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Erotici Racconti

Non potrò scordarti

By 18 Ottobre 2018Febbraio 11th, 2023No Comments

Quello che effettivamente ricordo con accuratezza, è che, tutto quanto iniziò per una sonora quanto allegra derisione tra me e Rosalia, lei alquanto disponibile e parecchio incline alle mie costanti e ripetute freddure, peraltro femmina avvenente, coerente, leggiadra e tenace, con quegli occhi azzurri che ti scandagliavano dentro appena lei t’osservava. Cominciammo in tal modo a frequentarci, prima in presenza di nostri comuni amici a seguito del festeggiamento d’un compleanno, successivamente diventammo ben presto talmente intrinsechi e stretti, che mi pareva d’averla frequentata da sempre. 

In una piovosa serata d’ottobre mi recai presso l’abitazione d’una mia conoscente nel centro storico di Siracusa per portargli dei manuali da visionare, dopo passai per la piazza incontrandomi con Rosalia andando in conclusione al cinema per vedere un film del quale non rammento nulla, giacché memorizzo ancora oggigiorno, che la sua delicata mano acciuffò amorevolmente la mia, portandosela celermente sotto la gonna per farmi tastare il suon delizioso ben di Dio, avvedutamente là di sotto morbidamente occultato, facendomelo sapientemente palpare in assenza peraltro delle mutandine.

Io in quella contingenza m’aizzai intrigandomi talmente tanto, da non riuscire più a comprendere né ad afferrare niente, Rosalia era abitualmente assai brillante e geniale, ma questo atteggiamento da parte non me lo sarei aspettavo di certo. Dopo un tempo lunghissimo, passato a palpeggiarle quelle labbra palpitanti e impregnate, peraltro sotto una gonnella spessa, il film terminò, eppure io non me ne resi conto, perché alla stessa maniera finimmo presso l’abitazione d’una sua affidabile amica, che indubitabilmente edotta e al corrente di tutto quanto non si era fatta trovare. 

In brevi istanti ci trovammo con lei seduta sul tavolo con le gambe spalancate, mentre io accalorato e animato più che mai, esploravo con ardore sotto la sua spessa gonnella, alla ricerca dei suoi pelosissimi peli arricciati annusando la sua odorosa e favolosa fica. Memorizzo presentemente l’avvolgente ed eccitante rugiada che fuoriusciva, che ormai aveva impregnato anche le mutandine. La sapidità di Rosalia era forte e pungente, al tempo stesso penetrante, ma che non infastidiva, perché la mia bocca avida affogava nei suoi totali fluidi, durante il tempo in cui le mie mani stringevano le sue cosce forse oltre la misura, eppure lei gradiva notevolmente. 

Il fremente e smanioso passaggio che avvenne fra il tavolo e il letto fu alquanto solerte, giacché in un baleno ci ritrovammo distesi su d’un letto in ferro battuto altissimo da terra, avvolto con delle trapunte e con delle lenzuola impregnate di profumo ed eccezionalmente soffici al tatto. L’ambiente di quell’abitazione era straordinario, i tetti a volta altissimi avevano delle ombre curiose, le luci della strada filtravano attraverso le persiane socchiuse, mentre i rumori della città sottostante erano smorzati dai nostri respiri.

La passione ribollente vibrante era tale, che non rammento neppure d’essermi spogliato, sì, ero nudo, avvinghiato a lei, circondato da una pelle che non mi dava tregua. Io non mi ero mai trovato così accalorato, aizzato e frastornato, perché mi pareva d’essere nell’empireo dal benessere che sperimentavo.

Io e Rosalia scopavamo per ore senza stancarci, nelle pose più improbabili, nelle condotte e nelle maniere maggiormente eccentriche, senza mai aprir bocca o manifestare specifici desideri, perché inspiegabilmente sia la consonanza che l’armonia di tutti e due era radicale.

