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L’ Inverno – Capitolo 4 / Atto 2 – Altruismo Natalizio

By 30 Marzo 2024No Comments

A fatica raggiunsero il letto e il nonno riuscì a sdraiarsi. Lo sforzo era stato notevole e l’uomo ansimava.
Guardò Anita. “ Grazie, sei stata gentilissima. Ti prego, puoi prendermi un bicchiere d’acqua dal comodino?”. Anita annuì e si girò verso il comodino. Il delizioso culetto stretto nel pigiamino era ora proprio davanti ai suoi occhi. Lo osservò a lungo,immaginandone le morbide chiappette nascoste dal tessuto , e sentì salire una fortissima emozione. Era lì, a due passi da lui, ma non poteva far altro che guardare e immaginare.
Passò quasi in uno stato di trance, come se non si rendesse bene conto di cosa stesse facendo. Improvvisamente sentì girargli la testa. Le medicine e l’emozione lo avevano ormai messo ko.
Chiuse allora gli occhi , cercando di riposare.
Anita si girò col bicchiere d’acqua in mano ma il vecchio ora sembrava quasi addormentato.

Nell’altra stanza intanto Marco, nel goffo tentativo di coprirsi, aveva perso il fazzolettino con cui si era coperto. Appoggiato alla testiera del letto aveva il cazzo in completa erezione, duro come un sasso. Ci fu un momento di empasse, in cui Claudia rimase a contemplare l’uccello del ragazzo.
“Dovremmo andare a aiutare Anita…” disse Claudia non riuscendo a staccare gli occhi dal cazzo di Marco.
Marco la guardò . “Penso che ci sia tempo per quello. Prima dovrei finire quello che stavo facendo prima della tua interruzione. Non credi?”
Claudia annuì e questo assenso valeva come una via libera a Marco che si prese l’uccello in mano e iniziò a farsi una sega.
Claudia si inginocchiò al bordo del letto e da lì rimase a contemplare Marco che si segava lentamente. Si sfilò la maglietta del pigiama e rimase in reggiseno. Marco allungò la mano sinistra iniziando a paleggiare le tette di Claudia mentre con l’altra mano continuava il suo lavoro. Le abbassò il bordino del reggiseno svelando i capezzoli duri per l’eccitazione e prese a sfiorarne la punta con le dita.
Poi Marco si tirò su e si sedette sul bordo del letto. Claudia si slacciò il reggiseno, liberando le due generose tette. Si avvicinò a Marco e infilò l’uccello del giovane nell’incavo del seno. Guardandolo fisso negli occhi si strinse i seni con le mani, avviluppando completamente il cazzo di Marco e iniziò a fargli una sega con le tette. La cappella,sempre più rossa e fremente, spariva e ricompariva agli occhi di Claudia, mentre Marco le accarezzava dolcemente la testa. Claudia era ora in uno stato di eccitazione massima, non vedeva l’ora di vedere quel cazzo esplodere in lunghi schizzi. E non dovette aspettare molto, all’ennesimo movimento Marco iniziò a sborrare copiosamente. Gli schizzi ,densissimi, riempirono in breve tempo entrambe le tette di Claudia. La ragazza sentì il calore dello sperma sul seno e sui capezzoli. Si staccò da Marco , si prese entrambe le tette tra le mani , abbassò di un poco la testa e le sollevò fino a portarle alla bocca. Guardando fisso negli occhi Marco, iniziò a leccare i rivoli di sborra che le imbrattavano il seno. Marco , in estasi, osservava la lingua della ragazza che raccoglieva quanto più possibile la sua sborra. Proprio a quel punto sentirono un urlo arrivare dal corridoio, era la voce di Anita. Claudia, che si era completamente dimenticata di Anita e il nonno, si risvegliò come da un sogno. Si pulì velocemente le tette col fazzolettino di Marco, rimise la maglietta e , seguita da un impacciato Marco, corse verso la stanza del nonno….

