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La mia storia con una donna sposata

By 14 Agosto 2020Agosto 31st, 2020No Comments

                                              Prefazione

La storia che vi racconterò non è frutto della mia fantasia ma  m’accadde trentadue d’anni fa. Ho cercato di ricostruire minuziosamente i dialoghi e i fatti accaduti sulla base dei ricordi che sono ancora abbastanza nitidi, ho omesso alcuni luoghi mentre il nome della ragazza e  degli altri protagonisti sono falsati per non renderli riconoscibili.

 Lavoravo come aiuto ricercatore per una grande azienda nei pressi del Polo Chimico di Marghera (Ve) che produceva prodotti chimici per l’industria e faceva ricerca su come riciclare i rifiuti e trasformarli in energia elettrica; guadagnavo bene e questo mi permetteva di non farmi mancare proprio nulla nella vita. Mi piace la buona cucina, il buon vino;  in generale mi piace solleticare i miei sensi e quelli degli altri. Ho una vera predilezione  per le donne sensuali, sexy, passionali un po’ disinibite.

La mia vita venne cambiata radicalmente grazie ad un amico e a un incontro con una donna.

 

Capitolo 1

Era il lontano 1.988 e avevo compiuto da pochi mesi 24 anni;  conducevo una vita normale basata sul lavoro, sport e amici; non avevo nessuna intenzione di trovarmi una ragazza. Il mio tempo libero lo passavo tra amici e uscite con loro, divertimento, nuoto in piscina e andare a vedere la locale squadra di basket. Sabato nel primo pomeriggio venne a trovarmi un carissimo amico d’infanzia Sergio, il quale mi propose d’andare a un party da una cara nostra amica, Susanna la quale conviveva da un paio d’anni  con Alberto. Il motivo della festa era ritrovare tutti i suoi vecchi amici che durante la convivenza aveva un po’ trascurato. L’idea di andare al party, sabato sera, non mi allettava proprio per niente; avevo già in mente di andare a vedere la partita di pallacanestro del campionato di serie A1 della squadra della mia città, pizza con alcuni compagni delle scuole superiori e poi discoteca. Sergio fu particolarmente ostinato e probante e decisi di accompagnarlo rinunciando ai miei programmi. Mi vestii in modo del tutto informale, tanto per far capire alle altre persone che al party non mi interessava nulla, e verso le  19:30 mi venne a prendere;  dopo venti minuti d’auto arrivammo a destinazione. A fare gli onori di casa c’accolse Susanna. Era una donna davvero molto bella, capelli a caschetto marrone scuro che arrivavano fino alle spalle, seno e sedere davvero formosi ma senza esagerare. Mi fece vedere la casa che era disposta su due piani, molto luminosa e arredata con uno stile moderno e minimalista; devo dire che era davvero bella e  signorile. Tra i vari invitati c’era anche Cristina che Susanna mi presentò quasi subito; loro due erano amiche d’infanzia. Cristina, all’epoca, aveva circa 29 anni, era una donna meravigliosa alta più o meno 170 centimetri, capelli biondi lunghi fino a metà schiena, un corpo snello e tonico, una seconda abbondante di seno; vestiva, per quell’occasione, con un completo nero giacca e pantalone, collant neri e scarpe decolletè nere con tacco 10 centimetri. Insomma era una donna che non passava inosservata. Mi colpii così tanto la sua bellezza  che le diedi due baci sulle guance; lei rimase un po’ sbalordita ma contraccambiò. Una volta arrivati tutti gl’invitati Susanna incominciò a servire la cena che era a buffet; si formarono così dei gruppi di tre – quattro persone che mangiavano e chiacchieravano di quanto accaduto durante la settimana; chi dell’università e dei vari esami che doveva ancora dare, altri invece del lavoro e dell’ambiente di lavoro che non era proprio un granché. Io invece non avevo nulla di cui discutere e quindi mi spostavo da un gruppetto ad un altro tanto per sentire le varie chiacchiere. Ma sinceramente mi stavo un po’ annoiando. Le portate si susseguirono e ben presto arrivammo al dolce accompagnato da un buon prosecco; io, stufo di starmene un po’ in disparte, uscii di casa e andai in giardino a prendere una boccata d’aria fresca.

