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Erotici Racconti

Sei fiero di me

By 2 Marzo 2017Febbraio 1st, 2023No Comments

E’ già mattina, il sole splende, però l’aria non è ancora troppo calda, dal momento che è l’ideale per prendere il sole, frattanto consumiamo un’abbondante colazione al bar del porto, un salto all’edicola, quindi si torna a bordo, si ritira la passerella, si mollano gli ormeggi, si manovra piano fino al mare aperto e si salpa per esplorare la costa da un’adeguata distanza per cercare un posto dove gettare l’ancora, abbronzarci tranquilli e magari eseguire qualche tuffo. Con prudenza superiamo la zona delle spiagge attrezzate, oltrepassiamo i campeggi, percorriamo un bel tratto di costa, intanto che una caletta ci attira, cosicché ci avviciniamo con cautela fino a una distanza ragionevole, dato che sulla spiaggia c’è qualcuno che prende il sole. Pochi in verità, qualcuno è nudo, però va bene, dato che questo è il posto giusto, Raffaele getta nel frattempo l’arpione alla giusta distanza dalla riva, prova che tenga al meglio e spegne tutto.

Da questo momento via la maglietta, via il pezzo sopra del costume, via anche il pezzo sotto e vai, tutta nuda con una bella spalmata con dell’olio solare. Il letto nello spazio di poppa è l’ideale per prendere il sole nuda, quando si è vicini alla costa, per il fatto che i bordi del pozzetto sono alti quanto basta per ripararmi dagli sguardi curiosi di chi è in spiaggia o di chi può arrivare con altre barche, ma non sono così alti, perché pur alzando la testa io non posso vedere cosa succede intorno. Mi studio nel frattempo l’orientamento del sole e mi sistemo di conseguenza, con le braccia e le gambe ben spalancate nella direzione giusta, perché il sole vada a colpirmi esattamente all’interno delle cosce e nelle ascelle, il cappellino è adagiato sul viso ed eccomi pronta a fare la lucertola almeno fino all’ora di pranzo. 

‘Sta’ attenta, vedi di non scottarti la fica’ – ribatte lui in modo implicito.

‘Sta’ tranquillo, non c’è pericolo, la terrò ben nascosta’ – replico io brillantemente.

Raffaele mi prende in giro, perché lui non ha queste fissazioni né queste costanti manie per l’abbronzatura, così si sistema comodamente stravaccato sul divanetto sotto il telone all’ombra, s’accende una sigaretta, si stappa una bottiglia di birra e si concentra alla lettura dei giornali. Più tardi, si toglie la maglietta, si tuffa e va a farsi una nuotata lì attorno, dopo quando risale a bordo mi fa il resoconto di com’è trasparente l’acqua, di com’è sabbioso il fondale e di chi c’è in spiaggia. Lui si diverte a farmi sgocciolare addosso i capelli bagnati, poi visto che io non ho nessuna intenzione di badare a lui, mi lascia stare e si corica vicino a me per prendere il sole. Il costume se lo sfila anche lui, di solito dice che lo fa perché non vuole sentirselo bagnato addosso, però in realtà anche lui non disdegna anche se non è un esaltato dell’abbronzatura, dal momento che la sensazione del sole sulle chiappe non gli dispiace. 

Ogni tanto, qualcuno dalla spiaggia nuota nei pressi dove siamo ancorati, guarda la barca e se ne va, un ragazzo più intraprendente degli altri s’avvicina fino a sotto bordo, Raffaele sporge la testa e quello s’aggrappa a un parabordo e inizia a conversare con lui. Chiede del cabinato, della velocità, se l’interno è spazioso, se è nostro, se costa molto. Mio marito gli dà corda, perché s’annoia e se c’è qualcuno con cui parlare gli fa piacere, io mi giro a pancia in giù, mi sollevo un po’ sui gomiti e sporgo la testa per guardarlo anch’io. E’ un ragazzo giovane con i capelli lunghi, il ragazzo sembra soddisfatto, lascia il parabordo e s’accinge a nuotare verso riva, eppure Raffaele lo invita a restare: 

‘Dai, sali su, così te lo faccio vedere anche da dentro’.

S’alza e gli fa segno di girare a poppa da dove si può salire, naturalmente non gli passa neppure per la testa di rivestirsi. Il ragazzo esita, non vuole salire, perché dice che non ha il costume e si vergogna. La barca però lo incuriosisce, dato che propone di tornare a riva, infine di rimetterselo e di tornare in un attimo indietro.

