Skip to main content
Erotici RaccontiRacconti Erotici Etero

La mia storia con Silvia Cap. 7

By 1 Maggio 2020Maggio 5th, 2020No Comments

Capitolo 7

Sinceramente dormii poco quella notte e la mattina mi svegliai abbastanza presto. Rimasi a letto fino alle ore 08:00; poi con calma mi alzai dal letto e feci colazione, quindi doccia poi vestizione e partii per andare a casa di Silvia. Arrivai con qualche minuto d’anticipo; suonai il campanello e Silvia m’aprii il cancello e mi venne incontro. Indossava un paio di fuseaux bianchi leggermente trasparenti  e una maglietta rosa. Il mio pomo d’adamo ebbe un sussulto; rimasi attonito nel vedere Silvia che se ne accorse quasi subito e mi baciò. Mi svegliai e dissi:

“Sono meravigliato dalla tua sensualità mescolata alla bellezza.”

“Ma grazie GianLuca … Mi fa piacere che io ti piaccia … Mi son vestita così per piacerti ….”

“E ci sei riuscita benissimo ….”

Ci mettemmo a ridere tutti e due ed entrammo in casa. Mi fece accomodare in cucina e prendemmo io il caffè mentre lei fece colazione.

“Mi sono svegliata da un quarto d’ora circa ….”

“ Ma hai fatto tardi ieri sera allora?”

“ No, ieri sera io e mio marito abbiamo bisticciato ….”

“Ma su cosa avete bisticciato  se non sono troppo indiscreto?”

Mi guardò negli occhi e arrossì. Ci fu un attimo di tentennamento poi mi disse:

“Sai,  ieri sera mio marito voleva  … e io mi sono rifiutata e quindi abbiamo bisticciato …”

Pensai nella mia testa che la sua voglia di fare sesso, magari, la voleva sfogare con me stamattina. Non volli toccare questo discorso:  bevvi il caffè e aspettai che Silvia terminasse la colazione e poi salimmo nello studio. Silvia accese il computer, trovai delle domande molto simili a quelle che le potevano fare i docenti durante l’esame e iniziai ad interrogarla. Rispose molto bene a parte qualche tentennamento su un argomento un po’ ostico che mi prodigai nel rispiegarlo con parole  usando esempi che potessero essere di chiarimento. Dopo due ore di studio facemmo una pausa; Silvia era stufa e la sua attenzione era bruscamente calata. Non so come mai ma Silvia mi baciò in modo passionale. Io avevo già voglia di fare sesso con Silvia e l’abbigliamento di quel giorno era secondo me  molto provocante. Quindi l’abbracciai iniziai ad accarezzarle i fianchi scendendo sempre più giù arrivando fino al sedere che accarezzai.  Smettemmo di baciarci e Silvia si tolse la maglietta e i fuseaux. Indossava solo un reggiseno bianco e un perizoma alquanto succinto. Era a dir poco incantevole. Mi spogliai anch’io e ci mettemmo a letto. Stavolta volli cambiare modo di far godere Silvia. Iniziai col scendere con la bocca direttamente sulle gambe:  le baciai alternandole a delle leccate di lingua. Mentre  le mani le posai sul seno, che era ancora imprigionato nell’indumento, facendo dei  movimenti lenti e circolari; poi passai al capezzoli toccando la punta, e facendo  un lento giro a spirale e poi estendere il tocco al resto della zona e nei suoi dintorni come disegnare dei cerchi. Silvia ds slacciò il reggiseno che volò sulla poltrona mentre io continuavo baciare l’interno cosce andando dalle ginocchia fino all’inguine. Ben presto notai che il perizoma aveva una macchia di liquido che usciva dalla figa. Decisi quindi di baciare la figa sul perizoma. Silvia allora mi spostò di lato e si tolse il perizoma. Rimasi sorpreso in quanto si era depilata il pube. Di quel bel folto pelo era rimasta solo uno striminzita strisciolina che ricopriva a mala pena la figa. La guardai e lei mi disse:

“Quando inizia a far caldo  mi piace tenere i peli della figa così. Sudo di meno!”

