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Sai? Sono senza slip!

By 8 Aprile 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Sono una ragazza carina di 23 anni, bene educata da una famiglia normale, con due fratelli maggiori.

Sto frequentando il terzo anno di economia. Sono venuta su abbastanza protetta con la mia cameretta, tante carezze, tutto quello che volevo.

Ho anche imparato dai miei fratelli delle verità sul rapporto uomo donna, come i giovani amano, come considerano troie quelle che gliela danno subito, pensando di fa bene e che i maschi gliela chiedano perché loro sono particolarmente belle.

Invece non è vero, i maschi scopano quelle che gliela danno anche se pensano che siano brutte, basta che gliela facciano vedere tra le cosce, allargandole quando slegano la bici, o in discoteca sedute sul divanetto opportunamente basso e accosciate per fare un foto.

Basta che un maschio intraveda la fica anche sotto le mutande o anche solo un triangolino azzurro o rosa sotto una gonna, tipo Nicole Minetti nella foto al matrimonio, e subito il loro cervello si confonde e non sono contenti finchè non la leccano o comunque sognano di farlo e si fanno piacere da matti anche la portatrice della suddetta gnocca, anche se esteticamente è brutta.

Le donne sono in genere più carine, non sono lesbica, le uniche esperienze di quel tipo le ho avute quando ero piccola, dai 12 ai 15 anni, nelle scuole delle suore Alessandrine, ci nascondevamo nei confessionali e ci tiravamo giù le mutandine , e poi ognuna toccava e mostrava la sua fighetta, poi col tempo abbiamo imparato a toccarci vicendevolmente e anche a metterci le dita dentro, ma avevamo paura di sverginarci.

Una volta successe, che una mia compagna si accalorò tanto che guidò la mano mia e di un’altra ragazza dentro la sua figa e le ritraemmo tutte insanguinate ..le pulimmo con le nostre mutandine, poi gliele imprestammo per fare da tampone, cos’ io tornai a casa senza slip. L’aria fresca sotto la gonna fu piacevolissima e poi pensai che era molto più comodo.

Infatti quando cambiai scuola, verso i 16 anni, con uno dei primi ragazzi con cui flirtavo, mi pare si chiamasse Ludovico, ci nascondemmo nelle cantine della scuola attraverso un porta dimenticata aperta dal bidello, e sulle vecchie cattedre e banchi li stoccati, polverosi, ci iniziammo a toccare, io glielo presi in mano dopo che si era calato i pantaloni , lui era emozionato, il pisello non era duro, glielo menai un po’, la cosa migliorò ma non di molto.

Poi lui mi infilò una mano nei jeans sbottonati, cercava di superare con la mano le mutandine che non c’erano, io dissi per la prima volta la mia frase di battaglia ‘sai, son senza slip’ e lui solo a sentirla e a toccare la mia fica che era tenerissima molle e bagnata, ebbe un sussulto, il cazzo gli divenne enorme in un secondo e venne con un getto da pompiere degli aeroporti.

Allora pensai che quella frase andava bene a far stallonare i maschi e da allora la usai per i miei scopi.

Tuttavia capii presto i problemi di fare sesso coi coetanei della scuola o del tennis.

La mia esperienza con i miei compagni di scuola iniziò a essere deludente, limonate, lingue in bocca, mi toccano la fica, io gli do due pompate e loro vengono subito bagnando i pantaloni, Ragazzi di 14, 15 16 fino ai 22 anni, non durano che 2 minuti!

I rapporti proseguivano superficialmente, non mi andava di farmi deflorare da quei mocciosi che avevano lo charme di una scimmia, cercavo qualcosa che soddisfacesse anche il mio gusto estetico’

Al tennis c’era un maestro che si chiamava Gianni, aveva 20 anni, era un brunetto bellissimo, quando mi teneva dal dietro per insegnarmi il servizio o il rovescio io mi allupavo, i capezzoli si gonfiavano e la fica si bagnava, insomma un pre orgasmo. Poi spesso sbagliavo il servizio.

Allora gli dissi che mi facesse vedere bene, ma nello spogliatoio, in modo che i compagni di corso non mi sbeffeggiassero.

Verso sera, quando non ‘era più nessuno, ci trovammo nello spogliatoio, con la racchetta, io dissi , fammelo vedere bene, lui iniziò a prendermi da dietro le braccia e farmi fare il movimento con la racchetta, ma la sua vicinanza mi scaldò subito, mi sentii tremare, ero fiacca, lui disse, ma cosa fai ? stai per svenire, io dissi siiii, mi girai ero già tra le sue braccia, non feci che abbracciarlo anch’io e lo baciai a lungo.

Fu quella la prima prima volta che scopai con un ragazzo e lì persi la verginità, nella doccia dello spogliatoio del Tennis Club, fu emozionante, non molto di godimento’ lui era tanto eccitato che me lo mise dentro e venne in 30 secondi, e poi restammo abbracciati a baciarci, mentre io sentivo un colamento caldo tra le coscie, Feci la doccia insieme a lui e mi lavai il liquido e il mio sangue. Scopammo ancora un decina di volte, ma lui era sempre eccitato e veloci, io persi a poco a poco interesse.

Da allora ho cercato soddisfazione dando a chi la chiedeva la fica, in varie situazioni, nelle cantine della scuola, nell’aula di chimica, poi all’università, nelle aule vuote la sera, negli spogliatoi della ‘pallavolo’ (sona anche brava lì), mi ricordo una scopata con due compagni, prima uno e poi l’altro, sull’ultimo sedile di un autobus per la gita di classe al liceo! Ma anche lì un po di orgasmo ma i due fustacchioni si sono sborrati addosso a me dopo 5 minuti, tra l’altro sporcandomi tutta la maglietta e la gonna, che portavo sempre orgogliosamente ‘senza slip’ e che poi ha fatto fatica a nascondere a casa ed a far lavare dalla tintora che mi ha strizzato l’occhio, dicendo ‘eh, so quanto è appiccicosa quella roba li, quasi come la resina dei pini, ma meno profumata!’