Il vecchio era come assopito ma non addormentato. Anita cominciò a preoccuparsi, forse lo sforzo era stato troppo intenso e a quell’età poteva essere un problema. Decise allora di coprirlo con la coperta che giaceva sul fondo del letto e poi andarsene, tanto Ricardo sarebbe arrivato a breve. Iniziò a coprire l’uomo dal fondo ma, una volta arrivata alla vita, scorse un notevole gonfiore spiccare dal pigiama dell’uomo. Curiosissima, si avvicinò. Con la punta di un ditino tastò timidamente quel grosso gonfiore e sentì al tatto tutta la durezza dell’asta del nonno. Guardò il nonno, poi appoggiò l’intera manina sul quell’invitante gonfiore. Il cazzo del nonno era in piena erezione. Anita continuò per qualche minuto a massaggiarlo, non riuscendo a staccare la mano. Lo sentiva grosso e durissimo, e ne rimase particolarmente sorpresa. Il nonno ogni tanto lanciava quale breve mugolio. La giovane tastò poi le palle, percependone tutto il gonfiore. Si alzò, diede un’occhiata al corridoio appena fuori della stanza. Nessuno segno di vita, evidentemente Claudia stava discutendo con Marco.
Più tranquilla, rientrò allora nella stanza e, non riuscendo a controllare la sua curiosità, si rimise a massaggiare il cazzo del nonno. Poi, con movimenti lenti, gli abbassò prima il pigiama e poi le mutande. Si trovò davanti agli occhi un cazzo non particolarmente lungo ma piuttosto largo e corposo e completamente in erezione. Ma ciò che la meravigliò più di ogni altra cosa erano i testicoli. Apparivano enormi e gonfissimi, come se dovessero esplodere da un momento all’altro. Li accarezzò entrambi con la manina, soppesandoli leggermente. Anita immaginò che il vecchio non avesse chissà quale vita sessuale e probabilmente il gonfiore era dato da quel motivo. Erano evidentemente stragonfi di sborra e questo la eccitava da morire.
Salì con la manina sul cazzo, lo afferrò dolcemente sempre assicurandosi che il nonno fosse ancora in dormiveglia. Il vecchio intanto viveva come in un sogno celestiale in cui aveva l’impressione che stesse accadendo qualcosa di bellissimo ma senza rendersi bene conto di cosa fosse.
Anita iniziò il lento movimento di mano. Prese a segare con sempre maggior foga, osservando curiosa la sua manina che scorreva sull’intera asta dell’uomo. Poi prese il bicchierino trasparente sul comodino,lo avvicinò alla cappella del cazzo e iniziò a segare sempre più velocemente. Il nonno ogni tanto lanciava qualche sospiro. Mentre segava, la ragazza massaggiava le palle gonfie dell’uomo. Era ormai curiosissima di vedere quanto avrebbe sborrato. L’eccitazione travolse anche lei. Appoggiò il bicchierino, infilò la mano sinistra nel pigiama e sentì il tessuto degli slippini fradicio. Poi con le dita raggiunse la fighetta, così bagnata che il dito medio scivolava tra la labbra con estrema facilità.
Si stuzzicò a lungo il clitoride mentre con l’altra mano continuava senza sosta a segare il cazzo del nonno.
Dopo qualche secondo sentì l’uccello fremere . Capì che era il momento. Afferrò il bicchierino e lo avvicinò alla cappella da cui iniziarono a esplodere i primi schizzi . Continuò a segare con la manina osservando meravigliata. 2-3-4 intensi schizzi di densa sborra iniziarono a riempire il bicchierino,scivolando dai bordi e andando a raccogliersi sul fondo. Poi sembrò esserci un attimo di pausa, gli schizzi terminarono. Ma Anita non smise,continuò il lavoro di mano, e dopo pochi secondi dal cazzo del nonno esplosero ancora 2 copiosi getti di caldo liquido. Anita staccò la mano dall’uccello e, tornando a toccarsi, rimase a contemplare la sborra nel bicchierino. Osservare quel bicchierino pieno di seme la travolse. Sentì l’orgasmo salire violento ,strinse le cosce e godette a pieno di quel piacere devastante. Intanto il cazzo del nonno sembrava essersi ritirato, lo vide rimpicciolirsi . Ma, per qualche strano motivo, in breve tempo eccolo tornare fiero ed eretto come qualche minuto prima. Sorpresissima lo afferrò di nuovo , cominciò una nuova sega sempre tenendo la cappella a ridosso del bordo del bicchierino. Non passarono che pochi minuti e dalla cappella infuocata esplosero altri copiosi schizzi che si aggiunsero alla sborra già presente nel bicchierino. Anita guardava a bocca aperta, non aveva mai visto nessuno sborrare così tanto e non aveva mai visto una tale quantità di sperma. Il bicchierino infatti era ormai pieno a metà. Mentre osservava stupita ed eccitata il bicchierino ricolmo di sborra, sentì il vecchio iniziare a lamentarsi e agitarsi. Preoccupata, gli tirò su in fretta e furia mutande, pigiama e coperte, corse in bagno a svuotare il bicchierino e si tuffò nel corridoio urlando.

