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Erotici Racconti

MIA MADRE LA TROIA DEL CONDOMINIO 2

By 15 Gennaio 20223 Comments

Sono sempre Silvio/Silvietta e vi scrivo per raccontarvi delle nuove avventure mie e di mia madre Immacolata.
Come vi ho già descritto nel primo racconto, la mamma è una bella donna di 39 anni : capelli neri , alta 1.75 cm , con forme molto generose ,quarta misura di reggiseno, gambe lunghe ed un culo veramente eccezionale.
Dopo la serata con i miei amici la vita mia e della mamma era cambiata per sempre.
Eravamo sottomessi ai voleri dei miei compagni di classe , di tutti gli uomini del condominio a cui si aggiunsero in seguito anche i colleghi di mamma.
Questo perché , il nostro vicino di casa il Signor Antonio , quello che aveva scoperto gli illeciti amministrativi di cui si era macchiata mamma presso l’ufficio dove lavorava, non si era limitato a costringere mamma a compiere le peggiori turpitudini con gli uomini del nostro condominio ma coinvolse in seguito , anche gli altri componenti dell’ufficio di cui mamma era dirigente.
Si perché mamma era il capoufficio mentre il Signor Antonio era un suo sottoposto e forse proprio il fatto, che mamma avesse trattato sempre freddamente e severamente il Signor Antonio, ha generato in quest’ultimo un rancore tale da voler umiliare mamma in maniera veramente totale.
Infatti mamma ormai era costretta anche in ufficio a sottoporsi alle lubriche voglie di Antonio e dei suoi colleghi.
Quanto a me anche io ero stato/a coinvolta completamente in quanto accaduto a mia madre.
Ormai era passato più di un anno dalla serata con i miei compagni di classe ed io mi ero trasformata definitivamente in Silvietta.
I mie capelli erano cresciuti mi arrivavano ormai oltre le spalle ed io li portavo tirati all’indietro e raccolti in una coda di cavallo, inoltre ero cresciuta di statura (una crescita tardiva evidentemente) e superavo i 170 cm di altezza , ma la cosa più appariscente che aveva stravolto il mio aspetto , erano le due belle tette che avevano fatto la loro comparsa magicamente sul mie petto glabro.
Non erano una quarta come quelle di mamma ma anche loro facevano la loro bella figura.
Insomma tolto il ridicolo pisellino che avevo tra le gambe sembravo proprio una bella fichetta.
La mamma mi insegnò a vestirmi e a truccarmi con cura , infatti indossavo abiti molto aderenti e corti che mettevano in risalto il mio splendido corpo. Naturalmente anche la biancheria intima era molto ricercata e come mamma pure io indossavo scarpe con tacchi vertiginosi che mi slanciavano ulteriormente.
Naturalmente non tentai mai di nascondere questa mia metamorfosi ed anche a scuola mantenevo queste nuove mie sembianze femminili, che destavano tanta ammirazione da parte di tutti gli studenti maschi e naturalmente anche l’invidia delle femmine.
Come dicevo io e mamma eravamo costrette a subire gli oltraggi del signor Antonio che orchestrava le nostre avventure con particolare cattiveria ed ora andrò a raccontarvi alcune di queste storie che ci vedevano protagoniste insieme al signor Antonio ed in particolare come coinvolse tutti i componenti dell’ufficio di mamma :

– buona sera troie – Disse il signor Antonio con tono arrogante mentre entrava a casa nostra senza neanche bussare
– buona sera Signor Antonio – rispose servilmente la mamma e poi aggiunse
– cosa possiamo fare per soddisfarla ? –
– questa sera verrò qui a cena con tutti i ragazzi dell’ufficio , preparatevi come quelle gran troie quali siete – mamma spaventata da quanto paventato dal Signor Antonio , tentò una timida protesta
– la prego non mi svergogni davanti a gli altri componenti dell’ufficio –
– zitta troia se non vuoi finire in galera è meglio che accetti pure questo – e poi aggiunse
– vedrai che puttana come sei , ti divertirai un mondo ad essere la troia dei tuoi dipendenti –
– ci vediamo stasera alle nove – disse lapidario mentre usciva di casa

Mamma rassegnata mi disse che era meglio obbedire, perché le prove che aveva il signor Antonio erano inoppugnabili e l’avrebbero portata alla perdita del posto, alla restituzione di un ingente capitale e naturalmente anche alla galera.

