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Erotici Racconti

So che capirai [Autobiografico]

By 17 Aprile 2017Febbraio 2nd, 2023No Comments

A pensarci correttamente oggigiorno, io non posso certamente disconoscere né smentire, che quel tipo di busta d’adolescente non abbia attirato, invogliato e alla fine persuaso all’istante la mia attenzione. Nell’epoca della posta elettronica io continuo a ricevere tante lettere, elogi e lusinghe, però anche lamentele, rimostranze e persino contestazioni, polemiche e proteste che siano, tuttavia poco importa, eppure quella busta m’aveva giudiziosamente incuriosito e coscientemente punzecchiato. In un baleno la mia memoria era ricomparsa balzando all’indietro nel tempo nel periodo dei primi anni settanta, in quanto io mi rivedevo nel barattare e nel permutare frequentemente lettere d’amore con una mia ex fiamma, per la precisione una meravigliosa ragazza molisana dagli occhi blu talmente intensi e penetranti, al punto tale d’avermi fatto letteralmente mulinare facendomi perdere la testa.

Io ricevevo ancora dispacci, al presente ancora comunicazioni di quel deciso, marcato e vitale interesse non del tutto sopito, ma ancora in soave appostamento, a dire il vero in quella piacevole insidia. Si trattava di cronache, di brevi confessioni e di memorie di gioventù, anche se adesso ci vediamo addirittura d’estate al mare sotto l’ombrellone con le relative famiglie, eppure a volte i nostri occhi accorti e guardinghi lontano da occhi invadenti si guardano a fondo squadrandosi con molto piacere perforando silenti l’animo d’entrambi, giacché sembrano dirsi, esprimere e simboleggiare ancora quello che in realtà non è ancora stato del tutto compiuto.

Oggi io rispondo a questa lettera, perché mi è accaduta una cosa simile, di certo a stento è diversa, eppure i binari del treno conducono a quella storia e le fermate alle stazioni sono simili. A volte, invero, mi sembra d’essere su di un’isola che non c’è, dato che tu hai tutte le caratteristiche dell’amabile e cortese fanciulla che sparge la sua polvere d’oro per volare sull’isola e sognare, in questo caso disubbidire e ribellarsi, però comunque illudersi, immaginare e sognare quell’isola che non c’è. Da sei mesi circa io sono su di un’isola, giacché si mostra e scompare, poiché è arrivata un pomeriggio d’un freddo giorno d’inverno per pagare il pegno d’una scommessa. Sì, hai capito bene, perché sto parlando d’una chat, dove di solito io mi ritrovo nei ritagli di tempo e in special modo quando il lavoro me lo permette. Lì nella chat conosco tantissime persone, sono stimato e vengo definito un uomo dolce e piacente, un amico educato e che non cerca nulla se non l’amicizia e l’appoggio per scambiare quattro parole. Io conosco alcuni luoghi di bibliografie pornografiche, in quanto quest’amica un giorno m’ha portato in un portale simile, in quelle pagine lascive, peccaminose e spinte come sostieni tu.

Da novelliere mi dicevo, tenterò di stilare il tutto, vedremo. In conclusione l’ho effettuato e ho ricevuto anche lì le mie ricompense, anche se i miei abbozzi iniziali erano unicamente finalizzati e alquanto specifici. Peripezie, storie e vicende consumate, smaliziate e vissute, ma anche racconti composti, inventati e ordinati, fatti di presentimenti, di sensazioni e di sogni. Ti dicevo che la mia storia è simile alla tua, infatti, con questa signora dall’allegria fumosa, inspiegabile e oscura, da parecchio tempo esistono e ci sono in realtà il favoreggiamento, le dispute, le trepidazioni, il raccontarsi, l’appoggiarsi e l’associarsi in talune segretezze e stratagemmi, le afflizioni e le letizie, in fin dei conti, se allo stato pratico non ci fosse quel monitor e quella tastiera a dividerci e a separarci, a volte si ha l’apparenza d’essere l’uno nell’altra, dal momento che è un mescolarsi globale di corpi, pelle nella pelle, desiderio nella lussuria. 

Adesso io non so, tenuto conto che esistono le videocamere in rete, se il tuo fresco giovane ha visto il tuo ardore o t’ha soltanto immaginato, però t’assicuro che se tra voi c’è alleanza e totale complicità anche con la videocamera in rete chiusa, lui ti vede e tu lo vedi. Io ti divulgo tutto ciò, in quanto la tua vicenda è analoga e paragonabile esattamente alla mia e vorrei che non finisse mai. A dire il vero non esigiamo né reclamiamo niente, non ci sono né assetti né norme né schemi di alcun genere, perché conosco il suo sorriso e i suoi occhi sono nascosti, con tutto ciò io li guardo stabilmente in prima linea, così come lei vede i miei, tutto però è in stile autentico, diretto e non alterato. 