Io non ce la faccio più con i bamboccioni, anche studenti dell’università, un sacco di preamboli, tocca le tette, togli il reggiseno, tocca le gambe penetra nelle mutandine entra nella figa, mi fai piacere, mi bagno, penso al godimento futuro e poi ci si gira si rigira lui mi lecca magari godo mi titilla il clitoride, io vengo e poi lo stronzo me lo infila e non fa in tempo a massaggiarmi il dentro mentre io mi allupo e basterebbero 10 minuti, sto pervenire di vagina e lui pum pum pum viene prima che io abbia fatto il culm, poi si affloscia e prima che riprenda ci vogliono 7 o 8 o più minuti, di nuovo a menarglielo e a succhiarglielo, la seconda volta dura un po’ di più, ma sempre poco, insomma una fatica mai ripagata.

Poi daccapo, toccatine, pompino, dita dentro cazzo sempre meno rigido, lui fa sempre più sforzi e quando viene la seconda terza o quarta volta fa un faccia come se facesse fatica!

E io mi stufo. Dopo un po’ il ridicolo un po’ ‘beluino’ della situazione sorpassa ogni morbosità e spegne in me ogni libido. Sto maschio rammollito sempre bagnato sul pisello o nelle mutande come un lattante, sempre bavoso, sempre pauroso, sempre concentrato con gli occhi come se studiasse trigonometria, spesso puzzolente, mai un sorriso, anche quando sborra sembra che gli faccia male. Basta!

Allora meglio uno che duri alla prima volta! Ma voglio godere di dentro, senza perdere troppo tempo, ho anche da fare, sono studentessa di economia e faccio anche la web content manager di un’importante società!

L’orgasmo clitorideo me lo so fare da sola o con la mia amica Giussi, che mi è rimasta dalle volte nel confessionale, quando ci vediamo, raramente , ci lecchiamo un po’, usiamo i vibratori, ma a me dopo un po mi annoia. Cazzo! Io voglio scopare con uomini veri, non quei mollaccioni dei miei compagni di università o gli sballati e smidollati dell’ambiente web, che vengono subito perché sono abituati a farsi seghe su PornHub!

Io cerco uomini rudi, meglio se un pò stagionati, meglio con una moglie brutta e vecchia Mi adorano mi lisciano la pelle di ventenne, mi adorano, mi leccano, mi baciano in fretta e quando mi scopano durano a lungo, e mi piace guardare le loro faccia concentrata e impotente quando sborrano. Mi sento un regina, li uso come macchine, altro che le ‘sciupette’ che i miei fratelli chiamano troie stronze e sciacquette.

Io conservo la mia consapevolezza e presenza, sento un piacere montante come una cosa meccanica di attrito, mi ci vuole almeno 12 15 minuti e dopo un pò vengo, giro in su, giro gli occhi in su un secondo, ma quello che dico è sotto controllo.

E in più certi vedono troppo i clips porno dove c’è la noiosissima tiritera toccamenti, denudamenti, pompino, leccatina, scopata in figa, leccatina messo nel culo, uno o se in due messo in parallelo. Ma una cosa è certa, io non voglio prenderlo nel culo: è doloroso e innaturale, le pareti del colon non hanno cellule sensitive come quelle della fica, è sono un piacere sadico che è venuto di moda con l’emergere di tendenze omossessuali, anche in chi scopa le donne.

Per me è troppo soggiogante e mi imbarazza, io voglio un bel ‘fottimento’ diretto in figa magari fino al punto ‘g’ e che duri minimo un quarto d’ora,

Inoltre non voglio i gruppi, i gruppi mi fanno male io voglio un uomo solo alla volta, meglio nel suo elemento, così si sente o crede di essere sicuro, è più ganzo, e duro e dure, il resto lo gestisco io.

Sono stata tra i primi spettatori dei film su questo argomento, tipo ‘Nymphomaniac’ di Lars von Trier e Giovane e bella, il film di Fran’ois Ozon, e la cosa mi ha fatto scattare la decisione, ‘si-può-fareeee!’ Ma il problema è : come li trovo tanti uomini disposti a darmi un servizio, senza chiedere nulla, non sono una puttana, sono abbiente, non mi vendo di certo, io sono mia, loro sono come bambole gonfiabili vive.

Conoscendo un po’ gli uomini e la loro morbosità, l’innato feticismo, mi è venuto in mente un mio metodo è infallibile che consiste in 4 parole, lo consiglio alle signore che vogliano seguire la mia esperienza. ‘dico sai sono senza slip!’.

Dette queste parola all’uomo giusto nel momento giusto lui vi mangia in mano…o come dire, è addomesticato e se volete , gioco di parole, vi viene a mangiare in mano’ vi viene in mano ‘.ahahah.

Ricordatevi S.S.S.S. 4S!! e vi racconto come ho fatto, ad esempio, con un taxista, un parroco, un professore…
Riassunto
Ragazza carina di circa 22 anni al terzo anno di economia, tante carezze, tutto quello che volevo.

Ho anche imparato dai miei fratelli delle verità sul rapporto uomo donna

I maschi scopano quelle che gliela danno anche se pensano che siano brutte’

Basta che un maschio intraveda la fica anche sotto le mutande o anche solo un triangolino azzurro’.

A mia esperienza superficialmente svolta con i miei compagni di scuola da quando avevo 16 anni è deludente, a 17 anni ho cercato soddisfazione in varie situazioni, non ce la faccio più con i bamboccioni, studenti, toccatine, pompino, e io mi stufo.

Dopo un po’ il ridicolo un po’ beluino della situazione sorpassa ogni morbosità .

Allora meglio uno che duri alla prima volta!
Io cerco uomini veri, meglio se un pò stagionati, che quando mi scopano. Mi sento un regina, li uso come macchine, conservo la mia consapevolezza e presenza,

Il mio metodo è infallibile e consiste in 4 parole, lo consiglio alle signore che vogliano seguire la mia esperienza.

Dette queste parola all’uomo giusto nel momento giusto lui vi mangia in mano..o come dire, è addomesticato e se volete , gioco di parole, vi viene in mano..ahaha.

Seguite gli esempi che seguono:
1) Il Taxista
Per colpire la mia preda, mi vesto un po’ sexi, minigonna nera di pelle, collant finto reggicalze, bodi top senza spalline, una giacca stretta aperta che fa vedere bene il seno, scarpe giuste, profumo eccessivo. Scelgo il taxista in una giornata di non troppo traffica, verso sera, prima al posteggio mi siedo su una panchina e li guardo fermi, tra gli altri ci sono dei bellissimi uomini, ne cerco uno non troppo giovane e ovviamente non troppo vecchio.