Improvvisamente sentii una voce che mi diceva:“Ma non ti diverti?”

Mi voltai e dietro di me vidi Cristina e Susanna, che mi porgeva un calice di prosecco. Accettai il bicchiere con un sorriso.

“No, la festa è deliziosa … Sono io che dopo un po’ ho bisogno di tranquillità …. Si sta molto bene qui fuori …. Hai una casa molto bella ….” risposi

Susanna mi ringraziò del complimento sulla casa e rientrò per proseguire con il dolce e rimanemmo fuori io e Cristina e iniziammo a chiacchierare, a bere altro prosecco e poi a parlare ancora. Viaggi in località esotiche, idee stravaganti e  sogni nel cassetto furono solo alcuni degli argomenti di cui parlammo.  Mi piaceva il modo di pensare di Cristina  ma allo stesso tempo mi spaventava un po’ perché i suoi progetti  e i suoi sogni erano ambiziosi, e io, più giovane di lei, ero un po’ spaventato dalle decisioni di Cristina.  Il nostro colloquio fu interrotto, bruscamente, da una persona che arrivò all’improvviso, la prese per mano e la riportò in casa. Rientrai in casa anch’io. Passai Il resto della serata annoiandomi e finalmente arrivò il momento di andarsene. Andai a salutare Susanna.

“Te ne vai già? No, dai, rimani ancora un po’ è presto…”

Erano quasi le  02:00 del mattino. Ero stanco e Sergio stava per uscire e mi doveva pure riaccompagnare a casa, quando Cristina mi baciò sulle guance e m’abbracciò per salutarmi sussurrandomi nell’orecchio:

 “A presto …”. 

In macchina Sergio mi fece l’interrogatorio di terzo grado. Aveva passato tutto il tempo a guardare che cosa avevo fatto e come mi  ero comportato  che a godersi il party. Sinceramente non sapevo cosa dirgli. Una serata inaspettata, pensai. Quella notte non riuscii a dormire. La domenica passò velocemente e con i miei amici andammo a fare un giro a Jesolo visto che era una bella giornata di sole e ci divertimmo parecchio e poi pizza per cena. Ricominciai a lavorare il lunedì e il pensiero di Cristina presto svanii. Passarono alcuni mesi, non ricordo quanti con precisione,  e circa a metà settimana ricevetti una telefonata da Susanna la quale m’invitava alla festa di compleanno di Cristina. La festa si sarebbe tenuta sabato sera nella sua casa insieme a tante altre persone. Rimasi sconcertato, dal fatto che a distanza di diversi mesi, Cristina si fosse ricordata di me. Accettai con piacere sia perché mi sarebbe piaciuto rivedere Cristina e sia perché in sua compagnia ero stato davvero bene. Il resto dei giorni passarono noiosamente finché arrivò sabato sera quindi mi preparai; volevo essere distinto ed elegante ma non esagerato, così optai per una classica camicia bianca senza cravatta, pantalone blu e scarpe blu; e sopra le spalle un pullover blu e giubbotto di pelle blu scuro. Stavolta andai io prendere Sergio che avevo avvertito alcuni giorni prima. Arrivammo in perfetto orario; a fare gli onori di casa c‘era Cristina che anche quella sera  era una bellezza davvero più unica che rara. Vestiva con un abito rosso, che arrivava fino alle ginocchia, alquanto aderente che metteva in risalto le sue forme; scarpe rosse e niente collant; capelli lunghi biondi sciolti  che arrivavano fino a metà schiena e un filo di trucco che metteva in risalto le guance e gli occhi. Rimasi esterrefatto della sua bellezza; mi venne incontro e mi baciò sulle guance ponendomi le braccia al collo. Mi fece entrare e vedere la casa che era molto grande aveva un salone di quaranta metri quadrati disposto su più livelli, quattro camere da letto di cui due matrimoniali con bagno annesso e numerose vetrate dove entrava davvero tanta luce. Cristina  era sposata da quasi un lustro con Francesco, si erano conosciuti a Padova all’università; lei frequentava la facoltà  di psicologia mentre lui quella di elettronica. Laureatosi nei tempi canonici, Francesco, aveva trovato subito lavoro presso una multinazionale che costruisce lampadine d’ogni tipo, che si trova nella prima periferia della mia città e si erano subito sposati e lei aveva abbandonato gli studi universitari con sommo dispiacere da parte dei genitori. Francesco proveniva da una famiglia ricca e benestante tanto che poteva vivere di rendita tranquillamente ma lui voleva lavorare e crearsi una posizione lavorativa d’assoluto prestigio e c’era riuscito nel giro di pochi anni. Sedeva nel consiglio d’amministrazione dell’azienda; il suo incarico lo portava a numerose trasferte in Germania, presso la casa madre, e anche in altre filiali in Italia e in Europa. Ciò significava, però, che Cristina era quasi sempre sola a casa. Colmava la solitudine andando a varie feste, a trovare le amiche e facendo shopping ma questo non le bastava. Francesco era innamorato di Cristina tanto che la riempiva d’attenzioni e di regali in ogni momento  e lei conduceva una vita davvero molto agiata e sfarzosa. Parrucchiere, estetista, palestra, abiti d’alta sartoria e feste erano soltanto alcuni dei vizi che Cristina si concedeva settimanalmente ed era tutto pagato dal marito. La visita alla casa si era protratta per diverso tempo e tornammo insieme agli altri invitati che avevano incominciato a cenare mentre i camerieri portavano le varie portate su dei tavoli dove la gente si poteva servire.  Devo ammettere che la festa non era poi così noiosa come m’aspettavo. Incontrai diverse persone interessanti, ne rividi altre che avevo già incontrato alla festa che aveva dato la mia amica Susanna alcuni mesi prima. Il cibo era decisamente buono, e il vino fantastico. Rimasi in casa per tutta la festa scherzando e ridendo con i vari ospiti ma notavo che Cristina mi lanciava degli sguardi sempre molto intensi e ammiccanti. Insomma mi sembrava di essere sotto esame!

