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La lavatrice rotta

By 3 Dicembre 2021No Comments

Francesco potresti venire? Ho bisogno di te. Ricevo un msg whapp, è la mia vicina, Barbara 30 anni, disegnatrice 1,70 capelli rossi lunghi, fisico asciutto con un paio di tettine della 2 abbondante ed un culo a mandolino che fa girare diversi uomini per strada nonostante sia sempre in jeans e sneakers quindi non venga “esaltato” da un tacco che lo spinge in su, non ce ne è bisogno.
Io sono Francesco, 67 anni pensionato sposato e vivo con mia moglie sullo stesso pianerottolo di Barbara, nello stesso condominio abita, in altro piano, anche sua mamma. Barbara è la passione nemmeno tanto nascosta di mio figlio Nicola che di anni ne ha 28 ma che a parte qualche ciao ed interazione coi social e pur essendo uno che con le ragazze ci prende, con lei non riesce a provarci, troppo preso emotivamente.
Quando Barbara chiama ci possono essere due motivi anche se per mia moglie ne esisteva inizialmente solo uno. Io sono bravino con le sistemazioni per cui di solito, e tutto è partito da lì, vado da lei per sistemare la lavatrice, un tavolo che traballa, cambiare la cinta di una tapparella od altri lavori del genere. Lei per ringraziare mi fa fare una torta da sua mamma.
Qualche mese fa però, ormai ero di casa e mi muovevo non come un ospite ma come uno che quasi ci vive in quella casa, Barbara mi manda un messaggio, “ho un problema mi si è rotta la lavatrice mentre ero fuori ed ha perso un sacco di acqua, stasera ho un appuntamento importante e non ho tempo di tirare su tutto con lo straccio e stravolgermi, ricordo male o tu hai il bidone aspira liquidi?”.
La chiamo vista l’urgenza: “si Barbara ho il bidone vuoi che venga subito?”,
“Sei un tesoro se lo fai, non vorrei che l’acqua scenda al piano di sotto e sai come è noioso il signor Rossi”. Scendo in garage, prendo il bidone aspira liquidi e suono alla sua porta. Barbara mi apre in canotta e shorts leggeri, non indossa reggiseno e le sue tettine ballonzolano mentre si muove, l’occhio mi cade ovviamente, lei mi guarda e mi fa un sorriso a 32 denti “buongustaio” mi dice ridendo. Divento rosso come un peperone e mi dirigo verso il bagno di servizio dove so che c’è la lavatrice (come vi dicevo è quasi casa mia per quanto la frequento). “Devo uscire fra 1 ora e devo essere perfetta, ho un importante appuntamento di lavoro e sono nervosissima. Posso farmi la doccia?”.
“Certo le rispondo, non ti darò disturbo, aspiro tutto e me ne vado tirandomi dietro la porta, mi serve anche uno straccio, il bidone tira su il grosso”. La vedo incamminarsi verso la cucina, si piega davanti al lavello sotto il quale tiene gli stracci, così piegata a 90° il suo culo negli shorts è fantastico, si intravvede il segno di un tanga ridottissimo. Nonostante la figura di merda di prima insisto nel guardarle il sedere ed anche stavolta se ne accorge.
“Sei proprio un birichino, tieni lo straccio e grazie” quindi si dirige verso il bagno dove c’è la doccia.
“Appena ho finito vado tirandomi dietro la porta d’ingresso, non preoccuparti per me e fai quello che devi”.
“Attacco la spina del bidone e comincio ad aspirare, il bagno è discretamente allagato comincio però dalla stanza dove c’è il parquet visto che l’acqua è arrivata fino a lì. Sul letto ci sono il vestito e la biancheria che Barbara metterà per l’importante colloquio. Un tubino blu cobalto scollato che farà risaltare i suoi splendidi occhi azzurri ed un completo quasi dello stesso colore con reggiseno a balconcino push-up e tanga. Ai piedi del letto un paio di sandalini col tacco dello stesso colore. Se alla persona che le farà il colloquio piacciono le donne farà fatica a tenere gli occhi a posto.
Inizio il lavoro, in un paio di minuti la camera che aveva poca acqua è a posto, passo anche lo straccio per togliere l’umidità residua e quindi passo al bagno di servizio dove c’è la lavatrice assassina. Il cavo del bidone aspira liquidi è lungo per cui non devo staccare la spina e comincio a tirare su l’acqua, ce ne è quasi un dito, il bagno è abbastanza grande anche se di servizio per cui ci vogliono 10 minuti per finire il lavoro. Quando spengo l’apparecchio che fa un rumore infernale, sento il phon, segno che Barbara ha finito la doccia. Si accorge che ho finito nonostante il rumore dell’asciugacapelli dato che quello prodotto dal bidone era molto maggiore. Sento che il phon si spegne e lei esce dalla porta del bagno in accappatoio che però non è chiuso, ovviamente mi cascano gli occhi sulla passerina della ragazza ma è un passaggio veloce per evitare di farmi sgamare per la terza volta.