Gli do un indirizzo che ci porterà lungo un argine in una via poco frequentata; mentre viaggiamo lui ovviamente mi guarda nello specchietto perché mi ha vista salire ed è già interessato (se non è gay, cosa che una volta mi è capitata)

Mi agito un po’ sule sedile, apro le gambe faccio salire la mini che si veda la fine del finto collant, la mia pelle bianca, telefono, fingo una discussione con un immaginario fidanzato, gli metto giù con parole da incazzata, allora fai quello che vuoi, ti faccio vedere io, a sbatterti quella troia, poi fingo di piangere , quando arrivo in un posto riservato lungo l’argine, dico per favore si fermi un attimo, ho bisogno di aria, lui si ferma, si gira e mi guarda, io scendo e nel farlo gli mostro l’interno delle cosce, lui vede pelle bianca, rasata.. mi tolgo la giacca e la sbatto sule sedile, sto un po’ in piedi vicino alla macchina, fingo di piangere, lui di solito scende, sta un po’ in disparte, poi si avvicina e a volte dice si sente bene..io lo guardo con il mio sguardo da cucciolo Bamby..aspetto un po’, lui si imbarazza, al momento giusto lo guardo e gli dico ‘ sa, sono senza slip’

Il gioco è fatto, invariabilmente si accende una meccanismo che , nelle varie varianti a fare le seguenti cose, si avvicina e mi abbraccia, mi bacia sul collo, mi slingua si appiccica a me, mi mette una mano tra le cosce, gli si gonfia il pisello, io mi siedo di nuovo allargando le cosce, nel farlo per ‘caso’ mi va già il top e esce un seno o tutti e due, lui impazzisce, e gli apro la patta, gli estraggo il coso dalle mutande mi sdraio sul sedile lui mi si butta sopra, io sono già bagnata o mi sono messa un lubrificante, glielo guido dentro, lui pompa per 10, 12 minuti io mugolo e grido, lui mi tocca tette e clitoride io dico ‘sii, ancora, ancora, vieni porco sbattimi ! sono una troia! Godo, godo, e ancora tieniti aspetta, aspetta !’ e gli stringo l’uccello, glielo caccio fuori o lo meno un po’ rudemente, e poi quando sento che sta per venire glielo re-infilo nella figa e dopo un 5 minuti di sfregamenti godiamo insieme.

Poi lui fa quella faccia da limone spremuto concentrato come fanno i maschi e tu ti senti intelligente!

E al 79 % sono venuta con un bell’orgasmo o due, prendo i kleenex, asciugo me e lui, gli dico grazie scusa, bravo! Mi hai distrutto, mi hai sfondato (e lui è tutto tronfio, i maschi sono così facili da capire, sono come bambini cui fai i complimenti perché hanno fatto bene il compito o il castello di sabbia, o la pipì, da piccoli).

D’altra parte è colpa nostra, delle femmine mamme che le prime volte che non se la fanno addosso gli fanno un casino di complimenti, e poi loro restano così per sempre’eh, l’imprinting!’

Mentre lui è felice, io dico per favore portami in un bar, lui esegue, poi a volte lui dice rivediamoci, io dico ti cerco io so chi sei alfa 37.. lui a questo punto ha paura , pensa di poter essere ricattato, denunciato per stupro e invariabilmente dice, no, sono sposato, o fidanzato, la macchina la usiamo in 4 , uno per turno, non sai come mi chiamo, e si affretta a portarmi dove voglio e se ne scappa togliendomi il peso della sua presenza.

Una sola volta ne ho cercato uno che era bellissimo e aveva un pisello d’oro, l’ho richiamato col telefono, quando mi ha visto era felice, abbiamo scopato in macchina, ma lui era così eccitato per la cosa, magari pensava di avermi affascinato, che anche lui è venuto subito, e io no, un cosa scomodissima, una delusione, molto meglio la sorpresa…

Riassunto

Ragazza carina di circa 22 anni al terzo anno di economia, tante carezze, tutto quello che volevo.

Ho anche imparato dai miei fratelli delle verità sul rapporto uomo donna

I maschi scopano quelle che gliela danno anche se pensano che siano brutte’

Basta che un maschio intraveda la fica anche sotto le mutande o anche solo un triangolino azzurro’.

A mia esperienza superficialmente svolta con i miei compagni di scuola da quando avevo 16 anni è deludente, a 17 anni ho cercato soddisfazione in varie situazioni, non ce la faccio più con i bamboccioni, studenti, toccatine, pompino, e io mi stufo. Dopo un po’ il ridicolo un po’ beluino della situazione sorpassa ogni morbosità . Allora meglio uno che duri alla prima volta!
Io cerco uomini veri, meglio se un pò stagionati, che quando mi scopano. Mi sento un regina, li uso come macchine, conservo la mia consapevolezza e presenza,

Il mio metodo è infallibile e consiste in 4 parole, lo consiglio alle signore che vogliano seguire la mia esperienza.

Dette queste parola all’uomo giusto nel momento giusto lui vi mangia in mano..o come dire, è addomesticato e se volete , gioco di parole, vi viene in mano..ahaha.

Seguite gli esempi che seguono: prima, il taxista, ora:

Un altro esempio tra i miei preferiti è quello del confessionale. Io sono cattolica, ho fatto la prima comunione, credo anche in un Dio a cui siamo tutti collegati, però non sono tanto fiduciosa nell’organizzazione umana chiamata ‘Chiesa’, con tutto il rispetto, come ogni organizzazione umana ci sono soggetti buoni e soggetti cattivi, perone umane e persone disdicevoli.

Quello che non ho mai capito e che nessuno mi ha spiegato mai è il problema che i preti si sono imposti, quello del celibato, che immagino sia un retaggio medievale, di quando il clero aveva diritto a possedimenti materiali, a terreni e quindi scopare con mogli e avere figli poi creava problemi ereditari.

Comunque i religiosi hanno sempre scopato senza farsi troppi problemi, tranne una piccola percentuale di asceti che forse proprio comprimendo il piacere sessuale sono riusciti ad elevare lo spirito. D’altra parte nei vangeli non ci sono cenni al pensiero di Gesù sul tema, risulta che lui fosse contrario alle donne anzi le rispettava .

In ogni caso per quel che serve a me, una fortissima pulsione sessuale di un uomo, l’astinenza dei giovani preti è un vantaggio e io ne approfitto, sperando anche di fare cosa gradita al signore che non credo ci abbia fatti solo per soffrire, sennò avrebbe provveduto al nostro cervello in modo diverso.

