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Erotici Racconti

La mente umana

By 9 Novembre 2016Gennaio 30th, 2023No Comments

‘Dottore, mi ascolti la prego, ho fatto un sogno. La mia mente forse è malata, perversa e pure strampalata, dato che puoi trovarci di tutto, o per meglio dire l’impensabile, l’inimmaginabile e l’irrealistico, però principalmente e soprattutto ciò che più desidera la gente. Io ero lì, davanti a un grande specchio pieno di fronde rosse e di cera colata sui lati, che rispecchiava un’immagine di me, tipo un Buddha con otto mani e quattro sbarre indicanti le principali ore della giornata con il sole già alto all’orizzonte. Io avevo a disposizione una donna per mano e una donna per serva, una riunione sindacale di quelle interessanti laddove come argomento della questione del giorno si discuteva il gemito del piacere. Io mi trovavo sopra d’un enorme letto con le lenzuola di seta di colore rosso a forma di asso di picche, ma leggermente smussato sulla punta, che bella parola questa punta. Dietro di me avevo un servizio completo di fruste di pelle, immaginate la durezza di questi arnesi per il fatto che ritmicamente ne sceglievo una per mano, con la quale davo dei piccoli colpi su ogni areola rosa delle mie assistenti sindacali. Un rumore assordante come per base musicale della scena, paragonabile a uno stantuffo che pompa vapore ininterrottamente e un coro di voci che urlano in latino un ritornello tipo lo stile dell’inferno dantesco.

Guardando più in fondo però vedo chiaramente i mariti di queste mie assistenti sindacali, che nello stesso tempo vedono curare i miei interessi dalle loro compagne, in quanto cercano d’impennare il loro piacere sempre più crescente, però privo d’apparato, quindi sempre più disperati, sconsolati ed eccitati senza l’evenienza né la possibilità d’appagare il loro sfogo. Dove sono? E’ lei, perché quella là in fondo è la donna dei miei sogni, lì distesa su d’un letto bianco in una stanza senza specchi, senza porte né finestre, unicamente io e lei. Al presente lei è nuda, tenuto conto che mi porge la schiena con il sedere coperto da un leggero velo sottile che lascia intravedere le sue curve così perfette, io m’avvicino e delicatamente le accarezzo la schiena, timidamente faccio partire un massaggio innocente toccandole le scapole con un movimento circolare, facendo delle leggere pressioni con i polpastrelli. Il massaggio diventa sempre più delicato e piuttosto intenso, io per l’occasione le accarezzo i fianchi andando su e giù per la schiena senza toccare altro, poiché il lato del seno è compresso sulle lenzuola, perché solamente quando lei comincia a muovere il bacino in maniera armoniosa su e giù, emanando un sottile odore di fluidi vaginali intensi ma delicati al tempo stesso, il mio massaggio scende sfiorandole i glutei tesi come due rocce, in quanto il rilassamento non è di casa, gonfio com’è di voglia, anzi, di puro piacere. Io cambio alla svelta quel tipo di massaggio, solamente due dita al momento seguono il profilo della sua spina dorsale facendole scorrere con una forte pressione e un seguito bagnaticcio di lingua despota e imperiosa, scendendo di più a ogni passata dall’alto verso il basso fino ad arrivare alla fessura delle gemelle cosce, in frangente lei è gonfia di piacere, mi vuole assaporare, però non è ancora il momento perché deve delirare.

Ecco che al momento si gira, che splendida visione, è tutta nuda, è tutta mia con gli occhi chiusi per non sciupare il momento, con le gambe larghe mi porge la sua. Niente, perché prima d’avermi il piacere le deve esplodere dentro, così comincio a baciare le gambe partendo dalla caviglia e salendo verso le zone alte, dato che ogni gesto non è lasciato al caso, perché sono un perfezionista, poiché è per questo che ogni piccolo bacio con le labbra che sfiorano è seguito da un lascito della lingua, considerato che le provoca un dolce brivido di passione a ogni sfioramento del mio respiro. Io arrivo quasi a sfiorare quel fiore riposto in mezzo alle gambe, però lo salto a ogni passata, in quanto ogni passaggio è una sofferenza di piacere e un principio d’esplosione, senza nemmeno bisogno d’essere toccata le lenzuola vengono strette con forza dalle mani ansiose, il respiro diventa affanno, gli spasmi di piacere soffocano la ragione, poiché tutto è un involucro d’emozioni, nella fica a questo punto un oggetto contundente invece del clitoride si sente a distanza, poiché sta per avere un orgasmo, sì, risolutamente uno di quelli rabbiosi e travolgenti, di quelli che non si dimenticano, di quelli che ti sfiancano togliendoti il respiro e le forze. Ecco sì, adesso mi sveglio, dannata, irriverente e maledetta psiche che scherzi che può mettere in atto.

Attualmente la cosa più curiosa, indiscreta e singolare è pensare agevolmente a tutte quelle ragazze che hanno letto di nascosto queste mie parole, con una piccola manina che faceva dolci carezze sull’apparato riproduttivo e urinario, con una puntina carica di piacere in tutti quei piccoli capillari. Rivolto perfino a quei maschietti, che garantito e di certo sono rimasti con la sbarra in mano tutta carica, perché i miei racconti, o meglio i sogni della mia mente si bloccano interrompendosi fatalmente e irrimediabilmente nondimeno sul più bello’.

Su dai, coraggio, non disperarti, perché ci sarà un’altra volta, forse diverrà addirittura più gloriosa e di gran lunga superiore, ripeto fiducioso e positivo verso me stesso.

{Idraulico anno 1999} 

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