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La Storia di Monica – Cap. 3.0 – Tommaso

By 2 Marzo 2018Aprile 2nd, 2020No Comments

Andai da Flora senza sapere in alcun modo cosa voleva da me, ma del resto tutto quello che avevo ottenuto sino a quel giorno come avvocato era di fatto merito suo, e non potevo certo tirarmi indietro solo perch&egrave una volta mi aveva fatta prostituire.
Mi accolse un uomo di colore, in un impeccabile vestito nero, che mi portò in salotto dove m’aspettava Flora.
‘Lascia che ti dica quanto mi dispiace per la perdita di Manlio.’ mi disse dandomi un bacio sulla guancia, per poi iniziare a parlare di cose di poco conto.
‘Hai presente Tommaso Soleri ?’ mi chiese arrivando improvvisamente all’argomento principale della discussione.
‘Quello che ha avuto un incidente in aereo ? Se non sbaglio sono morti entrambi i genitori e la sorella, così lui ha ereditato tutto il patrimonio di famiglia.’
‘Sì ma c’&egrave di più, però devi darmi la tua parola che non ne parlerai con nessuno.’
‘Va bene, sarò muta come una tomba.’ le risposi curiosa di conoscere tutta la storia di Tommaso.
‘Nell’incidente Tommaso ha perso anche la sua virilità.’
‘Cosa !’ chiesi un po’ sconvolta.
‘Insomma ha perso entrambi i testicoli, infatti la ragazza con cui stava l’ha lasciato e solo un accordo di riservatezza molto ben pagato le impedisce di parlare. Però le voci iniziano a girare e ben presto questa situazione uscirà allo scoperto, a meno che qualcuna non si metta con lui.’
‘E chi dovrebbe essere questa santa ? Insomma ve bene i soldi, ma avere un marito che non scopa non &egrave certamente il massimo.’ domandai divertita.
‘Per esempio una come te, ma prima di rispondermi fammi parlare. E’ chiaro che si tratterebbe di un rapporto di facciata, ma ovviamente ben ‘retribuito’, l’importante &egrave che tu mantenga uno stretto riserbo sulla sua impotenza. In compenso potresti entrare nel mondo che conta con tutti gli annessi e connessi.’
Rimasi in silenzio pensando alla proposta quasi scandalosa di Flore.
Non ero certo una grande attrice, e anche dopo la causa di Marta Direcu non avevo certo la scrivania piena di cartelle di clienti da difendere. Ma soprattutto dopo la morte di Manlio ero come smarrita senza alcuna guida.
‘Va bene organizza un incontro, ma che sembri casuale, però non t’assicuro nulla se non il volerlo conoscere per poi decidere con tutta calma.’ le dissi sicura di me.
‘Domani sera c’&egrave una cena di beneficenza, e sarà un piacere farti avere l’invito.’
Me ne tornai a casa colla testa piena di progetti che avrei potuto realizzare con l’aiuto di Tommaso Soleri.

La cena di beneficenza fu per me un successo.
Non solo conobbi Tommaso, che era una persona disponibile e molto simpatica, ma riuscii a passar gran parte della serata con lui, finendo col farmi accompagnare a casa e strappando un appuntamento per il giorno seguente.
Da allora iniziammo a frequentarci con una certa regolarità, ma senza finire sulla cronaca mondana della città, se non quando un paparazzo scattò una foto proprio mentre gli davo un bacio davanti al mio portone.
Il giorno seguente fu Tommaso a cercarmi, e durante la cena mi spiegò la sua situazione medica.
“Ora se vuoi possiamo anche finirla qui, non posso certo chiedere ad una donna come te di rimanere con un invalido come me.” mi disse trattenendo a stento le lacrime.
“Senti Tommaso non dico che il sesso non conti in un rapporto, ma non può esserne la base.” gli risposi recitando benissimo la parte della donna di saldi principi morali “Quindi per me possiamo anche provare ad andare avanti. Infine se poi proprio non funziona hai la mia parola che non farò parola con nessuno del tuo problema, anzi se vuoi possiamo firmare già domani un patto di riservatezza.”
Le mie parole lasciarono Tommaso letteralmente di sasso, e se prima era riuscito a trattenere il pianto, dopo il mio piccolo discorso qualche lacrima scese sul suo bel viso.
“Non dire nulla.” conclusi tenendogli una mano “Pensaci quanto vuoi e solo dopo fammi sapere la tua decisione.”
A differenza delle altre sere, quella lui salì nel mio appartamento, per darmi un ‘nuovo’ tipo di piacere, quello dato dal solo sesso orale. Tommaso infatti mi spogliò per poi baciare ogni anfratto del mio corpo, dalla testa all’inguine, ma alla fine fui costretta a simulare l’orgasmo per la paura di ferire oltremodo il suo orgoglio. Pur non considerando la penetrazione come indispensabile, durante quel rapporto non era scoccata nessuna scintilla, facendo sì che si trattasse quasi di un esercizio di ginnastica, invece della manifestazione più evidente di un sentimento.
Dopo che se ne andò presi un vibratore e mi masturbai quasi con furore, sino a raggiungere quel picco del piacere che con lui non avevo avuto.
“La prossima volta cambiamo sistema.” pensai fra me e me prima d’addormentarmi.

