?”.
Giulio lo guardò interdetto. “Non sono un gran camminatore, Loris. Credo che ti intralcerei soltanto”.
Loris lo fissò divertito.
“Uff, non dire sciocchezze. Non andiamo a fare il cammino di Santiago. Allora, sei con me?”.
Giulio si guardò intorno smarrito e alla fine cedette. “ Ok, va bene. Un po’ di moto non mi farà che bene”.
Loris gli mise una mano sulla spalla. “ Bravo Giulio, ti assicuro che non te ne pentirai, la mattina presto riserva sempre qualche sorpresa. Partenza alle 6!” gridò un entusiasta Loris.
Non appena sentì l’orario di partenza fissato, Giulio si pentì amaramente della sua scelta, ma ormai non poteva più tirarsi indietro.

Nel frattempo Gabriella chiamò in disparte le due ragazze e Marco.
“Ragazzi, so che voi non avete nessuna voglia di venire alla messa. Perciò potete rimanere qui. Se avete bisogno di qualsiasi cosa potete chiedere a Marco. E tu Marco, ricordati. Purtroppo Ricardo ha avuto un contrattempo e non potrà essere qui prima di un’ora, un’ora mezza perciò, per favore, controlla che il nonno non abbia bisogno di qualcosa prima del suo arrivo. “ .
Poi si rivolse alle ragazze :” Non preoccupatevi, ora sta dormendo e di solito dorme come un sasso. Ma nel caso l’ho già avvertito che in casa ci sarete comunque voi tre”.
Claudia e Anita annuirono.
Gabriella baciò Marco e si unì agli altri pronti ad uscire.

“Chi è Ricardo?” chiese Claudia a Marco appena tutti furono usciti.
“Ricardo è il badante del nonno” rispose Marco con aria di totale disinteresse.
“ Ma Riccardo o Ricardo?” chiese Anita curiosa.
“Ricardo” disse Marco. “E’ un brasiliano di colore che da circa 2 mesi si prende cura del nonno. Non lo invidio affatto. Il nonno è capace di mandare ai matti chiunque.”
“ Ma quanti anni ha? Io non l’ho mai visto” chiese ancora Anita, sempre più curiosa. Claudia la osservò. Percepì uno strano interesse da parte della ragazza.
“Oh, non saprei dargli un’età. Credo che sia sui 50 ma potrebbe averne anche 40 o 60 , sinceramente non so bene che età abbia, né mi interessa, francamente”. Rispose Marco quasi stizzito, troncando il discorso.
“Bè, che volete fare? Io vado in stanza dei miei a rilassarmi un po’. Voi potete andare nella mia ” propose Marco.
“Si, penso che andrò anche io a rilassarmi un po’ a letto, è stata una giornata stancante.” disse Claudia.
“Ti seguo anche io”, osservò Anita.
Si diressero tutti e 3 verso l’ampio scalone e si separarono, Marco andò nella stanza dei suoi mentre le due ragazze si diressero verso la loro.
Era il primo momento dell’intera giornata in cui le due ragazze si trovavano da sole e Claudia decise di approfittare dell’occasione per capire meglio che tipo di ragazza fosse Anita. Ancora non era riuscita ad inquadrarla bene, e le scene a cui aveva assistito prima in piscina e poi in cucina avevano contribuito a rendere il quadro ancora più offuscato.
“ E così studi anche tu” le chiese improvvisamente Claudia.
“Si, studio al liceo scientifico,ultimo anno” le rispose Anita mentre frugava nel suo borsone.
“E ..sei fidanzata? Hai un ragazzo?” .
“Si, però stiamo vivendo un periodo di riflessione. E tu?”.
A quella domanda Claudia rivolse i suoi pensieri a Federico . Non lo vedeva da un solo giorno eppure già le mancava tanto.
“Si, ho un ragazzo, stiamo insieme da qualche mese” rispose con un piccolo sospiro. Fu un solo breve attimo di nostalgia.
“E’ da molto che porti l’apparecchio?” disse poi Claudia cambiando argomento e cercando di trovare un nesso con quanto accaduto poco prima in cucina.
“Circa un anno e mezzo . Loris mi ha detto che tra 6 mesi potrò finalmente toglierlo”.
“Te lo ha messo Loris?” .
“ Si, lui è dentista ed è amico dei miei. Vado sempre da lui per questioni di denti. E’ un dentista molto affermato”.
Claudia annuì. Forse ciò che aveva spiegato Loris a suo padre con la collaborazione di Anita non era altro che una mera dimostrazione professionale. Eppure non riusciva a togliersi dalla testa lo sguardo di suo padre sul culetto della ragazza.

