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Erotici Racconti

Scrivere è un’opinione

By 19 Luglio 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Mi avete rotto, con i vostri racconti che ormai sono diventati tutti uguali: un culo favoloso, due tette della quinta, un cazzo da venticinque centimetri’. Tutti Supermen, tutte Superwomen. Gente normale, mai o quasi. Storie nelle quali l’unica cosa che varia è la scenografia, perché per il resto, per tutto il resto, non riuscite ormai a mettere insieme qualcosa di diverso da uno stereotipo che più ripetitivo non si può.
E, per giunta, usate un italiano che, salvo pochissime eccezioni, è veramente un orrore. Questa cosa, bisogna dire, non avviene per colpa vostra: è lo schifo di scuola che avete frequentato, che vi ha insegnato a scrivere in quel modo. Gente che viene dal ’68 e seguenti. Gente che pretendeva il ‘sei politico’ od il ‘diciotto altrettanto’. Per cui, quando riusciva a beccare una licenza media superiore od una laurea, di quelle che allora non si negava a nessuno, perché il-Popolo-ha-i-suoi-diritti, un ragazzo, di qualsiasi materia, ma soprattutto di italiano, non ne sapeva una mazza.
Ed allora, ecco che nei vostri racconti si sprecano le parole scritte male; i ‘gli’ al posto dei ‘le’, e viceversa, per cui non si riesce mai a capire se stiate parlando di un uomo o di una donna. La sintassi è un’opinione, la grammatica ‘ l’ ‘ABC’ dello scrivere ‘ una pia illusione, l’accordo tra i verbi una chimera, il congiuntivo, chilloconosce. Parole straniere, soprattutto francesi ed inglesi dalla scrittura sbagliata, usate da chi, delle due lingue, non conosce nemmeno i primi rudimenti.
Due cose messe insieme: mancanza di fantasia ed incapacità di scrivere correttamente. Una alla volta, possono pure passare. Prendete Maxtaxi, per esempio: che non sia Marotta od Umberto Eco, lo sa benissimo anche lui. E lo riconosce anche, perché è una bravissima persona, e corretta. Però ha una fantasia che lévati. Quando lo leggo, m’attizza senza rimedio. E’ sensuale, coinvolgente, conosce il sottile gioco del sadomasochismo psicologico. Racconta pure ‘ ci mancherebbe! ‘ cosa fanno i suoi personaggi. Il risultato non è molto incoraggiante: letto un racconto, letti tutti. Di Morgause (riferimento emblematico, è chiaro) ce ne sono meno delle dita di due mani.
E siccome non sopporto più quest’ammasso di ‘monnezza indifferenziata, a scrivere un racconto, adesso ci provo io. A sscriverlo per pubblicarlo su ‘I racconti di Milù’, s’intende. Perché di racconti scritti da me, sulla memoria di questo pc, ce n’è non pochi. Solo che quasi nessuno ha contenuti erotici. Magari non vi piacerà ‘ non lo troverete sensuale e scopereccio, perlomeno all’inizio – perché non parla di una Dea e nemmeno di un Dio di bellezza; troverete che si tratti di una storia banale, perché vi parlerò di gente di tutti i giorni. Per la verità, qualche tempo fa ho iniziato a scrivere un racconto lungo, molto lungo, che si svolge nell’Antica Grecia, con la gradita partecipazione di larga messe delle Divinità dell’Olimpo. Ne ho sottoposto una parte all’esame di un frequentatore di questo sito, tanto per sondare. C’era (c’è!) erotismo a bizzeffe, largamente condito e commisto a vicende trattate volutamente con un po’ di umorismo. Gli avevo chiesto un giudizio. Non mi ha detto, ad esempio, che aveva trovato il mio umorismo un condensato di cretinaggine. O che tutta la vicenda gli sembrava straordinariamente stupida. L’unico commento che espresse è che ‘non era abbastanza erotico, non l’aveva fatto addrizzare’. In effetti, una successiva analisi mi dimostrò che lui non sapeva nemmeno da lontano di cosa io stessi parlando. Zeus, Aphrodite, Ares, chi erano costoro? Eros gli aveva fatto balenare, per la verità, qualche assonanza, ma niente di più. Ed ha smesso di contattarmi.
Avrei dovuto scoraggiarmi sino alla rinuncia. Ed invece, siccome sono un narcisista per giunta presuntuoso scriverò una storia vera. Ma vera sul serio, mica così per far finta. Cose che mi sono successe, donne che ho amato, stimato, disistimato, scopato con grande trasporto. Pensate! In ciò che scriverò, di parole ”acce’ ne troverete solo q.b., quanto basta. E quelle poche serviranno solo a dare l’idea di quanto anche il turpiloquio possa essere stimolante, sempre e solo se ricompreso nell’ambito del rispetto reciproco, della capacità di guardare il proprio partner con occhi che esprimono, se non amore, perlomeno un forte desiderio di dare ed ottenere piacere senza ferire lo spirito dell’altro. Lo spirito. Perché il corpo può benissimo soffrire ‘ non molto, badate bene, ed in misura, comunque, tollerabile, e desiderata – se ciò serve per dare piacere al suo proprietario, come ben sa qualsiasi sessuologo e/o psicologo che si rispetti.
Questo prologo, lo riconosco, è solo uno sfogo ma anche, nelle mie intenzioni, uno stimolo. A migliorare o, misericordiosamente, ad abbandonare questa strada impraticabile, per molti. Qualcuno apprezzerà. Ad altri, forse, riuscirò a strappare perfino un sorriso. Altri ancora leggeranno le prime dieci parole e poi abbandoneranno. Non pochi mi riempiranno di improperi ed anche insulti, perché si sentiranno offesi. Nunmenepòffregaddemeno. Mi faranno un enorme piacere le critiche serie e concrete. Perché anch’io – che come è evidente so scrivere, pur senza essere Cicerone o William Faulkner – ho bisogno ancora di perfezionarmi, benché, come è evidente, perfetto lo sono quasi del tutto. Scemo, questa si chiama ‘autoironia’, capacità di prendersi in giro da soli! Qualità essenziale, per un uomo. Anzi, come un Uomo, come io aspiro da sempre a diventare.
Adesso, basta con le chiacchiere. Attacco a scrivere e vada come vada. Si tratta di una storia ordinaria, con protagonisti ordinari, ai quali, tuttavia, il sesso piace un sacco. Anzi, due. Se vi piace, ciò che leggerete, fatemelo sapere. E se non vi piace, beh, fatemelo sapere lo stesso.
Arrivederci alla seconda puntata. Che potrà chiamarsi ‘Il preludio’. Quello che apre la porta, nella terza, della stanza da letto.

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