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Erotici Racconti

Ricordi di Università 3- Lisa e Sandra

By 13 Marzo 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

Passò qualche giorno, continuavo a ripensare alla storia di Sandra che mi aveva raccontato mia moglie, ogni volta che ci pensavo mi eccitavo sempre di più, Lisa però non mi aveva ancora raccontato come fosse finita a girare un film porno amatoriale, lei non sembrava intenzionata a riprendere il discorso, io ero curioso, una sera dopo cena eravamo seduti sul divano, guardavamo un programma stupido alla tv, Lisa era rilassata io la abbracciai e iniziai a far scorrere le mie mani sul suo corpo, mi era venuta un idea, iniziai a carezzarla piano insinuando le mie mani sotto la maglietta che indossava, aveva tolto il reggiseno per stare più comoda, le mie mani furono subito a contatto con la sua pelle, mi piaceva toccarle il seno la morbidezza della sua pelle mi inebriava, iniziai a giocare con un capezzolo, Lisa si stava eccitando si appoggiò sul divano offrendosi completamente, sapeva che mi piaceva esplorare tutto il suo corpo, le mie mani fecero salire la sua maglietta lasciando scoperti i suoi magnifici seni, iniziai a passare la lingua su tutta la loro superficie, prendevo in bocca i capezzoli succhiandoli forte, Lisa ansimava mentre passavo la lingua sui capezzoli, continuando a carezzarla scesi lenta,mente fico al suo grembo, le mie mani si insinuarono sotto la sua gonna andando a cercare le sue mutandine, presi l’elastico iniziando a leccargliele piano, lei sollevò il bacino per aiutarmi, passai un dito sulla sua fessura, era già bagnata, iniziai a far passare la mia mano in mezzo alle sue gambe fermandomi a titillare il clitoride, Lisa iniziò a gemere, mi tuffai tra le sue gambe iniziando a passare la mia lingua su tutta la sua deliziosa fica, mi piaceva farla godere con la bocca, la mia lingua inizio a leccare sempre più velocemente, sentivo lisa gemere sempre più forte, stava per raggiungere l’orgasmo, mi dedicai a succhiarle clitoride, è una cosa che la fa impazzire, dopo qualche istante il suo bacino si contorceva in preda all’orgasmo, insinuai la mia lingua a cercare gli umori che colavano abbondanti dalla sua fica bevendo tutto.
Adesso che aveva avuto un orgasmo Lisa stava a riprendere fiato sul divano, io mi eroi messo accanto a lei e continuavo a carezzarla in mezzo alle gambe, dopo che l’avevo fatta godere difficilmente mi negava qualcosa;
-Allora Lisa, mi racconti come hai conosciuto Sandra- usai il tono più dolce che riuscii a fare, lei mi guardò, dovette sentirsi quasi in obbligo, perché iniziò a raccontare…
Quando mi iscrissi al primo anno di università non riuscii ad accedere al pensionato universitario, così mi misi a girare per cercare una stanza, in facoltà era pieno di avvisi, mentre stavo prendendo alcuni numeri di telefono andai a sbattere su Sandra, anche lei stava prendendo dei numeri di telefono, era spaesata come me, le offersi un caffè per scusarmi, lei accettò e ci trovammo al bar della facoltà a parlare;
-Io sono Sandra, sto cercando una stanza, ma ancora non ho trovato niente-
-Io sono Lisa, ti capisco ho il tuo stesso problema, e una settimana che giro ma non ho trovato niente-, iniziammo a parlare e il tempo ci volò via, si era fatto mezzogiorno e quindi pranzammo assieme, continuando a parlare abbiamo visto che avevamo molte cose in comune, decidemmo di rispondere ad alcuni annunci assieme, almeno una delle due avrebbe trovato qualcosa.