Fu poi Anita a spezzare l’empasse del momento. “ Io ho un po’ sonno. Penso metterò già il pigiama” disse.
“Si, penso farò la stessa cosa. Oggi è stata una giornata eterna!” confermò Claudia.
A turno utilizzarono il bagno per cambiarsi e poi si sdraiarono sul lettone , ognuna persa nel proprio smartphone.
Non passarono che quindici minuti che il silenzio della casa fu interrotto da un urlo che proveniva dal corridoio.
“Ricardo, Ricardo” si sentì gridare.
Le due ragazze scattarono su come molle.
“Non credo che Ricardo sia ancora arrivato ” disse Claudia guardando Anita.
Anita sollevò le spalle come a dire che non ne aveva idea.
“ Che facciamo?” chiese Claudia, preda ora di un lieve stato d’ansia.
“Io andrei a controllare” disse Anita.
Claudia annuì. Anita era sempre di poche parole ma sembrava avere le idee più chiare di lei.
Si diressero insieme verso la stanza di nonno Carlo.
Fu Claudia a bussare timidamente alla porta.
“Ricardo? Sei tu?” sentirono vociare il nonno.
“No. Ricardo non c’è, ha avuto un contrattempo. Siamo le figlie di Roberta e Gabriella. Siamo venute a vedere se va tutto bene” rispose Claudia.
Qualche attimo di silenzio.
“Vi prego , entrate” disse poi il vecchio.
Le due ragazze entrarono. La stanza era avvolta da un’oscurità quasi totale. Il vecchio era seduto su una poltrona. Claudia capì subito da chi avesse preso Augusto. Il nonno infatti aveva una figura abbastanza imponente. Si era aspettata di trovare un anziano di 90 anni invece ne avrà avuti almeno una decina di meno.
“Venite, entrate per favore” disse con breve cenno della mano. Le due ragazze si avvicinarono al vecchio.
Le guardò con attenzione.
“ Si sente bene?” chiese Claudia con preoccupazione.
“ Oh si, non è nulla di grave” le sorrise il nonno. Poi salutò Anita. “Anita? Sei tu? È tanto che non ti vedo”.
“Si, sono io”.
“L’ultima volta che ti ho vista portavi ancora il pannolino” disse Nonno Carlo, esagerando e cercando di guardarla meglio.
Ad Anita era capitato di venir a fare visita in quella casa coi suoi e in qualche occasione aveva avuto modo di salutare brevemente nonno Carlo.
“ Ora invece vedo che ti sei fatta grande “ disse il nonno osservando bene Anita fasciata dal suo morbido pigiamino.
Anita sorrise.
Il vecchio indossava una vestaglia grigia che gli arrivava quasi alle caviglie e un paio di pantofolone marroni.
“Comunque scusatemi, non volevo disturbarvi . Credevo che Ricardo fosse già arrivato” disse l’uomo.
“Ancora non è qui. Possiamo darle una mano noi?” chiese pronta Anita.
L’uomo tossì.
“Ho un po’ di difficoltà ad alzarmi da solo. Ho appena preso le mie medicine, che mi causano un po’ di confusione, e vorrei tanto mettermi a letto, sono seduto da ore su questa poltrona”. Disse il nonno indicando il letto appoggiato sul lato opposto delle stanza.
Le due ragazze si guardarono, consce del fatto che difficilmente sarebbero state in grado di sorreggere l’uomo fino al letto.
Anita si rivolse allora a Claudia:” Forse potremmo farci aiutare da Marco”. Claudia assentì.
“Ma resto io qui col nonno, vai tu a cercarlo” le disse Anita.
“Sicura?” rispose Claudia un po’ dubbiosa.
“Sisi vai tu, se dovessi avere problemi ti faccio un urlo” .
Claudia annuì e uscì dalla stanza alla ricerca di Marco.
Anita rimase sola con Nonno Carlo al quale ,seppur stanco, non sfuggirono le grazie della ragazza.
“Ti sei fatta davvero grande, sai?” le disse osservandola. Anita sorrise.
“Ma guardati, quasi non ti riconoscevo più. Fatti vedere un po’ meglio” le disse l’uomo. Anita si pose proprio di fronte. “Su, voltati un attimo”. Non se lo fece ripetere due volte e si voltò, esponendo le rotonde chiappette che il pigiama stretto, invece che nascondere, faceva risaltare.
Il nonno osservava con interesse, non gli capitava da tempo di poter vedere una così bella ragazza da vicino e sentimenti ormai assopiti tornarono prepotentemente a galla. L’emozione , col contributo dei farmaci, lo resero però ancora più stanco.
“Ti prego, dammi una mano tu a mettermi a letto” disse stancamente ad Anita.
La ragazza allora si avvicinò al vecchio abbassandosi leggermente. L’uomo mise un braccio sulla sua spalla e con grande fatica si tirò su.
Sorretto a fatica dalla giovane , a piccoli passi si mossero verso il letto.

