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Mentre si allontanava, l’uomo col quale avevo avuto quell’inaspettata esperienza trasgressiva, fece un segno d’intesa al mio ragazzo e, rivolto a me, disse brevemente che ci avrebbe aspettato il venerdì successivo. Ero sorpresa più per il mio arrendevole comportamento che per l’audacia e la temerarietà dello sconosciuto e, soprattutto, per l’evidente complicità del mio ragazzo che mi inquietò abbastanza. Intuii subito che ero cera tra le sue mani e che non mi sarei mai opposta ad ulteriori sue intraprendenze col fine di trasgredire e farmi trasgredire. Dopo che lo sconosciuto si fu allontanato non riuscii a guardare a viso aperto il mio ragazzo. Lui riprese a toccarmi , mi condusse ad un ulteriore orgasmo con le dita ma io non ricambiai il piacere che mi aveva procurato. Venni senza emettere un fiato ; come al solito mi chiese di consegnargli le mie mutandine abbondantemente sborrate per le intense masturbazioni sue e dell’uomo a cui mi ero concessa così facilmente. Me le sfilai senza guardarlo e le misi tra le sue mani: le annusò a lungo e le leccò profondamente prima di infilarsele in tasca. Uscimmo dal cinema e la sensazione che provai mentre camminavo al suo fianco era di assoluto benessere fisico ma di profondo disagio morale nel sentirmi nuda sotto la gonna. Nessuno dei due ebbe il coraggio di commentare quanto era accaduto poco prima con la partecipazione di un uomo maturo e sconosciuto. A casa ebbi tutto il tempo di riflettere su quanto avevo vissuto e, soprattutto, su quanto sarebbe accaduto il successivo venerdi, stante all’anticipazione dell’uomo che mi aveva accennato di aspettarci per quel pomeriggio ed al saluto di intesa che aveva scambiato col mio ragazzo. La riflessione, lunga e profonda, mi portò ad immaginare che quel ragazzo avrebbe condizionato la mia vita erotica e sessuale per chissà quanto tempo futuro. Non pensavo, in quel frangente, che sarebbe stato l’uomo della mia vita e che con lui avrei messo su famiglia e procreare figli. Eravamo solo adolescenti ed era impensabile che la nostra vita avrebbe avuto un epilogo così importante. Mi addormentai, spossata , e sognai quell’uomo che si prendeva tutti i più osceni piaceri con la mia arrendevolezza e con la complicità del mio ragazzo. La mattina, al risveglio, ero decisa di affrontarlo e chiedergli cosa stesse programmando per me. Lo incontrai , il lunedi successivo. come ogni mattina, alla fermata dell’autobus e mi baciò con entusiasmo . Poi , in maniera discreta, infilò le mie mutandine dentro la tasca del mio cappotto , sorridendomi felice e coinvolto. Appena giunti a scuola, mi infilai nei bagni e recuperate le mutandine dalla tasca del cappotto le annusai: erano piene di sperma! Leccai con piacere e il mio disappunto che aveva contraddistinto il mio risveglio quel sabato mattina era magicamente evaporato. Insieme al mio indumento intimo v’era un bigliettino: aveva scritto ” ti amo, grazie per la prova coraggiosa che mi hai mostrato ieri sera. Venerdi andremo al cinema”. Rabbrividii ma non per il timore di dover affrontare un’altra prova ardita bensì per l’eccitazione che provai.
Il venerdi successivo , ci recammo al cinema senza far cenno a quanto vissuto la settimana precedente, tantomeno a quello che sarebbe accaduto di lì a poco.
Ci sedemmo al solito posto e, appena fatto buio in sala, cominciammo a toccarci e baciarci con un’urgenza insolita. Mi stava masturbando con lentezza esasperata e i baci erano follemente intensi: in poco tempo le mutandine erano inzuppate dei miei abbondanti umori vaginali e mi abbandonai ad un orgasmo devastante. Questa volta , però, rimasi vigile per notare movimenti e presenze attorno ai nostri sedili: mi sorpresi a cercare la figura dell’uomo dei gelati col suo contenitore frigo retto a tracolla. Non c’era: non sapevo se gioirne o rammaricarmi.