“Preferisci il mio culo visto che davanti non mi hai quasi guardato?” sono le parole di Barbara che mi lasciano interdetto.
“Volevo evitare di fare tris” le rispondo.
Lei stupendomi ancora di più: “sai non sono conformista, lo sai bene, hai visto passare uomini e donne da questo appartamento, giovani e maturi, non mi sono fatta mancare nulla. Non mi dispiace se mi si guarda e poi se non avessi voluto farmi guardare non sarei uscita così dal bagno, non credi?” Accompagna queste parole lasciando cadere l’accappatoio. Stavolta non riesco a non guardarla e non negli occhi.
“Finalmente una reazione normale” mi dice sorridendo. “Ho ancora bisogno di te, sono nervosissima, ho bisogno di rilassarmi me la daresti una leccata alla passera?”
Devo essere sbiancato di colpo, lei mi sorride e ribadisce “allora?”.
Come posso sottrarmi ad un così gentile invito, non ho mai tradito mia moglie in 40 anni di matrimonio cercando di evitare sempre ogni possibilità di cadere in tentazione, ormai con mia moglie, anche lei più vicina ai 70 che ai 60, i rapporti sessuali sono ridotti al minimo, quando va bene una volta al mese ma io sono pieno di energia mentre lei lo fa ormai solo per dovere quindi mi ammazzo di seghe quasi come un 15nne e molte sono dedicate alla splendida vicina.
“Fammi lavare le mani, non vorrei irritarti la passera”. Vado in bagno e mi lavo con cura con molto sapone.
“Muoviti non ho molto tempo, non più di 10 minuti” sento la sua voce provenire dalla camera. È sdraiata nell’altra parte del letto matrimoniale ed è a gambe larghe completamente nuda.
Mi affretto e lei mi sussurra, “non essere rude, comincia piano ti guido io”. Mentre dice queste parole mi prende la testa fa le mani e la guida vicino ma non proprio sulla passera. È profumatissima, depilata quasi completamente, fa bella vista un triangolino rasato appena sopra l’attacco delle grandi labbra che sono così ben visibili, faccio fatica a deglutire. La bacio sull’interno coscia e proseguo fino alle grandi labbra.
“Tira fuori la lingua e fammi vedere cosa sai fare” sono le sue parole mentre mi guida la testa più in su.
Comincio a leccarle in verticale con un lento su e giù sulle grandi labbra e sul clitoride che prendo fra le labbra e sento ingrossare. Partono i primi mugolii, “bravo continua così”. Leccare la passera è una delle parti che mi piacciono di più del sesso, anche più di quando mi fano un pompino a meno che sia fatto da chi lo fa per passione e non per farti un piacere. Insisto ed uso la lingua come un piccolo pene penetrandola in parte e sentendo i suoi umori, si sta bagnando ed il livello di gemiti cresce. Mi prende per i capelli e mi spinge sempre più sul sesso. Barbara geme e sussulta, inarca il bacino ed inizia quello che sembra un orgasmo, dura circa 30/40 secondi dopo di che il bacino torna a sdraiarsi sul letto e lei, come se niente fosse: “Grazie per i due lavoretti, posso considerare il secondo come ringraziamento per il primo e quindi evitare di farti fare la solita torta da mia mamma?”
“Direi di sì ma ad una condizione, che il secondo non resti isolato”. Ho rotto gli argini ormai sono in confidenza. Lei sa che non posso sputtanarla andando in giro a raccontare quello che è successo per non rischiare che mia moglie lo scopra.
“Si può fare, ti considererò come fornitore ufficiale di leccate di passera, scusa se non ti faccio un bocchino ma sono veramente in ritardo, diciamo che non sono in debito ma che farò in modo da esserlo presto e potrò fartene uno”. La spigliatezza con cui dice queste cose parlando di un argomento che per la mia generazione è quasi un tabù (almeno trattato in modo così esplicito da ginnastica da camera), fa aumentare la “stima sessuale” che ho di lei, appena solo sono sicuro che mi farò una sega pensando a lei.
Sto per uscire quando mi dice: “ancora un momento, lasciami vestire così mi dici come sto”. Finisce di asciugarsi i capelli, intanto io mi sono seduto in soggiorno e leggo una rivista abbandonata sul divano.
Dopo meno di 5 minuti esce indossando i vestiti che avo visto prima.
La squadro completamente, questa volta senza timore di essere sgamato visto che mi ha chiesto lei di verificare ogni dettaglio e le faccio un fischio di ammirazione. “Ma devi uscire con un nuovo partner o veramente è un colloquio di lavoro?” le chiedo.
“La seconda che hai detto, vado bene?” mi chiede.