– Su Silvia prepariamoci – ormai mi parlava trattandomi da ragazza
– Vedrai che ci divertiremo , in fondo abbiamo scoperto che razza di troie che siamo –
– Certo mamma vedrai che li faremo impazzire i tuoi sottoposti –

Così ci preparammo a ricevere i nostri ospiti : indossammo tutte e due delle calze nere con la riga sorrette da giarrettiere , niente mutandine e reggiseno e sopra un vestitino che arrivava a mezza coscia che ci fasciava come un guanto e con scollature generose che mostravano i nostri splendidi seni.
Naturalmente splendide collane di perle e orecchini a pendaglio completavano la nostra mise.
Il trucco era molto leggero ad eccezione del rossetto che ci imporporava vistosamente le labbra facendoci apparire come due splendide succhiacazzi.
Alle nove in punto entrarono in casa il Signor Antonio e altri 5 splendidi esemplari di maschi :
tutti palestrati alti oltre 180 cm mori e villosi, come piacciono a me alla mamma.
I maschi rimasero molto meravigliati sia dall’abbigliamento di mamma(solitamente in ufficio veste in maniera più castigata) ma soprattutto da me. Infatti mi ricordavano come un ragazzino esile e si trovavano davanti una bella ragazza slanciata e formosa.

– Antonio sei sicuro che questa meraviglia è quel bamboccio di Silvio ? – disse uno dei maschioni che mi aveva visto qualche anno addietro
– Si, anche se gli sono cresciute le tette e tutte le curve al punto giusto – e poi sollevandomi l’abito sul davanti
– Però gli è rimasto questo insignificante pisellino – aggiunse mentre indicava il mio misero uccelletto
– Già ma per il resto è una femmina anzi una gran femmina –

Poi rivolsero l’attenzione vero mia madre :

– ma guarda la signora direttrice , si è vestita come una puttana –
– è vero quello che dice Antonio che stasera sarai la nostra troia , che soddisferai ogni nostra richiesta ? – chiese uno dei maschioni alla mamma
– Su troia rispondi a Giuseppe – la incalzò Antonio
– Si signor Giuseppe sarò la vostra troia stasera e sempre e con me anche mia figlia Silvia –

Naturalmente il maschione soddisfatto dalla risposta di mamma inizio a fare pesanti apprezzamenti sulla sua direttrice

– sei proprio una zoccola , l’ ho sempre detto io che non eri altro che un puttanone –
– vero ragazzi che vi ho sempre detto che la direttrice ha una faccia da troia ed una bocca da succhiacazzi ? –
– si è vero Giuseppe , lo hai sempre detto – gli fecero eco gli altri in coro
– ma adesso basta con le chiacchere , ora voi due troie vi togliete quell’abitino da puttane che indossate – disse Giovanni, un altro dei maschioni

Così io e la mamma ci sfilammo l’abito di dosso rimanendo solo con le calze e le scarpe e così nude iniziammo a sculettare per il salone davanti ai maschioni .

– guarda come fanno andare il culo la zoccola ed la sua amichetta-
– si sarà molto piacevole sodomizzarle –
– si ma prima voglio allagare la bocca di quella succhiacazzi della direttrice con la mia sborra-
– avete sentito troie accucciatevi a quattro zampe e venite a sucarci le minchie –

Così ubbidiente come due schiave a ci ponemmo a quattro zampe e zampettammo verso i maschioni che nel frattempo si erano comodamente seduti sul divano, sfoderando dalle patte i loro nodosi ed enormi bastoni.