Mi chiese di curvarmi sul suo inguine e prendergli il cazzo in bocca per un pompino. Eseguii con solerzia e diedi un ulteriore sguardo intorno per controllare se l’uomo dei gelati fosse in giro: non c’era. Mi immedesimai a succhiare il cazzo del mio ragazzo e persi ogni controllo dell’ambiente circostante. Mentre ero intenta e concentrata a dargli piacere e in attesa di ricevere la sborra che mi avrebbe riempito la bocca , sentii la presenza nel sedile accanto di un uomo: era lui, l’uomo della mia trasgressione. Seduto, si limitò ad osservare la mia azione da esperta pompinara sul cazzo del mio ragazzo. Non lo vedevo perché ero curvato e gli davo le spalle ma lo sentivo armeggiare sul contenitore frigo per coprirsi il cazzo che aveva già tirato fuori dai pantaloni, dopo aver abbassato la cerniera. Sentii il sibilo dello zip e le tempie cominciarono a martellare come la prima volta. Meccanicamente continuavo a succhiare il cazzo al mio ragazzo ma la mia mente era tutta per l’uomo che mi stava accanto e si toccava il membro, eccitato dalla scena che si stava svolgendo accantoa lui. Approfittando della mia posizione assunta per eseguire il pompino al mio ragazzo gli fu facile infilarmi la mano tra le cosce e raggiungere l’elastico delle mie mutandine che tirò giù con decisione fino alle ginocchia. Poi , abbassandosi in ginocchio sul pavimento, facendo una torsione, si posizionò con la testa tra le mie cosce per raggiungere la mia fica con la bocca e la lingua. Istintivamente roteai il bacino per facilitargli il compito e mi sentii in paradiso appena iniziò a leccarmi la fica. Ci sapeva fare a malgrado la posizione scomoda ed in breve usò la lingua come un pennello facendola scorrere dall’apice della vulva fino allo sfintere anale, procurandomi un piacere mai provato prima perché il mio ragazzo non mi aveva ancora iniziato al cunnilinguo. Mi portò al parossismo e cominciai a dimenarmi sul suo viso strofinando la vulva sulla sua lingua. Abbandonai il cazzo del mio ragazzo per poter esprimere tutto il mio piacere gutturalmente, sospirando ed incitando il mio amante sconosciuto a fare di più. Lui raccolse il mio invito e , agendo sulla clitoride prevalentemente senza trascurare la vagina e le mie grosse grandi labbra, in breve mi portò ad un orgasmo devastante e lungo. Quando si esaurì mi ritrovai il cazzo del mio ragazzo in bocca e non ci misi molto per farmelo venire dentro. L’uomo che mi aveva regalato l’orgasmo poco prima, adesso voleva suo piacere: si riposizionò sulla sedia, abbandonò il contenitore frigo per terra, mi piegò sulle sue cosce e mi ordinò di prendere il suo cazzo , adesso al massimo del turgore e dell’erezione, in bocca. ” succhialo bene e introducilo fino in fondo “. Eseguii l’ordine come se fossi la sua sottomessa e lo portai fino al parossismo: mi fermò in tempo, tirò fuori quel cazzo grondante di saliva ed un pò di inevitabile vomito dovuto alla penetrazione della bocca fino all’ugola quindi si mise in piedi e mi ordinò di seguirlo nei vicinissimi bagni. Mi precedette scomparendo dietro le ampie tende ed io come soggiogata lo seguii lesta. Quando ci riunimmo mi introdusse nel bagno delle donne e chiuse velocemente la porta col chiavistello. Mi chiese senza girarci intorno se ero vergine. Alla mia risposta affermativa si arrestò indeciso. Poi mi posizionò a pecora contro la parete e mi venne dietro col cazzo diretto alla mia fica gocciolante. Lo scongiurai di non sverginarmi e lui