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Erotici Racconti

Repressa dalla smania

By 19 Giugno 2018Febbraio 9th, 2023No Comments

Eccomi qua, sono appena scesa dalla metropolitana e mi dirigo speditamente in direzione del dipartimento. Ho stentatamente patrocinato una grossa ricerca che m’ha logorato completamente la stagione calda, perché in verità quella disgustosa interrogazione l’ho ributtata alla fine dietro la schiena, sicché al presente dopo un viva apprensione mi reco da lui. 

Al momento lo vedo sulle scale ad attendermi, è bello e gradevole come non mai, oggi peraltro illuminato dal sole. Avvenente, equilibrato e innamorato. Riconosco un’espressione schietta sul suo viso, la vedo già da lontano, so che cos’ha precisamente in mente, tuttavia il mio ruolo è quello di fare l’innocente, la femmina candida, fiduciosa e trasparente, perciò lo abbraccio spontaneamente avvertendo il suo profumo, gongolando della nostra vicinanza. Qualche parola, qualche morigerato bacetto, ancora il piacere di sentirlo di nuovo così vicino, per percepire il battito del suo cuore attraverso i nostri vestiti: 

‘Andiamo in bagno’ – mi bisbiglia lui già infervorato all’orecchio. 

Io sapevo già tutto ancor prima che aprisse bocca, in tal modo senza discorrere lo agguanto per mano e lo accompagno alla toilette del politecnico. Lui m’attende all’esterno della porta, fintanto che io vado in ricognizione nel bagno delle ragazze. Non c’è nessuno, allorché entro, lui mi raggiunge e la serratura scatta. Ecco, questo qua è attualmente il nostro limitato ma ardente angolo di mondo: delle piastrelle bianche, un lavandino, un minuscolo specchio e il vaso del gabinetto.

Lui mi spinge contro il muro con risoluta delicatezza, mentre inizia a baciarmi con passione. Le nostre lingue s’incontrano, si massaggiano, si urtano accelerando e disputando i nostri palpiti di desiderio. Le sue mani si posano sulla mia vita e salgono, sollevando la maglietta leggera, durante il tempo in cui io lo avvicino ancor di più a me prendendolo per i glutei, sentendo già tutta la sua eccitazione premere in modo inequivocabile contro di me. Ormai lo conosco troppo bene, so che gli basta sfiorare un mio capezzolo per non sapersi più tenere. La sua mano sale e stringe, palpa, accarezza, mentre ci baciamo ancora. Io distolgo la bocca dalla sua per concentrarmi sul suo collo: lo lecco, lo mordo, lo bacio, mentre sento i suoi sospiri farsi sempre più profondi. Allungo una mano ed inizio a massaggiare il suo membro turgido attraverso i jeans.

Adesso lo sento distintamente, mentre lui fa lo stesso con me, toccandomi lì, dove sa che mi piace di più, proprio come solo lui sa fare. Alla cieca io gli sbottono i pantaloni, so che è quello che vuole, e riprendo a massaggiarlo, accarezzo, stringo, salgo, scendo: ormai la sua voglia è pari alla mia. Con la voce strozzata dal desiderio lui mi sussurra ti voglio. Soltanto uno sguardo gli è già sufficiente: in un attimo m’ abbassa i pantaloni e gli slip, giacché io faccio lo stesso con lui. Subito si riavvicina, sento il suo cazzo duro in mezzo alle mie gambe. Lo voglio troppo, mi volto e appoggiandomi al muro m’abbasso. Entra subito con facilità, sono sua completamente. 

Le sue mani scorrono sui miei fianchi, sul mio seno, mentre io avverto di netto nel bassoventre ogni singola spinta, mi bacia sul collo, capto il suo respiro appassionato ed eccitato, perché niente è più confidenziale, intimo e sensuale di due amanti che consumano la propria passione adoperandola tramite la passione dell’altro. Lui esce, mi volto e gli dico di sedersi sulla tavoletta, mi sfilo i pantaloni e in un attimo sono seduta su di lui, con tutta la sua virilità dentro di me. Inizio a muovermi accompagnata dalle sue mani che spingono il mio sedere e mi guidano. Lui gradisce molto, nel contempo mi guarda con occhi vitrei mentre mi proclama: 

‘Ancora, sei un vero incanto, sì, prosegui’. 

Io godo del suo godimento, udiamo frattanto il cigolio d’una porta, una ragazza è entrata nella toilette accanto. Lui mi dice di rallentare, io obbedisco, anche se l’idea che qualcuno potesse sentire i nostri gemiti non mi dispiaceva per nulla. Passato il pericolo mi dice di rialzarmi, m’afferra nuovamente da dietro, come so che gli piace di più. Al momento il suo ritmo è serrato, mi manca il fiato, il piacere sale enormemente. Poco dopo mi riferisce che sta per sborrare, in quell’occasione lo prego umilmente di toccarmi dove sa.

Devo venire anch’io, poiché devo compierlo avendolo dentro di me, in quanto lo avverto spiccatamente salire, mentre il ritmo di lui dentro cresce e la sua mano si muove veloce tra le mie gambe. Io m’abbasso maggiormente tenendomi al muro e vengo, spalancando la bocca in un grido silenzioso e devastante. Un attimo più tardi percepisco il suo respiro infuocato sulle mie natiche nude e sudate diventare inaspettatamente più veloce e, poi più lento e regolare. 

Visibilmente accaldati ed ansimanti ci appoggiamo affaticati al muro baciandoci, mentre lui esce accompagnato da un esiguo spruzzo del suo seme mormorandoci ti amo. 

In seguito, in maniera sottintesa sorridiamo e frattanto in modo accennato azzardiamo: se nel mentre qualcheduno ci avesse sentito? Forse è un po’ tardi per pensarci adesso.

{Idraulico anno 1999}  

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