– Su troie venite ad abboccare a sto cazzo –
– Dai direttrice tira fuori la lingua e fammela vedere mentre ti avvicini –

E mamma seguendo alla lettera quanto ordinatogli , si avvicino ai maschioni tenendo la lingua a penzoloni fuori dalla bocca, ansimando , proprio come una brava cagnetta che si avvicina al padrone , ci mancava solo che si mettesse ad abbaiare e sarebbe stata proprio una perfetta cagna.
Cosa che naturalmente, si mise immediatamente a fare senza che nessuno gli e lo avesse ordinato , provocando l’ilarità dei maschioni , che ridendo sguaiatamente proseguirono ad insultarla :

– minchia che puttana che è la signora direttrice –
– si femmine così troie non mi è mai capitato di vederne –
– e questo è niente , vedrai cosa è capace di fare questa puttanona e quella troietta di sua figlia- disse il signor Antonio

Arrivammo quindi ai cazzi e ci buttammo appassionatamente a sucarli , io ero all’estrema destra del divano e la mamma era all’estrema sinistra ed uno alla volta sbocchinammo gli splendidi cazzoni fino a ricevere da ognuno una copiosa sborrata in bocca.
A questo punto i maschioni, che avevano tutti già sborrato due volte , si erano momentaneamente placati , mentre io e mamma eravamo eccitatissime.
Infatti io avevo il mio pisellino completamente in erezione e la mamma colava come una fontana dalla fica.

– visto che le troie si sono eccitate – disse il signor Antonio rivolto ai suoi compagni
– però quel cazzettino in tiro non mi piace – disse uno dei maschioni
– si bisogna farglielo ammosciare – gli rispose un altro
– tu troiona fai sborrare tua figlia – disse il Signor Antonio rivolgendosi alla mamma

Cosi la mamma si inginocchiò ai miei piedi e mi spompinò , naturalmente bastarono pochi colpi di lingua e le venni in bocca (non più di due tre gocce) mentre i maschioni applaudivano la nostra performance.

– brava troia sei riuscita a far godere pure tua figlia –
– adesso tu troietta contraccambia e lecca la fica a tua mamma –

anche a me bastarono pochi colpi di lingua per far godere quella grandissima puttana della mamma , che venne con grande clamore , provocando una ovazione dei maschioni e svariati commenti

Poi non ancora pronti al secondo round pensarono di farci esibire in qualche audace gioco

– bene care troione adesso andrete a fare una bella passeggiata , nude come vi trovate, naturalmente –
– tu Immacolata , ti posso chiamare Immacolata vero? Disse ironicamente uno dei maschioni
– Dicevo , tu Immacolata andrai nella mia macchina a prendere l’accendino che c’è nel cruscotto – e così dicendo gli porse le chiavi dell’auto

– ma sono solo le 10 di sera – protestò la mamma
– zitta troia se mi fai incazzare non ti dico neanche doveè parcheggiata la macchina – le rispose Giovanni che poi proseguì
– Allora dicevo Immacolata andrai a prendere l’accendino nella mia macchina , quando lo avrai preso , te lo ficcherai in culo e lo porterai su in casa –
– Naturalmente per rientrare in casa dovrai citofonare e a chi ti risponderà dovrai presentarti dicendo : SONO QUELLA GRANDISSIMA TROIA DELLA SIGNORA IMMACOLATA Z. E STO RIPORTANDO L’ACCENDINO AL SIGNOR GIOVANNI E SICCOME CE LO HO FICCATO NEL CULO FATEMI SALIRE PRIMA CHE MI CADA PER TERRA –

– Hai capito puttana ? –
– Si – disse rassegnata la mamma

Mentre stava uscendo dall’appartamento gli dissero che la macchina era in fondo alla via , quindi a circa 500 m dal portone del palazzo.
Naturalmente i maschioni seguirono la passeggiata della mamma dal balcone del soggiorno commentando quanto avveniva

– complimenti Antonio è proprio disposta a tutto la troia –
– come hai fatto per convincerla ad essere così sottomessa ? –
– questo resterà un segreto – rispose il signor Antonio
– Come vuoi tu , basta che fai divertire pure noi –