Claudia e Marco arrivarono immediatamente. Assieme ad Anita appurarono che il nonno stava bene. Il respiro era tornato regolare e sembrava ora dormire come un bambino.
“Sembra semplicemente un po’ provato” disse Marco. “ E’ successo qualcosa di particolare?” chiese ad Anita.
“No, assolutamente…” disse Anita. “Non è successo nulla”.
Marco annuì.
“Bè, ora mi pare sia tutto a posto. Credo sia ora di andare a dormire. Ricardo arriverà a breve, spero . Non vedo il motivo di rimanere qui”.
Tutti e 3 uscirono dalla stanza, accompagnato ognuno dai propri segreti.

Le ragazze si rimisero nel lettone entrambe scosse ed ancora estremamente eccitate dalle diverse situazioni vissute, inconsapevoli l’una dell’avventura dell’altra.
Non passarono che pochi minuti che il silenzio fu squarciato da un lento progredire di passi nel corridoio.
Anita si alzò come se fosse stata morsa da una tarantola. Scostò leggermente la porta della stanza per sbirciare proprio nel momento in cui si rivelò la figura di uomo. Era Ricardo, appena rientrato. Dotato di un fisico massiccio e muscoloso, aveva una figura imponente. Guardò Anita un po’ perplesso. “Buonasera” disse la ragazza. “Buonasera” rispose Ricardo. L’uomo la studiò, subito colpito dalle forme del seno che quel delizioso pigiamino azzurro nascondeva ma che lasciava intuire. Anita prese a giocare coi suoi due codini rivelando un pochino di imbarazzo misto a eccitazione e sorrise timidamente all’uomo.
“Io sono Anita” e tese la stessa manina che aveva fatto sborrare il nonno verso l’uomo tirando indietro le spalle e spingendo avanti il petto per mettere in risalto le tette. Ricardo si presentò a sua volta stringendogliela. La mano di Anita quasi sparì in quella dell’uomo, che era grande almeno il doppio. Ricardo le chiese se ci fossero stati problemi col nonno ma Anita lo tranquillizzò.
“ Lo abbiamo aiutato noi due” gli disse un po’ maliziosamente e indicò il letto dove era sdraiata Claudia. L’uomo si avvicinò alla porta per guardare chi ci fosse all’interno e Claudia lo salutò con la mano. Ricardo ricambiò anche il suo saluto . Anita, stretta tra la porta e l’uomo, ne approfittò per stringersi un poco a lui, sfiorandone il braccio col petto e facendo sembrare quel gesto del tutto casuale. Ricardo percepì il contatto delle sue tette sode che premevano su di lui.
“Io sono Claudia”.
“Piacere, Ricardo” rispose l’uomo rimanendo sulla porta mentre Anita cercava di favorire ancor di più il contatto delle sue tette sul braccio di Ricardo, quasi strusciandosi. L’uomo la guardò, Anita sorrise timidamente e poi Ricardo fece un passo indietro tornando nel corridoio.
“Meglio che vada a controllare Carlo. Vi auguro la buonanotte”.
“Buonanotte “ gli disse Claudia.
Anita invece precedette l’uomo. “Io faccio un salto in bagno”.
Si diresse verso il bagno seguita da Ricardo. Il pigiamino evidenziava le chiappette e lei lo sapeva. Sculettò leggermente. Ricardo seguì con interesse quel delizioso sculettare.
All’ingresso del bagno, la cui porta era proprio di fronte alla stanza del nonno, Anita si girò verso l’uomo sorridendo maliziosamente e lo salutò.
“Buonanotte”.
Ricardo sorrise e sparì nella stanza di nonno Carlo.

Questo racconto è opera di fantasia. Tutti i personaggi,gli episodi e le battute di dialogo sono da intendersi come del tutto immaginari. Niente di ciò che è narrato è da alludere a persone,cose o situazioni reali.
Per commenti: psychedelicat1@yahoo.it

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