Un prete bello e maschio è una bomba innescata ed io voglio disinnescarle a mio piacere.

Il procedimento è semplice: seguire diverse messe in varie chiese, e scegliere un prete abbastanza giovane e maschio, informarsi su di lui, sapere se è possibile avvicinarsi e poi giocare le mie carte. Con la famosa frase.

Due mesi fa individuai un prete stupendo in una chiesa in zona san Siro. Era nuovo di lì, veniva dalla liguria sostituendo il parroco anziano che era deceduto.

Seguii due o tre messe, in prima fila, sempre vestita come si deve, top nero con manichine, gonna corta strettissima , calze velate, scarpe con tacco, seduta, in piedi , il credo, seduta il vangelo, la gonna sale, le cosce escono bene dalla gonna, il parroco non può non guardarle, si aprono un po’, un ombra nera tra le cosce, il parroco è un po’ distratto, parla di pescatori , del mare morto, ma il suo cervello è altrove, nell’ombra nera tra le mie cosce.

Due o tre messe bastarono, abitino rosso , abitino blu elettrico, ammiccamenti, labbra rosse, velo nero, una chicca, nessuno lo mette più, fa un sesso diabolico.

Poi un pomeriggio di calma, lui era nel confessionale, giornata calda di giugno, poche persone in chiesa, aspetto nel banco con minigonna di pelle, giacchina di velluto, un top di seta, guepierre e calze, niente slip, profumo potente, velo nero in testa di pizzo che ricorda i pizzi delle mutandine da donna,

Aspetto che i 3 presenti si confessino.
Fanno penitenza e vanno via, la chiesa è deserta.

Perfetto

Mi inginocchio al confessionale, scosto la tenda, non dalla parte del parlatoio traforato, direttamente di faccia.
Dico, ‘Don, ho peccato varie volte, ho perso messe, Sono stata egoista , ‘.’

Lui dice ‘cara, confessati, raccontami, di preciso’.

Allora io mi invento, ‘ho un amore ma lo tradisco, non so , è la natura, ieri con un venditore di auto, che mi ha fatto fare un giro di prova, io ero seduta così con le gambe larghe (allargo le gambe inginocchiate), sa io ‘non porto le mutandine’, quando vedo un uomo non resisto, l’altro ieri il meccanico, disse che non valeva la pena di riparare la mia Panda vecchia, sa quella quadrata? ‘ ma dimostrò che valeva la pena di scoparmi per mezz’ora nella Panda in un campo, allora, ieri per vedere la Panda nuova il venditore, per scopare è più scomoda della vecchia, con i sedili troppo imbottiti, picchio la testa se mi metto cavalcioni.

Comunque anche il venditore, un bel ragazzo, un po’ grassoccio, ha durato 20 minuti, sono venuta 2 volte, ma che colpi alla testa!

So che devo gestire i miei impulsi, non so come trattenermi , quando sento quel formicolio un bruciore nella ehm nella tra le gambe, sa qui, e mi scosto apro un pò le cosce, lui vede il buio inizia a sudare, sa forse io non porto gli slip mi danno fastidio, ma quando avverto delle vibrazioni, sa, per esempio adesso sono pentita ma sento che mi bagno, per la vergogna, mi agito sulle ginocchia, vedo lui che si muove, è vestito con dei pantaloni neri, da prete, si vede che il coso spinge

Dico ‘Sa, se potessi, solo con un religioso come lei, espierei le mie colpe’. Io ho il velo, lui mi accarezza sulla testa velata.

Allargo le gambe ancora un po’, scosto lo sportello del confessionale, lui guarda in basso oltre la balaustra, la gonna mi sale su, i reggicalze si tendono lui vede il buio sotto, immagina l’inizio della peluria, è ipnotizzato.

Io dico ‘se le piaccio, la prego don, mi tocchi’ lui esita poi allunga la mano, mi tocca la figa in modo maldestro, io faccio un sospiro aspirato ‘ahh’, inginocchiata ancora mi apro tutta, lui non si muove, gli dico ‘si infila il dito’, glielo prendo mi allargo, muovo il bacino mi eccito davvero, lui inizia ad accarezzare, gli prendo il pisello sopra i pantaloni devo stare attenta che quello viene subito ma lui è scioccato, non ancora duro.

Lo sbottono, glielo tiro fuori, lo devo sbrigarmi, magari arriva qualche altro penitente, dico ‘godo !!Toccami, ancora ancora,’ la suo mano a conchiglia massaggia la fica, le labbra mi si gonfiano, mi tiro già il body lui tocca le tette con l’altra mano.

Ora io mi alzo tiro su la gonna del tutto entro a metà nel confessionale dove lui è seduto, mi metto a cavallo, guido il membro dentro la mia fica bagnata, inizio col trotto, tiro la tenda del confessionale dietro di noi.

Lui ha una faccia assorta, ma il suo coso è enorme, mi riempie fino al collo dell’utero, sento un po’ di male, ma eccitante, muovo il bacino con movimento circolare, lui è impazzito, mi morde i seni, mi lecca i capezzoli, dentro sento tutto pieno anche in larghezza, lui si muove su e giù facendo leva sui talloni, sento l’odore del legno del confessionale, mi ricorda la scuola di suore quand’ero piccola e andavamo dentro con le compagne a masturbarci vicendevolmente.

Don mi stringe i fianchi preme già e spinge su con una forza inaudita, mi sento venire lui diventa ancora più gtande, sussurriamo insieme piano ‘ohh ohhh’ io dico ‘ dai godo ! godoo, toccami dentro, mi tocchi l’utero, lui e paonazzo, spinge, io sono tutta aperta , ci sussurriamo ‘ vai vai, vengooo, la figa mi scoppia.. scoppio! ‘ lui dice ‘dio dio dio ”

Adesso sento che inizia a pulsare come una animale vivo dentro di ma, mi sento piena stringo tutti i muscoli, apro e chiudo le cosce, allargo e stringo la figa gonfia, apro e chiudo.

Lui assume una espressione di estasi, il suoi coso pulsa e poi mi brucia dentro con un fiotto abbondantissimo che inizia a scendere dalla figa, ma lui rimane duro e continua a andare sue e giù, io vengo come una cagna, sborro tutta, lui insiste anche se è già venuto.

