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Riflettere, comprendere, amare e ricominciare.(seconda parte)

By 4 Aprile 20232 Comments

Riflettere, comprendere, amare e ricominciare.(seconda parte) 27 marzo 2023
Quel che segue è il seguito di: Riflettere, comprendere, amare e ricominciare raccontato da Laura, la moglie.
Un consiglio: è un racconto lungo ma da leggere in un fiato per esserne immersi come in un libro di Agatha Christie (che esagerazione).
A differenza del racconto di Marco , qui il sesso è presente con notevole intensità, ma Marco non poteva sapere…

La verità di lei
Sono Laura e dopo aver letto il racconto ho atteso un po’ di tempo per poter raccontare la verità su quanto accaduto integrando e modificando quanto, in buona fede, ha detto Marco.
Marco ed io ci siamo conosciuti in università, secondo anno e stesso corso di laurea, dopo pochi mesi eravamo insieme e ci laureammo nello stesso periodo. Avevo avuto già qualche partners, ma Marco fu il mio grande amore: intelligente, bell’uomo, deciso e mi amava tanto; un difetto? Un po’ pignolo.
Iniziammo a lavorare quasi da subito dopo la laurea in due diverse aziende dello stesso settore ed eravamo soddisfatti del nostro lavoro e dei nostri guadagni. Per farla breve a 27 anni ci sposammo e a 28 anni rimasi incinta di nostra figlia Chiara.
Eravamo bravi nel gestire la nostra vita e con l’aiuto dei genitori ci ritagliammo anche uno spazio per la palestra e la piscina
Come dicono le amiche sono una falsa magra e piaccio, molto. Sono alta, ho un bel culetto e belle gambe, le mie tette con l’allattamento sono diventate ancora più interessanti , ho lunghi capelli chiari e mi piace anche attraverso l’abbigliamento mostrare la mia femminilità; mai nulla di volgare ma abiti che sappiano valorizzare il mio culo ,le gambe ed il seno. So che piaccio e Marco non è geloso degli sguardi che gli uomini mi lanciano. Sono ed ero anche prima del matrimonio in ottima forma fisica e se Marco, che è un gran bell’uomo mi ha scelto tra tutte le ragazze che avrebbero voluto accaparrassero ci sarà stato un motivo.
I miei problemi di autostima giunsero con la prima maternità. Avevo un’attività che mi piaceva, ero stimata ed in carriera e l’arrivo di Chiara bloccò il mio percorso di crescita aziendale. Dopo il suo svezzamento tornai in carreggiata, ma un po’ a sorpresa rimasi incinta di Lorenzo il nostro secondo figlio.
Capitò quanto avvenuto precedentemente.
Intanto la carriera di Marco procedeva velocemente e con essa i suoi impegni di lavoro.
Spesso era via per lavoro lasciandomi sola ed ero sovraccarica per il lavoro, i bambini e la casa.
Fu un periodo lungo e difficile ed il treno della carriera, complice i due figli che per mentalità aziendale erano un peso perché distraevano e portavano via tempo per il lavoro, procedeva molto lentamente. Non ero più felice
In quel periodo il rapporto tra me e Marco si incrinò. Eravamo sempre stati complici in tutto, non lo eravamo più. Il nostro feeling era diminuito ed anche il sesso tra noi ne risentì
Per essere onesta, nel limite delle sue possibilità, Marco era sempre presente, ma per me non era sufficiente e quel genuino feeling che ci univa si era annebbiato.
Quello che è avvenuto è sicuramente figlio anche di questa situazione e forse se ne avessimo parlato nulla sarebbe avvenuto.
Torno a quel periodo.
In azienda fu inserito un nuovo CEO, Federico, e come tutti i nuovi capi che vogliono dare la loro impronta in azienda in breve tempo rimescolò carte ed organigrammi e mi trovai, inaspettatamente, su un “treno” che correva.
Federico aveva un ufficio da CEO: una grande scrivania personale, una tavola riunione da dodici persone e mobili di supporto più un comodo divanetto a tre posti con vicino due poltroncine; in quell’ufficio almeno tre volte la settimana riuniva i capi settori ed io ero tra loro. Si faceva il punto della situazione e si definivano i nuovi obvs; inoltre il nuovo CEO dedicava molto tempo a riunioni individuali .Era un maniaco dell’efficienza ed efficacia. Ogni riunione doveva durare al massimo un’ora ed in quei minuti nessuno doveva disturbare dall’esterno: i cellulari venivano spenti ed i telefoni “girati”. Sulla porta d’ingresso spiccava un pannello con la scritta arancione lampeggiante “do not disturb”
Fin dall’inizio fui attirata da lui; aveva qualcosa di particolare che toccava le mie intime corde. Non era più bello di mio marito ;era alto come Marco e più o meno avevano lo stesso fisico, ma aveva qualcosa di diverso in sé. Era più aperto alle relazioni rispetto Marco, ma anche se ascoltava i suoi collaboratori era lui a decidere per tutto, e quando aveva deciso bisognava fare quello che aveva detto altrimenti erano dolori. Uno dei nostri che non mise velocemente in pratica una sua decisione fu spostato ad altro “servizio”; fu un monito per tutti . Sottinteso che avesse anche un gran, travolgente, carisma.
Nell’insieme , riconoscendo le sue grandi qualità manageriali, l’avevo identificato come una importante guida per l’azienda in cui lavoravo , ma anche un personaggio da comportamento predatorio
Per il mio particolare lavoro, che non dico, mi trovai spesso da sola nel suo ufficio.
Il mio era un lavoro che richiedeva estrema riservatezza e quando ne parlavamo l’ufficio veniva “chiuso” e la scritta “do not disturb” era accesa. Mi trovai subito bene con lui e grazie al mio impegno e alla sua soddisfazione per il mio operato in due anni recuperai gli anni di carriera persi.
In quei due anni dal suo insediamento i nostri rapporti erano diventati amichevoli ed oltre al lavoro parlavamo delle nostre famiglie e dei nostri interessi, Anche lui era sposato ed aveva due figli più grandi dei miei. Il nostro feeling non aveva modificato il mio pensiero su lui anzi lo stare spesso insieme mi fece pensare anche a cose che poco c’entravano con il lavoro, tipo: ma questo atteggiamento predatorio l’avrà anche in casa sua con la famiglia? E a letto?
Stare con lui mi piaceva ed il tempo trascorreva velocemente facendomi dimenticare casa, figli e tutti i problemi della quotidiana vita.
Non avevo mai pensato a lui come amante; era un uomo interessante, ma il mio rapporto con Marco era più che solido, ho almeno ritenevo lo fosse.
Da qualche mese Tra Federico e me stava avvenendo qualcosa di non espresso . Spesso sedevamo vicino per lavorare, era più comodo per vedere lo schermo del pc , e da un po’ mi ero resa conto che quei normali toccamenti di mani o braccia o gambe per due che lavorano fianco a fianco mi davano delle leggere sensazioni come fossero brividi e calore. Le stesse sensazioni che provavo quando Marco mi accarezzava il corpo come preludio al nostro fare l’amore, ma lui non era Marco.
Non so se lui provasse le stesse sensazioni; quei brividi mi turbavano , ma non riuscivo ad allontanarmi da lui; era come se lo cercassi. Razionalmente cercavo di auto assolvermi, in fondo non facevo nulla di male e non c’era nulla di male a provare delle piacevoli sensazioni fini a se stesse.
La svolta fu quel mercoledì che mi disse, da amico, che aveva dato le dimissioni.
