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Le avventure di Sergio 5 Il nonno Alberto e Genny

By 28 Maggio 2023No Comments

Le avventure di Sergio 5
Il nonno Alberto e Genny
Siamo tutti nel salone, Sara ed Anna, ancora un po’ assonnate ci raggiungono. Un albero di pino, verde, vivo, folto, alto e dritto con un puntale che toccava il soffitto, si stagliava al centro della sala. Non era molto addobbato, poche palline colorate e qualche filo lucido. Alla base erano istallati dei fari a led che cambiavano colore di continuo dando quell’atmosfera Natalizia che il periodo comandava. Un proiettore puntato sull’albero fungeva da addobbo con i classici motivi che si alternavano: stelle, palline, ghirlande, angioletti e piccoli babbo natale. Bellissimo.
-Complimenti papà, davvero un bell’albero. Ma cosa sono tutti quei pacchetti sotto?
-A Natale vedrete, ma d’accordo con la nonna, c’è un regalino, una sciocchezzina piccola piccola per la nostra piccola dottoressa maggiorenne. Abbiamo collaborato tutti, anche mamma e papà enel suo piccolo anche Sara.
-Giusy si fa rossa, ma io…
Il nonno prende una scatolina, di quelle piccole, che in genere contengono anelli o orecchini e la porge a Giusy. La nonna l’abbraccia e la bacia – Auguri per i tuoi 18 anni!
Giusy sembra un po’ contrariata, si aspettava si un regalo, ma un oggetto d’oro, anello o collana che sia, ormai non è più di moda. Si indossano gioielli solo per serate di gala e teatro, non è più giovanile. Comunque buon viso a cattivo gioco. Inizia a scartare, il bauletto non si apre facilmente, ci mette forza.
-Chiavi! Le chiavi di una Smart!
Giusy non è più nella pelle, Grazie nonno, grazie nonna, grazie mamma, grazie papà, vi voglio un bene da matti…e saltellando con le chiavi in mano abbraccia e bacia Sara ed Anna. Dove sta? Fuori non l’ho vista e corre verso la porta.
-Nella stalla, andate e prudenza.
Le ragazze corrono. Non sono nei panni, tutte e tre felicissime. Un’auto tutta per loro, rossa fiammante.
Non ci preoccupiamo più di tanto, ho fatto guidare spesso Giusy e devo dire che è molto attenta e prudente, un po’ pignola, ma fa bene.
Un whisky e cherry, brindiamo alle ragazze che sentiamo gridare felici mentre si sente il rombo del motore.
Ora di cena, tutti a tavola. Mangiamo il rimasto del pranzo, un po’ di insalata dell’orto. Il vino non manca e scende giù che è una meraviglia.
-Il telefono di Genny – Iniziamo bene, penso tra me, sicuramente una emergenza!
Infatti! -Scusatemi, c’è la polizia in reparto, sembra ci sia un ricovero di un detenuto e ci vogliono delle autorizzazioni particolari. Serve la mia presenza. Non si può fare diversamente.
-Ma Genny, abbiamo bevuto troppo, né tu né io siamo in grado di guidare, e poi di notte!
-Mamma, se vuoi ti accompagno io. -No Giusi, grazie, ma è troppo pericoloso, si è messo anche a piovere.
-Se permetti ti accompagno io, sono ancora sobrio, lo sapete che mi piace bere dopo il pasto. Dai, ti accompagno in ospedale e ti aspetto.
-Ok, mi preparo ed andiamo. Scusatemi ancora, lo so, sono una guasta feste. A domani.
Partono, il nonno va piano un po’ per le strade bagnate, un po’ per prudenza. In auto Giusy si addormenta e seduta, scomposta. La gonna si ritira e lascia libera quelle bellissime gambe snelle e lunghe, le cosce sode e lisce. Ed Alberto, il nonno, apprezza e guarda, sogna ad occhi aperti. Certo che è un bel bocconcino, Sergio ha saputo scegliere! Si eccita e gli viene grosso, vorrebbe toccarla, ma ha paura di svegliarla. Non resiste, con la scusa del cambio la sfiora. Calda, soda e liscia, lei si gira e spoglia ancora di più le sue bellezze. La mano di Alberto la palpa, arriva agli slip, sente sotto le dita un sussulto, un fremito. Scivola un poco più avanti, come inseguisse la mano. È bagnata, vogliosa. Ma forse dorme, sogna.
Arrivati. -Su Genny, sveglia. Fammi sapere se ci vuole molto, altrimenti vado a casa vostra e mi chiami quando hai finito. Ok?
-Vai pure a casa, ti raggiungo lì, mi faccio accompagnare. Mettiti comodo.
A casa di Sergio, Alberto apre il divano matrimoniale, un buon whisky con ghiaccio, si sdraia e mette un film senza leggere il titolo.
Neanche venti minuti che sente la porta aprirsi.
-Genny, incazzata nera. -Possibile che per una firma debbano fare questo casino? Burocrazia di merda!
-Dai Alberto, servimi un bicchierone di whisky, devo smaltire la collera. Che stai vedendo?
-Non so, leggo la copertina…” ultimo tango a Parigi” mai sentito.
-Emm, io sì! -Se vuoi lo tolgo, se lo hai visto ne prendiamo un altro, Sergio ne ha tanti.
-No lascialo, mi spoglio, telefono a Sergio. Domani ripartiamo ok?
