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Improvvisamente a 14 anni la mia vita cambiò radicalmente. Mia madre dopo una breve malattia venne a mancare lasciando un vuoto, per me incolmabile, nella nostra famiglia. Non così per mio padre. Erano passati pochi mesi da quando avevo perso mia madre quando mio padre volle risposarsi. La nuova moglie era la migliore amica di mia madre, che ci era stata molto vicino durante la sua malattia. Troppo vicino, compresi. Mi ritrovai così con una nuova madre in casa. Mio padre si trasformò completamente dopo il matrimonio, sembrava un adolescente più di quanto lo fossi io. Sia in casa che fuori stava sempre a tubare con la nuova moglie, sempre a scambiarsi effusioni e, soprattutto, sembrava preso da una passione irrefrenabile, cosa che con mia madre non aveva mai mostrato. Ne ebbi subito la dimostrazione, perché la prima notte che dormimmo tutti e tre a casa, dalla mia stanza, sentii rumori inequivocabili e, stupidamente, mi alzai e mi diressi in cucina da dove si vedeva benissimo la loro camera da letto. Ebbene la porta era aperta e vidi mio padre che in piedi vicino al letto era intento a scoparsi da dietro la mia matrigna che stava a quattro zampe sul letto. Ricordo benissimo le grosse tette che ballonzolavano per i colpi da dietro che lui le dava. Indugiai un attimo, non so se per meraviglia o curiosità, poi me ne tornai a letto. La sera dopo li udii di nuovo e mi alzai ancora, la porta era sempre aperta, non so se per distrazione o per chissà quale loro fantasia, e devo confessare che rimasi a spiarli. E scoprii anche che la vista dei due che scopavano me lo faceva venire duro, e che tornando in camera mia me lo potevo menare con estrema soddisfazione pensando di stare al posto di mio padre. L’eccessiva passione fu però fatale a mio padre. Dopo soli due mesi di matrimonio un giorno, mentre guidava messaggiando con lei, ebbe un incidente e così mi ritrovai orfano di entrambi i genitori. In pochi mesi ero passato da vivere con i miei genitori a dover vivere con una estranea. I primi giorni non furono facili, mi sembrava di non essere più a casa mia, poi pian piano mi abituai alla nuova situazione, e cercai di trarne qualche vantaggio. Cominciai a essere taciturno e a stare sempre per conto mio, non parlavo, mangiavo pochissimo. Valeria si preoccupava e mi chiedeva in continuazione cosa avessi, mi diceva che con lei potevo parlare e che era pronta a tutto pur di farmi stare bene. Una sera la vidi seduta sul divano, indossava solo una lunga tshirt senza il reggiseno, vedevo chiaramente le sue tette muoversi liberamente sotto la maglietta. Mi sedetti vicino a lei sul divano e stetti lì senza dire nulla con lo sguardo fisso nel vuoto. Valeria si avvicinò e cominciò a chiedermi se volessi parlare con lei, io stavo zitto e non la guardavo. Tentò in molti modi di farmi parlare poi, quasi piangendo, mi disse “Non so cosa fare con te, ti vedo così infelice” e così dicendo mi abbracciò. Io risposi al suo abbraccio e mi sistemai con la testa sul suo petto, ossia sulle sue tette che sentivo benissimo sotto il sottile pezzo di stoffa. Dopo un po’ mi alzai e senza dire nulla andai in camera mia e mi misi a letto. Dopo qualche minuto entrò lei e si mise a sedere sul mio letto e ricominciò a cercare di capire cosa avessi. Mi accarezzava il viso e i capelli chiedendomi cosa avessi e dicendomi che potevo contare su di lei e che aveva a cuore solo me. Finalmente mi decisi e le dissi “Rimani a dormire con me, non voglio stare solo”. Si distese al mio fianco e mi abbracciò, sentivo il suo corpo contro il mio e già il mio cazzo stava per indurirsi. Mi scostai leggermente per non farle sentire la mia eccitazione e lei si rigirò dandomi le spalle. La tshirt che indossava era risalita verso l’alto scoprendo le cosce quasi fino al culo. Attesi che si addormentasse poi mi abbassai i pantaloni del pigiama, tirai fuori il cazzo duro all’inverosimile e mi feci una sega. Il giorno seguente scambiai qualche parola in più ma senza esagerare, volevo far sembrare di stare sempre male. Ci mettemmo di nuovo sul divano e restammo abbracciati poi mi alzai per andare a letto e le rivolsi uno sguardo supplichevole. Lei abboccò e mi chiese se volevo che dormisse con me, io abbassai lo sguardo e andai nella mia stanza sperando che mi seguisse. Lo fece e ci stendemmo sul letto abbracciandoci. Si addormentò quasi subito mentre io ero ben sveglio e eccitato. Lei però non si era voltata sul suo lato ma dormiva con il viso rivolto verso di me. Ero arrapato ma esitavo temendo che si svegliasse. Ma non riuscii a resistere, tirai fuori il cazzo, chiusi gli occhi e cominciai a menarmelo. Quando li riaprii lo sguardo di Valeria era fisso su di me! Mi rigirai di colpo nascondendo la faccia nel cuscino per la sorpresa e la vergogna. Mi aspettavo che andasse via inorridita invece rimase vicino a me, mi fece rigirare e mi abbracciò dicendomi di non preoccuparmi, che non era successo nulla, che lei mi capiva, che non era colpa mia. Io un po’ mi rassicurai però insieme alla sicurezza riprese anche l’eccitazione dovuta alla vicinanza del suo corpo. Valeria mi accarezzava il viso e io mi arrapavo sempre di più. Stavolta non mi scostai e le feci sentire tutta lamia eccitazione. La sua mano discese dal mio viso al mio cazzo e me lo impugnò. La mia testa si introdusse nella scollatura della maglietta e le mie labbra si chiusero sui suoi capezzoli mente con le mani le frugavo tra le cosce in cerca della sua figa. E quando la trovai vidi che era bagnata. Valeria si sfilò la maglietta e le mutandine, aprì le gambe e si mise a cavalcioni sul mio cazzo. Muoveva ritmicamente il bacino avanti e indietro mentre le tette ballonzolavano sul mio viso. Bastarono pochi colpi per farmi venire felice dentro la sua figa.

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