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L’inizio della fine – Epilogo

By 17 Agosto 2021No Comments

Catia fece una lunga doccia, rimase sotto l’acqua per almeno un’ora. Quando uscì, Marcello la osservò vestirsi come se fosse la prima volta che lo faceva. In effetti, gli confessò, era da almeno una settimana che lei non indossava nulla che non fossero le scarpe o quella lurida maglietta con cui era stata riconsegnata alla sua vecchia casa.
A fine turno in negozio, Roberto la metteva in macchina e la portava a casa, dove le faceva preparare la cena che entrambi consumavano in fretta; poi la scopava finché non decideva di dormire. Gli ultimi due giorni, invece, erano stati un mezzo supplizio: lui l’aveva scopata in ogni posizione, aiutandosi con dei dildo gonfiabili che facevano sì che i suoi orifizi restassero dilatati come durante la penetrazione mentre lui si riprendeva.
Nonostante lo stato d’animo dovuto soprattutto all’umiliazione con il ragazzo del condominio, lei trovò anche il modo di scherzare su come si fossero svolti gli ultimi giorni: “Ho bevuto più sperma che acqua”, disse.
Marcello la ascoltava e per quanto le fosse sinceramente vicino in quella descrizione di momenti sicuramente difficili, non riusciva a mascherare la propria eccitazione.
“Non coprirti”, gli disse Catia, “inutile nascondere quanto tutto questo ti ecciti. Lo sapevo anche prima. In fondo è colpa tua se sono finita a fare quelle cose, ma non riesco a fartene una colpa. Tu hai le tue fantasie, non immaginavi le cose andassero così”.
Lo abbracciò, sentendo la tensione nelle sue parti basse. Vi fece una carezza, ma nulla più. Per quel giorno ne aveva avuto abbastanza.
“Andremo via di qui”, le disse Giancarlo “non possiamo rimanere in questa casa, rischiamo di trovarci i condomini alla porta in fila per scoparti, chissà cosa è andato a dire in giro Enrico”.

Il giorno successivo, fecero le valige in fretta e si trasferirono nella casa in montagna dei genitori di Marcello. Sarebbe stato un punto fermo per progettare le prossime mosse: principalmente cambiare casa e cominciare una nuova vita.
Marcello aveva preso qualche giorno di ferie per stare vicino a Catia e si sorprese nel constatare quanto lei fosse forte. Nonostante le umiliazioni subite, sembrava riuscire a ripartire senza apparenti conseguenze. Non poteva dire che sembrava che nulla fosse successo, ma di sicuro chi li incontrava non poteva sospettare nulla.
Anche la loro attività sessuale era ripresa e con ritmi più elevati di come non si svolgesse in precedenza. Catia era ormai abituata a numerosi rapporti al giorno, Marcello ne era consapevole e sospettava fortemente che buona parte dei suoi orgasmi mentre era in negozio fossero autentici. A Catia il cazzo era sempre piaciuto e per come aveva seguito Roberto il sospetto che la dominazione fosse più che un piacevole diversivo era forte.
Purtroppo, Marcello si rese conto ben presto di non riuscire a tenere il ritmo di sua moglie. L’aveva sorpresa a masturbarsi nel bagno come una ragazzina nonostante avessero fatto l’amore tre ore prima.
Seduta sul bordo della vasca da bagno con le gambe larghe, Catia si era accarezzata dapprima lentamente e poi sempre più pesantemente, per passare ben presto ad inserire tre dita dentro. Marcello era rimasto ad osservare, colpito dal fatto che sua moglie non avesse iniziato con uno solo. Poi, ripensando alle dimensioni di Roberto si rese conto che un dito non poteva essere neppure l’antipasto dell’emozione che la sua donna chiedeva a quel momento. La osservò di nascosto ed iniziò a toccarsi quando, notò che dopo aver lubrificato bene tutte le dita e le labbra, Catia aveva messo le dita a cuneo e stava cercando di infilare tutta la mano dentro. Si mordeva le labbra, prese al volo un asciugamano e se lo mise in bocca per morderlo ed evitare di fare rumore, convinta che il marito non potesse accorgersi di nulla. Lui, invece, si sorprese nel vedere che con poche mosse la mano di Catia era dentro di lei, quasi fino al polso. Roberto doveva averle fatto davvero di tutto per renderla così. Ed a lei sembrava piacere molto da come buttava la testa indietro.
Entrò nel bagno e lei lo guardò con gli occhi sbarrati, terrorizzata. Con una smorfia di fastidio estrasse la mano e con l’asciugamano tentò, con un gesto oggettivamente inutile, di coprire la sua fica grondante.
Marcello non parlò, le si avvicinò e le prese la mano, della quale cominciò a succhiare le dita, ripulendole dagli umori. Quando fu sicuro che Catia si fosse rilassata, prese il flacone di lubrificante e iniziò a bagnarsi la mano.
Si inginocchiò e la guardò negli occhi: “Non devi nasconderti… devi solo dirmi come farti godere!”.
Catia guidò la mano di Marcello dentro di lei, mentre lui con l’altra le toccava il seno.
La donna si alzò facendo uscire da sé la mano del marito. Lo fece stendere per terra sulla schiena e gli liberò il cazzo che, come sospettava, era già in tiro. Gli salì sopra a 69 ed attese che lui la penetrasse di nuovo con la mano. Non appena lui ebbe preso un buon ritmo, lei gli ingoiò il cazzo più che poté e ricambiò il piacere che lui le stava procurando bevendo ogni goccia del seme che rapidamente Marcello le spruzzò in gola.

