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L’inizio della fine – 1° capitolo

By 28 Luglio 2021One Comment

Questo racconto in capitoli era stato pubblicato anni fa sul vecchio sito. Lo ripropongo oggi nella sua successione integrale in capitoli. Commenti di ogni genere sono graditi (clamartinel78@gmail.com)

Marcello e Catia erano sposati da quasi 10 anni. Lui commercialista quarantenne di buona famiglia, lei avvocato di 35 anni, formavano una coppia felice. Erano giovani, due persone normali che avevano formato una famiglia anche se non avrebbero avuto la gioia di diventare genitori poiché Catia non sarebbe mai riuscita a restare incinta.
Questo era un grosso dispiacere per entrambi, che dimenticavano solo durante il sesso, che potevano praticare senza alcun tipo di protezione.
Catia era una ragazza come tante, con un viso gentile come quello di un angelo, incorniciato da una montagna di capelli neri, lunghi e ricci. Alta circa 1.70, veva un bel seno di terza misura e dei fianchi leggermente larghi ma con due belle chiappe sode che a pecorina erano la gioia per gli occhi di Marcello. Lui cercava di tenersi in forma, anche per la sua tendenza ad ingrassare faceva molta attenzione a non esagerare per non accentuare quella pancetta che ormai da qualche anno era spuntata e che non riusciva a mascherare.

Adorava fare sesso con sua moglie e da alcuni mesi nella sua mente si era fatta strada una fantasia. Era iniziato tutto una volta in cui Catia si stava provando un nuovo reggiseno che sembrava farle guadagnare almeno una taglia. Sorpreso dall’effetto, Marcello si fece sfuggire un “Adesso hai un seno magnifico” e Catia per gioco gli aveva risposto che quella frase gli sarebbe costata il divieto di accesso alle sue tette per un bel po’. “Guardale ora perché non te le farò più vedere per qualche tempo, brutto cafone”, gli aveva detto mostrando il seno nudo. Lui aveva preso il cellulare e le aveva proposto una foto ricordo e lei si era messa in posa.
Qualche settimana dopo, mentre Marcello era a letto e stava consultando alcune notizie sul cellulare, aveva avuto la prontezza di riflessi necessaria per fotografare Catia senza che lei se ne accorgesse mentre si spogliava.
In privato aveva guardato più volte quelle foto del seno, del sedere e del corpo nudo di sua moglie, eccitandosi ed iniziando a desiderare di mostrarle ad altri uomini.
I primi tentativi fatti in varie chat online erano stati un successo, ma il pubblico esigeva di più, voleva nuove foto. Così aveva confessato a Catia la sua eccitazione nel vederla fotografata e lei ogni tanto si prestava, senza però eccedere in atti o posizioni volgari, convinta che si trattasse di scatti destinati unicamente alla felicità di suo marito.
Invece, online, Marcello sfruttava ogni occasione possibile per mostrarla ad uomini che se la masturbavano fino ad eiaculare copiosamente davanti alla webcam. Questa era la parte che eccitava di più Marcello: vedere uno sconosciuto che si accarezzava il cazzo guardando il seno di sua moglie e che poi iniziava una sega sempre più forsennata man mano che le foto si facevano più audaci.
Forse nella realtà non sarebbe accaduto nulla ma, nelle sue fantasie, Marcello adorava l’idea di vedere Catia scopata da altri uomini.

