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Erotici Racconti

Star Whores bis

By 25 Maggio 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

Anno stellare 3026; la giovane lilith aveva scoperto, sulla sua pelle, la vita sessuale del suo signore, padron Chreet. Fortunatamente dopo un primo periodo costellato da rapporti giornalieri con la schiava, aveva perso interesse, per indirizzare le sue attenzioni alle altre creature dell’harem. Lilith, sfibrata dai coiti, occupava la giornata dormendo, nel tentativo di recuperare le forze. Quando il padrone smise di chiamarla nelle sue stanze ebbe modo di conoscere le altre creature dell’harem, anche perché si era resa conto che si trovava in una prigione dorata. L’estremo lusso e l’ampiezza della zona del palazzo adibita ad harem non cambiava la realtà, era una prigione dorata. Il tempo passava lentamente e visto il divieto di poter girare liberamente per il palazzo, la noia si impossessava di tutto l’harem. Alcune ragazze, per passare il tempo, facevano sesso tra loro, a volte vestendo una di loro da maschio, a volte senza. Spesso organizzavano delle orge, ma bisognava aspettare che il padrone facesse la sua scelta onde evitare che una giovane, magari provata dai continui amplessi, rischiasse la vita per non aver compiaciuto abbastanza il padrone. Il padrone aveva una predilezione per le schiave giovani e umanoidi, almeno così dedusse lilith, visto che nell’harem non c’erano creature della stessa razza del padrone. Si trattava soprattutto di umane e di tatuuse, non molto differenti dalle umane se non per il colore azzurro della loro pelle e per delle code sulla testa che prendevano il posto dei capelli.

Le fu data la possibilità di frasi creare un vestito, il sarto era l’unico maschio che aveva il permesso di entrare nell’harem, oltre al padrone, era un Kajiri, un rettile della stesa razza del segretario personale di Chreet; era stato castrato. Lilith si fece preparare una blusa rosa con le maniche trasparenti, quasi impalpabili. Non arrivava a coprirle neanche l’ombelico e l’unica parte che non doveva essere trasparente era in corrispondenza dei capezzoli;i seni erano sostenuti da un sottile filo elastico che si attaccava al tessuto che copriva i capezzoli per poi andare ad allacciarsi dietro la schiena. Il tessuto era così leggero che i capezzoli disegnavano perfettamente la loro forma in rilievo;se la fece fare più stretta del necessario così che le sue tette trasbordassero fuori e che il sottile filo le segnasse leggermente le morbide carni dei seni. La blusa inoltre le lasciava scoperte le spalle e una profonda scollatura trasparente lasciava poca pelle nascosta agli sguardi indiscreti delle povere guardie, che se non avessero temuto l’ira del padrone, avrebbero dato sfogo alle loro voglie mentre facevano la scorta alla giovane fino alle camere di Chreet. Per pantaloni si fece fare una sottile fascia bianca che ai lati si teneva sulle anche ma che davanti e dietro scendeva’ scendeva fermandosi solo pochi centimetri sopra il sesso, che copriva tramite un piccolo triangolo di tessuto rosso che poi tornava ad assumere la dimensione di un filo per andare a insinuarsi sul solco delle natiche della giovane, che risaliva sui fianchi dove un piccolo monile teneva uniti i lembi di quel vestito. Alla fascia era cucito lo stesso tessuto trasparente rosa della blusa, attraverso il quale si potevano vedere benissimo le cosce e le natiche della schiava. Sui fianchi i pantaloni erano aperti così che camminando si aprissero e chiudessero i lembi di tessuto facendo vedere le gambe nude. Sandali dorati con allacciature che salivano lungo il polpaccio costituivano le sue calzature. Dopo il primo mese gli incontri col padrone si fecero molto più sporadici, la giovane iniziò a avere voglia di darsi piacere.