Lo/la metterai KO vai tranquilla. In quel mentre entra (ha le chiavi) sua mamma.
“Ciao mamma, come sto?”
“Benissimo Barbara, sei perfetta per il colloquio, ciao Francesco” le risponde la madre.
La mamma è una bella donna di 60 anni, in forma splendida, capelli corti argento non tinti alla Jamie Lee Curtis ed un volto che vagamente la ricorda, fa la fisioterapista. E’ separata ormai da oltre 20 anni ed anche lei ha avuto, fino a qualche anno fa, un discreto viavai di uomini anche se nemmeno lontanamente paragonabile a quello della figlie forse perchè essendo la figlia sul pianerottolo ho più occasioni di incrociarla.
“Mamma mi fai un favore?” dice Barbara
“Certo” risponde la madre.
“Francesco mi ha rilassato ma non ho tempo per contraccambiare, potresti fargli tu un bel pompino?”
Resto di sasso, mai mi sarei aspettato una cosa del genere.
“Certo, se a lui va bene, anche se capisco che fra uno fatto da te ed uno da me potrebbe preferire il tuo” e le due donne scoppiano in una risata.
Barbara non mi fa dire una parola, prende le chiavi di casa e dell’auto ed esce.
“Non è necessario Giovanna” dico alla mamma di Barbara.
“Vedi tu, a me piace fare i pompini, non farti problemi”, si avvicina e mi mette la mano sulla patta per sentire la consistenza. Ho l’uccello duro da quando ho intravvisto sotto l’accappatoio la passera di Barbara. Ormai non mi stupisco più di nulla e non mi ritraggo.
“Silenzio assenso devo dedurre, siediti”. Mi metto sul divano, lei si accovaccia davanti a me, mi sbottona i pantaloni e me li cala così come i boxer quindi prende in mano il mio cazzo e comincia a leccarlo lungo l’asta fino ad arrivare alla cappella che inghiotte in un attimo lasciandola subito libera ed iniziando una sega con leccata alternando movimenti di mano a quelli di bocca. E’ un pompino delizioso, mia moglie me ne ha fatti pochi così in quasi 40 anni di matrimonio, non che le dispiaccia ma questo si sente che è fatto da chi ama il cazzo in bocca. Non ci metto molto a venire, due tre fiotti di sborra che Giovanna si fa andare parzialmente in gola e parzialmente intorno alle labbra e che poi raccoglie con la lingua e con le dita inghiottendo poi il tutto.
“Il tuo cazzo ha un buon sapore, hai mangiato dell’ananas?” mi chiede. In effetti è così, a mezzogiorno avevo mangiato una fetta di un ottimo ananas fresco. “Ti è piaciuto il trattamento? Ti farebbe piacere replicare? Chiederò a Barbara come si è trovata in modo che se ha gradito ti chiederò di farmi leccare anche io in modo da essere anche io in debito” mi dice strizzandomi l’occhio. Mi rimetto mutande e pantaloni, è passata un’ora da quando sono uscito di casa e sicuramente mia moglie si starà domandando cosa sto facendo. Saluto Giovanna, prendo il bidone e lo riporto in garage. Poi torno a casa, uscendo avevo accennato al problema ed al fatto che avrei provveduto a sistemare.
“C’era così tanta acqua?” mi dice sorridendo mia moglie.
“No è che Barbara mi ha chiesto un favore e mi sono dovuto anche fermare ad aspettare che si vestisse perché mi ha chiesto di vedere se andava bene dato che aveva un importante colloquio di lavoro poi è arrivata Giovanna ed abbiamo chiacchierato un pochino”.
“Ah si chiama chiacchierare? Guarda il telefono.” replica mia moglie.
Non so quando ma è partita una chiamata e mia moglie ha sentito almeno la parte finale.
“È brava a fare i pompini Giovanna?” mi chiede mia moglie. “Se è brava continua a farteli fare da lei, mi rendo conto che sessualmente ormai sono amorfa e non è giusto per te, ti lascio la libertà di fare quello che vuoi basta che sia solo sesso ed ora mi racconti tutta la verità”.
Le dico tutto senza saltare nessun passaggio dall’aspirazione dell’acqua, alla leccata alla passera di Barbara al pompino di Giovanna. Mia moglie sembra soddisfatta, torna tutto con quello che ha sentito, la sua chiusura mi lascia di sasso non per quello che dice ma per il motivo.
“Non lo dire a nostro figlio, se scopre che hai leccato la passera a Barbara quando lui non riesce nemmeno ad uscirci, ti ammazza” mi dice ridendo.
Ha ragione ma da quella volta in poi quando Barbara o Giovanna mi chiamano, prima di andare avviso mia moglie la quale mi prende per il culo dicendomi “stai attento che hai una certa età, le trentenni non le reggi!”

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