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L’inizio della fine: 9° capitolo

By 29 Luglio 2021No Comments

Le parole di Catia gli rimbombavano nel cervello. Quel “Ti amo” aveva riacceso in Marcello la voglia di avere accanto a sé la sua donna, nonostante tutto quello che era successo. Le aveva mandato qualche messaggio e stavolta aveva avuto una risposta. Le aveva proposto di ricominciare insieme e lei aveva accettato.
Doveva portarla via a Roberto ma non aveva idea di come fare. Provò a pensarle tutte, arrivò anche ad ipotizzare di cercare qualcuno che fosse disposto a dare un segnale molto chiaro a Roberto, ma come già successo in passato, all’inizio di quella voragine in cui aveva gettato se stesso e Catia, aveva rinunciato. Decise che doveva riuscire ad imporsi su quell’aguzzino, per il bene della donna che amava.
E così si presentò nuovamente al negozio verso l’ora di chiusura.
“Che cazzo vuoi?”, gli chiese l’uomo quando lo vide.
“Mia moglie”, replicò deciso.
“Intendi quella troia che ha appena finito di succhiare due cazzi contemporaneamente e che solo oggi mi ha fatto guadagnare 3.000 euro?”
Marcello reprimette l’istinto di toccarsi tra le gambe all’idea di lei che succhiava tre cazzi e si impose. “Voglio portarla via con me”.
“Non penserai che io ti lasci andare via con la mia gallina dalle uova d’oro così, solo perché adesso ti sei messo a fare l’uomo. Ricorda che lei non è qui contro la sua volontà”.
“Lei è d’accordo con me, puoi chiederglielo”.
“Lo farò, stanne certo – gli rispose – lo farò non appena ti sarai levato dalle palle. Lo sai che me la scopo per bene al mattino prima di aprire e la sera dopo la chiusura. Sai, è il suo zuccherino, la mattina le offro il mio cazzo come incentivo e la sera glielo sbatto dentro come ricompensa”. Nel dire queste parole si soppesò volgarmente i genitali.
“Lasciala venire via con me”.
“Non se ne parla, ho prenotazioni per due settimane e sono sicuro che non appena dovessi dire ai clienti che lei non ci sarà più avrà un sacco di straordinari da fare per soddisfare le richieste dei suoi fan. Ma d’altra parte – aggiunse sedendosi – benché non capisco che cazzo di voglia possa avere a stare con uno come te, non posso obbligarla a restare. Facciamo così – disse prendendo un piccolo calendario da tavolo: la tengo ancora per quattro settimane qui in negozio, poi me la porto a casa un fine settimana e il lunedì successivo ti vieni a prendere la tua baldracca e vi levate dai coglioni. Prendere o lasciare”.
Marcello non credeva alle sue orecchie. Non aveva dovuto forzare la mano e ne era contento perché non avrebbe saputo come fare. Ma aveva raggiunto il risultato. Un mese e Catia sarebbe stata sua.
Roberto si mise al computer e scrisse una breve e-mail, poi invitò Marcello a leggerla. Dopo una breve introduzione riguardante il negozio, il testo diceva: “La nostra amica sarà presente in negozio ancora per un mese da oggi, chiunque volesse salutarla provveda ad avvisarmi”. In pratica stava prendendo prenotazioni dai porci che volevano scoparla.
“Devo inviarla?”, chiese con la mano sul mouse.
“Sì, facciamola finita”.
“Bene. Allora – disse ruotando la sedia in modo da trovarsi di fronte a Marcello – adesso inginocchiati e succhiami il cazzo”.
“Cosa???” Marcello ripensò immediatamente alla volta in cui a sorpresa era stato costretto a farlo ed ebbe l’istinto di vomitare.
“O me lo succhi all’istante e lo fai anche cercando di farlo bene oppure il nostro accordo salta e puoi star tranquillo che il modo per farla restare lo trovo”.
In quel momento Catia uscì dal bagno che Roberto aveva fatto rifare con l’ampliamento del locale.
“Oh, ecco l’oggetto del contendere – disse rivolgendosi alla donna, non stupita di trovare lì Marcello visti gli ultimi messaggi – Vedi cara, il tuo ex uomo è venuto a reclamarti e dice che anche tu vuoi andare via con lui”.
Catia restò in silenzio per alcuni secondi, poi chinò la testa e sussurrò un “Sì” senza guardare in faccia Roberto.