Quello che tu hai avvertito, azzardato e poi beneficiato quella sera lo provo intensamente anch’io da parecchi mesi, non tutti i giorni chiaramente, ma quando lo spirito e la partecipazione sono globali s’arriva a effettuare e a realizzare avvenimenti e passaggi tali che non compiresti in nessun caso. Con lei ci confrontiamo, ci consultiamo, addirittura se io mi trovo lontano per varie mansioni, sia in paesi oltre confine sia in altri regioni o in altri centri italiani, dal momento che il suo: ‘Ti voglio’ – con la ‘o’ dalla cadenza chiusa, è per me un tuffo illimitato e interminabile al cuore, un continuo folleggiare e scatenarsi di febbrili e d’irrequiete emozioni, una vibrazione incalcolabile e inclassificabile che parte dal cervello e scivola giù con l’epidermide scombinata, osservando che intimamente ci adoriamo appieno, eppure il nostro dirci ‘Ti amo’ – è fuori dallo schema e dalla trama della parola stessa. In realtà è un ‘Ti amo’ – apprezzabile, confacente, leale e magnanimo, costituito da piccoli momenti, giacché è passione o scambio di delicate parole affettuose. 

Nessuno potrà giammai capirle né intuirle, perché soltanto noi sappiamo la capacità e il valore attribuito al nostro ‘Ti amo’. Quindi dolcissima, se da quel giorno le vostre conversazioni si sono trasformate, lasciatele che esse arrivino in maniera autentica e naturale, perché significherà che la corresponsabilità è assoluta e netta, poiché è ancora tutta lì, ed è incantevole per voi viverla così come viene, linearmente e con semplicità, direi alla giornata. E se qualche giorno vi capiterà che si presenteranno delle giornate difficili, disagevoli e pesanti, riflettete per bene, perché sarà solamente colpa dell’affaticamento, dell’estenuazione e della noia della vostra consuetudine, anche vivendo in due mondi diversi. State ben certi e sicuri, che le buone azioni, la presenza e la tenerezza che v’accomunano, che v’armonizzano e che v’annodano di continuo faranno dietro le quinte il loro silenzioso cammino, perché di questo andare lasciate serenamente che sia, poiché il tempo farà il resto.

Come vedi, pertanto, in me non c’è sbigottimento né smarrimento, all’opposto, ti comunico che onestamente m’attendevo che arrivasse una lettera di questo risalto. No, dai, non sono un indovino, può darsi che riesca a intuire, ma questa era solamente una sensazione, o forse giacché vivendo una storia assomigliante alla tua cercavo un’adesione. Ti dirò che non è una scusante né una scappatoia, perché ciò che vivo è qualcosa di liberale e di magnifico, sono più che sicuro, i miei lettori scorreranno con gli occhi questa reazione al tuo scritto, esprimeranno e manifesteranno che io sono uscito di senno, altrimenti resteranno beffati e ingannati, poiché m’hanno sempre pensato soprattutto le donne, in quanto la mia attrattiva e le mie repliche riguardassero ognuna di loro. Lo so, qualcuna di loro resterà demotivata, frustrata e perfino scoraggiata, eppure io so benissimo che Elena è nella mia vita e ci resterà per sempre anche soltanto con il suo splendore, giacché annienta e demolisce tutti quegl’impedimenti e tutti quegl’intoppi che l’ordinario di tutti i santi giorni ci fa credere e ritenere insormontabili e invalicabili.

Mia beneamata, il mio viso attualmente non è di stupore, sulla mia faccia al momento c’è un piacere e un sorriso molto affettuoso e cordiale, non ironico, però armonioso di chi ti comprende e si rende conto, perché vive un’analoga vicenda. La tua lettera adesso è inondata del mio sorriso e i miei occhi risplendono di quell’apertura e di quel fulgore che la mia amica distingue e percepisce abilmente. A questo proposito, faccio affidamento che mi darai un po’ di riserbo. No, non temere, tu non sei dissennata né stolta, sei solamente una bambina dentro, una piccola monella che ha scoperto l’emozione, il brivido e la follia, dato che questo tu lo volevi energicamente, però non riuscivi né eri concretamente in grado d’uscire correttamente dai tuoi schemi di donna ideale e perfetta.

Tu ami indubbiamente il tuo compagno, lo so, ne sono convinto, eppure volevi qualcosa che ti desse una scossa incredibile, nuova e inattesa. Io sono esultante e lieto che tu l’abbia trovata, perché l’ho trovata anch’io. Se non vorrai privarti di lui, non ci sarà obbligo né ragione di sacrificarsi né di rinunciare, ma gustatela e vivitela fino in fondo. Tieni presente e spero che la mia risposta t’abbia attratto, tentato e in ultimo soddisfatto.

In conclusione, io considero infine che le mie lettrici e i miei lettori non m’abbandoneranno né scompariranno, eppure so che non potrebbero mai capire che ho una storia bizzarra e focosa fuori dal comune. Io sono abituato però a battagliare, a lottare, giacché so che il mio essere non muterà d’una virgola, anche se il mio capo e inflessibile direttore (vale a dire me stesso), m’allontanerà e mi licenzierà, perché con la presente reazione ho deriso, disilluso, smentito e tradito le speranze di tutti.

Io sono più che certo che tu comprenderai e intuirai a fondo, perché adesso te lo esprimo, anzi, te lo manifesto rappresentandotelo apertamente: la tua mutazione, la tua vicenda è nonché la mia.

Con molta generosità, indulgenza, tenerezza e umanità. 

{Idraulico anno 1999} 

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