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Un vecchio adagio Cinese recita : ” Chi conosce gli altri è erudito,ma chi conosce se stesso è onnipotente ” e non c’è nulla di piú vero,possiamo mettere sotto controllo vari aspetti della nostra vita…ma noi stessi,bhe diventa molto piú difficile. Governare la nostra mente è un impresa epica,specialmente quando siamo dipendenti da qualcosa e per quanto mi riguarda,la mia dipendenza è la lussuria;quando quel pensiero si fa strada nella mia mente,quando il germe del peccato s’insinua,c’è poco che io possa fare,così faccio capo ad un altro adagio….. ” A che serve resistere alla tentazione? Tanto c’è n’è subito un altra ! ” E la mia tentazione aveva un nome,Louisienne. Louisienne fa la libraia in uno di quei caffè letterari,un giorno preso dalla necessitá di bere una cosa entrai e le bastò dirmi….. :<< Se vuole, puó scegliere uno dei tanti libri che abbiamo e leggerlo mentre assapora il suo cocktail >>, per divenire il mio tarlo, non me lo feci ripetere due volte rispondendole che,si,accettavo volentieri,però non un libro fra tanti,ma uno in particolare,mi piace leggere qualcosa di selezionato e non di qualunquista…..mentre assaporo”. Annuí con lo sguardo e riportò il suo nasino alla francese insieme ai suoi capelli castani,lisci e molto curati dietro il bancone. Divenni in breve cliente di quel caffè,così da entrare sempre piú in confidenza con lei,ma ancora non avevo trovato la chiave di volta per avvicinarla definitivamente,fino a che…. : “Buongiorno Louisienne “, ” Buongiorno Henry “, ” Il solito caffè indonesiano senza zucchero grazie,ah di testi latini ne abbiamo Louisienne ? ” Si fermò,mi guardò con un misto tra… Zzo s’è fumato alle 7 di mattina e oddio misá che mi sono bagnata e mi rispose ” No,ormai il latino non lo parla nemmeno piú il Papa a momenti,ma cosa ti occorre? Se ti posso essere utile,sono laureata con master in testi antichi ” ,ora ero io ad essere quasi bagnato,capite,lei una barista/libraia laureata….  “Ma,come laureata? e che ci fai qui? ” Così mi spiegò che il padre,un influente ambasciatore europeo,le pagò gli studi che lei aveva scelto, a patto che facesse un anno di lavoro una volta finiti gli studi per capire cosa volesse dire veramente guadagnarsi le cose e cosa volesse dire lavorare veramente,così da avere piú rispetto per tutte le persone che le saranno state sotto in futuro. Non vi nego che oltre al senso d’eccitazione che mi pervadeva ogni volta che la guardavo,era nato in me un senso di rispetto,ma quest’ultimo si fece subito da parte per far spazio ai miei ormoni,così incalzai dicendole che si,poteva aiutarmi,dovevo tradurre un testo per conto di un amico che stava conducendo ricerche su delle pergamene di epoca romana, ci fu un bagliore nei suoi occhi,stette in silenzio per qualche secondo e poi mi disse… “Henry stasera alle 21 a casa mia,voglio vedere le pergamene.” Avevo trovato la chiave di Volta ! Alle 21 puntuale come uno Svizzero ero a casa sua,mi accolse all’ingresso e mi fece accomodare nel salone,chiedendomi solo….. Rosso o bianco? Istintivamente dissi rosso,se ne andò e torno dopo poco con due calici di vino,la sala era indubbiamente opera del padre,moquette a terra,mobili legno scuro molto lavorati,stile ‘800, una intera parete di libri, e una collezione di spade su un altra parete,ci sedemmo alla scrivania,lei posò i calici e io tirai fuori le pergamene,rimase senza parole,delle autentiche pergamene di epoca romana,tra le sue mano di pelle diafana,ben curate,con lo smalto rosso,facevano un certo effetto, era pergamena,ma non