Gli avevano fatto una proposta lavorativa ”unica”. Si sarebbe trasferito in USA con la famiglia per molti anni, forse per sempre, e sua moglie lo appoggiava. Mi disse che ne aveva già parlato da tempo con l’amministratore delegato e avevano concordato la sua uscita ufficiale dall’azienda; sarebbe stata il mercoledì della successiva settimana.
A seguire sarebbe stato per una settimana presso gli uffici della proprietà che erano a Novara ed infine lui e la famiglia sarebbero partiti per gli USA.
Ci rimasi molto male. Avevamo un accordo professionale ed umano eccezionale. Ci capivamo al volo ed ero convinta che tra noi ci fosse una reciproca attrazione che aiutava il nostro lavorare insieme, anche se l’aspetto professionale era primario e ci permetteva di interagire bene senza altri coinvolgimenti sapendo come ambedue tenessimo alle nostre famiglie. Apprendere che il mercoledì successivo sarebbe stato l’ultimo giorno che lo avrei visto mi diede una particolare ansia e se ne rese conto.
Mi tranquillizzò dal punto di vista professionale; il nuovo CEO sarebbe stato un suo amico e lavoravano già insieme per il suo futuro inserimento nella nostra azienda, sapeva già tutto dei suoi futuri collaboratori ed avrebbe avuto un occhio di riguardo per me perché mi aveva presentato molto bene. Mi disse anche che il nuovo CEO fosse gay e quindi non mi sarei dovuta preoccupare per sue eventuali avances non professionali.
Quando Marco mi raccontò di quel giorno che ci aveva visto uscendo dall’ufficio ACI non poteva sapere che il mio rapporto con Federico fosse agli sgoccioli e che proprio il fatto che mancassero pochi giorni alla sua partenza ci aveva fatto fare quella sciocchezza di “gite” al parco.
Marco è sempre stato bravo a mascherare le sue emozioni e fino al momento in cui ci sorprese in auto non mi ero accorta di nulla
Rivedo quei momenti. Era l’ultimo sera che Federico trascorreva a Milano e voleva passare dei momenti dopo il lavoro, cosa che non era mai avvenuta, per un ultimo intimo saluto. Non ero convinta di questo incontro, ma lui insistette e accettai di incontrarlo. Sarebbe stata l’ultima volta.
Ci eravamo accordati per prendere la sua auto ed andare in un posto non lontano da casa mia per favorire il mio rientro ad una ragionevole ora
Arrivati dove previsto avevamo guardato con attenzione che nessuno ci vedesse, ma non potevo pensare che Marco sapesse e che fosse capace di bypassare la nostra attenzione
Quasi subito ci baciammo intervallando i nostri baci con lunghe chiacchierate. Poi mentre ci baciavamo una sua mano andò intorno le mie spalle mentre l’ altra era nella mia camicetta, che aveva già sbottonata, e stava giocando con le mie tette per poi scendere; arrivò sotto la gonna per poi risalire alla mia vagina e mi masturbò come lui sa fare bene
Abbiamo visto una persona sul marciapiede che veniva verso noi e ci siamo immobilizzati; è passata senza nemmeno notare la nostra presenza in auto. Federico ha ripreso con la bocca a giocare con le mie tette e con le dita a masturbarmi fino a farmi godere.
Poi parlammo per un pò intanto gli slacciai i pantaloni portando il pene all’ aperto. Volevo ricambiare il piacere che mi aveva dato.
Chinai il capo per fargli un pompino . Ero diventata in fretta molto brava nel dargli questo piacere
Gli tenevo il cazzo in bocca andando su e giù in un movimento continuo aiutandomi con la mano per tenerlo.
Allargavo le labbra scendendo sul cazzo poi le ristringevo risalendo senza mai farlo uscire del tutto dalla bocca; dopo con piacere avrei bevuto il suo sperma. Come facevo con mio marito al momento cruciale gli avrei massaggiato dolcemente i testicoli per favorire la sua sborrata.
La tecnica che utilizzavo con lui era migliore di quella utilizzata con mio marito: me l’aveva “guidata” lui . Ad un certo punto gli tengo il cazzo alla base e non lo masturbo, verrebbe troppo in fretta con meno piacere, con la bocca lo ingoio e scendo e risalgo due o tre volte mantenendo la stessa profondità e poi scendo cercando di catturarne di più per risalire lentamente dandogli maggiore piacere e poi.. .
Sentivo, dai suoi mugolii e dalla pressione della mano che teneva sul mio capo, quanto gli piacesse il mio pompino e sapevo che dopo poco gli sarebbe piaciuto ancor più. Improvvisamente sentii un rumore sul finestrino. Sollevai il capo cercando di capire cosa stesse succedendo.
Sentii tutto e soprattutto sentii la “voce” dirgli: da te nulla, ma puoi chiedere per favore a mia moglie cosa devo preparare per la cena dei bambini?
Quando il proprietario della “voce” si piegò oltre che sentirlo potei vederlo in faccia ed avere la conferma che fosse quella di mio marito.
Il resto lo conoscete.
Provai a raggiungerlo senza riuscirvi mentre anche Federico si allontanò. Tornai disperata indietro e vidi che Federico era tornato.
Eravamo disperati ambedue. Aveva timore, a ragione, che anche sua moglie avrebbe saputo.
La sua grande capacità di affrontare i problemi fu di grande aiuto. Seppur sconvolti ideammo un piano d’azione comune.
C’era una componente che ci aiutava; nessuno poteva sapere sino al lunedì precedente del nostro rapporto. Quello fu il primo giorno che uscimmo da soli andando a quel giardino e che comunicammo tra noi con il cellulare.
E torno al giorno che mi disse delle sue dimissioni.
Improvvisamente cambiò discorso: adesso posso dirti che sono attratto da te sino dalla prima volta che ti ho visto; ho riconosciuto in te la tua grande capacità professionale e la tua femminilità e se non fossimo stati sposati.. lasciò nel vuoto le restanti parole. Non te l’avrei mai detto se fossi rimasto qui, ma adesso prima di partire volevo che sapessi.
Rimasi abbagliata e sconvolta dalle sue rivelazioni che erano le stesse che io “sentivo”
Ero felice che quell’uomo bello e importante che era anche stato il protagonista sia della mia carriera che della mia ripresa psicologica mi confessasse i suoi sentimenti e il momento successivo fu che ci stavamo baciando. Un leggero bacio sulle labbra che si trasformò in un bacio profondo con le nostre labbra schiacciate. Non appena sentii la sua lingua che toccava la mia mi sentii pervadere da un calore in tutto il corpo. Una sua mano era sul mio seno e lo premeva dolcemente mentre una mia mano era leggermente poggiata sul suo collo e lo accarezzava. Eravamo talmente schiacciati che potei sentire il suo “rigonfiamento” che premeva contro il mio bacino . Abbiamo interrotto in attimo il bacio e non so dire come la mia mano sia andata a poggiarsi in basso da lui desiderosa di toccare la sua eccitazione. Una profonda improvvisa passione ci aveva avvinti. Fu come fossimo insieme da tanto e mi ritrovai seduta sul divanetto.
Da tempo ormai indossavo la gonna per andare al lavoro; mi faceva sentire più donna e più ammirata e forse inconsciamente pensavo che vestita cosi potessi attrarre ancor più le sue attenzioni.