“Ah!” dissi

Mi avvicinai fino ad avere la figa ad un palmo di naso e poi leccai le piccole labbra andando su e giù lungo tutta la  figa. Silvia iniziò a godere, stranamente in modo rumoroso (non  lo aveva mai fatto prima) , dicendomi frasi senza senso e mettendosi le mani nei capelli e sul seno. Mi spostai un po’ più su e stavolta presi in bocca il frenulo del clitoride succhiandolo e rilasciandolo. Ben presto Silvia ebbe un orgasmo; con una spinta mi allontanò dalla figa,  chiuse gli occhi e le gambe che divennero tese, accavallò le caviglie e una serie di clonie pervase tutto il corpo. Ormai sapevo che quando faceva così era  perché aveva un orgasmo. Terminate le clonie si girò su un fianco e così ci restò per un po’ di tempo. Io intanto mi ero avvicinato e baciavo Silvia sulla guancia. Aprì gli occhi e m’abbracciò e mi baciò non so quante volte poi divaricò le gambe e io potei mettermi in mezzo. Con molta delicatezza, stavolta, inserii  il cazzo nella sua figa e iniziai a scoparla variando il ritmo lento, veloce, velocissimo poi ancora lento. Quando sentii  che stavo per venire accelerai il ritmo il più possibile ed eruttai il mio sperma nel fondo della figa. Stranamente mentre la scopavo Silvia diceva:

“Dai continua ….. non ti fermare … più veloce …!”

Mi distesi sul letto,  avevo il fiatone ed ero piuttosto stanco ma felice.

“Vedo con molto piacere che quando facciamo sesso finalmente mi dici qualcosa.” dissi

“Ci sto provando Gianluca ma non è facile per me!”

“Apprezzo i tuoi sforzi Silvia.” dissi

Ci baciammo ulteriormente poi Silvia andò a lavarsi e subito dopo lo feci anch’io.  Tornai in cucina e Silvia si mise a preparare il pranzo Che dopo una mezz’oretta consumammo. Diedi una mano a sparecchiare la tavola e mettere tutto in lavastoviglie. Poi bevemmo il caffè che precedentemente Silvia aveva preparato; mi sedetti sul divano e Silvia andò a cambiarsi. Partimmo quasi subito e ci recammo al lavoro. Parcheggiammo le auto,  poi il solito bacio di Silvia,   timbrai il badge e andai a cambiarmi : attesi Silvia in corridoio,  prendemmo l’ascensore e arrivammo in reparto. Il pomeriggio si svolse senza particolari intoppi anzi fu particolarmente noioso e monotono. Silvia usci verso le ore 21:15 mentre io un’ora dopo. Come ogni sera Silvia mi aspettava fuori del nosocomio e facemmo il tratto di strada insieme poi chiesi a Silvia:

“Stasera ti puoi fermare un po’ di tempo con me ?”

“Sì ma poco tempo!

Aprii la mia auto e ci sedemmo sui sedili anteriori.

“Posso venirti a vedere quando fai l’esame orale?”chiesi

“Ma certo ne sarei felicissima!” rispose

“Ma la data dell’esame?”

“Ti mando un messaggio sul cellulare appena  la scuola me lo comunica.”

“Va bene.”

Mi baciò ancora e se ne andò via.

Purtroppo il tirocinio di Silvia era terminato l’ultimo giorno di affiancamento con me:  decisi di non dirle ed insegnarle nulla e farle fare quello che voleva. Personalmente ero un po’ triste in quanto non avevo più Silvia che mi supportava nelle attività quotidiane e mi mancava quella persona gradevole ed amorevole con cui passavo qualche ora dopo  aver terminato il lavoro. Anche Silvia era un po’ triste e lo si vedeva dal viso che non era sorridente e felice come tutte le altre volte. Terminato il turno salutò tutti i colleghi baciandoli sulle guance e dicendo che  l’esperienza che si stava concludendo era stata esaltante e che un giorno se avesse avuto la possibilità avrebbe fatto domanda per far parte dell’organico del reparto. Terminato il turno andai a cambiarmi aspettai Silvia ed insieme facemmo la strada per andare a prendere le rispettive auto. Le chiesi:

“Oggi pomeriggio vuoi che ripassiamo insieme?”

“No! In quanto non sono sola a casa e poi io e te non ripasseremmo  nulla.”

Ci mettemmo a ridere tutti e due tornammo a casa. Passarono i giorni e io continuai a lavorare; sapevo che Silvia andava a scuola di mattina e ripassava di pomeriggio e quindi non volli disturbarla con messaggi o telefonate. Anche se avrei voluto sentirla o meglio ancora vederla.

Era appena iniziato il mese successivo :  mi arrivò un messaggio da parte di Silvia che mi diceva:

“Ciao Gianluca volevo dirti che l’esame orale è tra tre giorni. Sono stata un po’ sfortunata in quanto sono tra le ultime persone che affronta l’esame.”

“Non tutti i mali vengono per nuocere. I docenti sono stufi e quindi dovrebbero farti delle domande abbastanza facili e sbrigative.” dissi

“Speriamo!”