Mamma come dicevo sculettava sul marciapiede verso la macchina in fondo alla via , la vedemmo aprire la portiera e cercare l’accendino e dopo averlo trovato inserirselo su per il retto a mo di supposta.
Poi agitatissima prese la via del ritorno e sculettando il più rapidamente possibile raggiunse il citofono e lo suonò :

– sono quella grandissima troia della signora Immacolata Z. e sto riportando l’accendino al signor Giovanni e siccome ce l’ ho ficcato nel culo fatemi salire prima che mi cada per terra-
– sali pure troia – risposero dall’altra parte dell’apparecchio ridendo

la mamma salì la rampa di scale che la separavano dal nostro appartamento ed entrò in casa.
Per sua fortuna mentre eseguiva la sua prova sia la strada che l’atrio del palazzo erano deserti.
Appena arrivata in casa fu fatta accovacciare a terra e le dissero di cacare fuori l’accendino come una gallina fa con un uovo

– coccode coccode coccode coccode – diceva la mamma muovendo le braccia come ali mentre dal buco del culo le usciva l’accendino
– hai visto che brava gallinella è la signora direttrice, ha fatto pure l’uovo–
– brava hai superato la prova ora tocca a tua figlia –

– per te la prova sarà simile a quella di tua madre – disse il signor Giuseppe
– dovrai andare sempre alla stessa macchina e prendere la torcia elettrica – proseguì il signor Antonio
– la accenderai e ti ficcherai il manico in culo e con la torcia accesa nel culo verrai a suonare il citofono e a chi ti risponderà dirai: SONO QUELLA TROIETTA DI SILVIA E STO RIPORTANDO LA TORCIA DEL SIGNOR GIOVANNI E SICCOME CE LO HO FICCATA NEL CULO FATEMI SALIRE PRIMA CHE MI CADA PER TERRA –

Anche io rassegnata nuda come mi trovavo uscii di casa per compiere la mia “missione”.
Ero molto emozionata ed agitata sculettai rapidamente per tutta la via raggiungendo la macchina del signor Giovanni , dalla quale estrassi la suddetta torcia.
Con mia grande sorpresa notai che il manico era piuttosto grosso 30 cm di lunghezza per 3 cm di diametro, rimasi sgomenta.
Poi realizzando che mi trovavo nuda in mezzo alla strada mi affrettai a fare quanto ordinatomi e dopo aver acceso la torcia mi ficcai,non senza difficoltà,il manico su per il culo dirigendomi nuovamente verso il portone del palazzo.
Era veramente pazzesco sculettavo nuda per la via di casa mia con una coda luminosa che mi usciva dal culo, comunque stando bene attenta a non far scivolare via la torcia arrivai finalmente al citofono e suonai :

– sono quella troietta di Silvia e sto riportando la torcia del signor Giovanni e siccome ce lo ho ficcata nel culo fatemi salire prima che mi cada per terra –
– sali pure puttanella – mi rispose uno dei maschioni dal citofono

Arrivata a casa notai che i maschioni erano nuovamente ringalluzziti ed uno di loro stava già limando mamma su per il culo –

– ti inculo troia , incredibile mi sto inculando quella puttana della direttrice – ripeteva il maschione mentre assestava sonore sculacciate sul bianco culone di mamma –
– faccia piano signor Salvatore mi sta spaccando il culo con il suo grosso cazzo – disse la mamma con tono supplichevole –
– qualcuno zittisca questa troia – esclamò il signor Antonio mentre con il cazzo in tiro assisteva alla scena
– ci penso a farla tacere – disse un altro dei maschioni mentre cacciava nella gola della mamma , senza alcun riguardo, il suo nodoso bastone

mamma era alla pecora mentre riceveva i culo ed in bocca i grossi cazzi di due dei suoi sottoposti, uomini che fino al giorno prima si rivolgevano a lei con soggezione e rispetto ora la trattavano peggio di una troia di strada.
L’immagine che avevo davanti agli occhi era veramente sconvolgente , la mamma era infilzata come un maialino allo spiedo , sembrava quasi che un unico grosso cazzo le entrasse in culo e le uscisse dalla bocca.
Il maschione che la stava inculando dopo pochi minuti le inondo il culo con la sborra e fu immediatamente sostituito da quello che la scopava in gola , a sua volta anch’ egli sostituito da un altro dei maschioni che assisteva alla monta .
Una alla volta i sei maschi si alternarono prima nella bocca e poi nel culo di mamma e tutti e sei le praticarono un particolare clistere di sborra con la loro singolarissima peretta.
Finita la monta della mamma il signor Antonio ,nuovamente rinvigorito, mi mise a 90 GRADI e con un colpo secco mi sbatté il cazzo in culo.