Mi comportai come se nulla fosse e cercai di essere il più naturale e spontaneo  possibile nonostante gli sguardi insistenti di Cristina. Verso le 02:15 me ne andai dalla festa. Andai a salutare Cristina:

“Ma te ne vai di già? E’ presto … Rimani ancora un po’ qui!”

Dissi che era tardi ed ero piuttosto stanco e allora lei m’abbracciò e mi baciò sulle guance sussurrandomi, in un orecchio:

“Ti voglio rivedere!”

Rimasi un po’ sbalordito e me ne andai seguito dal mio amico Sergio il quale, in auto, si complimentò con me, per aver conquistato una donna straordinaria come Cristina. Io cercavo di minimizzare quanto accaduto alla festa e non davo alcun peso alle parole dette da Cristina poco prima di congedarmi dalla festa. Arrivai a casa e devo dire che feci fatica a prendere sonno ripensando alle parole dette da Cristina. Passarono i giorni e  le settimane e Cristina non si fece più sentire e io me la dimenticai. Un giorno mio padre mi disse che dovevo andare all’Ufficio del Catasto per consegnare alcuni disegni di un ampliamento della casa dove abitava la mia famiglia.  L’ufficio catastale si trova in centro città e in una Zona a Traffico Limitato; quindi avrei dovuto attraversare tutta la città a piedi,in più in un giorno di mercato dove c’era molta  gente. L’idea non mi allettava proprio per niente ma feci questo piacere alla mia famiglia. Mi presi un giorno di ferie e partii verso le 07:30 da casa, arrivai nella mia città, parcheggiai l’auto e m’incamminai verso l’ufficio del catasto. Arrivai dopo 30 minuti camminando a passo spedito; fortunatamente avevo solo due persone che mi precedevano. Per le 09:30 uscii dall’ufficio del catasto  e decisi di farmi una passeggiata per il centro della città e per il mercato tranquillamente. Camminando lungo i portici, vidi in lontananza una figura femminile che veniva verso di me; pensai che doveva essere una gran bella donna. Ma più s’avvicinava a me e più mi rendevo conto che quella  figura femminile era familiare. Mi resi conto ben presto che chi camminava e mi veniva incontro era CRISTINA!?!