Apprezzo lo sforzo, ora ha brividi, io mi contraggo a scatti, scuoto la testa, il velo mi cade, lui viene di nuovo anche senza eiaculare se non un fiottino liquido, io vengo la terza volta, dico ‘ohhh così mi piace’.

Restiamo incollati, coi sessi tutti bagnati, i pantaloni neri saranno da lavare bene, con tutto quel bianco intorno alla bottega.

Il legno del confessionale ha un buon odore, mi ricordo i primi orgasmi con le amiche, restiamo un po’ così, lui mi bacia castamente sulla bocca, mi dice ti rimetto i peccati, dì un rosario, vai in pace, ti benedico. Mi hai dato gioia, Gesù non ha mai detto che bisogna solo soffrire. Simpatico!

Mi scavallo da lui, perdendo un sacco di liquido, prendo il velo per terra e mi pulisco, glielo lascio, lì magari in seguito lui dal odorerà e ripenserà a questo bel rapporto.

Mi ricompongo il seno morso a sangue dentro il bodi tiro giù la mini, mi gira un po la testa, chiudo lo sportello, tiro la tenda lo lascio fermo con gli occhi chiusi che sussurra ancora ‘dio dio dio’.

Mi allontano con rumore di tacchi nella chiesa vuota, uscendo un marocchino mi guarda, gli do 10 euro , goda anche lui.

Vado a casa, un notte di sonno

Riassunto

Mi chiamo Cristiana, ragazza molto carina al terzo anno di economia, mi è venuta in mente una avventura con un anziano professore che mi dava lezioni di matematica che vorrei ricordare perché fu una conferma del ‘potere della semplice frase ‘sai, sono senza slip’.

Avevo 19 anni, ero al primo anno di economia, e dato che al liceo ero sempre un po’ distratta e non studiavo molto, frequentavo molti compagni di scuola, spesso con approfondimenti intimi, e questo non mi giovava a essere brava in matematica.

Allora i miei mi mandarono a lezione da un professore circa 50 enne che insegnava al mio ex liceo.

Quando ero là, al Liceo Pisoni, lui mi lumava sempre, si sa che ero appariscente sempre con gonne strette o blue jeans che mostravano l’anatomia delle spacco, e le magliette trasparenti.

Ovviamente non aveva mai provato a approcciarmi, era pericoloso, ero minorenne, comunque durante le interrogazioni si perdeva un po’ a guardale le mie gambe o le tette e quando mi sedevo guardava bene se poteva scorgere qualche particolare più profondo.

E ci incrociavamo nei corridoi mi sentivo passata ai raggi x dai suoi occhi e io ricambiavo un casto sorrisetto malizioso.

Poi a lezione non poteva fare a meno di interrogarmi e io stavo un po’ sulle generali cercavo di scrivere alla lavagna le equazioni incomprensibili per me e per chi sapeva qualcosa, ma la bella mostra del mio didietro mentre ero girata verso la lavagna, faceva si che alla fine lui mi aiutava un po’, scendendo a livelli penosi di difficoltà, e il voto, pur insufficiente non era disastroso, e io lo ricambiavo con un sorrisetto sexy, incurante dei mormorii tar i miei compagni, dei quali comunque alcuni non erano gelosi perché abbondantemente soddisfatti dalle mie prestazioni.

Alla fine della scuola ci salutammo e per sei mesi non ci vedemmo, ma quando iniziai l’università fui libera di chiedere ai miei di sostenermi con qualche lezione e loro dissero OK, chiedi a qualche professore, e io non me lo feci dire due volte.

Gli telefonai subito rintracciando dalla amica segretaria del liceo (con cui avevo avuto uno scambio di pareri su chi degli studenti fosse scopabile, fatto che me la rese amica) e presi l’appuntamento, chiedendo anche la sua tariffa, che risulto di euro 35,00 all’ora, per me, sennò 45,00, in nero rigorosamente. E poi dicono dei commercianti.

Lo raggiunsi nella sua modesta dimora in una via periferica, un trilocale carino e ordinato, c’è anche il gatto Fuzzy Mib, chiamato da lui come un indice di borsa, un siamese carino.

Aveva un angolo studio, ci sedemmo vicini, sotto la finestra, il gatto stava sul calorifero spento.

Iniziammo a tracciare un programma che prevedeva un ripasso delle equazioni differenziali, i limiti, derivate ed integrali, equazioni a più incognite, eccetera (che palle!) .

Essendo quasi estate era caldo, io dissi ‘ho sete, posso avere un bicchiere d’acqua?’ lui disse certo Cristiana, ( il mio nome! Non l’aveva mai detto mi chiamava per cognome) ‘ma se preferisci ho della limonata’, Io dissi, ‘si grazie mi piace.’

Lui andò in cucina e ritornò con due bicchieri di limonata FantaLemon, io ne bevvi un lungo sorso e poi l’appoggiai sul bordo del tavolo, apposta..

Dopo qualche minuto mi slanciai per afferrare un libro che avevo messo un po’ lontano , che volevo mostragli per decidere quanti e quali esercizi mi consigliasse.

Ovviamente ritraendo la mano urtai il bicchiere versandomi la mezza limonata restante su un seno coperto dalla maglietta beige e sui pantaloncini hot di jeans, tutti sfilacciati.

Lui si agitò disse ‘oh mamma mia, aspetta che prendo un asciugamano!’

Tornò dal bagno con una spugna e me al diede, io asciugai un po’ la maglietta e la passai sugli hot pants.. con fare lento, poi dissi ‘o, guarda la maglietta è tutta bagnata, non ne ha una da imprestarmi?’ mostrando il seno gonfio sotto la sottile stoffa dove si intravedeva un sottile reggiseno che non permetteva di nascondere il capezzolo, dalla parte bagnata.

Lui disse ‘si ora vedo, sennò poi resti infreddolita appiccicosa!’ ‘Ma come facciamo per il ‘ ehm- sotto? ‘ guardando direttamente la mia zona pubica evidenziata dalla stoffa jeans un po’ bagnata..

Questo mi diede la sponda per la mia frase fatale! ‘non si preoccupi, si asciugano subito col calore del corpo, sono sottili e poi, sa, sotto io non porto gli slip’ “….sono senza slip…”

Lui fu come colpito da un fulmine, cercò di mantenere la calma, ma senza troppo, impegno, disse, vieni, mi condusse nella sua camera d aletto, io pensai ‘orpo! Che deciso!’, invece no, mi ero sbagliata, cercava ancora di mantenere un contegno logico, nonostante io gli vedessi una mezza erezione sotto i pantaloni leggeri.