Un giorno, per incontrare un cliente, Marcello dovette spostarsi a circa un’ora dalla città ed arrivato all’appuntamento ricevette una telefonata che preannunciava il ritardo del cliente di circa un’ora a causa di un incidente che aveva creato un grosso ingorgo di traffico.
Per ingannare il tempo iniziò a girare per il quartiere fino a trovarsi davanti ad un sexy shop.
Erano anni che non ne visitava uno e decise di entrare.
A volte aveva parlato con sua moglie di comprare qualche gadget per gioco e si mise a guardare i vari vibratori.
Il proprietario del negozio, Roberto, un uomo sui 50-60 anni si prestò ad illustrare i vari modelli e visto che il il localeera vuoto a causa dell’orario mattutino, i due si misero a parlare diffusamente di quegli articoli. In particolare, Marcello fu colpito dalle dimensioni di alcuni vibratori che sembravano più dei bastoni piuttosto che dei finti falli.
“Non sai quanti ne vendo! – lo informò Roberto -”Questo qui, ad esempio, non faccio in tempo a riceverlo che subito lo finisco”, disse prendendo un palo lungo circa 40cm e largo 8cm.
“Ma davvero ci sono donne che se lo fanno mettere tra le gambe quell’affare?” domandò incredulo Marcello.
“Altroché! In figa, ma anche in culo!”, rispose ridendo Roberto. “Certo, non come prima volta, altrimenti sono dolori. Per tua moglie non lo consiglierei se non è già abituata a certe misure”.
“No, sicuramente per Catia non andrebbe bene. Che ne dici di questo?”, chiese prendendone uno di una ventina di centimetri.
“Beh, se non lo sai tu – rispose Roberto facendo spallucce – Mica me la trovo davanti io tua moglie a pecorina, non so proprio dirti nulla di più se non che quello è un ottimo articolo. Occhio solo al prezzo”.
Già, il prezzo. Marcello non si era proprio posto il problema. Quegli attrezzi erano tutti molto costosi, anche se comunque la disponibilità di denaro non gli mancava.
“Puoi prendere anche dei prodotti a prezzo più basso, ma attenzione – lo ammonì Roberto – se vuoi che la tua Catia goda e non abbia problemi devi scegliere materiali di qualità, altrimenti rischi di farle male”.
Marcello sentiva le parole di Roberto ma la sua mente era rimasta a qualche secondo prima, al “Mica me la trovo davanti io tua moglie a pecorina”. L’eccitazione lo pervase in un istante, sentì che era l’occasione di fare qualcosa che non avrebbe mai pensato di fare e senza riflettere si trovò ad estrarre il cellulare dalla tasca della giacca.
Aprì la galleria fotografica ed andò alla cartella dove teneva le foto di sua moglie, selezionandone una in cui Catia era in ginocchio sul letto a pecorina e con il viso affondato nei cuscini. Le sue mani che si aprivano le natiche mostrando bene ano e figa e un paio di autoreggenti bianche completavano il quadro.
“Beh, questa è mia moglie”, disse girando il display verso Roberto, che parve molto contento dello spettacolo.
Automaticamente l’uomo prese il telefono e Marcello no lo impedì. Iniziò a sfogliare quella cartella, commentando ogni tanto con un “bella” o “che gran porca”.
“Fammi il favore – chiese Roberto – gira la chiave nella porta che ci prendiamo 2 minuti per noi. Occhio che è un po’ difettosa”.
Marcello eseguì quanto richiesto, impiegando più del previsto per i problemi di quella vecchia serratura. Quando sui suoi passi, Roberto si era messo vicino alla cassa e stava guardando le foto seduto comodamente sulla sua sedia, massaggiandosi lentamente il cazzo. “Non ti dispiace, vero?”, disse. Ma non era una domanda. era un’affermazione.
Marcello non reagiva. Quel cazzo sembrava essere sui 16-17 cm, quindi un po’ più corto del suo, ma in compenso era di una larghezza notevole. Pensò che una donna scopata da quel pezzo di carne dovesse soffrire le pene dell’inferno prima di godere.
Roberto continuò a sfogliare le foto e raggiunta la fine della galleria tornò all’immagine del culo di Catia a pecorina. “Passami quel barattolo”, disse a Marcello indicando un contenitore in cui teneva delle penne. Lo prese, lo vuotò, appoggiò il cellulare sul tavolo in modo da poterne ben vedere lo schermo e puntando la cappella verso l’interno del barattolo iniziò a segarsi più velocemente fino ad emettere 5-6 copiosi schizzi di sperma che finirono tutti nel contenitore.
“Davvero una bella femmina – commentò pulendosi con un fazzoletto di carta cappella e mani prima di restituire il cellulare a Marcello – Vedo che le piace essere fotografata”.
“Beh, sa che mi piace e…”
“No, amico mio, lasciatelo dire, a lei piace farti da modella per queste porcate”, lo incalzò Roberto. “Tu continua a fargliele e quando ne hai portamele. Qui sarai sempre il benvenuto. Quel vibratore di cui parlavamo prima… se lo vuoi è tuo. Gratis. Se tornerai con altre foto ti tratterò bene su tutto quello che potrà interessarti”.
Detto questo, andò allo scaffale dei vibratori, prese il modello di cui parlava, lo mise in un sacchetto e lo diede a Marcello. Poi si avviò verso la porta e la riaprì.
“Se vuoi scaricarti anche tu puoi andare nel bagno”, disse Roberto ridendo e indicando l’erezione evidente nei pantaloni del cliente.
In quel momento il cellulare di Marcello squillò. Il suo cliente era arrivato in ufficio e lo attendeva. Non gli rimase che salutare ed uscire.
Incrociò un altro uomo che entrava nel negozio e sentì Roberto dire “Buongiorno, in cosa posso esserle utile?”.
Di sicuro a lui era servito.
Per capire che mostrare sua moglie gli piaceva più di quanto credesse.

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