Nel frattempo Claudia si era diretta verso la stanza dei genitori di Marco. Senza pensarci spalancò la porta ed entrò nella stanza.
“Marco scusa, c’è tuo nonno che…” ma la frase le si smorzò sulle labbra. Trovo Marco, sdraiato sul letto, intento a farsi una sega.
“Ma che cazzo” sbraitò Marco cercando di ricomporsi. Si copri alle bell’ e meglio con i fazzolettini di stoffa pronti all’uso che teneva sul comodino.
“Oddio, scusami” disse Claudia coprendosi gli occhi con la mano.
Imbarazzatissimo , Marco cercò di capire dove avesse buttato le mutande ma non riusciva a trovarle. Claudia, sbirciando tra le fessure delle dita, gli disse che il nonno aveva bisogno di aiuto e che lei e Anita non sarebbero riuscite ad aiutarlo da sole. Non le era sfuggita comunque la notevole dotazione di cui il ragazzo sembrava attrezzato e, sempre più incuriosita, si diresse lentamente verso Marco.
“ Ancora quel rompiballe” disse Marco quasi tra sé e sé. “ Sembra che tutti debbano sempre essere al suo servizio” aggiunse, cercando un modo di coprirsi. “ Quanto a te, non ti hanno insegnato a bussare?” le disse, percependo una certa curiosità da parte della ragazza.
“Scusami, non potevo certo immaginare…” gli rispose Claudia che poi si abbassò sul pavimento a raccogliere le mutande del ragazzo.
Si avvicinò porgendogliele. “Mi sa che queste sono tue” gli disse.
Marco,superato l’iniziale imbarazzo, vedendo Claudia con quel pigiamino così sexy si eccitò ulteriormente. Il cazzo gli diventò di nuovo duro.
“ Si, ovviamente sono mie” le disse prendendo le mutande. Ma il gesto gli fece scivolare via i fazzolettini di stoffa che aveva messo a protezione dell’uccello e lo sguardo di Claudia ne fu subito inesorabilmente attratto.
Mentre Claudia era alle prese con Marco, nell’altra stanza Anita cercava ancora di aiutare Nonno Carlo…..

Questo racconto è opera di fantasia. Tutti i personaggi,gli episodi e le battute di dialogo sono da intendersi come del tutto immaginari. Niente di ciò che è narrato è da alludere a persone,cose o situazioni reali.
Per commenti: psychedelicat1@yahoo.it

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