rimase perplesso, esitò ancora un pò. Poi mi disse che qualcosa la voleva a quel punto. Si chinò sul mio culo, divaricò le natiche e cominciò a leccarmi l’ano con lena Appena si rese conto che ero abbastanza lubrificata tra i miei copiosi umori e la sua abbondante saliva , mi disse che mi avrebbe rotto il culo salvando la mia verginità vaginale. Protestai invano anche se inconsapevole della prova che avrei dovuto sostenere con l’introduzione del poderoso cazzo che già mi aveva appoggiato all’ingresso dell’ano. Spinse un pò mentre mi dimenavo per sfuggire e si rese conto che era prematuro andare oltre. Si scostò, ricominciò a leccarmi il piccolo anello e stavolta introdusse prima uno poi a seguire due e anche tre dita. Sentivo bruciore alle pareti del retto e mi dimenavo invano: infatti mi teneva immobilizzata piegandomi a novanta gradi contro il coperchio della tazza . Quando tirò fuori le tre dita mi avvertì che ero sufficientemente aperta; mi raccomandò di fare un profondo respiro e di spingere come se dovessi andare di corpo. Il mio silenzio e la mia arrendevolezza gli diedero la sicurezza che avrei accettato di essere sodomizzata: posizionò con cura il glande all’ingresso dell’ano, poi spinse un poco e sentii un bruciore atroce. Gli dissi sottovoce di fare piano, lui mi invitò a fare un profondo respiro e di spingere. Appena avvertì che avevo eseguito l’istruzione , diede una veloce pressione all’ano ormai quasi divaricate e guadagnò il primo risultato di introdurre tutta la cappella dentro. Mi bisbiglio: ” è fatta, sentirai un pò di dolore ma passerà presto anche perché ti masturberò mentre entro tutto il cazzo e comincerai a godere di fica e di culo. Presi un respiro profondo, spinsi verso l’esterno e con la sua decisione di arrivare in fondo senza esitare mi si introdusse tutto fino a che avvertii il contatto dei testicoli contro il mio culo. Era tutto dentro e gridai sommessamente che mi sentivo squartata. Si fermò per un tempo che mi sembrò infinito, poi cominciò a titillarmi la clitoride facendo scivolare le altre dita sulle grandi labbra della fica ormai fradicia di umori che producevo per l’eccitazione che mi pervadeva per la lussoriosa pratica che stavo subendo da uno sconosciuto maturo. Immediatamente provai un piacere almeno quanto il bruciore ed il dolore che quel cazzo interamente introdotto nel mio retto, mi procurava. ” te l’ho rotto definitivamente: è stata dura ma da ora in poi sarà solo piacere per te ma anche per me; fra poco mi muoverò lentamente e ti scoperò a lungo fino a sborrarti allo stomaco. Peccato avrei voluto sverginarti in fica ma il tuo ragazzo ci penserà presto e se non lo farà, la prossima volta lo farò io. Sono deciso ad averti a lungo se non mancherete ogni venerdi di venire qui. Sarai la mia amante ragazzina ed il tuo ragazzo sarà felice di cederti a me. Sei convinta?” Gli risposi flebilmente, in preda al crescente piacere: “io lo amo perché è diverso da tutti e lui , vedo, ha deciso di avviarmi alla corruzione totale. Non so neppure cosa vorrà propormi in futuro ma gli concederò tutto ciò che ha pensato per me”. Dette questo gli dissi di scoparmi subito. Prese a muoversi tenendomi ben stretta dai fianchi, prima lentamente mentre mi sditalinava poi con più movimenti profondi accelerò gradualmente fino a galoppare dentro il mio orofizio. Ansimava, mi riversava tanto sudore sulle natiche , accelerava per poi fermarsi, estraeva brevemente il cazzo dall’ano ormai