Girammo una marea di case, alcune veramente uno schifo, altre troppo care, eravamo scoraggiate, quando andammo a vedere una stanza, era spoglia ma funzionale, la casa non era vecchia era anche abbastanza grande, la ragazza che ci abitava era una studentessa come noi, la sua coinquilina si era laureata e adesso cercava un altra coinquilina, ci piaceva, ma ne io ne Sandra potevamo permettercela, la ragazza che abitava lì ebbe un idea;
-Perché non la prendete insieme, invece di una singola stareste in una doppia, ma lo spazio cè e potreste dividere l’affitto-, non ci avevamo pensato, ci guardammo un attimo e accettammo,
la nostra coinquilina si chiamava Dina, era alla fine degli studi infatti stava finendo la tesi e contava di laurearsi entro l’anno. Iniziammo a spostare le nostre cose nell’appartamento, l’unica cosa di mobilio che c’era erano i letti e i materassi, c’era anche un grande armadio che avremmo diviso, non ci volle molto a rendere accogliente la stanza, per l’inizio delle lezioni l’avevamo resa abitabile, fù così che iniziò la nostra convivenza.
Abitando nella stessa stanza e andando a lezione assieme si creò tra di noi una grande confidenza, ancora non mi aveva parlato di come aveva guadagnato i soldi per l’università, ma aveva cominciato a raccontarmi la storia della sua vita, e lo stesso avevo fatto io, non avevo guadagnato i soldi come aveva fatto lei, ma i miei genitori stavano riuscivano a mantenermi all’università stando molto in bilico, quello che ci avvicinò molto di più fu l’università, dopo aver pagato le prime rate delle tasse, abbiamo scoperto che erano cambiati i parametri per le fasce di reddito che determinavano le tasse, io e Sandra ci siamo trovate fuori di circa 300.000 lire Io avevo pensato di dirlo ai miei nel fine settimana quando sarei tornata a casa, ma proprio quando stavo per chiedergli i soldi avevo sentito i miei genitori parlare di un acconto IRPEF straordinario e di non sapere come pagarlo, la mia richiesta sarebbe stata oltremodo fuori luogo, non gli dissi nulla.
Quando ritornai avevo la testa piena di pensieri, uno più nero dell’altro, Dina per fortuna non c’era, mi precipitai nella mia stanza, trovai Sandra sul letto che singhiozzava, quando mi vide scappò in bagno, si vergognava a farsi trovare a piangere, la seguii, avevo paura che stesse male
-Sandra stai bene- aveva chiuso la porta, e io stavo fuori,
-Si sto bene, non preoccuparti-, la sua voce contraddiceva in pieno le sue parole, era ancora tremante per il pianto, insistetti e riuscii a farla uscire, andammo in camera, dove lei pianse ancora tra le mie braccia.
-Sandra hai qualcosa che ti preoccupa?-
-Non so come pagare il supplemento di tasse..-, io ignoravo ancora come avesse pagato le prime rate;
-Hai chiesto ai tuoi genitori-
-I miei genitori credono che io sia qui con una borsa di studio, non possono certo aiutarmi-, restai sconcertata, ma Sandra ormai era partita, voleva sfogarsi, tra un singhiozzo e l’altro mi raccontò tutta la sua storia, fù una giornata di sfoghi anch’io le raccontai la mia situazione, e passammo così tutta la sera.