‘Ma dai, suvvia, che cosa te ne frega. Siamo senza costume pure noi, non ti mangiamo’.

Alla fine si decide quando Raffaele gli porge un asciugamano d’annodarsi in vita. E’ un bel ragazzo d’una ventina d’anni d’età o poco più, abbronzato e muscoloso, mi guarda, mi saluta, si presenta come Tony e si scusa per il disturbo. Ma che disturbo, Raffaele s’annoiava a morte, ed è ben contento di fare due chiacchiere con qualcuno, di fargli vedere la barca e anche di fargli vedere me a ragion veduta, il porco, tengo a ribadire. Lui, infatti, è ben contento quando ha l’occasione d’esibirmi senza nulla addosso, perché gli piace che qualcuno mi guardi e lo invidi, anche a me però tutto sommato fa piacere ricevere delle visite inaspettate, perché non mi dispiace per niente se un bel ragazzo mi vede con le chiappe al sole. 

Finito il giro sotto coperta e fornite tutte le spiegazioni, Raffaele lo invita a restare per prendere il sole e bersi una bibita con noi, il porco. Ha visto che Tony è un bel ragazzo, ed è come se lo stesse indicando e proponendo per combinarci qualcosa. Noi due ci conosciamo al volo, ci capiamo senza neanche bisogno di guardarci in faccia, dato che ci piace essere conniventi, combinare porcate assieme e quando capita stuzzicarci e lanciarci a vicenda sotterranee sfide per assistere e per vedere chi dei due è più porco e osa maggiormente. Questa sfida mi piace assai, in quanto Tony è davvero un bel pezzo di ragazzo e l’idea di farci qualche libidinosa sconcezza non mi disturba per nulla, anzi. Tony si fa pregare un po’, in conclusione si decide, Raffaele nel frattempo recupera tre lattine dal frigo, ci stringiamo un po’ e ci mettiamo tutti e tre distesi a fare le lucertole. Tony si decide anche di liberarsi dell’asciugamano e si sistema a pancia in giù in mezzo. Si chiacchiera, si fa conoscenza, poiché è un tipo estroso e simpatico, poi, lo sguardo interrogativo di Raffaele sopra le spalle del nostro ospite, in quanto mi chiede se mi va per così dire d’approfondire la conoscenza del nostro ospite. Il mio sguardo di risposta gli dice che se va bene a lui, io indietro non mi tiro di certo, così le danze possono avere inizio. 

‘Il sole scotta, sai è meglio che mi spalmi ancora un po’ d’olio solare’.

Io mi sollevo per recuperare il flacone, ne approfitto per controllare che la costa sia abbastanza lontana e per fare anche il giro del lettino, per stirarmi e farmi vedere ben bene da ogni punto di vista dal nostro ospite, per l’occasione mi corico di nuovo e inizio a spalmarmi l’unguento iniziando a eccitarmi, successivamente m’offro d’ungere anche mio marito che naturalmente non si fa pregare. Scavalco il ragazzo, approfittandone naturalmente per sfregarmi contro di lui, però senz’insistere prima che si preoccupi e pensi male. Raggiungo mio marito, gli spalmo coscienziosamente le spalle, la schiena, le gambe e le chiappe, infine mi metto cavalcioni su di lui per fare un lavoretto ben fatto.

‘Cazzo, così me lo fai tirare’.

‘E ti lamenti?’.

‘No, però si pianta nel materassino, e poi non vorrei scandalizzare il nostro ospite’.

Io non insisto oltre e come previsto propongo a Tony di dare una spalmata anche a lui. Lui protesta schernendosi, in quanto mio marito potrebbe essere geloso.

‘E se anche fosse geloso? Chi se ne frega’.