Aprì un cassetto e tirò fuori una camicia bianca leggera, dicendo prova questa, mi è un po’ stretta, ti andrà bene, il bagno è lì, indicando con la mano.

Io dissi ‘grazie’ , la presi e andai nel bagno, lasciando tuttavia aperta la porta, lui si era seduto sul letto, vedevo che lui poteva vedermi dallo spiraglio.

Mi tolsi la maglietta e il reggiseno ed armeggiai un po’ muovendomi per fare in modo che lui vedesse bene le mie tette, poi tirai giù la zip degli hot jeans, li tirai giù e mi sedetti sul water a fare la pipì, fingendo di non sapere che mi stava guardando, e così constatò la veridicità della mia frase ‘..senza slip’.

Mi asciugai con calma la figa sempre senza guardare verso la porta e mi allacciai la camicia a nodo, tirai su i pants e uscii di fretta verso lao studio, senza guardare verso la camera da letto dove lui era seduto sul letto penso in uno stato di agitazione mascolina notevole.

Mi sedetti e chiamai ‘professore?’ , lui disse, vengo subito, un attimo, sentii chiudersi la porta del bagno, ricordai che avevo lasciato nel lavandino la maglietta ed il reggiseno limonati, pensai che lui quanto meno li vedesse, li toccasse, li odorasse, e poi si masturbasse, fatto questo che avrebbe allungato il suo tempo amatorio che io pregustavo.

Infatti quando tornò era un po’ arrossato in viso e non si notava più il pisello in tiro.

Disse ‘ allora ok, vediamo gli integrali, e iniziò a leggere ma senza capire quello che faceva, io dissi ‘ che noia!, per questo io non riesco a studiare, mi addormento’ appoggiai la testa sul quaderno ,e nel farlo le tette pendevano verso il basso e si vedevano, libere dalle pieghe della camicia allacciata lenta a nodo.

Il professore, disse ‘ dai, non fare così, vedrai che poi ti piacerà! ‘ e nel dire questo iniziò ad accarezzarmi i miei capelli biondi, e siccome io non davo segno di non volerlo scendeva lentamente sulla schiena, fin giù sul sedere esposto in quanto io ero semisdraiata con la testa sul tavolo. Gli hot lasciavano un buona pare del sederino scoperto e li la mano del prof si insinuo prima sopra e poi dentro , infilandosi tra le chiappe , e io con la mano stavo sbottonando il davanti dei miei pants in modo che dietro si allargassero e la mano potesse procedere.

Io facilitavo la manovra, facendo leva sulle cosce e la testa sul tavolo, alleggerendo la parte della sedia, sicchè la sua mano arrivo prima al buchetto e poi in avanti sotto iniziò a incontrare l’umidore delle grandi labbra, e ancora avanti mentre per forza lui mi stava abbracciando, e io con la testa appoggiata vedevo perfettamente la zona dei suoi pantaloni di nuovo in tiro.

Feci un leggero sospiro aspirato, e sentii l’altra sua mano entrare dal davanti dalla patta ormai aperta e congiungersi con l’altra, e le due dita medie entrarono insieme nella mia vagina, molte acquosa e iniziarono una danza che mi iniziò fare montare un primo orgasmo.

Lui mi sosteneva sotto il culetto e io mossi le reni adagio per aiutare le carezze, e siccome lo percepivo spaventato lo poi rassicurai con i miei gridolini da fanciulla.

– Mhhhh sii..professore siii siiiiiiiiii ! ! !.

Mentre spesso scopando avevo provato nulla più di una forte eccitazione, ora il piacere saliva nel mio corpo partendo dalla vagina e diffondendosi in tutto me stessa.

Alzai la testa dal tavolo e allacciai le dita dietro la sua nuca , lo attirai e lo baciai con la lingua .

Lui aveva disteso le braccia e mi stringeva il seno, fissandomi con una smorfia quasi dolorosa, che mi spinse a cercare il mio piacere col timore che potesse sfuggirmi. E la spiegazione della sua espressione fu che lui disse ‘Cristiana amore mio! Da quanti anni desidero questo momento!’

Io mi girai e mi sedetti sul tavolo, facendo scendere gli hot pants di jeans ormai slacciati, lui non perdette tempo e strappandosi i bottoni della patta estrasse il coso enorme, e io pensai ‘ah ecco cos’ha fatto in bagno! Si è tolto le mutande’!

Sentii l’urto del glande contro le piccole labbra, mi sollevai, strinsi le gambe alle sue reni, facendo forza su di esse abbassai nuovamente il bacino, ma lui lo sollevò, con le mani sotto i glutei e poi lo abbassò ancora, evitando di infilarsi completamente in me, lo sollevò e lo abbassò, e ben presto i suoi sforzi e il piacere che cominciava a provare la fecero ansimare.

L’attesa mi faceva allupare sempre di più, la mia fica era un fiume di liquido, e io cercavo di muovermi, sempre più velocemente facendo salire e scendere il membro nella vagina che il piacere aveva lubrificato e dilatando e ad ogni onda entrava un po’ di più. Ero come una ballerina di lambada ma tutta aperta, per ondulare meglio e sentire il membro che andava nel mio ventre.

Guardavo la sua espressione rapita e concentrata e fu questo a fugare ogni residuo rimorso che potevo ancora avere nell’averlo di fatto violentato e dissi ‘scusi professore, se l’ho fatta tanto penare!’

Lo so, era assurdo ma lo dissi malgrado non provassi quello che dicevo, lo dissi ansimando, soffiando, era da tanto che non godevo in quel modo, i miei gemiti si accompagnavano ai suoi che aveva chiuso gli occhi e godeva con la bocca socchiusa..

– Oh dai prof . . . dai . . . dai . . . daiiii ! ! !

La mia vagina abbondantemente lubrificata dal mio piacere lasciava scorrere il suo pene con un rumore bagnato, particolare, il poco attrito che produceva era tuttavia sufficiente perché il mio piacere salisse rapidamente.