Il mattino dopo ci risvegliammo con gli occhi ancora rossi, eravamo di pessimo umore, Dina era già uscita così non dovemmo dare spiegazioni, mentre facevamo colazione Sandra disse;
-Io non lasciò l’università, tornerò dall’ingegnere a chiedere se ha qualcosa per me-, nella sua voce c’era una grande amarezza, ma la capivo perfettamente;
-Ti chiederei di venire anch’io, ma tanto non sono più vergine da un pezzo, spero che almeno tu abbia fortuna-
Ci separammo con l’umore nero, Sandra andò dall’ingegnere, io mi misi a girare per cercare qualche lavoretto che mi aiutasse a nella mia situazione, almeno per me fù una mattinata persa, nessuno aveva bisogno di aiuto, i pochi posti erano già andati da tempo, e chi come me si era svegliata tardi non trovava niente, la sera ci rivedemmo con Sandra, speravo che almeno a lei fosse andata meglio. Lei mi trascino nervosa nella nostra stanza, sembrava in imbarazzo,
-Senti sono stata dall’ingegnere, ha detto che per adesso non aveva niente, ero disperata e ho detto che ci sarebbe stata anche una mia amica in difficoltà, all’ora lui si è fatto più interessato, mi ha chiesto di questa amica, mentre gli parlavo i suoi occhi si sono messi a brillare, poi mi ha detto che mi avrebbe fatto sapere, credo che abbia qualcosa in mente, ma adesso non so che fare…- il suo sguardo mi guardava supplice, Sandra si era impegnata anche per me, ma adesso aveva bisogno del mio consenso, restai interdetta, non sapevo cosa dire;
-Non lo so Sandra, devo pensarci-, lei non disse niente, una luce di speranza le brillò negli occhi, ma non insistette oltre.
Il giorno successivo, girai ancora per cercare un qualche lavoro, ma feci un altro buco nell’acqua, inoltre non avrei avuto più molto tempo, avevo due esami da preparare e mi serviva tempo anche per studiare. Sandra aspettava la chiamata dell’ingegnere, non aveva più accennato all’argomento, fù due giorni dopo che ricevemmo una telefonata, Sandra andò a rispondere era l’ingegnare, Sandra mi lanciò un occhiata supplicante, io ero avvilita per i fallimenti di quei giorni, pensai che non avevo niente da perdere e annuii, Sandra parlò per qualche minuto annuendo di tanto in tanto, quando finì ci mettemmo in disparte per discutere,
-Mi ha detto cosa vuole che noi facciamo, vuole che io e tu andiamo a una delle loro festicciole e che intratteniamo gli ospiti, non dobbiamo scoparci, vuole che io e tu nel mezzo della serata offriamo una spettacolo lesbo, mi ha detto che se accettiamo domani ci darà i particolari-, rimasi interdetta, quando avevo annuito non avevo capito bene quello che mi sarebbe stato chiesto, non avevo mai avuto incontri con donne, e loro mi chiedevano di averne uno in mezzo ad altra gente, prima che avessi il tempo di dire qualcosa Sandra mi disse quanto ci avrebbero dato
-Ha detto che ci daranno un milione e mezzo, e se lo spettacolo piacerà e probabile che qualcuno aggiunga una cospicua mancia-.
Il giorno dopo Sandra aveva telefonato all’ingegnere che le aveva dato i dettagli, lei si affretto a dirmeli, saremmo andate ad una festa come comuni invitate, quando lui ce lo avrebbe detto avrebbe cominciato a spogliarci e avremmo avuto un rapporto lesbico nel salone, disse anche che era probabile che qualcuno volesse partecipare, ma sarebbero stati solo dei rapporti orali. Ci avrebbe detto la data quanto prima.
Passammo i giorni seguenti nell’attesa, il mio nervosismo aumentava di giorno in giorno, ogni ora mi pentivo di aver accettato, poi mi dicevo che i miei non potevano aiutarmi, fù un vero inferno.
Quasi come una liberazione ricevemmo la chiamata dell’ingegnere che ci comunicava di tenerci pronte per sabato, avrebbe mandato una macchina a prenderci.
Il sabato arrivò in fretta, l’auto che ci venne a prendere ci portò in una graziosa villetta fuori città, Sandra disse che era diversa da quella dove era stata lei, ad attenderci non c’era l’ingegnere, ma una specie di governante, che ci fece accomodare.