aperto e subito di nuovo facilmente mi infilzava; nel mentre mi masturbava sapientemente portandomi in breve ad un godimento esasperante. Non capivo se volevo avere un orgasmo e liberarmi oppure se desideravo che mi scopasse a lungo per arrivare insieme a godere. Pregustavo di sentirlo spruzzare lo sperma in fondo al retto per accogliere la sua sborra nello stomaco ed esserne piena. Improvvisamente, diede una variazione decisa al suo movimento dentro di me: adesso martellava furiosamente sollevandomi ad ogni spinta quasi in piedi e nello stesso tempo mi tempestava la clitoride con le sue dita nodose poi cominciò a sproloquiare, inondandomi di parole pesantemente volgari che mi coinvolgevno sempre più e mi avvicinavano ad un orgasmo mai provato. Ormai il mio ano era slabbrato ed il suo cazzo scivolava facile dentro il canale rettale. Finite le parole tutte che mi rivolgeva cominciò ad avvicinarsi al godimento e mi rivolgeva parole piene di lascivia: ” fra poco ti riempio lo stomaco di sborra, sto per venire, ricevimi tutto e sborra anche tu. Mi fai impazzire tu, già ti notai dalla prima volta che siete venuti al cinema. Altre coppie ho spiato facendo finta di dormire riverso sul contenitore frigo ma con l’occhio rivolto alle coppie. Nessuna di esse ha voluto giocare con me: solo tu ed il tuo ragazzo. Grazie ed ora ti sto sborrando nel culo.”
Sentendo quelle parole mi scatenai in un orgasmo inimmaginabile, intenso, lungo, poderoso mentre sentivo gli schizzi di sperma che mi colpivano le pareti del mio retto e lo sperma depositarsi nel condotto che risale lo stomaco e lì giacere( nei giorni successivi avrei colato liquido seminale del mio amante sconosciuto ed inzaccherato diverse mutandine, causandomi una formidabile eccitazione che mi indusse a masturbarmi con il liquido stesso che spalmavo appena uscito dall’ano sulla fica).
Quando i nostri tremori si sopirono, il mio maturo amante si sfilò lentamente ed avvertii il vuoto dentro il canale rettile. Sospirai per il languore e subito parte dello sperma fuoriuscì scivolando lungo le cosce. Mi abbracciò mi sorrise e prima di uscire mi raccomandò di tornare il venerdi successivo: ” la strada adesso è aperta”. Scomparve chiudendo la porta. Restai a lungo dentro il bagno e mi toccai ancora fino a venire sulle dita inzuppate di sperma e umori vaginali. Uscii e tornai in sala dove il mio ragazzo sedeva tranquillo in attesa della mia ricomparsa. L’uomo non c’era più lo rividi appena le luci dell’intervallo si accelero e ricominciava a vendere gelati: passò davanti a noi, mi regalò un gelato, mi strizzò l’occhio e raccomandò al mio ragazzo di non mancare il venerdi successivo. Le mie mutandine erano tristemente adegiate sul pavimento le raccolsi e le misi in borsetta. Presi per mano il mio ragazzo ed insieme andammo via. Mentre guadagnavamo l’uscita gli dissi: “ha voluto una mia verginità e gliel’ho data”. Lui trasalì ma lo rincuorai avvertendolo che se non si fosse deciso a sverginarmi la fica al più presto avrei dato a quell’uomo il compito di lacerarmi l’imene…venerdi prossimo…
Il giorno successivo mi portò a casa sua, in assenza di suoi , e mi sverginò. Non fu per niente piacevole: avevo tremato e goduto molto di più col mio amante maturo e sconosciuto. A proposito: ancora non gli avevo chiesto il suo nome: l’ avrei fatto il venerdi successivo mentre gli avrei dato anche la fica. Se lo meritava.

continua…

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