so spiegare perchè,risultava una pergamena insolitamente erotica;mentre lei le ammirava io colsi l’ occasione per accendere le candele presenti nella sala,mi avvicinai a lei e cominciammo la traduzione. Era incantevole,capelli sciolti lunghi fino i glutei,nasino all’insú,occhi verde smeraldo,la luce delle candele rifletteva sul suo volto e in parte sui suoi seni che si intravedevano dalla.camicetta,una gonna al ginocchio ben stretta ai fianchi e calze nere vellutate, in fine una scarpa con poco tacco,con la fibia che accarezzava la sua caviglia. Dopo un paio d’ore di traduzione ero carico,mi scoppiava nei pantaloni,così ci provai,m’alzai e con la scusa di massaggiarle le spalle mentre leggeva,mi misi dietro di lei,iniziai lentamente,come il pensiero di lei si era sommessamente insinuato nella mia mente,iniziava a rilassarsi sempre di piú,tra un verso tradotto e un sorso di vino alla fine si rilassò completamente chiudendo gli occhi per continuare ad essere massaggiata. Era morbida, ormai soggiogata al passaggio delle mie mani sulla sua pelle liscia come seta,incalzai sapientemente e delicatamente,standole dietro iniziai timidamente a baciarle il collo,lei non si muoveva, i baci dai timidi che erano, cominciarono a divenire lenti ma decisi,un bacio e un piccolo morso,un morso e un bacio.Cominciò a gemere e fu lì che la feci alzare,la misi a sedere sulla scrivania e le sbottonai bottone dopo bottone guardandola fissa negli occhi che riflettevano la luce delle candele la sua camicetta;glie la calai di poco al di sotto delle spalle,la baciai molto piano come a cercare la sua approvazione e dopo mi sedetti ,misi le sue gambe sui braccioli della sedia e senza chiedere permesso le leccai il suo frutto. Aveva un buon sapore,ci sarei stato per ore,il clitoride si gonfiava sotto le mie le labbra,ma non era ancora il momento,passandole la lingua sulle sue labbra,all’interno e all’esterno della fica,piegandola un pó leccavo furtivamente il suo lato b, per poi ripassare al clitoride,lo strinsi piano con le labbra così da non farlo sfuggire e con la lingua cominci ad assaporarlo,non mi fermai fino a che il frutto del suo massimo piacere non mi germogliò in bocca. Ansimando come un ossesso la baciai mentre aveva in corpo ancora il suo orgasmo,così da donarle parte del suo piacere,con una mano mi slacciai i pantaloni e facendola sedere a terra gli diedi in bocca il mio cazzo,troppo tempo era stata a desiderarla,mi fece un pompino che sinceramente poche sono in grado di fare,il pompino è un arte,quasi una filosofia che lei per esperienza o per dote innata applicava meravigliosamente bene. Non mi bastava così la presi di forza la misi con le mani sul divano e sussurrandole che era al di fuori di ogni bellezza cominciai a penetrarlatenendo le mano sui suoi fianchi,prima entrai di poco, una volta bagnata per bene,lo tirai fuori, per poi mandarlo dentro sino alle palle, cominciai a scoparla con delle botte secche e decise,presi i suoi lunghi capelli e me li avvolsi sul polso destro tirandoli un pò,presi poi la sua mano sinistra e la strinsi con la mia,continuammo così fino al mio orgasmo,scopata in maniera decisa,ormai fradicia fino alle ginocchia ricevette il mio orgasmo in bocca.La guardai e le chiesi di non ingoiarlo ma di sparmarselo sui seni,così da avere fino al mattino il mio odore su di lei a farle compagnia.Sfiniti finimmo di bere il vino sdraiati a terra avvolti solo dai nostri abbracci  e dalla luce delle candele.Quelle pergamene,necessiteranno decisamente di un approfondimento

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