-La festa inizierà tra tre ore, siete state portate qui prima per potervi preparare-, alle sue parole entrarono altre due donne, una aveva in mano alcuni abiti da sera, ne appoggiò alcuni su di me e Sandra, e poi uscì, l’altra ci guardò un istante, toccandoci i capelli, era una parrucchiera che avrebbe dovuto prepararci, ci accompagnarono in un bagno grandissimo, io e Sandra ci spogliammo e entrammo nella vasca, era così grande che ci stavamo comodamente in due, la parrucchiera ci porse una sciampo particolare, quando uscimmo dall’acqua fummo prese in consegna dalla governate, ci portò in un altra stanza dove ci affidò alla parrucchiera, era una persona esperta, le ci volle poco, per pettinarci i capelli, ci fece una morbida acconciatura che teneva i capelli alzati, mentre due ciocche scendevano ai lati, si dedicò anche al nostro trucco, curò le nostre labbra e i nostri occhi, quando finì e mi guardai allo specchio stentavo a riconoscermi in quella donna bellissima che mi guardava, quando la parrucchiera fini con noi venimmo portate in un altra stanza dove la donna che aveva provato i vari abiti ci aspettava, ci disse brusca di spogliarci, io e Sandra ci guardammo un attimo in faccia, poi Sandra slacciò l’accappatoio e restò nuda, io la imitai, restammo nude di fronte alla donna, lei ci guardò con aria critica, poi ci porse un paio slip di pizzo neri, li indossammo in silenzio, ci porse dopo un reggiseno in pizzo nero che andammo a indossare, guardai l’effetto di quella biancheria indosso a Sandra, mi sembrava molto arrapante, non era finita ci porse delle calze nere autoreggenti con il bordo ricamato indossammo anche quelle, la donna ci guardò con un occhiata soddisfatta, ci porse due vestiti da sera neri che avremmo dovuto indossare, indossati i vestiti guardai Sandra, era molto elegante, il vestito le cadeva addosso come una seconda pelle, il mio aveva un ampia scollatura, il mio seno 4 misura sembrava voler uscire a tutti i costi, non mi sentivo a mio agio, Ma un occhiata di approvazione che mi diede Sandra, mi fece pensare che forse mi sbagliavo, avevano pensato a tutto, due paia di scarpe da sera nere con tacco a spillo luccicavano vicino a dove c’erano gli abiti, le indossammo e fummo pronte.
La festa all’inizio fu molto carina, gli invitati erano persone molto eleganti, le donne soprattutto avevano una eleganza innata, io e Sandra ci mescolammo agli invitati, eravamo molto nervose per quello che dovevamo fare, il mio cuore batteva a mille, dovevo fare una bella figura, perché qualcuno mi corteggiò discretamente, iniziavo a dimenticare il vero motivo per cui ero lì, mentre stavo divertendomi sentii una voce;
-Vai verso la tua amica Sandra e inizia a baciarla, lei sa già il resto-, mi girai di scatto e vi di che chi aveva parlato per l’ingegnare che Sandra mi aveva indicato prima, posai il bicchiere che avevo in mano quelle parole mi riportarono bruscamente alla realtà, ero lì per dare spettacolo, mi avvicinai lenta a Sandra, la musica che c’era nell’aria mi sembro spegnersi all’improvviso, mi muovevo verso Sandra come in trance, la vidi al centro della sala che parlava con un uomo, mi avvicinai a lei, quando mi vide dovette capire che per noi la festa era finita, mi guardò con un sguardo triste, e si preparò ad accogliermi, tese le sue braccia verso di me per abbracciarmi, le mie labbra andarono a posarsi sulle sue, la sua bocca si schiuse lasciando passare la sua lingua, la sentii che entrava nella mia bocca , vidi che gli ospiti avevano lasciato le loro occupazioni e avevano iniziato a formare un cerchio intorno a noi, Sandra