– dai troietta adesso mi faccio il tuo di culo, quasi quasi mi piace più di quello dia madre –
– piano signor Antonio lei ha un cazzo troppo grosso –
– si troietta lo so che ho un bel cazzone ma vedrai che ti piacerà

Essendo venuto già 3 volte ci mise molto tempo a godere , infatti mi scopò in culo per oltre mezzora e poi mi farcì l’intestino con una calda sborrata.

– godo puttanella , mi svuoto i coglioni nel tuo culetto –

Nel mentre i maschioni si stavano smanettando i loro bastoni e messosi in semicerchio intorno a me alla mamma , continuarono a smanettarsi fino a riempirci la faccia di sborra .
Sborra che ci fecero leccare l’una dalla faccia dell’altra.

– dai puttane leccatevi via la sborra dalla faccia –
– ma guarda queste schifose sono disposte a fare qualunque porcheria –
– dai ragazzi pisciamogli in bocca – disse il signor Antonio
– si usiamo le loro bocche come latrine – incalzò un altro dei nostri aguzzini

E così obbligandoci a tenere le bocche aperte diressero il loro piscio nelle nostre bocche dopo che ebbero finito ci costrinsero a leccare la pozzanghera che si era formata sul pavimento.
Quindi lasciandoci immerse nell’immondo liquido lasciarono l’appartamento dando appuntamento alla mamma per il giorno dopo in ufficio.

– troione per stasera ci siamo divertiti abbastanza e ce ne andiamo –
– ci vediamo domani in ufficio , signora direttrice –
– mi raccomando si vesta come quella grandissima troia che è –

Andati via i maschioni io e la mamma dopo aver pulito il pavimento ce ne andammo a letto a riposarci dalle fatiche della serata.
Nei giorni seguenti non fummo importunate , anche in ufficio la mamma fu lasciata abbastanza tranquilla, esclusione di qualche sporadica pacca sul culo ,condita con qualche insulto colorito , fu lasciata abbastanza tranquilla.
Infatti la mattina appena arrivava in ufficio le facevano togliere l’abito facendola rimanere solo con calze ,mutandine e reggiseno, oltre alle scarpe naturalmente ed in queste condizioni le facevano svolgere il suo lavoro, ma non le chiedevano alcuna prestazione particolare.
Solo la sera prima andare a casa era costretta a praticare un bocchino con l’ingoio ad uno degli impiegati.
Dopo circa otto giorni ricevemmo la telefonata del signor Antonio , che ci invitava a prepararci per la domenica successiva .Ci disse che saremmo state a sua disposizione e di alcuni altri condomini.
Aggiunse poi che saremmo andati tutti in una azienda agricola di un suo amico e li per noi ci sarebbe stata una bella sorpresa.
La domenica mattina io e mamma ci preparammo accuratamente verso le 9 del mattino venne a casa nostra il Signor Antonio insieme ad altri due condomini : il signor Franco ed il signor Carmelo.