Quella notte, invero, catturati da chissà quale folletto, eravamo tanto eccitati e rilassati, che non ci rendevamo conto di cosa stessimo compiendo concretamente. Le lingue fluivano sulle braccia, sul collo, sulla schiena, sulle gambe, in ogni parte, le natiche erano le nostre mete preferite.

Allo stesso modo lei non si fermava davanti a nulla, in quanto era concretamente in grado di mandarmi in estasi con la sua adorabile e sapiente lingua quando mi leccava i piedi, malgrado ciò, la cosa più straordinaria era il momento in cui sentivo la sua lingua insinuarsi tra le mie natiche giocando con il mio didietro, perché aveva ben appreso come farmi perdere la bussola facendomi sragionare per il piacere.

Rosalia era in grado di baloccarsi con le dita in tutti gli anfratti, non da meno, io che con il mio cazzo la facevo indiscutibilmente vaneggiare senza penetrarla, fino a quando ormai senza più nessun controllo l’agguantavo amabilmente o selvaggiamente, a seconda dei momenti.

I nostri incontri erano molto appassionati, entusiasti e lascivi, Rosalia infatti prediligeva tantissimo il mio cazzo, per il semplice fatto che lo trastullava con la bocca come se fosse un lecca lecca che s’offre ai bambini. Generalmente la sua eccitabilità era tale, da far scomparire nella sua bocca tutto la mia asta di carne, con una destrezza e con una meticolosità che io scrutavo giammai intraveduta prima d’allora.

I suoi occhi in quei momenti mi puntavano come quelli d’un felino, mentre le sue unghie slittavano sul mio torace fino a cagionarmi male. Le piaceva darmi piacere in questo modo, facendomi delirare, ingoiando in ultimo tutto il mio sperma a seguito delle mie sborrate. La sua capacità, competenza e maestria non l’ho mai più riscontrata in nessun’altra donna.

Quella sera, comunque, successe qualcosa d’inedito e d’inconsueto dopo averla afferrata da dietro, avendola masturbata con le mie mani mentre la sodomizzavo, dal momento che mi è venuto in mente avendo l’audacia d’osare di più. La feci stendere di schiena e cominciai ad accarezzarle la sua villosissima fica, che ormai era inondata di piacere e di secrezioni come se fosse un ruscello. 

Le mie dita fluivano in tutte le direzioni e a ogni ritorno arrischiavano sempre di più, dapprima un dito, in seguito un altro, roteavano all’uscio di quello che è il terreno più delizioso e piacevole per un uomo. Eppure questo non era sufficiente, captavo i suoi muscoli lentamente cedere sotto la mia pressione, avvertii a un certo punto che si rilassavano, che lei mi chiese di più. Io rimasi scompaginato e smarrito, non comprendevo più niente, Rosalia contrariamente si mise a piangere dal piacere, e toccandomi la mano incespicava convulsamente in maniera fervida: 

‘Dio mio, non posso crederci, è assurdo, è davvero meraviglioso, che goduria, è la fine del mondo’. 

Io passai qualche minuto d’apprensione, in seguito cominciai a muovere le mie dita ormai ben collocate nell’irsuta fica di Rosalia mandandola nettamente in rapimento, al momento lei era fuori di sé, percepivo solamente delle frasi depravate, disorganiche e turpi, delle sconcezze lascive e delle oscenità viziose, le sue gambe m’avevano frattanto ben afferrato congiungendomi con estremo vigore. 

Io con l’altra mano avevo iniziato a stringerle i capezzoli, a stuzzicarle il didietro allargandolo gradualmente, ma il suo orgasmo arrivò in modo sconvolgente, senza preavviso, senza potermi preparare.

Rosalia singhiozzava, sbraitava, si compiaceva e al tempo stesso m’insultava denigrandomi, mi comprimeva e m’amava, implorandomi e scongiurandomi di restare là con lei. 

Ti saluto con molto affetto e t’abbraccio forte a me, ciao mia apprezzata, beneamata e ‘picciotta bedda’, perché io non potrò mai scordarti, in nessun caso, finché vivrò. 

{Idraulico anno 1999} 

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