“Bene, adoro quando le storie d’amore trionfano! Per questo motivo ho deciso di lasciarti andare senza fare storie, anche se non subito. Sai, ho già delle prenotazioni e chissà quanti vorranno salutarti”. Rise sottolineando l’ultima parola e Catia ebbe un brivido, che si accentuò quando Roberto le spiego che finito il suo ultimo mese avrebbe passato un week end con lui. “Solo che il tuo amato Marcello pare non voglia sacrificarsi. Io, come vedi – disse indicando il monitor – sono pronto ad annunciare il tuo ritiro dal palcoscenico ma… pensa – commentò con aria triste – l’uomo con cui vuoi tornare non vuole succhiarmelo. Non vuole fare un piccolo sacrificio, nonostante tu per colpa sua abbia dovuto fare ben di peggio. Vero cara?”. Sottolineò quel “vero” in maniera che lei fosse spinta a confermare. “Vuoi ricordargli di quanti cazzi hai dovuto succhiare e fare entrare nel tuo culo tutti i giorni? Certo, potevi rifiutarti ma non lo hai fatto solo perché ti piace il mio cazzo. Dillo cosa sarebbe successo se ti fossi rifiutata. Dillo a questo stronzetto!”.
“Se… se non lo avessi fatto… avrebbe fatto girare i video di quando, qui in negozio, lo avevi masturbato e glielo avevi succhiato”.
“Esattamente. E siccome lei è stata ai patti, io ho distrutto quei video davanti a lei. Certo, poi ho le registrazioni di lei che scopa, ma quelle faranno la stessa fine quando lei vorrà andar via. In ogni caso – aggiunse con una mano sulla spalla di Marcello – è grazie a lei se hai ancora una reputazione. Devi ringraziare la sua naturale propensione a tenere gambe, bocca e chiappe spalancate”.
Marcello rimase impietrito.
“Certo che non capisco come tu voglia andar via con lui – aggiunse rivolgendosi a Catia – Guardalo, tu ti sei ridotta a fare la puttana e lui non vuol neppure fare un piccolo sacrificio per te”.
Ghignò beffardamente in faccia a Marcello, sapendo di averlo messo spalle al muro. Anche Catia guardò il suo ex e non riuscì a mascherare la sua delusione.
Marcello chiuse gli occhi per un istante, come per fare mentalmente il punto della situazione. Quando li riaprì allungò lentamente la mano verso la patta dei pantaloni di Roberto, che però lo fermò. “Non qui!”, disse.
Presa Catia per mano, si diresse verso la stanza ed una volta entrato si lasciò cadere i pantaloni alle caviglie e si sedette sul bordo. Il suo cazzo era moscio ed arrivava quasi a metà coscia. Paradossalmente, visto così sembrava ancora più maestoso.
Si sdraiò con la schiena sul materasso. “Tu, vieni qui a fartela leccare”, disse a Catia facendole togliere le mutandine e posizionandola sopra il suo viso. “E tu… beh… sai cosa fare”, disse ridendo a Marcello, subito prima di iniziare a leccare la donna. Marcello osservò la scena e sentì il suo cazzo farsi di marmo. La sua eccitazione, però, svanì quando vide crescere l’erezione di Marcello. Guardando quel cazzo che da moscio ed orizzontale iniziava ad inturgidirsi e si alzava lentamente fino a puntare con forza verso l’alto ebbe l’impulso di scappare. Ma si fermò dopo aver guardato Catia. Lei stava chiaramente godendo della lingua di quel porco, ma con un lievissimo cenno gli ricordò cosa doveva fare.
Lentamente, come a voler ritardare l’inevitabile, si posizionò davanti a Roberto, la cui lingua si alternava tra la penetrazione della fica della donna e dei rapidi colpi al clitoride. Gli si inginocchiò tra le gambe e con la rapidità di chi ingoia una medicina sgradevole, lo prese in bocca.
Roberto ringhiò ed iniziò a muoversi mostrando di gradire il trattamento. Marcello cercò di fare il più velocemente possibile e si rese conto di essere l’unico in quella stanza a non mugolare di piacere. Dopo circa 10 minuti e dopo che Catia aveva iniziato a riversare i suoi umori in bocca a Roberto, l’uomo iniziò a inarcarsi con i movimenti tipici dell’imminente orgasmo. E come successo tempo prima, nel momento in cui cercò di allontanarsi, fu fermato dalla mano dell’uomo, che gli si liberò in bocca e non tolse la mano finché non sentì di aver cessato di schizzare il suo seme.
Non appena lo fece, Marcello corse verso il bagno e vomitò.
Ci mise un po’ a riprendersì, sciacquò la bocca più volte ma non riusciva a togliere quel sapore schifoso.
Quando uscì dal bagno si affacciò nella stanza e vide Catia a pecorina e Roberto, già nuovamente duro, che la stava fottendo.
“Chiudi quella cazzo di porta, guardone! – gli intimò – E levati dalle palle”.
Marcello chiuse la porta e passo dopo passo uscì da quel negozio. Sperando che il suo sacrificio sortisse l’effetto sperato.

Per qualsiasi commento: clamartinel78@gmail.com

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