Poi vogliosa di essere toccata da mani estranee cerco la complicità di altre concubine. Ebbra del vino denso che servivano nell’harem si lasciò andare alla carezze di altre schiave, la adagiarono sui cuscini mentre le loro mani la esploravano. Ubriaca dall’alcol e eccitata rideva e cercava di parlare mentre le sue compagne se la contendevano per infilarle la lingua in bocca mentre le altre la baciavano sui fianchi, le passavano la lingua sul collo e sulle cosce, facendo scorrere le loro mani su ogni centimetro del corpo levigato di lilith due gli si misero ai fianchi alternandosi a baciarla in bocca e sul collo, una le prese la mano e se la porto sul suo sesso per farsi frugare dentro. Tre gli si inginocchiarono in mezzo alle gambe e presero a leccarla in mezzo alle gambe e nel buchino dietro. Era un continuo leccare, uno scambio forsennato di umori e di saliva, ben presto i corpi nudi e lucenti per il sudore si avvinghiarono sempre più frenetici scambiandosi i posti mentre lilith si godeva le attenzioni di tutte. Ora le due che l’abbracciavano le palpavano le tette, una quella di sinistra l’altra quella di destra, impastandole, strizzandole e tirandole. Si sentiva impazzire a essere manipolata così, mentre una gli premeva tutto il palmo della mano contro la tetta e il capezzolo, l’altra gliela impastava con un movimento circolatorio, ora le tiravano con delicatezza i capezzoli sollevandogli le tette. Rideva eccitata per la situazione buffa mentre le ragazze aliene le tenevano le tette quasi all’altezza della faccia. In tanto una ragazza si era infilata un utensile nel sesso e contraendo i muscoli della vagina cercava di avere un rapporto con lilith mentre le altre l’aiutavano toccandola e toccandosi tra di loro. Lilith venne ancora, e volendo ricambiare le attenzioni fece stendere una ragazza andandosi a inginocchiarsi in mezzo alle sue gambe. Qualcuna cambio di posizione per continuare a toccarla, altre presero a stimolare la ragazza che si trovava stesa tra di loro. Con le dita le teneva allargate le elastiche labbra della figa aliena, forse così larga a causa dei ripetuti rapporti col padrone che l’avevano slabbrata. Insinuava la lingua nell’apertura che era già abbondantemente bagnata, provocando una reazione di piacere nella giovane aliena che inarcava la schiena e mugolava mentre succhiava il clitoride di un’altra schiava seduta sopra la sua faccia. Intanto che continuavano a tormentarle la figa strizzavano ancora le mammellone a lilith mentre si baciavano tra di loro, sentì due mani afferrarle i larghi fianchi sodi e iniziare a leccarle di nuovo il culo, alternandosi a penetrazioni con una o due dita. Venne un’altra volta e poco dopo anche l’aliena venne sbrodolando i suoi umori sulla faccia di lilith che si affrettò a ripulire leccandogli la faccia e baciandola appassionatamente, continuò a baciare, leccare, strizzare e insinuarsi su tutto quello su cui si poggiava; a un certo punto fu sottratta dalle attenzioni delle altre da una umana,rasata a zero, aveva la pelle color ebano, non ne aveva mai visto una così scura, i denti bianchissimi contrastavano sulle sue labbra gonfie e invitanti, aveva gli occhi di un rosso vermiglio. I seni erano giganteschi, molto più grandi di quelli di lilith e aveva due capezzoloni enormi un po’ più chiari del resto della pelle. Lilith presa dalla libidine glieli morse forte facendo urlare la sua nuova amante; erano proprio grandi, le sembrava di avere in bocca dei cazzetti duri, intanto giocava con le mammelle della nera che sembrava gradire visto che sussurrava in preda dall’eccitazione. Continuarono fino a che non ne ebbero abbastanza. Lilith si rivestì, un po’ vergognosa per ciò che aveva fatto in preda ai fumi dell’alcol. Ma la perla nera non la fece allontanare, si mise dei pantaloncini bianchissimi e stretti che le coprivano a malapena il pube. Solo delle bretelle di cuoio con borchie le coprivano i capezzoli, per il resto era nuda, camminava a piedi scalzi; ammaliò lilith che ne divenne la ninfa personale, in pratica le altre sapevano che era sua perché ora portava un guinzaglio intorno al collo che Kaji teneva legato al polso seguendola quasi sempre. Una notte dopo che kaji era stata convocata dal padrone lilith la stava accarezzando dolcemente le parti intime per dargli un po’ di sollievo.
Per quanto si fosse lavata, molto sperma le colava ancora fuori dalla figa, lilith mossa a compassione le si mise in mezzo alle gambe e prese a succhiarglielo, mentre con una mano si portava i suoi capelli ricci dietro le orecchie per non sporcarli e con l’altra palpava lentamente le tette spropositate della sua tutrice. Quando kaji si fu ripresa, lilith si sentiva lo stomaco pieno dello sperma del padrone, cosa che gli faceva venir voglia di vomitare.