-Va bene, si padrona, qualunque cosa al suo servizio.
Genny torna in camicia da notte, sotto non porta niente. Si sdraia su di un fianco.
-In macchina non dormivo, Alberto, continua. Il film, la stanchezza, il liquore e l’arrabbiatura mi hanno fatto venire voglia. Fammi sentire se il padre è meglio del figlio.
-Le mani di Alberto si moltiplicano, la lingua si sdoppia, il cazzo diviene una trave. Genny è una doccia, lo vuole ma Alberto non glielo dà subito. Lei soffre e gode dei ditalini, delle leccate, delle carezze, dei succhiotti. Orgasmi incontrollati. Alberto gioca con lei come un gatto col topo. Le fa raggiungere l’apice dell’amplesso ma non va oltre, si ritira sul più bello. Poi ricomincia, stuzzica il clitoride, strizza i seni, accarezza i capelli e le bacia il collo, la lingua non risparmia le orecchie che ovattando i suoni sembra di perdere l’equilibrio. Ma non basta il culo non rimane indietro, dita stuzzicano l’ano, lo fanno rilassare, pronto alla penetrazione, ma non avviene. Giù altri baci, altre lotte di lingua, altre carezze, la vagina è pronta a prendere il palo, bagnata al punto giusto, vogliosa, ma Alberto preferisce farla soffrire ancora di più, tenerla sulle spine, farla raggiungere orgasmi indescrivibili. Lei trema, freme, grida di piacere, ormai lussuriosa ed indomata, sente il ventre urlare di voglia, il corpo, tutto il corpo strillare per i brividi di piacere. Vuole di più, concedersi completamente, scomparire tra le braccia di Alberto, sentirlo dentro.
Finalmente Alberto si decide, con un colpo solo la penetra sino in fondo, lei con un urlo l’accoglie tutto ed ancheggiando lo spinge ancora più dentro. Le dita si fanno strada in quel culo magico, anch’esso voglioso e sofferente. Alberto pompa, tutto dentro e tutto fuori e con colpi di bacino lo rimette dentro provocando grida di piacere e di dolore. Fuori aspetta che si raffreddi, che si asciughi mentre gioca con i seni e con la lingua, poi di nuovo dentro con una ferocia animalesca. Duro, così duro da sentirlo pulsare. Una trave che provoca anche dolore. Sensazioni mai provate prima.
Alberto inizia ad insultarla, puttana, troia, sei la mia giovenca ed io ti fotto ora e sempre. Sei una cagna in calore, lo vuoi, dimmelo, grida che lo vuoi, urla ed implorami, puttana.
-Dai Alberto continua, Si, ti voglio, voglio essere la tua puttana e quella di Sergio. Scopatemi, squarciatemi tutta che lo voglio. Si, sarò la vostra cagna in calore. Ora fottimi.
-Girati e mettiti alla pecorina che ti sfondo il culo, puttana, donna senza pudore, meretrice, lupa.
Con un colpo di reni le sfonda il culo, grida di dolore e di piacere. Stessa tecnica, Pompa come un animale in calore, esce ed entra di nuovo, e di nuovo dolore e piacere. -Si cavalla troia, vacca, io sono come il toro che quando si scatena non ha rivali. Prendilo tutto sentilo sino all’ombelico. Ora ti sborro in culo, accogli il mio sperma sino all’ultima goccia. Prostituta, troia di una maiala.
Lo sperma caldo e denso scorre tra le natiche. Alberto si va a sciacquare e torna.
-Ora lo prendi in bocca e me lo succhi sino ad arrivarti in gola. La prende per i capelli e la forza verso il suo cazzo ancora moscio. Puttana, mi farai un bocchino senza avere nulla in cambio. Hai già avuto abbastanza ora tocca a me godere. Succhia, troia, succhia ancora più forte e fammi sentire la lingua sulla capocchia, voglio che mi tiri lo sperma dalle palle. Continua, aiutati con le mani, una che me lo meni e l’altra che mi accarezzi le palle. Si, troia stai facendo bene, lo senti ora come è duro? Fra poco ti darò il premio, lo dovrai inghiottire tutto, poi lo leccherai per bene. Bestia in calore, spudorata puttana rotta in culo, succhia sino all’osso. Ti piace, vero? Ti piace essere sottomessa ed insultata ora che sei arrivata dove volevi? Questo è il pegno dei potenti per rimanere con i piedi per terra. Ricorda che fuori puoi portare i tacchi a spillo, ma quando sei con me sei solo una cagna in calore, una vacca pronta a prenderlo dove il toro vuole. Sgualdrina, meretrice, bagascia, ricorda che sei sempre una battona, una baldracca, una mignotta sempre pronta a darmela.
Le arriva in bocca e Genny lo ingoia, ripulendo l’asta con la lingua.
-È stato magnifico, un po’ volgare, ma mi sono sfogata bene, ho accumulato tensione da mesi ed ora sono più serena. Ieri con Sergio, ora con te ho riacquistato l’equilibrio. Dobbiamo rifarlo, mi è piaciuto, mi hai scopato senza mezzi termini, una chiavata animalesca, senza dolcezza come fa Sergio. Tutto diverso. Una esperienza nuova ed eccitante.
Continuo?

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