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L’inizio della fine: 7° capitolo

By 29 Luglio 2021No Comments

Marcello non aveva potuto fare altro che arrendersi di fronte alle sue responsabilità ed accettare le condizioni che gli erano state imposte da Roberto più che da Catia. Quell’uomo sembrava esercitare su sua moglie una influenza che andava ben oltre la gioia che sapeva darle con quel cazzo di larghezza spropositata sul quale l’aveva vista impalarsi.
Ed in effetti le cose stavano proprio così.
Con i soldi versati da Marcello, Roberto comprò un locale adiacente al negozio per ampliarlo e per offrire un servizio aggiuntivo alla clientela. Infatti, chiunque fosse incuriosito dal funzionamento di un accessorio o avesse voluto vedere dal vivo l’effetto della biancheria o di un vestito su una donna avrebbe potuto farlo direttamente in negozio. La cavia, ovviamente, divenne Catia, che gradualmente abbandonò il suo studio legale per diventare la donna di Roberto o, come lui amava definirla, la sua svuotacoglioni.
Era incredibile l’energia che quell’uomo aveva in corpo. Spesso la scopava tre volte al giorno, subito prima dell’apertura del negozio, nella pausa pranzo ed a fine giornata e comunque lei doveva sottomettersi alla volontà dei clienti. Questi pagavano un piccolo prezzo per inserirle vibratori nella fica, nel culo o in entrambi i buchi e la voce di quel servizio si era sparsa così tanto che il negozio era sempre pieno e Roberto faceva affari d’oro. Tanto che aveva iniziato a distribuire una tessera a punti per i clienti che, raggiunti certi limiti di punti potevano farsi fare un pompino da Catia, scoparla oppure, con il massimo dei punti possibile, incularla.
Marcello non tardò a sapere che Catia non si recava più in studio e mettendo insieme gli indizi capì che questo doveva avere a che fare con la nuova prospettiva lavorativa di quel porco di Roberto.