In tal modo scavalco mio marito e passo al nostro ospite, lo cospargo con una bella colata abbondante di crema sulle spalle e via con il massaggino con il palmo delle mani. Lui ha una bella pelle, soda e giovane, ha dei bei muscoli, accarezzo, massaggio e spalmo con cura, con delicatezza, attenta a eccitarmi e a eccitare lui. Scendo verso la schiena, lui mi lascia fare pazientemente, però si vede che le mie mani lo inquietano turbandolo non poco, io argutamente perfida lo stuzzico ancor di più facendogli i complimenti per l’abbronzatura, per la pelle liscia, per i muscoli solidi che possiede. Provvedo frattanto senza che mi veda, a lanciare via l’asciugamano, in maniera tale che non gli venga in mente sul più bello di recuperarlo e di coprirsi con quello, mentre Raffaele malefico con la testa girata di lato non si perde una virgola dei miei maneggi, io per dispetto o per piacere che dir si voglia, insisto ancora di più. Ricomincio in tal modo l’unzione dalle caviglie e risalgo verso le cosce e quando arrivo a massaggiargli le chiappe, il ragazzo è nella crisi più nera, perché non osa dire nulla e in questo modo io lo stuzzico in modo brioso: 

‘Dai girati, che ti ungo anche davanti’.

‘Scherzi?’ – mi risponde lui scandalizzato cercando di scansarsi.

Io insisto e gli assicuro che non m’indigno per nulla, per il fatto che lui rosso in viso dalla vergogna, è costretto ad ammettere dichiarandomi che non è nelle condizioni di potersi girare.

‘Davvero, sono riuscita a farlo drizzare anche a te?’ – replico io con il tono della voce sottinteso ed esuberante.

Lui ammette con un brontolio che suona come la più indubbia e ovvia delle confessioni, dal momento che non voglio forzare la situazione, così lo scavalco e ritorno a occuparmi di mio marito.

‘Anche tu, ce l’hai ancora duro?’. 

‘Adesso è metà e metà’.

Io mi dispongo cavalcioni sulla sua schiena, lo afferro per le spalle e lo costringo a girarsi, lui mi lascia fare con le mani incrociate dietro la nuca.

‘Non dirmi, che ti vergogni anche tu?’.

Non risponde il porco, dato che non è poi neanche tanto eccitato, perché se ne sta lì con le mani dietro la nuca, non aspettando niente di meglio che lo faccia eccitare del tutto, giacché nel fondo del suo sguardo c’è la sfida per farlo. Il confronto naturalmente, sotto gli occhi del nostro ospite, la gara per fargli vedere se sono davvero così maiala come gli piace pensarmi. Io però non sono una che di fronte alle competizioni si tira indietro, cosicché decido di provvedere all’istante, gli verso mezzo flacone d’olio sul petto e comincio a massaggiarlo. Man mano che scendo giù, l’uccello del marito s’eccita sempre di più fino a puntare dritto verso il cielo, dopo gli verso dell’altro olio solare proprio in punta e inizio a massaggiargli proprio il cazzo. Tony guarda in avanti da tutt’altra parte, tuttavia non voglio che si perda lo spettacolo, così richiamo la sua attenzione costringendolo a voltarsi per guardare l’opera che eseguo.

‘Sono brava con l’olio solare, vero?’. 

Lui guarda e deglutisce lievemente avvilito, decisamente costernato, distoglie lo sguardo, perché non vuole disturbare né scompigliare il nostro intimo momento, io però lo forzo per osservarci di nuovo.

‘Ce l’hai per caso grosso così pure tu?’. 

Lui risponde con un insomma, che significa tutto e nulla, che specialmente vuol dire la mescolanza d’eccitazione e d’imbarazzo che adesso c’è in lui.

‘Che cosa dici? Sei unto abbastanza?’ – chiedo io a Raffaele, mentre lui visibilmente protesta in modo animato.

‘Non vorrai lasciarmi così?’.

‘Devo continuare?’. 

‘Cazzo, ma certo che devi continuare’.

‘Devo farti sborrare?’.

‘Certo che devi, sai che mi fai uscire di senno, che ti piace vedermi quando sborro’. 

‘Aspetta che chiedo il permesso a Tony se posso, se non si scandalizza’. Lui non risponde.

‘Vuoi che lui si scandalizzi disgustandosi per una sega?’ – interviene sbottando Raffaele. Io continuo, però voglio che Tony osservi attentamente la scena. 

‘Se ti giri di là e non guardi, però non vale’.