Ero persa in quella situazione, contenta di essere tra le sue braccia e non pensavo a Marco e alla mia famiglia. Esisteva solo quello che stava accadendo. I nostri baci furono appassionati
Si tolse la giacca mentre lo guardavo mezza distesa sul divanetto. Mi fece appoggiare lateralmente. Non parlavamo c’era solo la passione che ci univa. Si inginocchiò e mi sbottonò la camicetta, poi mi sollevò il reggiseno lasciando i miei seni liberi; ne prese uno con la mano e mentre lo stringeva delicatamente iniziò a leccare e succhiare il capezzolo che era già eccitato. Mi stimolò cosi per più minuti: una tetta e poi l’altra, un capezzolo e poi l’altro, poi risaliva e mi baciava insinuando la lingua nella mia bocca
Mi lasciò per svestirmi completamente e lo aiutai nel togliermi camicetta e reggiseno e poi la gonna, le collant ed infine le mutandine. La mia intimità non era completamente rasata, una leggera striscia di peli sembrava indicasse dove arrivare; mio marito mi prendeva in giro per questo.
Mi allargò e alzò le gambe; si abbassò sotto di loro e potei vedere i suoi occhi guardarmi prima che il suo viso sparisse alla mia vista. Era così eccitata che potevo sentire il calore nella mia vagina. Immaginavo quello che avrebbe fatto.
Le sue mani si posarono sull’interno delle mie cosce e le sue dita allargarono le grandi labbra per toccarmi la clitoride ed i dintorni. La mia vagina si stava bagnando e surriscaldando.
Mi toccava e strofinava la clitoride continuamente aumentandone la sensibilità e avvicinandomi all’ orgasmo.
Mi stava masturbando e sapeva farlo bene ;desideravo i suoi tocchi e gli andavo incontro con il bacino.
Stavo godendo e approssimandomi all’orgasmo.
Sapevo che stavo arrivando all’orgasmo, lo sentivo e non avevo alcuna intenzione di sottrarmi .Nella mia testa, sotto le ondate di piacere, avevo pensieri contrastanti: non è giusto, non devo, è sbagliato. Ma la mia vagina diceva diversamente : mi piace. La mia testa si adeguò pensando; si tocca li, così, continua.
Mi mancò l’aria e raggiunsi l’orgasmo . Dopo “la piccola morte” mi stavo riprendendo, ma lui non si era fermato e mi stava portando ad un altro orgasmo.
I miei fianchi si sollevarono ancora per andargli incontro.
Si interruppe; mi allargò nuovamente le gambe ed i brividi attraversarono il mio corpo al tocco della sua lingua. Sentivo la sua lingua leccare e toccare i miei punti più intimi ed io spingevo la vagina contro la sua bocca e la sua lingua. La mia vagina stava producendo altri liquidi di cui si impossessò con la bocca; poi la sua bocca diede attenzione all’ interno delle mie gambe dandomi ulteriori scosse di piacere. Il mio corpo aveva iniziato a contorcersi sotto le sue attenzioni e lui sapeva che stava facendo bene.
Alzò leggermente la testa per guardami e per comprendere le mie sensazioni; i miei occhi parlavano per me. Mi è sempre piaciuto farmi leccare la figa e mio marito ne era un cultore; spesso iniziavamo il sesso così e mi portava all’orgasmo in quel modo rendendomi più rilassata e ricettiva per la successiva penetrazione.
A differenza, dopo il mio primo orgasmo, Federico non si era interrotto e le sue labbra e la sua lingua continuarono ad occuparsi della mia vagina.
Nella mia testa un solo pensiero: continua, continua.
Sentii un cambiamento, mi aveva lasciato. Aprii gli occhi , che tenevo chiusi godendomi il piacere, e vidi i suoi occhi.
Aveva il viso sollevato e stava guardandomi ,forse voleva ancora capire come mi sentissi, gli feci un sorriso e le mie mani si poggiarono sulla sua testa dandogli un chiaro messaggio. Un sorriso comparve sul suo viso prima che sparisse di nuovo e sentii nuovamente la sua lingua.
Toccò un punto particolarmente sensibile e gemetti ad alta voce. Era sulla clitoride
Mi contorsi sul divanetto.
Non riuscii a stare in silenzio, ero invasata, impazzita dal piacere. Le mie prime parole dall’inizio del nostro sesso furono : si, si , così.
Ero pronta a venire come mai. La sua bocca catturò nuovamente la clitoride e iniziò a succhiare.
Si, si, gli dissi mentre le mie mani affondarono nei suoi capelli e le mie cosce si serrarono intorno la sua testa e venni. Fu un nuovo orgasmo meraviglioso ed infinito , per tutto il tempo che il piacere pervase il mio corpo la mia figa sbatté contro il suo viso mentre la sua bocca continuava a mangiarmi.
Quando un’ ultima scossa di piacere mi raggiunse il mio corpo si contrasse nuovamente e poi crollai e tutto il mio corpo si rilassò. Ero ferma immobile con le gambe sulle sue spalle.
Lui rimase fermo per alcuni secondi prima di abbassare il viso e leccarmi tutto i liquidi prodotti dal mio orgasmo e quando ebbe finito indietreggiò lasciando cadere le mie gambe sui suoi fianchi .
L’improvviso suono di un timer ci ricordò che era trascorsa l’ora della nostra riunione. Fu come risvegliarsi da un sogno. Si sollevò lasciandomi libera di muovermi. Mi alzai in trance e rivestii mentre la lucidità mentale ritornava. Cosa avevo fatto? Cosa avevamo fatto?
Avevo fatto sesso con un uomo che non fosse mio marito e adesso?
Lui aveva il viso intenso e preoccupato. Mi disse: scusa: non dovevo ma…
Lo interruppi : è successo, l’abbiamo voluto.
Lui disse: domani abbiamo riunione alla stessa ora, se non vieni capirò. Avevo terminato la mia vestizione e mi avvicinai a lui e gli diedi un leggero bacio sulle labbra.
Lo lasciai al centro dell’ufficio e ne uscii. La mia mente era in subbuglio, ma il corpo era appagato e felice
Nel mio ufficio e anche dopo a casa pensavo a quanto successo. Per fortuna per un paio di sere Marco non sarebbe tornato a casa; era via per lavoro. Mi dedicai alla casa ed ai bambini e quando Marco mi telefonò la sera riuscii a parlargli con la giusta tranquillità ; a chiusura della giornata, prima di andare a letto, mi feci la doccia e casualmente mi vidi allo specchio. Ero la stessa donna di sempre, però ebbi una notte agitata. Cosa avrei fatto il giorno dopo?
La mattina mi vestii con la consueta cura. Non avevo ancora deciso cosa fare, l’ansia mi pervadeva. Accompagnai i ragazzi a scuola ed andai in azienda.
Misi in folle il cervello dedicandomi al lavoro rifiutando di pensare a Federico. Sollevai lo sguardo all’orologio, era l’ora prevista della nostra riunione.
Presi la mia cartelletta di lavoro e fui puntuale da lui nel suo ufficio.
Mi attendeva in piedi e mi guardò senza parlare; aveva un viso stranito. Appoggiai la cartelletta sul tavolo. Lo presi per mano e lo accompagnai al divanetto nel silenzio più assoluto e lo feci sedere. Mi dedicai ai suoi pantaloni e poi allo slip facendoli cadere ai suoi piedi. Da solo si tolse giacca e camicia. Aveva il cazzo già parzialmente rigido , le sue dimensioni era normali più o meno come quello di Marco, forse un po’ più fine. Lo presi con una mano segandolo un po’, poi approcciai e ci giocai con la lingua mentre Federico si era lasciato andare contro lo schienale del divanetto
Gli tenevo il cazzo in bocca andando su e giù in un movimento continuo aiutandomi con la mano per tenerlo.
Allargavo le labbra scendendo sul cazzo poi le ristringevo risalendo senza mai farlo uscire dalla bocca continuai così per portarlo all’orgasmo già assaporando il momento in cui avrei bevuto il suo sperma. Andai avanti così a lungo, volevo procurargli un piacevolissimo orgasmo; uno di quelli da ricordare.