“Ma  a che ora hai l’esame?” dissi

“Io sono verso le 10:00.”  

“Benissimo allora: arriverò 20 minuti prima della fatidica ora.” dissi

“Oh molto bene,  Gianluca.”

Per quel giorno chiesi un cambio turno in modo tale da essere libero tutta la giornata. Mi presentai a scuola e trovai Silvia. Era nervosa e tesa come una corda di un violino. Non mi baciò e camminava nervosamente su e giù lungo il corridoio. Improvvisamente venne chiamata da un docente in aula.

“In bocca al lupo Silvia.”

“Che crepi.” mi rispose

Si sedette davanti alla commissione; Silvia consegnò la tesina che aveva fatto. I docenti iniziarono a sfogliarla e presero qualche spunto per iniziare ad interrogarla. Io, invece, entrai in aula e mi sedetti in fondo all’aula e ascoltavo l’esame orale. I docenti posero altre domande a Silvia,  alcune  facili e qualcun’altra dove la risposta prevedeva un certo ragionamento; ma Silvia se la cavò egregiamente.  Dopo 30 minuti il Presidente della Commissione disse a Silvia che l’esame era terminato e se ne poteva andare. Si alzò dalla sedia e uscì dall’aula,  poco dopo uscii  anch’io. Contentissima m’abbracciò e mi saltò in braccio. A questo punto le proposi:

“Vuoi che stasera andiamo a cenare fuori io e te?”

Mi guardò un po’ perplessa poi mi disse:

“Stasera no. Ma mi organizzo per un’altra serata.”

“Peccato,  avevo già in mente un ristorantino per me per te molto romantico e molto chic. Ma vorrà dire che ti porterò la prossima volta.”

Passammo l’intera mattinata insieme,  camminammo per Treviso poi entrammo in una caffetteria e facemmo colazione in quanto Silvia non l’aveva fatta in precedenza, perché molto tesa.  Verso mezzogiorno mi disse:

“Devo andare a casa Gianluca in quanto arriva mio figlio verso le  13:00 e devo preparargli  il  pranzo.”

“Va bene. Anche se mi dispiace un po’.”

“Non ti preoccupare ci saranno altre volte dove potremmo stare insieme.”

Mi baciò romanticamente, salii  in auto e se ne tornò a casa e io feci la stessa cosa.

Passarono i giorni e ripresi a lavorare con i soliti turni; ogni tanto mandavo dei messaggi a Silvia che non sempre mi rispondeva. Eravamo verso il 20 del mese corrente quando mi arrivò un messaggio; era Silvia:

“Ti posso chiamare?”

“Ma certo!” risposi

Mi chiamò e facemmo una lunghissima telefonata:  lei mi disse che era stata impegnata con i figli  li aveva portati a diversi Open Day di diversi atenei a Padova, poi doveva gestire il marito e la casa e non aveva avuto il tempo  di rimanere sola e chiamarmi.

“Se vogliamo uscire e festeggiare la mia promozione lo possiamo fare venerdì sera.  Mio marito è a una cena di lavoro e torna a casa a notte fonda e i figli escono con le rispettive compagnie. E visto che sono a casa da sola ho pensato di chiamarti e uscire con te:”

“Ma certo Silvia,  hai fatto benissimo. Organizzo la serata e trovo un bel posto romantico per me e per te.

“Io sono a casa la sera.”

Terminammo la telefonata e organizzai la serata. Chiamai il ristorante e prenotai un tavolo per due dicendo espressamente che doveva essere una cena romantica. Alla mia convivente dissi che dovevo uscire e trovarmi con amici delle scuole superiori e al lavoro feci un cambio turno in modo da essere libero venerdì sera.

Arrivò il fatidico giorno; mi feci la doccia e pensai di vestirmi elegante ma non in modo eccessivo quindi optai per una camicia bianca sportiva con i pantaloni neri, una giacca nera e scarpe nere. Uscii e andai a prendere Silvia. Suonai il campanello  e m’apparve Silvia che indossava un abito nero con collo quadrato e maniche in tulle che arrivava fino a metà coscia, scarpe decolletè nere tacco 10 centimetri. Era stupenda a dir poco. Mi baciò sulla guancia e io feci altrettanto. Partimmo per il ristorante e arrivammo dopo 20 minuti circa. Il locale era raffinato e alquanto signorile. I camerieri c’accompagnarono al tavolo che era affacciato alla finestra dove si poteva ammirare il panorama reso ancora più bello dalla serata particolarmente tersa e resa luminosa dalla luna piena. Silvia guardava il posto e poi mi disse:

“ GianLuca ma che bel posto. Bravo.”