– troie è inutile che vi vestite visto che andiamo in campagna in mezzo alla natura – disse il signor Antonio sorridendo e poi aggiunse
– su levatevi tutto e tenete solo le scarpe –
– ma è mattina non possiamo mica scendere al parcheggio nude – protesto la mamma
– ma di che hai paura ? Lo sanno tutti  siete due troione – rispose con calma il signor Antonio

Quindi rassegnate al nostro destino, scendemmo in pieno giorno nude e sculettanti sui nostri vertiginosissimi tacchi, verso il parcheggio del palazzo.
Salimmo sulla macchina del Signor Carmelo , io dietro con il signor Franco ed il signor Antonio , mentre il signor Carmelo al posto di guida e la mamma al suo fianco.
Fortunatamente i vetri erano di quelli che non permettevano di vedere all’interno.
Dopo circa un’ora e mezza di viaggio arrivammo presso un’isolata azienda agricola. Qui trovammo ad attenderci il padrone dell’azienda ,il signor Ferdinando ed un suo lavorante più precisamente , lo stalliere.
Quando scendemmo dalla macchina i due uomini fecero pesanti apprezzamenti sul nostro conto :

– che faccia da troie che hanno queste due zoccole –
– guarda che chiappe e come le agitano bene quando camminano –

Poi intervenne il signor Antonio che fece le presentazioni

– queste sono le due troie di cui ti avevo parlato , Immacolata la troia che ho pizzicato a rubare in ufficio e sua figlia Silvia che se non fosse per quel ridicolo pisellino sarebbe proprio una gran bella fichetta – e poi continuando a parlare di me
– comunque ti garantisco che meglio di molte femmine vere – poi cambiando discorso
– avete preparato tutto per fare la festa a quella troia di Immacolata –
– si andiamo nella stalla – disse il signor Ferdinando

Entrati vedemmo al centro della stalla un splendido cavallo nero , era completamente imbracato in modo da rendergli impossibile ogni movimento.

– Bene troie questo è fulmine uno splendido stallone ed è legato per permettere a voi due zoccole di svuotargli i coglioni. –
– Dovrete farlo sborrare qui dentro- disse porgendo a mamma una caraffa di plastica
– Ma siete impazziti adesso anche con un cavallo – disse protestando vivacemente mamma
– Troia se non vuoi sei libera di andartene a casa , nuda come sei ed insieme a tua figlia , decidi tu– e dopo qualche istante di silenzio
– Allora troia cosa hai deciso, fai sborrare il cavallo o te ne torni a casa ? –

Mamma rimase sbigottita ed in silenzio, ma il signor Antonio la incalzò perfidamente

– alloro troia vuoi deciderti a rispondere ? –

mamma quasi balbettando gli rispose che avrebbe fatto sborrare il cavallo

– non ho sentito cosa vuoi fare – insistette il signor Antonio con cattiveria
– va bene farò sborrare il cavallo – rispose mamma

E così ci andammo ad accovacciare sotto la pancia della bestia ed iniziammo a stimolare con le mani il cazzo del cavallo, fino a che la nerchia dello stallone non si manifestò in tutto il suo splendore.
Era veramente enorme , la maneggiamo a quattro mani ce la sbattevamo in faccia , annusandone l’acre odore.

– te l’avevo detto che avrebbero fatto anche questo – disse il Signor Antonio rivolgendosi al Signor Carmelo
– hai ragione e mi sa che gli piace pure a queste due puttane schifose –
– adesso leccatelo e prendetelo in bocca – disse il padrone dell’azienda

mamma era completamente partita e pure io ero eccitatissima , segavamo a quattro mani il cazzo dell’animale , ci mettevamo la cappella in bocca, per quanto era possibile naturalmente, viste le dimensioni ragguardevoli dell’arnese .
Il cavallo manifestava di gradire il trattamento mediante nitriti poderosi e dopo circa una ventina di minuti ci colpì in faccia con la prima sborrata , ci precipitammo a prendere la caraffa , in modo da raccogliere le successive bordate di sborra.
Butto fuori tanta di quella sborra che la riempimmo completamente .
A questo punto con il bicchiere colmo in mano ci alzammo da sotto la pancia del cavallo .