Fui colpita quando lui interruppe il mio pompino spostandomi il capo con la mano. Mi disse: sei brava, ma puoi fare meglio.
Lo guardai stupita e pensai come di meglio? Rispose alla mia inespressa domanda: mia moglie lo prende tutto, puoi farlo anche tu. Mi stava chiedendo di fare un gola profonda? E poi il richiamo a sua moglie non mi fece piacere.
Dovette comprendere.
Parlò: scusa Laura, pochi giorni e non ci vedremo forse mai più; voglio ricordarti per sempre e voglio darti e avere tutto di te. Sarà un piacevole nostro ricordo.
Si alzò facendomi alzare Mi baciò lentamente sulle labbra mentre le sue mani si facevano strada verso il mio petto. Mi accarezzò il collo e baciato il viso; poi ha iniziato a strofinare il cazzo sulla mia gonna facendomi eccitare. Mi fece sedere ed allungare sul divanetto con la testa quasi pendente nel vuoto e si mise dietro me. Mi ritrovai con la bocca aperta e sentii il suo pene entrarvi e scivolare lentamente sino alla gola. Quella posizione ha permesso al suo pene di entrare nella mia gola ed il fatto che il suo cazzo non fosse grosso non ha provocato in me brutte sensazioni. Respirai sin da subito con il naso ed accettai senza problemi che il suo cazzo scivolasse avanti ed indietro sino a raggiungere ed entrare in gola. I suoi testicoli , quando avanzava, si appoggiavano sul mio mento. Avrei voluto toccarli con la lingua o con le mani , ma non osai. Fui stupita della facilità con cui il suo cazzo potè arrivare alla mia gola; sarà sta la posizione da me assunta ed il fatto che le sue dimensioni fossero normali?
Passarono dei lunghi minuti così dove attendevo la sua eiaculazione e il suo sperma per la prima volta in gola, ma non finì così. Sottrasse il cazzo alla mia bocca e mi fece alzare. Mi baciò a lungo e poi ha posto le mani sulle mie spalle facendomi scendere . Si sedette sul divano a gambe larghe. Mi fece inginocchiare. Ero irrigidita e dovette ben notarlo.
Mi disse: tranquilla , ti aiuto io . Il suo pene era ancora rigido e mi fece cenno di accomodarmi tra le sue gambe. Compresi cosa volesse. Disse: prendine più che puoi poi ti guido io.
Ripresi a succhiare il suo cazzo come prima . Dolcemente mi disse: Laura va bene, ma voglio che tu lo succhi più profondamente che puoi. Ho tenuto il suo cazzo con la mano alla base nel tentativo di controllarlo meglio, quindi ho cercato di andare più in profondità che potevo. Ho provato e sono scesa un pò di più ma non mi è sembrato di fare di meglio e mi sono fermata. Mancavano almeno 6 o 7 centimetri prima che entrasse del tutto nella mia bocca. Mi disse: respira profondamente e poi riprova . Lasciai il cazzo, feci alcuni profondi respiri e riprovai ,ma senza un significativo miglioramento. Quindi mi sono fermata di nuovo.
Disse :Laura, lascia che ti aiuti ora. Ti costringerò un po’ e potresti avere sensazioni di vomito, ma fai del tuo meglio per resistere. Ricorda di respirare con il naso e fammi un cenno con la mano se stai proprio male, ma resisti se puoi
Prima che potessi dire qualcosa, mi costrinse la testa sul suo cazzo. Mi teneva fermamente la testa da entrambi i lati con le mani e ha spinto lentamente ma con fermezza in modo che la mia testa fosse costretta a scendere. Mi ha abbassato la testa e poi l’ha rialzata lentamente più volte di seguito, poi mi ha fatto riposare e mi ha lasciato respirare. Avevo guadagnato qualche centimetro. Poi l’ha fatto di nuovo.
Tra una “discesa” e l’altra faceva trascorrere sempre diversi secondi prima di ripetere.
Quando secondo lui fossi abituata a quella ripetitività ha aumentato la pressione con cui ha spinto sulla testa in modo che non potessi sottrarmi a scendere sempre più a fondo sul suo cazzo e lo sentii scivolare sempre più in profondità sino ad inserirsi all’interno della gola.
Ebbi dei problemi; mi sono sentita soffocare. Lui: respira lentamente con il naso, rilassati .
E mi ha tenuto così fino a quando non mi e passato quella sensazione di soffocamento e di vomito: Rimase fermo aspettandomi. Avevo il viso che premeva contro il suo pube. I peli del suo cazzo erano contro il mio naso.
Rimasi ferma. Sentivo il suo cazzo in gola, ma non soffocavo.
Sono rimasta così per lunghi secondi, poi mi ha lasciato libero il capo permettendomi di risalire.
Ho abbandonato il cazzo e l’ho guardato. Mi ha detto: adesso puoi fare da sola.
L’ho ripreso in bocca e sono scesa. Mi ha detto: prendilo, prendilo tutto.
Aveva ripreso la testa tra le mani ,ma non mi spingeva più . Ero io adesso che volontariamente andavo su e giù. Salivo al glande per poi scendere lentamente . A volte mi fermavo a metà percorso a volte scendevo sino a che le labbra non si appoggiavano sul pube.
L’ho sentito dire: brava. Hai visto? Ce l’hai fatta.
Mi sentii orgogliosa.
Disse: fammi venire . voglio venire nella tua gola. So che è la tua prima volta , ma mi farebbe piacere.
Ho fatto esattamente quello che voleva.
L’ho ingoiato sino in fondo e ho cominciato ad andare avanti e indietro solo nell’ultimo tratto arrivando ogni volta in fondo.
Non avevo più fastidi e lo facevo con passione.
Mi disse: arrivo.
Mi sono fermata con la bocca in fondo e ho sentito il suo cazzo gonfiarsi e il suo sperma invadermi in diversi momenti la gola
Solo dopo che ha finito l’intera eiaculazione l’ha tirato fuori dalla bocca
Mi ha sollevato a lui dandomi un soffocante bacio mischiando la mia lingua alla sua.
Poi staccandosi mi disse: sei stata eccezionale.
Mi sentii felice come una bimba premiata dalla maestra.
Avevo fatto la mia prima gola profonda e avevo ingoiato tutto il suo sperma.
Pensai al suo sperma che stava scivolando all’ interno nella mia pancia
Ero stravolta, ma felice dell’esperienza. Non avevo mai pensato che avrei fatto un “gola profonda”.
Il tempo del nostro incontro era volato.
Si rivesti ed io mi misi ordine
Prima che andassi mi disse: Laura , lo sai che stiamo facendo una pazzia e che e non possiamo rischiare che qualcuno possa sapere o presupporre?
Non ci deve essere nessuna telefonata tra noi , nessun utilizzo del cellulare . Vieni alle nostre riunioni programmate e sarà quello che vuoi
Dissi: va bene e tornai al mio ufficio.
Eravamo amanti da due giorni . Mi aveva fatto impazzire con la sua lingua ed io gli avevo fatto un deep throat
Alla sera ripensai ai nostri incontri. ero più tranquilla sapevo cosa stesse succedendo e cosa volessi . Avrei continuato sino alla sua partenza e poi saremmo tornati alle nostre famiglie
Il giorno dopo andai al lavoro consapevole di quanto mi aspettava e già eccitata al pensiero che forse sarebbe stata la volta che avremmo fatto sesso completo. Una cosa che mi eccitava è che era la prima volta da quando lavoravo con lui sembrava fossi io a condurre la danza . Non poteva mai sapere, come da nostri accordi, se mi sarei presentata o meno e saperlo in ansia mi piaceva.