Parlarono a lungo di quello che era successo e decisero di comprare online alcuni oggetti. Catia sembrava davvero esperta di cazzi di gomma e ne scelse uno di dimensioni ragguardevoli. Comprarono anche un dispositivo da inserire nella vagina o nell’ano ed in grado di rispondere ai suoni. Tanto quanto il dildo gigante sembrava il preferito di Catia, quello vibrante era sicuramente la gioia di Marcello. Lo inseriva nella moglie e poi giocava a farla godere accendendo lo stereo, aumentando il volume ed abbassandolo, regolando così l’intensità della vibrazione. Adorava vedere Catia contorcersi in preda al piacere e non perdeva occasione per toccarsi davanti a lei. Poi facevano l’amore.

Marcello tornò al lavoro, la sera, dopo circa 90 minuti di macchina, raggiungeva Catia e passavano insieme la notte.
Tutto era ripreso normalmente e i due avevano iniziato a cercare una nuova casa. I soldi non mancavano, lei aveva deciso di vendere il suo studio dovendo per forza di cose sospendere la propria attività lavorativa.

L’appartamento in cui si erano trasferiti temporaneamente era al secondo un una bella palazzina di tre piani, costruita davanti alla sua gemella dall’altra parte della piccola strada per il traffico pedonale.
Nell’appartamento corrispondente al loro, da qualche giorno si era trasferita una giovane coppia mista. Lei era una bella ragazza, di carnagione bianchissima e con i capelli lunghi e mossi di un rosso acceso, con un fisico snello e due grandi occhi verdi. Una bambola, sicuramente anche dal punto di vista sessuale.
Lui aveva una pelle deliziosamente ambrata, i capelli corti e ricci, non era altissimo, ma il fisico era asciutto e da quello che Catia aveva potuto vedere guardandolo passare in mutande, la dotazione doveva fare davvero felice la ragazza.
La mattina lei li osservava di nascosto, sperava di poterli vedere in intimità visto che una finestra dava sulla camera da letto. Purtroppo non ci riuscì.
Ne parlò con Marcello e lui fu molto eccitato da questa nuova possibilità che si apriva davanti a loro.
“Mi piacerebbe giocare un po’ se tu sei d’accordo”, gli disse a cena.
“Certo che lo sono, amore mio”, le rispose, ufficializzando formalmente che la loro era una coppia aperta.
Qualche mattino dopo, Catia lo vide in camera da letto, intento a sistemare biancheria in un mobile. Aveva uno slip che lei avrebbe voluto strappargli a morsi. Più rapidamente che poté, la donna restò in biancheria intima e fece finta di occuparsi anche lei di faccende di casa. Finché con la coda dell’occhio si accorse che lui l’aveva vista. Immediatamente prese i ganci del reggiseno e li aprì togliendolo con naturalezza, come se avesse deciso di cambiarsi. Girò per la stanza con il seno in vista cercando qualsiasi scusa per prolungare la visione offerta al vicino, poi si accorse di non avere più idee su come fare e decise di incontrare lo sguardo dell’uomo.
Simulò sorpresa e fece finta di coprirsi con le mani.
Lui le sorrise amabilmente, sfoggiando una dentatura perfetta. Tirò su le mani ed accennò il gesto di un applauso.
Catia ringraziò e lentamente smise di coprirsi. In risposta, l’uomo le mandò un bacio.