Un giorno decise di presentarsi al negozio.
Rispetto all’ultima volta lo trovò molto cambiato, soprattutto per il fatto che adesso non era più tanto facile trovarsi da solo con Roberto.
Quando questi lo vide entrare nel negozio emise una gran risata ed esclamò a gran voce “Cari clienti, voi non sapete ma dovete ringraziare questo mio amico, perché senza di lui non potrei esibirvi il vostro giocattolo preferito!”. I presenti si girarono verso Marcello ed applaudirono senza sapere cosa Roberto volesse dire.
“Che cazzo ci fai qui?”, fu il benvenuto riservato a Marcello, preso sotto braccio e portato in un angolo del negozio.
“Volevo vedere come sta Catia”.
“Sta bene, sta bene – lo rassicurò Roberto – ha tutto quello che le serve, direi che non siano più cazzi tuoi”.
“Stai approfittando di lei per i tuoi porci comodi!”, esplose in tono accusatorio Marcello.
“Capiamoci bene, stronzetto, – si sentì replicare mentre una mano posata sulla spalla cominciava a stringere intorno al collo a sottolineare le parole dell’uomo – tu hai fatto la stessa cosa, l’hai usata per soddisfare le tue personali perversioni, solo che il gioco ti è sfuggito di mano. Adesso tocca a me, la uso per fornire un servizio ai miei clienti. E lei non ha nulla da dire. Se non ci credi, vieni con me”.
Allentata la presa sul collo di Marcello, Roberto lo condusse nel retro del negozio, in una stanza che era la sua seconda casa. Su un tavolo, uno schermo riportava in bianco e nero ciò che accadeva nelle varie zone del negozio grazie alle riprese delle telecamere. Un secondo monitor era dedicato ad una sola stanza, quella in cui si trovava Catia.
Con indosso una maglietta talmente corta da mostrare l’ombelico (che a Marcello fece pensare alle immagini viste più volte in tv dei concorsi di Miss Maglietta Bagnata), una gonna nera a metà coscia e dei tacchi, sembrava davvero una puttana.
Era sola e stava prendendo un lenzuolo da una cassettiera sulla quale si trovavano alcuni oggetti che sembravano necessari per il suo compito, per poi disporlo sopra al materasso di un letto ad una piazza e mezza che costituiva la maggior parte dell’arredamento, completato da una poltrona, da qualche quadro appeso alle pareti con foto di nudo e da un piccolo lavandino in un angolo dotato di un dispensatore di fazzoletti sotto al quale si trovava un cestino.
“Da qui controllo cosa succede lì dentro – disse Roberto – Come vedi lei sta cambiando le lenzuola perché ogni volta che un cliente paga per scoparla o anche solo per provare su di lei qualche vibratore Catia le cambia. Per rispetto dei clienti che verranno dopo. Peccato che questi non abbiano molto rispetto per lei”, chiuse l’uomo con una risata. “Sai – riprese – mi capitano molti frustrati minidotati o persone alle quali non tira più il cazzo che si divertono a usare su di lei i vibratori più grossi che ho. Poverina, a fine giornata, quando me la scopo io, è proprio stanca, ma d’altra parte se è nata troia io non posso farci nulla. Ma non preoccuparti, ci tengo alla sua salute, quindi chiunque voglia sborrare dentro di lei deve indossare il preservativo. Sai, qui c’è tanta clientela di passaggio…”.
“Adesso siediti qui” disse indicando una sedia – e goditi lo spettacolo. Vedi quelle persone davanti alla porta? – aggiunse indicando uno dei riquadri dell’altro monitor – Sono in attesa ed hanno un biglietto in mano che le consegneranno in modo che lei sappia per cosa hanno pagato. Il prossimo è quel ragazzo, che è uno dei clienti più affezionati. Non ha molti soldi e si accontenta di farla mettere a pecora e sculacciarla. Dopo ci sono gli altri due e… beh, non ti rovino la sorpresa”.
Con una pacca sulla spalla, Roberto si congedò e dopo poco comparve nelle riprese delle telecamere.
Marcello quasi non credeva ai suoi occhi. Catia era diventata la principale attrazione dei clienti del negozio. Il ragazzo indicato da Roberto entrò nella stanza e si richiuse la porta alle spalle. Porse il biglietto a Catia che a malapena lo guardò, come se già sapesse cosa ci si aspettava da lei.
Salì in ginocchio sul letto e poggiò le mani davanti a sé mettendosi a pecorina mentre il ragazzo appoggiava la giacca sulla sedia e si accarezzava il cazzo da sopra ai pantaloni pregustando il momento in cui le avrebbe messo le mani addosso.
Si posizionò dietro di lei e con un colpo secco le tirò su la gonna scoprendo il culo incorniciato soltanto da un minuscolo perizoma nero.
Vedere nuovamente Catia a pecorina causò una forte erezione a Marcello, che non resistette a masturbarsi quando il ragazzo le fece allargare bene le cosce e dopo qualche carezza sulla fica iniziò a sculacciarla.
Lo spettacolo andò avanti per circa 10 minuti durante i quali il giovane sadico alternava palpate dolci e decise a colpi ben assestati che lasciarono sulle natiche di Catia la chiara impronta delle sue mani.
Quando ebbe finito, il ragazzo riprese la sua giacca ed uscì dalla stanza senza degnarla di uno sguardo.
Catia si accasciò per qualche istante sul letto, restando inconsapevolmente a culo nudo sotto gli occhi di Marcello che continuava ad accarezzarsi.
Si alzò e cercò in qualche modo di darsi una sistemata, mentre all’esterno della stanza i due ragazzi in attesa si davano il cinque pronti ad entrare.
Una volta dentro la stanza diedero il foglio a Catia ed andarono verso la poltrona, ma non vi lasciarono solo la giacca. Rapidamente, per non perdere neanche un secondo dei 10 minuti a loro disposizione, si spogliarono fino a restare completamente nudi.
Si avvicinarono a Catia che prese contemporaneamente in mano i due cazzi per farli diventare ben duri. Quando ciò avvenne, allungò la mano verso una ciotola al lato del letto e ne prese due preservativi, che con una maestria che Marcello non poteva immaginare, applicò sulle aste erette dei due ragazzi che, immediatamente, si misero ai loro posti mentre Catia si spogliava, restando solo con il reggiseno dalle cui coppe aveva, però, estratto il suo seno.
Si posizionò nuovamente a pecorina e mentre il ragazzo posizionatosi dietro di lei iniziava a lubrificarla con un barattolino preso sulla cassettiera, quello che si era messo davanti a lei avvicinò il proprio cazzo alla bocca di Catia che, come un automa, la aprì per ingoiarlo. Dopo pochi istanti, mentre lei succhiava il cazzo con la maestria che Marcello ben conosceva, l’altro la penetrò ed iniziò a scuoterla con colpi dapprima lenti e forti, poi leggermente più attenuati ma nettamente più veloci.
Purtroppo non poteva sentire l’audio, ma Marcello immaginava dal labiale dei ragazzi che cosa stessero dicendo alla cagna che li stava facendo godere.
Dopo poco il ragazzo che stava scopando Catia aumentò ulteriormente il ritmo per poi accasciarsi sulla schiena di lei abbrancandole le tette con entrambe le mani dopo aver assestato gli ultimi colpi con forza ed estrema lentezza.
Uscì da lei ed andò a togliersi il preservativo per poi buttarlo nel cestino insieme ad un fazzoletto con il quale si asciugò la cappella. Nel frattempo anche il suo compagno era venuto e lo stava raggiungendo.
Quando entrambi furono pronti tornarono davanti a Catia che prontamente mise loro un nuovo preservativo ed i due si invertirono.
Nei successivi 4 minuti rimanenti Marcello potè assistere ad una sincronia talmente perfetta da poter essere la scena di un film porno, poiché entrambi goderono nuovamente prima che finisse il loro tempo. Mentre i due si rivestivano e Catia restava sul letto con il solo reggiseno abbassato, anche Marcello sborrò approfittando di un pacchetto di fazzoletti presente sul tavolo su cui si trovavano i monitor.
Quando i ragazzi uscirono dalla stanza, Catia andò a sciacquarsi per quanto il lavandino le consentiva, poi iniziò a cambiare le lenzuola come già fatto in precedenza.
Da un’immagine dell’altro schermo, Marcello vide Roberto parlare con i clienti in attesa e poi dirigersi verso di lui.
La porta della stanza si aprì.
“Allora – disse Roberto – visto che brava la tua ex mogliettina?”
“Quanto costa entrare in quella stanza?”, furono le parole che uscirono con forza dalla bocca di Marcello.

Per qualsiasi commento: clamartinel78@gmail.com

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