Entrai nel mio ufficio che avevo di già le mutandine bagnate; quella mattina avevo rinunciato ai più confortevoli collant per mettere delle autoreggenti. Mentre lo facevo mi sentivo in colpa ma l’eccitazione che mi pervadeva era superiore a qualsiasi senso di colpa Quando quel mattino diedi telefonicamente il bacio del buongiorno a Marco mi sentii una fitta al petto.
Oggi posso dire che ero fuori di zucca.
Entrai nel suo ufficio all’’ora convenuta. Doveva essere particolarmente ansioso e non certo che mi recassi nuovamente da lui perché era già davanti la porta che mi attendeva. Non feci in tempo a chiuderla che si era unito a me.
La sua lingua nella mia bocca mi fece sciogliere. Ero burro fuso nelle sue mani. Ero calda desiderosa del suo contatto . Mi rendevo che il suo bacio non era affetto , amore, era più un possedermi . Ma era quello che volevo e l’eccitazione che sentivo me lo confermava.
Ero stretta a lui che mi prese una mano portandola in basso facendomela appoggiare sul suo grembo. Sentii la protuberanza dura del suo cazzo spingere contro i pantaloni: Lo strinsi attraverso il tessuto.
Si può dire che quell’ importante personaggio, il CEO dell’azienda, era nella mia mano. Glielo strinsi forte in segno di possesso, ma la sua reazione non si fece attendere e mi ritrovai in piedi seminuda tra le sue braccia, indossavo solo le mutandine. Lui era nudo e potevo sentire il suo cazzo duro contro la mia pancia; provavo piacere da quel contatto. Lo toccai. Era duro, caldo e vibrante.
Prese a leccarmi e mordicchiarmi le tette.
Gemetti mentre la sua lingua continuava stuzzicarmi i capezzoli. Mi sentivo bollente, tra le cosce, un fuoco che anelava d’essere spento.
Ho sentito il mio inguine diventare più caldo di secondo in secondo e diventare più umido ogni momento che passava. La mia vagina era caldissima. Nemmeno a farlo apposta ero a circa metà ciclo mestruale ed i miei ormoni cominciavano a chiedere quell’ attenzione che Marco non mi dava a sufficienza . Volevo il cazzo di Federico in me
Finalmente è successo.
Mi ha tirato giù le mutandine rivelando la mia figa nuda ed ha infilato un dito nella mia vagina. Involontariamente emisi un gemito di piacere che si ampliò quando toccò la mia clitoride. Aggiunse un altro dito e lo strofinio delle sue dita all’interno mi fece quasi gridare dal piacere che provavo. Ero persa di lui; avrei fatto e subito qualunque cosa volesse da me
Ha mosso le sue dita dentro di me e sentivo montare e crescere il piacere. Sembrava che tutte le sensazioni che il mio corpo provava si fossero concentrate in quel punto.
Ha continuato a muovere le sue dita strofinando e girandole toccando i miei più sensibili punti. Ho avuto la sensazione del mio imminente orgasmo e mi sono lasciata andare completamente
Si concentrò intorno alla mia clitoride e ha ripreso la mia bocca con la mia. Prima disse: vieni adesso, vieni per me. Poi la sua bocca e la sua lingua si impossessarono della mia bocca e lingua.
E come ubbidissi alla sua richiesta ho goduto. Un orgasmo travolgente. Non ho gridato solo perché la sua lingua me lo impediva
Poi ha tolto le dita dalla vagina e le ha portate alla mia bocca. Le ho succhiate e le ho pulite del mio “sperma”
Attaccò la bocca al mio seno e mi succhiò i capezzoli come neanche i miei figli hanno mai fatto durante l’ allattamento.
Ero calda e confusa di piacere
Poi mi baciò dolcemente le labbra. Ci stavamo accarezzando quando ha iniziato a strofinare il bacino avanti e indietro sul mio ventre facendomi sentire quanto il suo cazzo fosse duro e desideroso di attenzione. L’ ho impugnato con una mano e mi sono chinata prenderlo in bocca. Ho sentito sulla lingua il suo pre cum . L’ho succhiato sino in fondo, come piaceva a lui ed anche a me, per più tempo. Non mi dava più fastidio sentirlo in gola.
Mi ha fatto sollevare e stendere sul divanetto . Ha messo un diti in vagina sentendo quanto fossi vogliosa; mi sentivo le labbra della vagine gonfie. Ero ansante gli andavo incontro con il bacino nel chiaro intento di donargli la mia vagina. Volevo mi penetrasse con il suo cazzo.
Ha tirato fuori il dito
Mi guardò in viso. Dovette leggere il mio desiderio, la mia voglia. Si spostò e si stese su me. Sentii il suo cazzo contro la mia vagina. Allargai prontamente le gambe per favorire il suo ingresso. Volevo solo questo. Volevo sentire il suo cazzo entrare e scoparmi violentemente sino a farmi impazzire
Ed entrò come nel burro fuso. Lo sentii scivolare in me ed occupare l’intera vagina. Poi fu il piacere.
Tutto il mio corpo tremava per l’intensità delle sue spinte.
Le sue palle si poggiavano sulla mia vagina, intense ondate di sensazioni piacevoli stavano attraversandomi.
Avrei urlato, se non mi avesse tappato la bocca con la sua ,per l’orgasmo che mi raggiunse, ancor più forte di quello della masturbazione!
Era come se tutto il mio corpo fosse dedicato al suo cazzo
Mi sono schiacciata a lui avvolgendo la sua schiena tra le gambe mentre l’orgasmo mi travolgeva
Aspettò che mi calmassi poi mi disse: tieniti al mio collo.
Sembravo una scimmia attaccata con gambe e braccia ad un ramo
gli ho tenuto stretto il collo con entrambe le mani mentre spingeva di nuovo il suo cazzo in profondità nella mia figa
Mi ha scopato, pompando in me, facendomi soffrire dal piacere che provavo e raggiunsi un nuovo , anche se inferiore, orgasmo Nel breve rilassamento che seguì, pur nel mio limbo di piacere, realizzai che fosse pronto a venire in me.
Mi sarebbe piaciuto, ma non potevo senza protezione . Fortunatamente anche lui si dimostrò accorto facendomi e capire che stava per venire dentro di me e chiedendomi se poteva
L’ho guardato preoccupata realizzando che avrebbe potuto mettermi incinta!
No, gli dissi scuotendo anche la testa. Non puoi.
Si fermò.
I miei occhi hanno dato un’occhiata all’orologio appeso al muro; avevamo ancora mezzora a disposizione
Estrasse il cazzo da me mettendosi al mio fianco e riprese a giocare con i miei seni .
Li strinse dolcemente e leccò i capezzoli prima di pizzicarli con le dita. A quella sensazione sobbalzi. Mi sentivo così bene e mi stava facendo impazzire di piacere.
Improvvisamente ha smesso di succhiarmi il seno tirandomi in piedi con se
Mi sono ritrovato in piedi traballante di fronte a lui
Mi girò e fece stendere prona .
Mi sussurrò i un orecchio : se non posso venire davanti posso venire dietro.
Compresi ed ebbi un attimo di irrigidimento. Non avevo mai fatto sesso anale e nemmeno Marco ci aveva mai provato . E adesso avrei lasciato a Federico questa possibilità?
Ci stavo ancora pensando, avevo il suo cazzo duro che premeva in mezzo ai miei glutei . Mi fece stendere prona e ho sentito il suo cazzo entrare in figa . Iniziò con colpi brevi e lenti e poi lentamente andò a tutta profondità Adoravo sentire le sue palle sbattere contro la base della vagina. Si staccò da me proprio mentre stavo per avere un altro orgasmo. Toccai con le dita; avevo la vagina calda e piena di umori
Federico disse: adesso il resto.