Capendo che lei voleva giocare, lui le fece cenno di girare su se stessa, cosa che Catia eseguì e quando tornò a guardarlo lui le fece capire che apprezzava ciò che aveva visto. Le fece segno di togliere le mutandine e questo la eccitò più di quanto già non fosse. Lui era deciso e le piaceva.
In un attimo si mostrò a lui, che con la lingua fuori dalla bocca le fece capire cosa avrebbe voluto fare. Poi, molto lentamente, fece scivolare verso il basso l’elastico dei suoi slip. Dal rigonfiamento Catia aveva già capito cosa poteva aspettarsi, ma quando lo slip liberò il contenuto, gli occhi della donna si trovarono a veder balzare fuori un pezzo di carne completamente eretto di dimensioni notevoli. Ad occhio quella mazza era ben oltre i 20 cm e sembrava anche largo. E poi c’era quella cappella in vista. L’uomo era stato circonciso e le mostrava fiero il suo bastone. Con le mani fece un cenno inequivocabile, come a dirle: “Vorrei spingertelo in bocca”.
Poi, all’improvviso, lui tirò nuovamente su lo slip e le fece cenno di andar via. Catia fece appena in tempo a nascondersi e vide la ragazza entrare in camera da letto di ritorno dalla doccia. Ben presto notò l’erezione del compagno, che in tutta risposta le tolse l’asciugamano e mettendosi sul letto in bella vista per Catia, iniziò a darsi da fare con lei.
“Sta scopando sotto i miei occhi la ragazza!”, scrisse via messaggio a Marcello.
Lui la chiamò non appena ebbe letto le parole della moglie. “Finalmente ci sei riuscita”, commentò.
“Me lo ha fatto vedere – gli disse – è come pensavo”.
“Te lo ha fatto vedere?”, chiese ripetendo le parole di Catia.
“Sì, poi ti racconto. Si è eccitato vedendomi nuda poi stava per scoprirlo la ragazza e ora la sta prendendo, se l’è messa sopra. Dio come la scopa bene!!”. Catia commentava e intanto si toccava tra le gambe.
Marcello le disse che era contento che la cosa la eccitasse e che sperava lei potesse avere di più.
Quando i due finirono, fu il turno di Catia per farsi una doccia. Anche perché non appena la ragazza si era distratta, lo sguardo tra i due era tornato ad incrociarsi e toccandosi l’orologio l’uomo le aveva fatto capire che presto sarebbe toccato a lei.
Catia non vedeva l’ora.
Riuscì a calmarsi ed a mangiare qualcosa quando venne l’ora di pranzo.
Erano da poco passate le 14:30 quando bussarono alla porta.
Catia andò ad aprire e si trovò davanti il suo vicino. Rimase impietrita.
Lui la baciò come se fosse la cosa più normale del mondo ed entrò. Lei rimase passiva, ma presto si scosse. “Non ti aspettavo così presto”, gli disse.
“Non capita tutti i giorni di avere un così bel vicinato – rispose lui gentilmente – e siccome staremo qui solo pochi giorni ho approfittato del pisolino della mia ragazza per venirti a trovare”.
Da vicino, lui sembrava ancora più bello. E soprattutto era molto deciso.
“Allora, mi mostri di nuovo quanto sei bella?”, le disse.
In pochi secondi Catia si trovò nuda, catapultata tra le sue braccia. Vogliosa, soprattutto, di osservare il suo cazzo da vicino.
Quando lui lo estrasse, lei non riuscì a trattenere un sospiro di ammirazione. Iniziò a smanettarlo forte con due mani e non poté resistere alla tentazione di baciare la cappella.