Cercai il godimento incontrandolo con colpi di reni, venendo incontro al cazzo senza più timore, ero scossa dai colpi sempre più forti che facevano sobbalzare le mie tettine, poi avvenne all’improvviso, il prof si immobilizzò spalancando gli occhi, percepii attorno al suo pene le morbide strette della mia vagina . . . urlai: ‘ Oh adesso . . . adesso . . . ohhh prof.. . . . dentro . . . ti voglio dentro . . . tutto . . . tuttooooo . . . Ahhhh . . . . ahhhh . . .
– Si . . . ecco . . . ecco . . . dammelo, prendimi oh amore ohhh! ! ! ‘

Mi sentii venire e non mi trattenni , lui gridò, io rantolai il mio godimento contro la sua bocca aperta bevendo i suoi sospiri e la sua saliva, le mani strette al suo culo, attirandolo e respingendolo come fosse un mio giocattolo, come se lui allo stremo delle forze si fosse abbandonato contro di me lasciando che fossi io farla scorrere sul suo membro, ad infilzarla, a muoverla . . .

Mentre venivo, una euforia indescrivibile si impossessò di me mi resi conto che era insieme che stavamo godendo, che la nostra era una intesa straordinaria, bellissima.

Io non smisi di far andare le reni e continuammo a lungo a sospirare una nella bocca dell’altro poi a poco a poco sentii il suo pene afflosciarsi e infine uscire dal mio grembo.

Udii il rumore delle gocce del mio e suo piacere che cadevano sul pavimento, solo allora mi resi conto che lui si era svuotato dentro di me, ma il timore delle possibili conseguenze durò pochissimo ricordando che il mio suo ciclo era appena passato ma mi promisi che in avvenire avrei preso delle precauzioni.

Lui mi guardò con negli occhi una espressione particolare, uno sguardo quasi paterno e disse con un filo di voce: ‘- Ho goduto tanto, ma tanto. . . è stato bellissimo, ‘

Chinò lo sguardo e vedendo le gocce sul pavimento fece una smorfia buffa, passò una mano all’interno della mia coscia spalmando le gocce chiare che colavano, io dissi ‘una mia amica dice che lo sperma fa bene all’utero e tu me ne hai dato tanto, lo sento colare ancora!’, poi coprendomi la fichina con le mani corsi in bagno.

Quando tornai dopo pochi minuti il prof riapparve con uno straccio, asciugo con cura il pavimento poi alzò il capo e sorrise. ‘fatto’

Infine cominciò a rivestirsi; anch’io raccolsi i miei indumenti, mentre mi rivestivo mi chiese: ‘ Perché Cristiana, perché tutto questo?’
Io che ero ormai quasi completamente vestita mi volsi a lui sorpresa:’ Perche . . . cosa?’

Lui disse, dalla fama che avevi al liceo so che non hai nessun problema a procurarti un ragazzo quando vuoi. . . divertirti, hai avuto parecchi ragazzi giovani, sicuramente più giovani e belli di me, allora perché hai voluto farlo con me?’

Non potei trattenere un rossore che coprì all’improvviso il mio viso e gli fece capire che aveva colto nel segno. Tentai di eludere la domanda: ‘Mi andava di farlo, forse non le è piaciuto?’

‘Non mi hai risposto, perché?’ Era deciso a venire a capo della faccenda. Io avevo appena finito di infilarsi le gli hot pants, lasciai ricadere la camicia e mi sedetti, cominciando ad infilarmi le scarpe e i calzini; infine sollevai il capo e guardandolo, quasi a scusarmi: ‘ E’ stata Marta, la mia migliore amica, . . . una volta le chiesi perché se la faceva con un uomo molto più vecchio di lei, mi rispose che i giovani non hanno fantasia, sempre la stessa cosa . . . le stesse posizioni mentre con un uomo maturo è diverso, hanno esperienza, se vuoi godere veramente devi prenderti un uomo di una certa età mi disse, fanno delle cose che i ragazzi non osano, sanno come farti divertire a letto, sono più . . . più . . .’ ‘ Più cosa? Lo guardai come si guarda un allievo che non sa la lezione: ‘Sono più . . . porcelli, ecco, adesso lo sai!’

Fece di sì meccanicamente, io mi alzai sulla punta dei piedi e gli diedi un bacio. ‘ Vado professore, ci rivediamo lunedì per proseguire il programma!’

Me ne andai lasciandolo interdetto, tra amore e desiderio.

E questo confermò che la mia frase mi portava sempre a trovare godimenti e per quello ho continuato ad usarla.
Riassunto…

Ragazza carina di circa 22 anni al terzo anno di economia, tante carezze, tutto quello che volevo.

Ho anche imparato dai miei fratelli delle verità sul rapporto uomo donna

I maschi scopano quelle che gliela danno anche se pensano che siano brutte’

Basta che un maschio intraveda la fica anche sotto le mutande o anche solo un triangolino azzurro’.

A mia esperienza superficialmente svolta con i miei compagni di scuola da quando avevo 16 anni è deludente, a 17 anni ho cercato soddisfazione in varie situazioni, non ce la faccio più con i bamboccioni, studenti, toccatine, pompino, e io mi stufo. Dopo un po’ il ridicolo un po’ beluino della situazione sorpassa ogni morbosità . Allora meglio uno che duri alla prima volta!
Io cerco uomini veri, meglio se un pò stagionati, che quando mi scopano. Mi sento un regina, li uso come macchine, conservo la mia consapevolezza e presenza,

Il mio metodo è infallibile e consiste in 4 parole, lo consiglio alle signore che vogliano seguire la mia esperienza.

Dette queste parola all’uomo giusto nel momento giusto lui vi mangia in mano..o come dire, è addomesticato e se volete , gioco di parole, vi viene in mano

Esempio dell’Ingegnere:

Come studentessa andai alla CCIAA alla conferenza sulle reti d’impresa

Bla Bla Bla ” Con il Contratto di Rete più imprenditori perseguono lo scopo di accrescere, individualmente o collettivamente, la propria capacità innovativa e la propria competitività sul mercato’
‘e a tal fine si obbligano, sulla base di un programma comune di rete, a collaborare in forma e ambiti predeterminati attinenti all’esercizio delle proprie imprese’
‘ovvero a scambiarsi informazioni o prestazioni di natura industriale, commerciale, tecnica o tecnologica’
‘ovvero ad esercitare in comune una o più attività rientrati nell’oggetto della propria impresa”.

Vicino a me un signore attento, bell’uomo, iniziamo a parlare
Poi al caffè..simpatizziamo
Mi guarda
Io tailleur serio con gonna stretta
Parliamo di varie cose..dallo studio di economia alo global compact che ha firmato Berlusconi.