aveva ricevuto le istruzioni dettagliate e prese a dirigere le operazioni, mentre con la sua lingua frugava nella mia bocca le sue mani andarono a cercare la lampo del mio vestito, la fece scendere piano lasciando nuda la mia schiena, quando lo ebbe slacciato portò le sue mani sulle mie spalle facendo scivolare il vestito dalle mie spalle, il vestito cadde a terra lasciandomi con la sola biancheria offerta agli sguardi di tutti, , lasciò la mia bocca iniziando a passare le sue labbra sul mio collo, la sentii sussurrare al mio orecchio;
-Devi slacciare il mio vestito-
Le mie mani si mossero esitanti verso la chiusura del suo vestito, per l’emozione pasticciai con la sua chiusura, finalmente riuscii ad aprirlo, Sandra scrollò le spalle per farlo scivolare , il vestita cadde a terra accanto al mio, adesso ci stavamo strusciando con addosso solo la biancheria, le mani di Sandra si mossero a cercare la chiusura del mio reggiseno, sentii la faccia avvamparmi per l’imbarazzo, quando il reggiseno si slacciò e le mie tette sbucarono fuori, tutti ormai avevano fissato i loro sguardi su di noi, le mie mani andarono a cercare la chiusura del reggiseno di Sandra, adesso eravamo entrambe con i seni nudi, l’eccitazione in sala era palese, Sandra infilò le sue mani nei miei slip, iniziando ad abbassarli piano, nel chinarsi aveva portato la sua bocca a contatto del mio collo, la sua lingua percorse piano la mia pelle dal collo fino all’inguine, sentii le sue labbra sfiorarmi il clitoride e ritrarsi, adesso si aspettavano che io togliessi le mutandine a Sandra, portai le mie mani sul bordo delle sue mutandine, non ce la facevo, cercai di dissimulare baciando il collo di Sandra, Sandra se ne accorse, e cercò di sviare l’attenzione, iniziò a leccare il mio seno, nonostante l’imbarazzo i miei capezzoli rispondevano alla sua lingua diventando sempre più turgidi, Sandra passava la sua lingua su tutto il mio seno, facendomi rabbrividire mio malgrado, prese le mie mani e le porto sul bordo dei suoi slip, guidata dalle sue mani abbassai le sue mutandine restando con il mio viso quasi a contatto con il suo sesso, non so che mi prese, forse le leccate al seno di prima, ma tirai fuori la lingua andando a carezzare il suo clitoride. Sandra fece un sospiro, forse era la sorpresa, io restai con la lingua sul suo clitoride, cercavo il sapore della fica di Sandra, iniziai a muovere piano la mia lingua, sul suo clitoride, con la coda dell’occhio vidi che le persone si erano avvicinate ancora di più, stavo per smettere e scappare, Sandra dovette cogliere la mia esitazione, perché prese la mia testa e la premette forte sul suo sesso, l’odore della sua fica mi fece perdere il controllo, infilai la mia lingua nella sua fessura leccandola, Mi stupii nel sentire che Sandra si stava eccitando, la mi lingua si riempiva dei suoi succhi, sentii un certo calore salirmi dentro, stavo eccitandomi anch’io, lo sguardo dei presenti mi pesava addosso, un senso di rivalsa mi montò nel cervello;
-E questo che volete- pensai con rabbia -Godetevi lo spettacolo-
Iniziai a muovere frenetica la mia lingua, Sandra allargo le gambe per favorire il mio leccaggio, sentivo nella mia bocca i suoi succhi sempre più abbondanti, le sua gambe iniziarono a tremare per l’eccitazione, si sdraiò sul tappeto che ormai era diventato palcoscenico, io buttai tra le sua gambe continuando a leccarla, mentre la leccavo infilai un dito nella sua fica iniziando un furioso ditalino, come Sandra mi disse dopo si era scoperta un po’ esibizionista, il mio lavoro la portò rapidamente all’orgasmo, iniziò a gemere forte, la