“ Grazie.”

Cenammo e il cibo era davvero raffinato e molto buono;  le portate si susseguirono in modo cadenzato e il vino  accompagnò ogni piatto. Arrivò la torta che venne servita con dell’ottimo prosecco di Conegliano. Brindammo alla promozione di Silvia e alla nostra conoscenza e  ci demmo un bacio. Verso le ore 22:30 c’alzammo dal tavolo,  pagai il conto e tornammo a casa. Silvia era felice per la serata trascorsa; aveva visto un posto nuovo e aveva mangiato molto bene. Mi diede diversi baci sulla guance mentre io guidavo mentre io accarezzavo le gambe scoperte dal vestito che era leggermente salito  quando si era seduta sul sedile del passeggero. Arrivammo a casa tutti e due:  avremmo voluto fare l’amore ma lei aveva qualche timore.  Le dissi:

“Intanto prova a vedere se c’è qualcuno in casa oppure se non c’è nessuno …”

Silvia scese dall’auto, aprì  il cancello ed entrò in casa. Uscì poco dopo e mi disse che in casa non c’era nessuno e potevo entrare. Parcheggiai l’auto ed entrai in casa dalla porta della cucina. Notai subito le luci soffuse e Silvia che mi prese per mano  accompagnandomi  in salotto. Mi abbracciò in modo passionale e mi disse:

“Grazie GianLuca per la serata è stata bellissima ….”

Non mi diede il tempo di replicare e mi baciò calorosamente. Le nostre lingue iniziarono a toccarsi e a roteare  nelle nostre bocche. La voglia di far l’amore saliva pericolosamente in entrambi. Cominciai ad accarezzare la schiena poi scesi sempre più giù fino ad arrivare al sedere che toccai in modo sensuale. Alzai il vestito e accarezzai le gambe e risalii verso il sedere che era completamente nudo in quanto indossava un perizoma. Si staccò da me e si tolse il vestito tirando giù le cerniere che erano di lato e il vestito finì sulla poltrona accanto al divano. Indossava un completo di biancheria intima nero stupendo alquanto succinto. Mi venne vicino e cominciò a baciarmi mentre una mano scese a toccarmi quel rigonfiamento dei pantaloni ben visibile a chiunque  abbassasse lo sguardo. Toccai il seno e Silvia  si tolse reggiseno che finì sulla poltrona. Mamma mia ma visione celestiale. La presi per mano e la feci sedere sul divano,  m’inginocchiai davanti a lei e molto dolcemente aprii le gambe. Sfilai il perizoma e mi avvicinai col viso e iniziai a leccare la figa. Percepì subito era profumata e aveva un buon odore. Leccai prima le grandi labbra  poi le aprì e mi dedicai alle piccole labbra che leccai; sapevo che a Silvia piaceva tantissimo. Iniziò a godere e a gemere dicendo frasi senza senso. Mi spostai leggermente più in su  continuando a leccare fermandomi sul prepuzio del clitoride. Con la lingua feci un movimento laterale avanti e indietro e così continuai per diverso tempo fino a quando Silvia ebbe l’orgasmo. Mi spinse via dalle gambe che si chiusero e si irrigidirono e dei movimenti simili alle clonie pervasero  tutto il corpo. Terminate le clonie Silvia si girò su un fianco e così rimase per diverso tempo. Io mi avvicinai e presi a baciarla sulle guance. Lei apri gli occhi e mi baciò passionalmente si distese sul divano e io potei distendermi sopra di lei . Con molta delicatezza inserii  il cazzo dentro alla sua figa e iniziai a scoparla. Avevo una voglia arretrata e quindi iniziai a scoparla in modo energico. Il mio bacino e le mie palle sbattevano contro il bacino di Silvia che godeva come non mai cercando di andare a stimolare il fondo dell’utero con la punta del mio cazzo.  Aumentai il ritmo e riversai il mio seme dentro la figa. Mi alzai e mi sedetti sul divano e Silvia fece la stessa cosa. M’abbracciò e mi baciò non so quante volte. Questa volta durante il rapporto sessuale era rimasta zitta e me ne rammaricai. Mi accompagnò in bagno e mi lavai il cazzo, mi vestii e me ne andai ma prima Silvia mi diede ulteriori baci e carezze

“Ti chiamo io nei prossimi giorni!”

“ Va bene!”

Me ne andai a casa felice e contento di come avevo passato la serata.

CONTINUA

Leave a Reply