Marcello stava firmando alcuni documenti quando il cellulare vibrò.
Catia gli stava mandando degli allegati.
Uno dopo l’altro poté vedere la mano di sua moglie, chiaramente identificabile dall’anello di fidanzamento, stretta intorno ad un palo di carne, la bocca di lei che bacia una enorme cappella, i suoi fianchi a pecora mentre una sorta di serpente le entrava dentro.
Non sapeva come, ma Catia aveva convinto l’uomo a farsi fotografare mentre se la scopava.
non resistette e prese a masturbarsi sperando che arrivassero altre foto. Ma non fu così.
Due ore dopo Catia lo chiamò e gli raccontò di come era successo, del fatto che lui aveva apprezzato molto di poterla fotografare per far contento il marito e che stavano cercando di organizzarsi per rivedersi perché lei, come sottolineò, un cazzo così non poteva perderlo.
Ed in effetti nei giorni successivi, l’uomo approfittò altre tre volte del pisolino della compagna per scopare la vicina, ogni volta testimoniando con foto i loro incontri.

Quel bel momento, però, così come era iniziato ebbe una fine e Catia sembrò accusare il colpo della partenza del suo amante.
Marcello, da parte sua, continuava a guardare quelle foto e spesso, in ufficio, si masturbava nell’ammirarle.
Non sapeva che quelle immagini sarebbero state le ultime occasioni per godere di sua moglie.
Rientrando a casa, una sera, non la trovò.
In preda al panico cercò in ogni stanza, uscì per guardare nelle zone intorno casa, ma senza risultato.
Poi, rientrato in casa, trovò un pacchetto che non aveva notato prima.
Dentro c’era la scheda del telefono di Catia, la fede matrimoniale e l’anello di fidanzamento.
Ed una lettera.
La aprì e lesse con le lacrime agli occhi quello che la moglie gli aveva scritto. Rilesse più volte un passaggio: “Adesso ho capito perché non riuscivo a farti una colpa di avermi messo nelle mani di Roberto. Non ci riuscivo perché non hai colpa. Anzi, dovrei ringraziarti. Perché adesso ho capito cosa voglio. E purtroppo se stiamo insieme ci sarà sempre un vicino che mi scoperò, un tuo collega che capirà come sono, qualcuno che leggerà la mia anima e capirà di potermi usare. E non possiamo sempre scappare per non farci conoscere. Il mio ultimo gesto di amore è di lasciarti libero di rifarti una vita con una donna che voglia essere proprio come tu vuoi, ma che non sono io”.

Affranto, Marcello si lasciò cadere a sedere per terra.
Stava cercando di capire cosa fare della sua vita quando il cellulare squillò. Guardò il display ma il numero risultava anonimo.
“Pronto?”
“Amico mio, ti volevo salutare per dirti che questa volta non te la restituisco!”. E con una risata, Roberto chiuse la telefonata.

Essendo terminato il racconto mi piacerebbe ricevere qualche parere da chi lo ha seguito per intero. Grazie clamartinel78@gmail.com

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