Tony, per l’occasione arrendevole, indulgente e ligio come un bravo bambino, guarda sollevato su d’un gomito con la testa girata indietro, con gli occhi puntati sulla mia mano. Io insisto con la mano, intanto gli sorrido e gli parlo, lui un poco alla volta si rilassa, si gira maggiormente, si mette più comodo, però stando sempre ben attento a trovarsi a pancia in giù. E’ tutto attorcigliato che mi fa pena, io raccolgo l’asciugamano, glielo lancio e gli ordino di fare qualcosa di utile. Deve tirarsi su, fare la vedetta e guardarsi in giro per vedere se qualcuno s’avvicina alla barca. Lui s’attiene e ubbidisce, usa l’asciugamano per coprirsi e si mette seduto. Finalmente è comodo, in conclusione è girato del tutto dalla nostra parte e mi guarda senza contorsioni. Io insisto con la mano, mi metto un po’ più comoda anch’io cavalcioni sulle gambe di Raffaele, in tal modo ne approfitto per carezzarmi anch’io, dato che Raffaele suda, sbuffa e s’agita, alla fine eiacula, si rilassa, mi sorride, pure io gli sorrido.

‘Scommetto, che è la prima volta che ti capita di vedere un lavoretto del genere’ – gli espongo io in maniera depravata e lasciva.

Tony non risponde, però deglutisce e fa cenno di sì con la testa confermando la bizzarra faccenda.

‘Se questa è stata la prima volta, adesso lo vedrai per la seconda volta, perché adesso spetta a te’.

Il povero Tony non sa più che pesci pigliare, è combattuto, mille pensieri mulinano nella sua mente, però il tono di Raffaele non lascia spazio a eccezioni né a repliche. Collaboriamo entrambi sistemandolo opportunamente nella posizione giusta coricato al centro del grande letto, io prontamente gli tolgo le mani dall’asciugamano e gliele sistemo dietro la nuca, lui riprova a riportarle per proteggersi l’inguine, ma Raffaele lo blocca sedendosi dietro di lui e appoggiandogli le mani sulle spalle:

‘Rilassati coraggio, non avrai per caso paura? Ci sono io, fidati di me’.

Io gli tolgo l’asciugamano e l’eccitazione è svettante, tenuto conto che è più dotato di mio marito, non sproporzionato, eppure bello da vedere. Lentamente e con cura spalmo anche la pelle di Tony con l’olio abbronzante, gli ungo le spalle, il petto e le gambe. L’inatteso schizzo freddo sul cazzo gli procura un brivido, le mani scattano istintivamente, ma Raffaele gliele riporta dietro la nuca. Io m’impossesso del suo cazzo e inizio a spalmare anche lì l’olio solare, a massaggiare, a strizzargli soavemente le palle, tendendogli accuratamente la pelle del prepuzio affinché emerga tutto il glande. Comincio a lavorarglielo e intanto non smetto di parlare, di dirgli vocaboli dolci, di fargli i complimenti e di rassicurarlo, lui frattanto si consola, gradualmente s’incoraggia, perché mi lascia fare e non serve più che Raffaele lo tenga bloccato. 

Io procedo lentamente, perché non voglio effettivamente che sborri in brevissimo tempo, perché soprattutto voglio poter godere anch’io, in tal modo m’infilo la mano libera tra le cosce, esploro adagio, solletico e frugo con perizia, poi quando vedo che lui è smodatamente vicino all’orgasmo rallento e mi concentro su di me. Cerco di fare in modo di tenerci alla pari, infine quando siamo entrambi al punto giusto, mi scateno su di lui, mi sfogo su di me e godiamo entrambi. Io strepito per aria il mio gagliardo clamore, urlo il mio orgasmo lanciando in mare aperto le mie vigorose grida dimenandomi, Tony mi sborra squisitamente addosso la sua candida essenza, cospargendomela sulle tette e sull’addome, mio marito ghigna acutamente compiaciuto per la scena che gustosamente assiste. 

Tony attualmente sorride, intanto che il suo cazzo pigramente s’affloscia sazio delle mie carezze e non solamente per quelle. Rimpinzata della mia pelle nuda, del sole che mi scalda, del profumo e dell’azzurro del mare, sono al momento contenta e soddisfatta del corpo di Tony, perché sono stata riempita dalle sue diffidenze, dalle sue iniziali perplessità e dal suo manifesto imbarazzo, che per incanto sono riuscita a far svanire, infine appagata e lieta del suo sorriso riconoscente, io calorosamente gli annuncio esponendogli che sarà per me un enorme piacere rivederci quanto prima.

Io sono rimasta pienamente accontentata ed esaustivamente gratificata anche del sorriso di mio marito che mi lanciava, ardito, audace e orgoglioso dunque d’una moglie, che quando si scatena sobillandosi nelle migliori occasioni, sa essere esaurientemente una maialina di prim’ordine.

{Idraulico anno 1999}  

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