Sapevo cosa intendesse. Appoggiai il capo al divano e dissi: no, non voglio. Non lo dissi ad alta voce, lo dissi solo nella mia testa e sentii la sua lingua scivolare dalla vagina al mio ano .Nella mia mente: non avevo mai fatto sesso anale e nessuno ci aveva mai provato e adesso…
Non mi chiese se lo volessi o meno. Sapeva che se non avessi voluto sarebbe stato sufficiente un mio no.
Ma come potevo dirgli di no ? Non poteva venire dove era pericoloso, lì non vi sarebbero stati problemi, ma avevo paura.
Non era una paura legata al dolore dell’ atto o a concedere qualcosa che a mio marito non avevo mai dato, era la paura di cedere una parte di me che mi avrebbe resa completamente sua non solo fisicamente.
Passarono dei lunghi secondi e non successe nulla, torsi la testa per vedere cosa stava succedendo.
Stava guardando il mio sedere e mi vide girata. Mi guardò e disse : hai un culo fantastico
Riposi il capo attendendo il mio destino.
Rimai in ferma trepida attesa e sentii un suo dito entrare nella vagina e toccare e muoversi. Quel dito abbandono la mia vagina e penso fu lo stesso che scivolò grazie al mio naturale lubrificante nel mio culo
Mi sfuggi un ahi
Lui disse: scusa, faccio piano.
Sentivo quel dito muoversi in me e poi la sensazione si amplificò; doveva aver aggiunto un altro dito.
Fu paziente, continuò a lungo ed io mi abituai a questa presenza nel mio condotto anale. Si mosse e sentii il suo corpo coprirmi e il suo cazzo che stava sostituendo le dita.
Ebbi un momento di panico quando nonostante la preparazione sentii un dolore acuto quando il suo cazzo forzò e superò l’anello anale e mi fuggì un grido di dolore tappato da una sua mano
Poi per più minuti poi il suo cazzo si mosse avanti e indietro nel mio culo senza forzare e sentivo che si muoveva sempre più agevolmente sino a che sentii il corpo di Federico completamente poggiato sul mio.
Il suo cazzo era entrato completamente nel mio culo e a questo puntò portò le mani avanti prendendomi e sollecitandomi i seni. Nell’orecchio mi disse: brava.
Sentivo il cazzo muoversi nel culo, non mi dava dolore; anzi i suoi sfregamenti stavano dandomi un piacere che non aspettavo e che mi stava invadendo. Gli andai incontro con il culo.
Fu per lui un segnale per aumentare la velocità delle penetrazioni
Era preso da quanto faceva ,ma era attento alle risposte del mio corpo ed alle sensazioni che provavo.
Quando si rese conto che gli andavo incontro, felice di sentirlo ,mi disse : visto? Vedrai, pochi rapporti così che entrerà senza nessuna resistenza e ti piacerà tantissimo.
Pensai : pochi per forza, mercoledì prossimo sarebbe stata l’ultima volta e non avevo alcuna intenzione di farlo con altri
Dopo essersi preso la gola e la figa si era preso il mio vergine culo. Ero tutto sua
Disse: è incredibile che sia mio, dimmi che ti piace, voglio sentirtelo dire
Non risposi. Lo sentivo profondamente dentro me e poi quei movimenti del cazzo nel retto mi diedero sensazioni sempre più forti, il piacere giungeva come durante una scopata e mi mossi facilitandogli la sodomizzazione. Provavo sensazioni diverse rispetto l’atto in vagina ed erano piacevoli. Cosa potevo se non dirgli: si, mi piace continua
Una sua mano scivolò davanti e le sue dita giocarono con la clitoride facendomi un ditalino. Sentii il piacere in figa e in culo
Quando lo sentii dire: vengo, ti riempio il culo, avvertii il suo cazzo vibrare e anch’ io ,per la prima volta , aiutata dal ditalino provai cosa significasse un orgasmo anale. Lo sentii gemere schiacciato sul mio corpo, la bocca poggiata a sulla mia spalla.
Disse: ( non so se fosse per me o per lui) è mio, solo mio
Poi sottrasse il suo peso e si alzò inginocchiandosi al mio fianco .
E’ stato bellissimo scusa non ti ho nemmeno chiesto se potessi. Sentito molto male?
Sollevandomi dissi: un po’, ma sopportabile.
Come è stato?
Ci pensai un pò: non male
Allora possiamo farlo ancora così?
Capivo cosa volesse dire.
Fu il nostro tacito patto: li poteva venirmi dentro
Mi ripulii con un fazzoletto di carta dallo sperma che scendeva dal mio ano e anche lui mi aiutò indicandomi dove fossero tracce di sperma.
Ci rivestimmo e con un tenero bacio ci lasciammo.
Tornai al mio ufficio sentendo una strana sensazione nel culo, era come se mi bruciasse. Il rapporto in se non è stato molto doloroso, solo che adesso sentivo un po’ di bruciore. Sono andata in bagno e con lo specchietto del trucco mi sono guardato l’ano e mi sembrava un po’ bistrattato, ma null’ altro.. Ho applicato un po’ di crema emolliente per le mani e sentii subito il refrigerio. Durante il resto della giornata mi è rimasta la sensazione di dover andare in bagno, ma non c’era il vero bisogno.
Erano quasi le cinque del pomeriggio, a quell’ora il venerdì l’azienda si svuota ed anche io stavo mettendo a posto le ultime cose prima di uscire , fui stupita quando al telefono la segretaria/ assistente di Federico mi disse che il CEO voleva vedermi. Si scusava ma era una cosa urgente, ma che mi avrebbe impegnata poco tempo.
Andai. Era seduto alla scrivania, assorto. Quando mi vide mi fece un grande sorriso e si alzò raggiungendomi.
Lo guardavo chiedendomi cosa volesse.
Compresi quando mi abbracciò(forse aveva dei rimorsi per il sesso anale ?)
Stringendomi disse: sino a lunedì non ti vedrò e volevo chiederti come stai ( si riferiva certamente alla mattina)
Gli dissi: sto molto bene, ed era vero. Ho passato il resto della giornata lavorativa beata dalle sensazioni provate. Mi erano rimaste solo quelle strane sensazioni nel condotto anale e pregai che non fosse successo altro.
Gi diedi un bacio caloroso che fu ricambiato. Come in piena tempesta adolescenziale ed ormonale mi strinsi a lui e potei sentire il suo cazzo duro spingere contro i suoi pantaloni. Mi prese la lussuria e stupendolo l’ho portato al divanetto dove mi sono seduta
Era in piedi di fronte a me e gli ho slacciato la cintura, fatto calare i pantaloni e dagli slip ho fatto emergere il suo duro pene,
Così, io seduta e lui in piedi, gli ho fatto quel pompino che ad entrambi piaceva. Sentivo il suo cazzo in gola, le sue mani stringermi i capelli dal piacere. Su e giù ogni volta sino in fondo. Non l’ho lasciato sino a che non ho sentito il suo sperma scendermi in gola.
Mi sono poi alzata lasciandolo felicemente stupito
Mentre si stava mettendo a posto gli ho dato un ultimo bacio dicendogli : ci vediamo lunedì come al solito. Sono uscita dal suo ufficio scodinzolando facendogli vedere per l’ultima volta, quella settimana, la bellezza del mio culo
Sono tornata al mio ufficio e poi a casa. Mi resi conto appena arrivata a casa che il “disturbo anale” era scomparso. Per fortuna.