Tutti e due rimanemmo sorpresi di vederci e Cristina mi venne incontro, m’abbracciò e mi baciò sulle guance ed io feci altrettanto. Indossava una gonna grigia che le arrivava poco sopra il ginocchio con collant grigi, maglioncino grigio con sopra un cappotto con il collo in pelliccia di volpe sempre di colore grigio e stivali neri con tacco 10 centimetri. Era davvero splendida!

Era andata a fare un po’ di spesa al mercato e se ne stava tornando a casa io invece mi stavo tornando indietro dall’ufficio del catasto e stavo andando a prendere l’auto per tornare a casa. Andammo quindi in una caffetteria ci sedemmo a un tavolino e incominciammo a parlare davanti a un buon caffè; lei ogni tanto rideva e apprezzava i miei discorsi e io con molta attenzione ascoltavo quanto lei diceva cercando di capire che cosa le piacesse di me. Il tempo in sua compagnia passò rapidamente e arrivarono le 11:00 e l’accompagnai a casa portando le borse della spesa. Le posai sul tavolo della cucina e incominciai a osservare la casa che avevo già visto in precedenza. Lei intanto si mise a preparare l’aperitivo. La casa era davvero splendida notai degli affreschi sulle pareti del salotto fatti fare appositamente da un pittore che rappresentavano personaggi della mitologia greca. Lei arrivò con un vassoio e mi fece accomodare vicino a lei sul divano. Brindammo alla nostra nuova conoscenza e a noi due. Terminato l’aperitivo Cristina mi baciò nuovamente sulle guance e allora decisi di mettere in pratica una tecnica giapponese, chiamata Reiki, che usa le mani per trasmettere energia e calore.  Io posseggo il brevetto di primo livello. E dissi:

“Distenditi sul divano, fai dei respiri molto profondi e chiudi gli occhi.”

Cominciai a toccare il suo corpo delicatamente in varie parti appoggiando le mani in corrispondenza di punti predeterminati del corpo, secondo un ordine prestabilito. Tra me e lei calò un silenzio tombale rotto improvvisamente da:

“GianLuca fermati per piacere!”

La guardai stupito e mi fermai.

“Scusami, non volevo farti emozionare così tanto …” dissi io.

“No … è bellissimo… ma è un piacere intenso, io non sono abituata …. e poi nessuno mi ha mai fatto una cosa del genere …”

La tranquillizzai e la feci distendere sul divano e dissi:

“Chiudi gli occhi … Rilassati e ascolta con attenzione le sensazioni che stai provando …”

Posai le mani sul suo corpo soffermandomi, stavolta, per 3 – 5 minuti, circa, su determinate zone del corpo; tempie, nuca, polmoni, regione periombelicale (intestino),  inguine (organi genitali). Qui rimasi una decina di minuti e improvvisamente Cristina si sedette sul divano mi prese le mani e le buttò via.

“Sento un calore intenso … e la  voglia di fare …!”

Non terminò la frase e tra noi due calò il silenzio. Ci fissammo negli occhi. Ci avvicinammo lentamente. E ci baciammo. Un bacio dolce, molto romantico. Le passai una mano tra i capelli e continuai a baciarla con lentezza e delicatezza. C’alzammo in piedi  e poi con una mano le accarezzai la schiena fino alle natiche. Scesi lungo i fianchi, fino sulle cosce, poi di nuovo risalii su verso i fianchi, le spalle e i seni. Il respiro iniziò a farsi più accelerato. Iniziai a sollevarle il maglioncino, fino a toccare  la pelle con le mie mani. La tirai più vicino e continuai a baciarla. Sempre lentamente. Poi le slacciai la gonna che cadde a terra, lasciandola con i collant e il tanga color bianco. La mia mano sinistra era tra i suoi capelli mentre la destra percorreva il suo corpo che a volte aveva dei fremiti. Allungò una mano sul rigonfiamento dei miei pantaloni ed iniziò a massaggiarmi il cazzo che ormai faceva fatica a restare nei pantaloni. Cercai di sfilarle i  collant e gli slip.