– ecco l’abbiamo fatto godere – disse mamma al signor Ferdinando
– brave troione adesso con la sborra che avete raccolta faremo un bel giochino –
– adesso tu da brava succhiacazzi ti attacchi alla caraffa e ti fai una bella sorsata , ti riepì la bocca con la sborra del cavallo , ma non la bevi –
– la tieni in bocca per un po’ e poi la sputi in bocca a quella troietta di tua figlia – e poi rivolgendosi a me
– e tu cara Silvietta una volta che avrai la bocca piena di sborra , la manderai giù tutto d’un fiato , poi ti porterai la caraffa alla bocca e te la riempirai ancora con lo sperma del cavallo , che svuoterai nella bocca di quella troia di tua madre , che questa volta lo ingoierà –
– e continuerete a fare un sorso a testa finché non avrete svuotato completamente la caraffa dalla sborra della bestia –

Considerando che la caraffa aveva una capacità 2 litri , io e mamma mandammo giù almeno 1 litro a testa di sborra di cavallo.
Nel frattempo i maschioni si erano spogliato ed esibivano le loro splendide virilità , ci intimarono di porci a quattro zampe culo in aria ed uno alla volta ci inchiappettarono, farcendoci il culo di calda sborra.
Finito di incularci fummo affrancate al giogo come due vacche ed uscirono dalla stalla , lasciandoci li alla pecora bloccate per il collo.
Ci portarono da mangiare dentro due ciotole , dentro le quali c’era una non ben identificata poltiglia composta da carne in scatola amalgamata con piscio.Fummo costrette a mangiare quell’orrendo pappone mediante delle nerbate sul culo. Finito di mangiare ci lasciarono ancora da sole nella stalla e sempre attaccate al giogo.
Dopo circa mezzora tornarono nella stalla portando con se due splendi esemplari di pastori tedeschi.
Ai cani avevano fatto annusare due cagne ed erano particolarmente eccitati :

– per due cagne come voi abbiamo portato questi bei cagnoni – disse il signor Ferdinando
– no per pietà , coi cani no – gridò la mamma
– ma se ti sei bevuta la sborra di un cavallo adesso hai paura a farti fottere da un cane –
– su belli fottetevi queste due cagne –

E appena sciolsero i guinzagli , le due bestie ci si avventarono addosso.
Quello che si era avventato su di me mi strofinava il cazzo sulle chiappe, ma non riusciva a possedermi, mentre quello che si era buttato su mamma , la infilzò nella fica alla pecorina.
Essendo estremamente infoiate, le due bestie, iniziarono a sborrare : quello sopra di me mi spruzzo il suo sperma sulle chiappe , mentre l’altro riempì la fica di mamma.
E anche mamma non riuscì a trattenersi ed ebbe un vistosissimo orgasmo che le procurò una serie infinita di insulti irripetibili, da parte dei presenti.

– guarda la troia come gode è proprio come una cagna in calore –
– fai schifo troiona , pure con quando ti scopano le bestie godi , lurida cagna che non sei altro-
– e non voleva farsi fottere dal cane la puttanona –

Quindi allontanarono i due cani e si misero a semicerchio intorno a noi e smanettandosi i grossi cazzi ci riempirono la faccia di sborra.
Ormai si era fatta sera ci misero un guinzaglio al collo e come due cagnette ci fecero uscire dalla stalla, ma non purtroppo per noi non era ancora finita.
Fuori di li ci fecero inginocchiare con le mani giunte , come se stessimo pregando, ci intimarono di aprire la bocca ed uno alla volta ci pisciarono dentro usandoci come latrine.

– su aprite quelle boccucce da brave troie –
– brave così , bevete che vi fa bene –
– guarda queste pie donne come sono raccolte in preghiera –
– si ti uso come una latrina , come un vespasiano –

Finito di fare i loro bisogni ci caricarono nel portabagagli della macchina e ce ne tornammo a casa.
Facemmo tutto il viaggio nel portabagagli della macchina , quando giungemmo nei pressi della nostra città , ormai era mezzanotte passata .
Ci scaricarono a circa un chilometro e mezzo da casa e se ne andarono , lasciandoci cosi nude e sporche in mezzo alla strada.
Così sculettando rapidamente sui nostri tacchi tornammo a casa sperando di non incontrare nessuno sul nostro cammino.

adolfozenetti@virgilio.it
ps ve lo rimando anche sotto questa forma e non come allegato

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