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Vivo dentro un’utilitaria di proprietà di una famiglia normale.
Vivo una vita tranquilla tra viaggi in Italia e all’estero, ma non mi lamento, mi piace stare con loro!
Hey, non sarò il sedile del posto di guida, ma anche io ho le mie belle storie da raccontare!
Volete sapere la mia preferita?

Era un tardo pomeriggio di fine estate e il tempo minacciava pioggia già da un po’, ma il secondogenito aveva organizzato una sorpresa per la sua fidanzatina dell’epoca, una festa per il suo compleanno.
L’imbranato (come lo chiama ancora poco amabilmente la signora frizione) aveva da poco la patente e vedere il suo fondoschiena passare dal mio sedile a quello del guidatore mi aveva fatto commuovere, come crescono in fretta!
Passò a prenderla sotto casa, lei salì tutta raggiante, sentivo i suoi cortissimi pantaloncini bianchi e le gambe lisce strusciarsi delicatamente sul tessuto dei miei sedili, era davvero molto bella.
Passammo settimane a discutere con i finestrini e la leva del cambio su come cavolo avesse fatto a conquistarla!
Lei compiva diciannove anni, era una ragazza di origini sudamericane, piccola, ancora un po’ acerba, ma davvero ben fatta, lui tre anni più grande era il maschio alfa della sua compagnia di amici (compagnia di certo non composta da esemplari eccellenti, quelli che avevo visto erano tutti adolescenti un po’ sfigatelli), il trascinatore, quello con le idee folli, quello che aveva messo in piedi la banda, il comico intrattenitore, un ragazzo nella media, che puntava molto sulla personalità.
Non so come andò la festa, aveva parcheggiato troppo lontano per poterlo capire, ricordo solo che tornarono a tarda notte, quando ormai era scoppiato un fragoroso temporale ed io ci misi un paio di giorni per togliere tutta l’umidità!
Erano felici, lei risplendeva letteralmente di gioia e rideva, rideva continuamente, invece lui doveva aver bevuto qualche bicchiere di birra perché guidava un po’ troppo sportivamente.
Si fermò nel parcheggio sotto casa di lei, un fottuto muro d’acqua ci circondava, tutte le luci erano spente e non vedevo ad un cuscino dallo schienale.
“Sposta il sedile più indietro che puoi.”
Mmmm… Che bella sensazione la sua piccola manina delicata sulla mia turgida leva di regolazione!
Lei si tolse pantaloncini e mutandine in un colpo solo, sentii la sua pelle liscissima e fresca sul mio tessuto, il suo piccolo culetto a mandolino era delizioso!
Non potevo vedere nulla, ma mentre si posizionava sentii la corta peluria del suo sesso toccarmi.
Lui si inginocchiò sul tappetino ai piedi della ragazza, le allargò le piccole cosce e si tuffò in quello splendido frutto sudamericano.
Non riuscivo a vedere nulla, percepivo solo il calore del corpo di lei che si contorceva ed ansimava sopra di me, la sua pelle percorsa da piccoli tremiti mentre si inumidiva di sudore.
Sentii alcune gocce scivolare dalla sua fica e posarsi sulla seduta, sapeva di buono, mai avrei creduto di poterla assaggiare anche io!
Ricordo ancora il suo sapore, dolce, quasi una caramella con un sentore muschiato…
Un urlo strozzato in gola, movimenti del bacino sempre più veloci, mani che stringevano carne, mani che stringevano capelli, qualche parola sconnessa, a volte in italiano, a volte in spagnolo e poi solo brividi ed una vampata di sudore.
“Fermati…”
Lei lo trascinò su di peso e si baciarono.
Qualche battuta, i soliti ti amo, si rivestì velocemente e scomparve sotto la pioggia.

Non scoparono mai sopra di me o su nessuno dei miei colleghi, avevano altri posti più comodi, era stata quella l’unica volta in cui loro due si erano dedicati ad atti sessuali in questa macchina, un cunnilingus regalo!
Non so come finì tra di loro, dopo qualche mese non vidi più lei e ci volle parecchio prima che lui portasse un’altra donna sopra di me.

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