Dico: ” sa? io sono senza slip!”

Mi guarda

Dico mi piace conoscere nuove persone, anche si facebook

Dico se vuole, se vuoi..io vado in bagno..mi dia…dammi cinque minuti..poi venga– vieni in quello degli handicappati, oggi nessuno lo userà.

Lo aspetto, appendo la giacca

Guardo i fogli..la customer satisfaction

Bussa entra chiudo

Mi bacia con veevmenza…
Mi abbraccia
Mi siedo sul wc alto

“E se ci scopre qualcuno?”

“Ma che dici, ho chiuso a chiave, come fanno a scoprirci?”

L’ingegnere era eccitato, aveva proprio voglia di sesso; e anch’io , ma temevo che qualcuno potesse scoprirci.

“Dai..Non viene nessuno” disse L’ingegnere tirandomi a sè.

“Non viene nessuno” disse L’ingegnere tirandomi a sè.

“Hai fatto bene a mettere la gonna oggi” e le infilò una mano sotto.

“Non lo so ingegnere, ho paura che arrivi qualcuno”

“Ma chi vuoi che venga, dai smettila”. La sua mano passò davanti, gemetti. ‘ohhh,,’

“Sì che lo vuoi anche tu, senza slip,,,” disse L’ingegnere strofinandomi la passera.

“Sì, ma…ah!”

“Così brava, fammi sentire i tuoi ansimi”

“Sì, ingegnere, ah!”

“Ti stai bagnando in fretta”

“Sì, ti voglio, scopami dai”

“Ehi piano! Non avevi paura un attimo fa?”

“Sì, ma se mi tocchi così mi fai godere subito!” dissi slacciandomi e spostando il reggiseno sotto la giacca blu aperta.
Le tette balzarono fuori e L’ingegnere le afferrò.

“Sì, così, ah!”

L’ingegnere mi leccava le tette e io mi contorcevo contro il muro.

“Succhiami i capezzoli, sì così, dai!”

Ci fu un rumore in corridoio, un rumore di passi. L’ingegnere si staccò dal mio seno e stette in ascolto…qualcuno era passato ed era andato via.

Attirai l’ingegnere a me, lo baciai con passione, poi gli slacciai i pantaloni e gli dissi “siediti qui’ sul wc chiuso, alto, mi inginocchiai e morsi leggermente il pene da sopra le mutande, poi lui lo tirò fuori e io stetti a guardarlo mentre la sua mano faceva su e giù su di esso, poi lo presi in bocca.

Mentre l’ingegnere si faceva spompinare, qualcuno entrò nel bagno adiacente a quello in cui si trovavano.

Stemmo entrambi col fiato sospeso, attenti a non far rumore, poi ripresi a succhiare l’ingegnere per vedere se sarebbe stato capace di trattenere gli ansimi.
Lo succhiai con particolare foga, guardandolo in faccia, ridacchiando.

L’ingegnere gemette io rallentai, poi lo ripresi di più.
Nell’altro bagno non si muovevano più, forse si erano accorti di quello che stava succedendo, le pareti erano esili, e si erano incuriositi.
Chissà chi era, un importante funzionario, o solo uno sconosciuto partecipante al convegno..
Questo pensiero mi eccitò tanto che appoggiandomi al lavandino allargai le gambe e alzai la gonna stretta fino alla vita in modo da essere libera sotto.

“Vieni a leccarmela” dissi all’ingegnere, muovendo solo le labbra.

L’ingegnere si inginocchiò e mi leccò , facendomi uscire ansimi di piacere.

Dall’altro bagno si percepivano dei rumori ovattati, forse qualcuno si stava masturbando.

L’ingegnere non resistette più, “Adesso ti scopo” disse e mi infilò il suo cazzo duro nella figa aperta e bagnata..io dissi in un sussurro “ohhhh così’cos’,,, dai, tutto dentro, scopami!”

Il lavandino cigolava leggermente sotto le spinte dell’ingegnere, e io allargavo di più le gambe per farmi penetrare meglio.e continuavo a bisbigliare, anche a beneficio di chi fosse nell’attiguo bagno, non sapevo se era quello di uomo o donna, ma non mi importava..ero eccitata da essere scopata da uno sonosciuto nuovo e anche dal fatto che ci fosse qualcuno ad origliare..

“Di più, spingi, dai!” poi l’ingegnere sussurrò:”Sto già per venire ” e io alzando un po’ il tono sibilai :”E aspetta dai, che palle, scopami ancora un pò, dai!”

Chissà cosa faceva se aveva sentito, la persona nell’altro bagno pensavo e la cosa mi provocò un cortocircuto’e a voce semi alta:”Oddio, godo, sto venendo, spingi dai, di più! Ahhh!”
L’orgasmo mi pervase il corpo contorcendolo, poi l’ingegnere tolse il cazzo e si venne in mano.

“Cavolo, non ce la facevo più” disse lui.

La porta dell’altro bagno si aprì e qualcuno si allontanò.

Aspettammo ancora un pò, poi ci rivestirono e ognuno tornò alla propria poltroncina nella conferenza, mentre un oratore ampolloso, doveva essere un avvocato..stava tirando le somme ‘Il Contratto di Rete può essere una occasione importante per rivitalizzare il tessuto economico del Paese e favorire una crescita che possa superare la sua strutturale debolezza.
 La mancanza della soggettività giuridica non permette di sfruttare completamente il Contratto di Rete come strumento operativo rispetto ad altre forme di aggregazione imprenditoriale, ma la sua flessibilità lo rende una forma apprezzata di ”start-up di aggregazione”.
 Le agevolazioni fiscali previste (’48 Min in 3 anni) sotto forma di differimento di imposta sono di limitata entità.
 Esistono già molti casi di collaborazioni tra imprese che testimoniano la lungimiranza e la vitalità imprenditoriale di molte PMI.
 Il Sistema Confcommercio può essere un attore importante nello sviluppo dei contratti di rete sul territorio e nel supporto alle imprese costituenti.

Ci saremmo ritrovati?..mah..io il suo nome non lo sapevo..e lui neppure..forse la rete’

Eppure..all’uscita..una donna mi fermò..disse..dottoressa, potrei darle il mio biglietto, sa mi interessa il suo modo di approcciare l’argomento’.

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