sua fica mi riempì la bocca di liquidi, strinse forte le sue cosce sul mio viso dimenandosi dal piacere, io ero ormai partita, tra l’eccitazione e la rivalsa, mi staccai dalla sua fica e mi accovacciai sulla sua faccia mentre ancora lei era scossa dall’orgasmo, la sua lingua si allungò andando a infilarsi nella mia fica, io mi stavo torturando i capezzoli per aumentare il mio piacere, adesso il mio respiro si era fatto pesante, tra non molto avrei goduto anch’io, mentre mi godevo la lingua vidi che molti degli uomini presenti avevano tirato fuori i loro cazzi e le donne solerti avevano iniziato ad occuparsene, la visione mi eccitò ancora di più, mi girai posizionandomi su Sandra, ci unimmo in un frenetico 69, le nostre lingue correvano veloci sulle nostre fiche insinuandosi dentro, stavo per venirmene, quando una mano alzò la mia testa, alzai gli occhi e vidi che uno degli uomini che assisteva era lì davanti a me con il suo cazzo puntato verso la mia bocca, non feci neanche in tempo a stupirmi che me lo spinse forte nella bocca iniziando a muoversi come se mi scopasse, avevo dimenticato che qualcuno avrebbe voluto partecipare, come se fosse stato dato un segnale altri uomini si avvicinarono con i loro cazzi tesi spintonandosi per spingermelo in bocca, Sandra aveva smesso di leccare, io venni messa in ginocchio per poter imboccare meglio tutti quei cazzi, accanto a me Sandra subiva lo stesso trattamento, quei cazzi si alternavano nella mia bocca, io ne presi due nelle mani iniziando a segarli, gli altri si spingevano per sbattermeli in bocca,
non so quanto durò il tutto, io non avevo più la cognizione del tempo, un getto di sperma mi colpì in faccia mentre io stavo imboccando un cazzo, quasi che si fossero dati un segnale altri schizzi mi arrivarono addosso, quello che era nella mia bocca se ne venne dentro facendomi quasi soffocare, quando finì si ritirò, altri cazzi volevano prendere il suo posto, mi trovai a leccare quei cazzi imbrattati di sperma mentre mi sentivo colare sulla pelle lo sperma che mi avevano schizzato addosso, finalmente si allontanarono lasciandoci in ginocchio coperte di sperma, l’ingegnere fece un cenno a Sandra che capì cosa voleva, si avvicinò a me iniziando a leccare lo sperma che mi scivolava addosso, io feci altrettanto con il corpo di Sandra finché le nostre bocche furono nuovamente a contatto, le nostre lingue impiastricciate si allacciarono in profondo bacio, scambiandoci quello che avevamo leccato.
Mentre eravamo intente a quel bacio lascivo, un applauso cominciò a salire, evidentemente erano soddisfatti dello spettacolo che avevamo offerto, quando finirono di applaudire si allontanarono lasciandoci al centro della stanza nude e sporche di sperma, nessuno badava più a noi, ci alzammo piano e uscimmo dalla sala.
Ritornammo nella stanza dove ci eravamo vestite, andammo dritte in bagno, ci buttammo sotto la doccia, ci restammo a lungo, quando uscimmo ci rivestimmo e siamo rimaste ad aspettare.
Aspettammo almeno un ora, quando finalmente arrivò l’ingegnere aveva un sorriso soddisfatto, ci porse i soldi che ci doveva, non li contammo neanche, chiedemmo solo di essere riaccompagnate, quando arrivammo a casa e contammo i soldi c’erano circa tre milioni, segno che lo spettacolo era piaciuto.
-Fù così che ci siamo conosciute io e Sandra-, mia moglie aveva finito di raccontare, sentivo che c’era dell’altro, ma capivo che per quella sera non avrebbe detto di più, il suo racconto mi aveva eccitato oltre misura, cercai la sua bocca per baciarla, poi facemmo l’amore.

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