Quella sera Marco rientrava. Misi a posto i bimbi, mi sono fatta una bella doccia e messa in ordine. Riflettei che Federico non avesse usato il preservativo e nemmeno che glielo avessi chiesto. Mi fidavo su lui. Mi fidavo di lui non tanto per il rischio fertilità a cui avrei potuto provvedere io ma anche per il rischio malattie sessuali, era sano sicuramente
Marco era felice di vedermi ed anch’ io di vedere lui
Quella sera feci l’amore con lui senza pensare a Federico o altro; ero felice di stare con lui. Come era diverso fare l’amore con lui: era paziente, dolce, attento ad ogni mio piccolo desiderio e attento a non urtare la mia sensibilità proponendomi azioni a suo parere perverse.
Volevo che mi sentisse completamente sua, che sentisse il mio amore infinito per lui e se ne deve essere accorto perché mi disse: se è così ogni volta che sto via qualche giorno andrò via più spesso.
Per evitare guai, riferiti a Federico, sabato mattina andai in farmacia e presi la pillola del giorno dopo.
Fu un sereno felice week end con Marco e i nostri figli, ma già la domenica sera ero entrata in modalità “amante Federico” e a fianco di mio marito che dormiva pensavo a cosa sarebbe avvenuto il giorno dopo e cosa potevo fare per dopo quello che avevamo già fatto e quanto avvenuto.
Ebbi difficoltà a pensare a qualcosa di nuovo , ma ebbi un idea un po’ folle: da lunedì per i restanti tre giorni non avrei messo le mutandine e così feci.
Andando al lavoro mi sentivo un pò imbarazzata ma anche eccitata per la mia scelta. Avevo l’impressione che tutti quelli che incontravo potessero sapere che sotto non indossavo nulla; confesso che l’eccitazione fosse superiore alla preoccupazione.
ll lunedì mattina ero nell’ ufficio di Federico e curiosamente rispetto al solito non mi chiese di Marco e di cosa avessi fatto nel week end, in particolare non accennò se avessi fatto sesso. Non era nel suo diritto chiedere e lo sapeva e neanche io chiesi di lui di cosa avesse fatto di intimo con la moglie.
Parlammo in termini generali del tempo trascorso e poi facemmo sesso.
Quando mi abbracciò e mise la mano sotto la gonna si accorse subito del mio indifeso pube e prima mi guardò come fossi un’aliena ma poi il suo viso mostrò il suo piacere.
Facemmo sesso , ma contrariamente alle mie aspettative non si replicarono i fuochi artificiali delle volte precedenti.
Non dico che lo facemmo come se fosse un fatto lavorativo; fu bello ma mi accorsi quasi subito che qualcosa stava cambiando in me.
Avevo il suo cazzo in vagina e già pensavo al futuro senza lui e con Marco.
La mia follia stava scemando e pensavo al ritorno alla normalità
Ciò non mi impedì di ricevere la sua lingua in bocca e in figa Giocai con la bocca sul suo cazzo prima che mi scopasse in figa e poi in culo per rilasciare lì il suo piacere.
Ebbi due piacevolissimi orgasmi ed il mio culo non soffrì per nulla la presenza del suo cazzo.
Quello che invece percepii da come faceva sesso e per quello che diceva fu che Federico mi considerasse una cosa sua; questo era in linea con la sua personalità. A pensarci dopo, accettavo le sue parole non replicando a quanto diceva, sapendo che la mia accettazione sarebbe stata figlia solo di quei momenti.
Nella sua arroganza disse che voleva un figlio da me. Non sapevo se scherzasse o meno . Voleva mettermi incinta in quei tre giorni prima della partenza?
Per me fu un gioco da eccitazione. Non gli dissi che non poteva, ma gli dissi che anche Marco in quei giorni avrebbe potuto scoparmi visto che non era in trasferta. La prese davvero seriamente e mi disse che in quelle sere avrei potuto mettere il diaframma che se Marco avesse voluto scoparmi sarei stata protetta.
Gli dissi si, ma era solo un’idea da eccitazione come quando fai l’amore e pensi a qualcosa che ti possa dare uno stimolo in più.
Mi scopò con grande intensità e il fatto che infine che il suo seme terminò nel mio culo mi fece pensare che le sue parole fossero solo fantasie.
In modo più o meno similare ciò avvenne anche nei due giorni successivi, bè il mercoledì vi fu una piccola novità; no, non è vero, fu una grande novità.
Il lunedì e il martedì facemmo sesso , ma si confermò per me un piacevolissimo sesso con un coinvolgimento emotivo sempre minore.
Il lunedì fu il giorno del nostro primo errore a cui seguirono gli altri.
Nella consapevolezza che il nostro rapporto era giunto a termine mi propose di passare insieme a pranzo gli ultimi giorni . Fui d’accordo, mi piaceva chiacchierare e un pò flirtare in pubblico con lui. Sarà stata la primavera, la novità, ma al parco in quei giorni esagerammo come dei ragazzini e ne subimmo le conseguenze.
Dopo scoprimmo che gli errori più grossi furono due: il primo più banale fu l’utilizzo dei nostri cell per contattarci ,il secondo più importante non aver considerato che avrebbero potuto scoprirci e l’intelligenza e capacità di Marco.
Credendo che non avrebbe mai saputo ho rischiato di far morire il nostro matrimonio
Per il resto vale quello che ha raccontato Marco nel suo racconto.
Il mercoledì fu l’ultimo giorno in cui facemmo sesso in ufficio. Fu un giorno importante dove per importante intendo di grande sorpresa . Mi scopò benissimo e al mio secondo orgasmo non mi fece girare come d’uso per mettermelo nel culo e concludere li il suo orgasmo. Mi avvisò di cosa stesse facendo ma non ebbi la forza di dirgli di no. Mi disse che voleva riempirmi; sarebbe stata quell’ unica volta. Da sconsiderata non dissi di no, voleva un piacere che volevo provare una volta anch’io con lui. In quel momento volevo sentire il suo sperma in vagina come volessi cullarmi nel sogno di avere un figlio da lui. Quell’atto nuovo, unico, vietato, mi ha dato una scossa mentale violenta. Il mio corpo tremava attendendo il suo seme.
Ho sentito il suo pene gonfiarsi ancora più grande di prima. E tutto il suo corpo tremava per l’orgasmo imminente che stava per scatenare su di me!
Gemevo Mi sentivo come mi stesse scavando per depositare il più a fondo possibile i suoi semi. Sapevo che ero nella finestra di fertilità e ciò nella mia folle mente ampliò quella mattina il mio piacere

Era incuneato tra le mie gambe che tenevo sollevate intorno ai suoi fianchi. Erano aperte come quelle di una rana. Era tutto dentro me , il suo cazzo e il suo corpo .
Spingeva, entrava e usciva da me come sapendo che quella fosse l’ultima volta e non ci sarebbe stato un futuro.
Eravamo “andati”.
Raramente parlava durante il sesso , ma quella volta parlò, esagerò. Voglio riempirti, del mio seme, voglio metterti incinta voglio un figlio mio nella tua pancia; con un ordine diverso, come un mantra, continuava a ripetere queste parole e spingeva, spingeva, dentro me.
Sembrava volesse arrivare più in fondo possibile alla mia vagina per assicurarsi che i suoi semi potessero fare il tragitto minore per giungere alle mie uova da fecondare.
Questo suo straparlare invece di farmi rinsavire aumentò la mia follia. Si , si gli dicevo mentre nella mia mente già vedevo la mia pancia che cresceva per suo figlio. Gli andavo incontro mentre scendeva in me e quel doppio sincrono movimento favoriva a momenti che la punta del cazzo colpisse la mia cervice, ma non sentivo dolore al contatto o meglio quel dolore amplificava il mio piacere ed i miei gioiosi perversi pensieri.