“No aspetta  …. no, non farlo …. è ancora troppo presto!!!!” lei mi disse.

Non volli forzare. Iniziai a toccarla da sopra i collant e lei iniziò a godere rumorosamente. Cercò la mia bocca e riprendemmo a baciarci con passione mentre con le mani m’abbassò pantaloni e boxer quel tanto che  bastava per liberarmelo. Abbassai i collant e le spostai il tanga. Era bagnatissima! D’istinto allargò un po’ le gambe e iniziai a penetrarla con un dito. Col suo aiuto le tolsi, finalmente, i collant e gli slip che buttai di lato e lei si sedette sul divano; io m’inginocchiai e molto lentamente le aprii le gambe. Aveva una figa con il pelo assai ben curato e ordinato di colore biondo scuro. Iniziai a baciare le gambe e poi l’interno delle cosce salendo sempre di più fino ad arrivare alla figa. Con due dita della mia mano aprì dolcemente le grandi labbra e iniziai a leccare l’interno della figa e il clitoride. Ogni tanto però mi dovevo fermare in quanto i peli della figa finivano sulla lingua e mi davano fastidio.  Lei incominciò ad ansimare e a godere rumorosamente dicendo frasi sconnesse:

“Ahh sììììì continua … Nessuno me l’aveva leccata in questo modo  …. continua! Sììììììììììì!?!”

Nonostante le continue interruzioni, per togliermi i peli dalla lingua, venne con un orgasmo potente e improvviso. S’irrigidì e gli occhi si girarono all’indietro mentre dalla sua figa uscirono fiotti di liquido. Si girò sul fianco destro in posizione fetale e così rimase per alcuni secondi. Quando si riprese m’abbracciò e mi baciò intensamente e mi sussurrava all’orecchio che nessun uomo l’aveva fatta provare sensazioni del genere. Mi prese il cazzo che era duro come il marmo e molto delicatamente lo portò all’imboccatura della figa e io con un sol colpo la penetrai fino in fondo. Lanciò un urlo di piacere; la sua figa era un vero e proprio lago e sbrodolava di umori. Incominciai a stantuffarla variando il ritmo della scopata poi percepì che ero molto vicino all’orgasmo quindi aumentai il ritmo, pompandola con ardore e veemenza e dissi:

“Cristina sto per venire …”

Lei mi rispose con tono eccitato:

“Ti prego, non venire dentro non prendo nessuna precauzione per …”

Capii subito al volo  estrassi il cazzo e venni sul ventre. Stanco e col fiatone mi gettai addosso a Cristina che m’abbracciò e iniziammo a baciarci. Rimanemmo così coccolandoci e amoreggiando per alcuni minuti. Cristina andò a farsi una doccia e successivamente chiesi se anch’io potevo farmi una doccia per togliermi di dosso i nostri umori. M’accompagnò in bagno dandomi tutto l’occorrente; rigenerato uscii dal bagno e m’accorsi che Cristina stava preparando da mangiare. Mi disse che ero invitato a pranzo e di sedermi sul divano che quando era pronto mi potevo accomodare al tavolo. Feci una telefonata a miei genitori dicendo che era andato tutto bene all’ufficio del catasto e non sarei tornato a casa per l’ora pranzo in quanto avrei mangiato da un’amica. Il pranzo era davvero buono e cucinato con mani sapienti. Terminato diedi una mano a sparecchiare il tavolo e mettere in lavastoviglie e terminammo con un buon caffè. Ci sedemmo  sul divano e iniziammo a parlare, poi verso le 15:00  Cristina mi dovette mandare via in quanto dopo pochi minuti arrivava la donna delle pulizie. Sull’uscio di casa mi diede un bacio lungo e appassionato dicendomi che mi voleva rivedere assolutamente e mi avrebbe cercato. Scappai letteralmente in quanto stava per entrare dalla porta di servizio la donna delle pulizie; andai a prendere la macchina e tornai a casa.

 

CONTINUA

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