Kaji le torse il guinzaglio come ringraziamento, lasciandola col collare, per fare si che le altre non le dessero fastidio; e una notte, mentre abbracciate si scambiavano carezze kaji le chiese senza smettere di palpargli le tette
– quanto credi che durerà?-
– quanto credo che durera COSA? ‘ chiese lilith mettendosi a sedere e ricambiando il massaggio ai capezzoli alla sua tutrice
kaji lanciò un’occhiata seria alla sua ninfa
– quanto tempo ci mettere prima che il padrone si stufi di tutti noi?non ti sei mai chiesta come mai qui siete tutte giovani?è semplice, quando il padrone si è stufato, o non ci trova più attraenti per noi è finita-
– e tu?da quanto sei qui?
– 12 anni
– Bhè sei ancora molto bella, non ti devi preoccupare- le disse lilith cercando lesue labbra per baciarle, ma kaji si scostò
– Non capisci, le mi mantengo con un copro giovane solo perché sono una mutaforma, tu non resisterai altrettanto a lungo
– Cosa- lilith non fece neanche caso al resto della frase- e quale il tuo vero aspetto allora?
– Molto diverso- disse seria kaji
– Ti prego fammelo vedere
– Lo vuoi davvero? allora seguimi nei bagni.

Lilith la seguì, entrambe nude sotto la luce delle poche candele che rimanevano accese durante la notte arrivarono ai bordi della grande vasca centrale.
Si voltò verso la sua ninfa e la guardò negli occhi mentre attuava la mutazione.
Lilith la guardava nei suoi occhi rossi mentre il resto del corpo di java cambiava, divenne più alto, muscoloso e dei lunghi peli grigi gli spuntarono lungo tutto il corpo, quando le parlo scoprì che anche la voce era mutata, era maschile.
– hai qualcosa da dire?
– Sei un maschio?ma come, che ci fai qui?
Kaji le spiego che il vecchio segretario di chreet lo aveva ingaggiato per rubare degli oggetti di grande valore, non gli aveva spiegato a cosa si sarebbe dovuto sottoporre alle attenzioni del padrone; quando il segretari fu accusato di tradimento e dato in pasto ai vermi, kaji capì che il resto della sua vita era segnato.
– perché lo dici a me?
– Perché ti amo’.e ho bisogno del tuo aiuto per scappare, assieme ce la possiamo fare, dopo ti aiuterò a riunirti alle tue sorelle
Lilith gli giro attorno, era da tanto che non lo faceva con un maschio, abbastanza da fremere per il desiderio.
– e sei un maschio?non sei stato ..?
– no
– deve essere stato terribile per te subire in silenzio tutti questi anni’- gli diceva girandogli attorno e valutando la sua prestanza
kaji non disse nulla
– se vuoi che ti aiuti devi fare una cosa- gli disse a pochi centimetri dalla sa faccia pelosa
– cosa? ‘ disse kaji soffocando un ruggito

lilith si sedette sull’orlo della vasca poggiando le mani sulla roccia fredda e allargò lentamente le gambe. Sorrise lentamente
– scommetto che hai un sacco di voglia di vedere se sei ancora un uomo, dimostramelo.
Il mutaforma non se lo fece ripetere la abbraccio forte strizzandole i seni e palpandole il culo mentre lei andava a cercare in mezzo ai suoi peli il suo cazzo, era grande, ne aveva voglia, lo massaggio, mentre kaji gli mordeva le tette e la sollevava prendendola dai fianchi, era già durissimo e glielo infilò tutto dentro, lilith se lo sentì arrivare fino in pancia. Morsicò la spalla di kaji per soffocare un urlo che li avrebbe fatti scoprire. Intanto kaji si sfogava per tutti quegli anni vissuti da donna dando colpi così forti da far mancare il fiato alla sua compagna. Ora continuava a stantuffarla di bacino mentre la reggeva a mezz’aria tenendola per le caviglie, lilith si teneva in equilibrio sulle braccia la usò varie volte in figa e in culo, per poi venire con una spagnola da applausi della giovane che si fece sborrare docile addosso mentre gli palpava le palle

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