Al momento del suo orgasmo fu come lo sentissi. Mugugnò un vengo sul mio viso e sentii il suo corpo irrigidirsi e mi parve di sentire il suo caldo sperma espandersi nella mia vagina provocandomi un altro intenso orgasmo. Tremavo per il piacere travolgente e solo dopo mi accorsi che si era sollevato da me . Mi guardava , ma il suo sguardo non era rivolto al mio viso ma alla mia vagina. Preso ancora nel suo raptus prese con le mani le mie gambe tirandole in alto e le tenne ferme così. Io mi stavo riprendendo e capii che nei suoi pensieri volesse assicurarsi che il suo sperma rimanesse il più possibile in me.
Poi rinsavì perché mentre lasciava cadere le mie gambe mi chiese scusa, null’ altro. Stavo ancora ansimando e cercavo di riprendere fiato, era stata una scopata sin troppo intensa.
Si rivestì e tornò alla sua scrivania.
Mi pulii del suo sperma fuoriuscito dalla vagina per quel che potei, poi mi rivestii e mentre stavo uscendo dal suo ufficio disse come nulla fosse avvenuto: Laura, ci vediamo alle cinque come d’accordo, poi calò il viso sulle sue carte.
Dopo andai in bagno per pulirmi meglio rimanendo sorpresa di quanto sperma era stato accolto dalla mia vagina
Quella sera , dopo quanto era successo con Marco ,ero a letto e ripensavo a quanto fosse successo in quella incredibile, difficile, giornata. Rivedevo Marco quando ci sorprese ed il seguito chiedendomi se davvero il nostro matrimonio potesse salvarsi.
Mi sorpresi a notare la mia mano che accarezzava la mia pancia come quando sapevo che i miei figli erano stati concepiti; ma allora sapevo che sarebbero nati ,adesso non potevo sapere se fossi incinta o meno. Ci sarebbero volute settimane prima di sapere ma la mia mano si muoveva sulla pancia come fosse sicura che una nuova vita si stesse creando in lei.
Mi sembrava di sentire gli spermatozoi di Federico correre alla ricerca delle mie uova sicuri di fecondare; non era una brutta sensazione. Anzi l’idea mi allettava ed ebbi la tentazioni di…. Fu solo una tentazione .
Mi sarebbe piaciuto avere un figlio da Federico ,ma non sarebbe stato giusto per Marco e nemmeno per Federico.
E se davvero fossi rimasta incinta, molto facilmente ,quel bimbo/a sarebbe cresciuto senza un padre. Una volta appreso della mia maternità sicuramente, nel dubbio, Marco avrebbe preteso il test del DNA e se non fosse stato concepito da lui?
Mi vien da pensare che il piccolo/a non avrebbe avuto un padre perché Marco mi avrebbe lasciato e anche i figli di Marco avrebbero perso la sua continua presenza; ed anche Federico ,come avrebbe potuto essere un buon padre per il nuovo nato/a visto che aveva già una sua famiglia che amava e non poteva abbandonare?
Riflettei che per pochi istanti di follia sarebbero state distrutte le vite di tante persone
Nonostante sentissi nel corpo il desiderio di questa maternità il giorno dopo presi la pillola del quinto giorno dopo, non si sa mai, anche per i giorni precedenti.
Quindi, a consuntivo, feci l’amore completo con Federico il precedente venerdì e anche nei tre giorni in cui fui scoperta, ma Marco e nessun altro lo seppe mai. Nella mia confessione non glielo dissi perché se l’avesse saputo non so se mi avrebbe mai perdonato; d’altra parte mi giustificavo dicendomi che era stato solo uno “sfogo” in una relazione a termine che non avrebbe lasciato nessun strascico e non avrebbe cambiato il mio amore per Marco.
A chi domanda se ….. dico che anche se Federico fosse rimasto non avrei mai lasciato Marco e la mia famiglia; anzi se Federico non fosse andato via mai avrei fatto sesso con lui.
Non voglio fare come il coccodrillo. Per chi non sa la storiella la racconto brevemente. Un coccodrillo aveva mangiato una grossa gazzella e di conseguenza ebbe un grande mal di pancia e piangendo prometteva di non rifare più tale esperienza seppur sapesse che appena il mal di pancia fosse passato avrebbe cercato e mangiato un’altra gazzella, magari ancora più grossa. Avrebbe avuto ancor mal di pancia, ma che importava il piacere era troppo.
Non avrei fatto come il coccodrillo, anzi non avrei mangiato neppure la prima gazzella.
Prima di accantonare definitivamente nei miei pensieri quel periodo mi capitò più volte di chiedermi se fossi giustificata anche solo parzialmente per quel che avevo fatto. Ogni volta sono arrivata alla conclusione che avevo sbagliato; non esisteva nessuna giustificazione
Non si può piangere sul latte versato, ma ci si può rammaricare dei propri errori e trovare la certezza per non ripeterli.
La mia fortuna si è chiamata Marco. Quanti uomini/mariti avrebbero “subito” il tradimento della moglie è cercato di ricostruire un rapporto d’amore condiviso senza remore e vendette?
Dopo i fatti raccontati dopo un po’ di tempo il rapporto con Marco si riconsolidò e anche quello sessuale tornò ai livelli anteriori al nostro matrimonio.
Sembrò che il mio tradimento avesse rafforzato la sua voglia di farmi costantemente sua ed io di essere sua.
Quando Marco ed io riprendemmo a fare l’amore purtroppo per evitare “giusti “ sospetti non potevo fargli un deep throat , invece il mio culetto finalmente lo prese tempo dopo durante un nostro infuocato rapporto sessuale. Pensò ,e gli feci credere, di essere il primo e comunque visto il tempo trascorso anche per me fu come la prima volta anche se avendo già provato e sapendo cosa sarebbe avvenuto provai un leggero dolore solo quando il suo cazzo superò con un’unica spinta l’anello anale; dovetti comunque simulare un po’ di dolore. Da allora spesso ne ha usufruito con mio grande piacere.
Mi chiesi anche come “portare” Marco al deep throat senza farlo sospettare; ci volle tempo ma lo resi felice e ne fui felice anche io.
Raccontai a lui solo tempo dopo che Federico aveva dato le dimissioni, non specificai la data esatta.
Non vidi più Federico e come ho detto anche se l’avessi rivisto nulla sarebbe avvenuto, nemmeno un bacio, e sono davvero, come dice Marco, una moglie innamorata e felice
Vi chiedete se Marco ha letto questo racconto. Si l’ha letto. Gli avevo detto che mi era piaciuto come aveva raccontato la nostra vicenda e ho chiesto di poterla descrivere anch’io con un po’ fantasia. Ha detto si e ha letto il racconto poco prima che fosse pronto per la pubblicazione. A letto, quella sera, mi ha chiesto quanta e quale fantasia vi fosse. Gli ho fatto un grande sorriso l’ho preso tra le braccia e ho stretto in una mano il suo già irto cazzo e l’ho menato con amore
Pensò volessi soddisfarlo in quel modo usufruendo della sua gelosia nella speranza si fosse arrapato al mio racconto No , non era per quello o meglio non era solo per quello; volevo il mio amore dentro me. Ero sua, solo sua.
Il mio Amore ed io abbiamo fatto sesso; no, non abbiamo fatto sesso, ma un fantastico “amore”. Un po’ di dubbio e fantasia non fa mai male alla coppia anzi tieni vivi, stimola e rafforza i desideri
Rileggendo mi sono ulteriormente resa conto che non mi sono comportata come dovrebbe una moglie. Per fortuna è stato solo un breve periodo in cui la mia passera ha offuscato i miei reali sentimenti.

A chi vuol raccontarmi la sua storia perché possa diffonderla dico : sono qui. Ciao a tutti
sh5432@libero.it

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