Convinsi Carla ad accompagnarmi in un sexy shop, dove comprai tutto quello che mi serviva per cercare di mettere un po’ di pepe ad una serata con Tommaso.
“Non vorrai fargli venire un infarto !” mi disse la mia amica guardando i miei acquisti.
“No però l’altra volta &egrave stato davvero penoso, anche se non so spiegarti il motivo. Pensa che dopo che &egrave andato via mi sono dovuta masturbare con un vibratore per avere un orgasmo !”
Carla comprese il mio imbarazzo e cambiò argomento, pur immaginando che tutti i miei pensieri erano rivolti a quella sera, ed a quello che sarebbe potuto accadere.

Tommaso si presentò dopo cena, ed io lo accolsi con una maschera che mi copriva completamente il viso, e una vestaglia che lasciava scoperte solo le punte degli stivali alti sino a metà della coscia che avevo scelto per l’occasione.
“E’ una serata in maschera ?” mi chiese Tommaso cercando di darmi un bacio sulla maschera all’altezza della guancia.
“Dipende da te, intanto entra e mettiti comodo in poltrona.”
Come lui poggiò le natiche sulla poltrona, feci partire una musica d’atmosfera e tolsi la maschera che celava un trucco pesante, quasi eccessivo.
“Ohh chissà cosa c’&egrave sotto quel vestaglione !” esclamò il mio finanziato che non mi aveva mai vista così truccata.
“Tu intanto inizia a spogliarti, perch&egrave non &egrave giusto che lo faccia solo io.” risposi portandomi un dito alla bocca e facendo la voce da ragazza ingenua.
Lui obbedì e quando lo vidi con i soli boxer, mi girai per dargli le spalle e far scivolare a terra la vestaglia, mostrandomi in bustino e perizoma di pelle rosso acceso.
Iniziai a ballare muovendomi nel modo più sensuale possibile, e giocando col perizoma, infilandoci le mani dentro più volte.
“Nuda nuda !” mi disse battendo le mani a tempo.
“Solo se tu ti sdrai sul tappeto.”
Non feci quasi in tempo a finire la frase, che Tommaso era già disteso sul tappeto, così non mi rimase che sfilarmi il perizoma prima di mettermi a cavalcioni sopra di lui.
“Leccami la fica e fammi godere.” gli dissi senza alcuna esitazione.
Nonostante Tommaso fosse anche bravo ad usare la lingua, non riuscivo a sboccarmi, e gemevo più per fare scena, che per reale piacere. Era come se la sua lingua non passasse realmente nello spacco della passera, o le sue labbra non si poggiavano sul mio clito sino a succhiarlo. Mi bastava infatti guardare i suoi boxer per perdere ogni traccia d’eccitazione, come se il sapere che non sarebbe mai stato realmente ‘uomo’ m’impedisse di provare quel piacere che cercava di darmi.
Provai anche a girarmi per non vedere il suo corpo, mettendomi anche carponi in modo da fargli leccare entrambe le mie porte del piacere, ma era tutto inutile.
Presi così a masturbarmi all’inizio con un certa delicatezza, per finire quasi con rabbia, usando un fallo non troppo grande per paura di ferirlo nell’orgoglio. Sperai che prendesse almeno in mano quel simulacro per farmi godere, invece Tommaso continuò a leccarmi la fica come se fosse un preliminare, e non un vero e proprio rapporto.
“Mm come sei bravo.” gli dissi mentendo mentre ero sdraiata al centro del letto “Leccami tutta che sto venendo.”
In realtà neanche il fallo riusciva a darmi un minimo di piacere, quindi finsi d’avere un orgasmo per poi rimanere sfinita quasi senza fiato. Non so neanche perch&egrave poco dopo Tommaso si rivestì per andarsene e lasciarmi sola con i miei pensieri.
“Ma guarda tu come mi sono ridotta, non solo devo fingere di provare piacere con quell’incapace, che poi se va ma per andare dove ?” pensai mentre prendevo il fallo più grosso della mia piccola collezione “Almeno mi scopasse con uno di questi, potrei dire che serve a qualcosa.”
Iniziai a leccare entrambi i falli in preda ad una voglia irrefrenabile, poi mi sistemai carponi e feci scivolare il più piccolo dentro il mio retto, per infilarmi subito dopo l’altro nella passera.
“Giuro che ti sposo solo per riempirti di corna mio bel Tommaso. Sarò la tua impeccabile moglie di giorno e la più grande puttana di questa terra di notte, e poco m’importa se a farmi godere saranno uomini o donne. Non mi limiterò solo a scoparmi chi più mi piace, ma voglio anche sottomettere quanti più cornuti mi sia possibile, e rendere miei schiavi sia loro che le loro puttane. Sì la prossima signora Soleri sarà il terrore di tutti gli impotenti come te, e solo se mi darai ciò che voglio ti permetterò di guardarmi mentre mi faccio scopare da chi voglio.”
Tutti quei pensieri accompagnarono il mio orgasmo, rimanendo però nella mia mente tutta la notte.
Pensieri che non se n’andarono neanche quando qualche giorno dopo annunciammo il nostro fidanzamento, ma che furono soffocati dal suo primo regalo, un villino adiacente alla sua tenuta, dove avrei potuto fare ciò che volevo, l’importante era ‘non dare scandalo’.
Inutile dire che la prima a felicitarsi con me fu Flora.

Invito tutti a visitare il mio piccolo blog
http://serenathemiss.wordpress.com/

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