Per chi volesse leggere le prime due esperienze di tradimento di Manola, può visitare le seguenti pagine di Milù
Manola e suo marito Alberto, avevano ritrovato il sesso dopo il periodo in cui a lui non si rizzava e lei lo aveva tradito “fisicamente” per bisogno di cazzo. Andava tutto bene ed i due durante i loro rapporti fantasticavano di portare il ragazzo di colore nel letto per consentire a Manola di godere del doppio cazzo. Manola però si accorse che la cosa che più eccitava suo marito non era la fase della doppia penetrazione ma quando lei raccontava come avrebbe succhiato i due cazzi insieme. Si accorse anche che i fremiti maggiori Alberto li aveva quando indugiava nella descrizione di come si sarebbe occupata del cazzo del giovane. D’altra parte quando lei gli aveva confessato il tradimento aveva voluto sapere tutti i particolari, si era eccitato moltissimo e la aveva scopata come mai in precedenza. Manola cominciò a pensare che Alberto più che la doppietta con lui in gioco, avrebbe potuto godere di più nel vederla presa da due uomini contemporaneamente. Per il momento però tutto restava a livello di fantasia anche se la cosa intrigava molto Manola.
Per togliersi questo dubbio un sabato quando avevano in programma di andare a fare acquisti ad un centro commerciale, si vestì molto sexy con un completino tanga e push-up rosso, un vestitino bianco elasticizzato bianco leggermente trasparente che metteva in evidenza le sue forme e faceva capire benissimo che indossava un filo interdentale fra le chiappe. Completava il look un paio di sandalini dal tacco alto e sottile con laccetto alla caviglia. Quando si presentò così per uscire Alberto trasalì e deglutì. Quel vestitino lo aveva usato solo un paio di volte per uscire ed era di sera ed al mare in piena estate e mai con un completino così. Allungò subito la mano per indurre Manola a ritardare l’uscita.
Manola gli tolse la mano dal sedere e lo apostrofò: “no caro, oggi voglio che tu stia eccitato tutto il pomeriggio, ti vogli vedere sbavare mentre gli altri uomini mi guardano e mi vorrebbero scopare come te ora. Se farai il bravo ti farò un pompino in auto. Ho anche intenzione di provare e comprarmi un paio di vestiti carini ed anche un paio di scarpe con tacco a spillo altissimo e tu mi aiuterai negli acquisti senza provarci altrimenti non te la darò per tutta la settimana prossima”. La cosa eccitò ancora di più Alberto che però accettò l’imposizione di Manola, era sicuro che al ritorno ne avrebbe fatte almeno due di fila pensando all’arrapenate pomeriggio che gli si prospettava.
Salirono in auto dopo aver incrociato nei box un vicino e sua moglie, il vicino pensionato da qualche anno, squadrò Manola e la moglie gli diede di gomito per farlo smettere. Sia Manola che Alberto si accorsero della cosa ed una volta in auto risero insieme dell’episodio. Sicuramente in un centro commerciale il “pubblico” che avrebbe fatto pensieri osceni su Manola sarebbe stato molto più grande ed Alberto si bagnò al pensiero che tanti uomini potessero desiderare di scoparsi sua moglie. Non era ancora arrivato ad ammetterlo completamente ma il pensiero di vedere sua moglie scopata da altri uomini, lo eccitava anche più del pensiero di scoparla lui. Sesso solo sesso desiderava per Manola, la voleva come una troia che si fa scopare per puro divertimento. Ovviamente non aveva il coraggio di ammetterlo con sé stesso e tantomeno di parlarne con Manola.
Arrivati al centro commerciale Manola disse ad Alberto: “poiché non ho gli occhi dietro la testa, ti chiedo di seguirmi a distanza mentre vado avanti sculettando appoggiata al carrello. Attacca anche la videocamera del telefonino e piazzalo in modo che possa vedere anche io dopo gli sguardi degli uomini che vorrebbero scoparmi, magari ce ne potrebbe essere qualcuno interessante per fantasticare un po’ e, nel caso, provare a farlo entrare nel nostro letto”.
Alberto non riconosceva più Manola, ma gli piaceva un sacco. Non riusciva a capire quanto fosse una fantasia e quanto invece Manola sarebbe avrebbe voluto fare realmente messa nelle condizioni opportune. Di fatto quello che Manola aveva appena detto lo eccitava moltissimo per cui rispose con in semplice si.
Uscirono dall’ascensore che dal parcheggio sotterraneo li aveva portati al piano dove c’è la lunga galleria dei negozi. In testata c’era il supermercato con gli alimentari ma quello sarebbe stato l’ultimo posto dove sarebbero andati. Prima c’erano da visitare i negozi di abbigliamento e scarpe. Manola si avviò ed Alberto che nel frattempo aveva messo il telefonino in una tasca del giaccone con la fotocamera che spuntava accesa ad inquadrare Manola e quanto le stava intorno. Si posizionò a circa 20 metri da sua moglie che iniziò a caracollare per la galleria soffermandosi a guardare le vetrine. Il look di Manola non passava certo inosservato e diversi uomini seduti sulle panchine o passando, le buttavano ben più di un’occhiata. Il top fu raggiunto da un gruppetto di ragazzotti di poco più di 20 anni che le lanciarono un paio di fischi e nel frattempo discutevano su di loro su quanto e come ognuno se la sarebbe chiavata. Alberto, sicuro di far piacere a Manola, indugiò nei loro paraggi e riuscì a catturare qualcuna delle frasi in cui definivano sua moglie come una gran zoccola in cerca di cazzo, un troione da sbattere tutti insieme o una vacca da monta già pronta per essere sbattuta. Le frasi fecero molto eccitare Alberto e pensò che Manola aveva avuto un’ottima idea. Arrivata in fondo alla galleria Manola invertì la rotta per vedere anche i negozi sul lato opposto. Reincrociarono i ragazzi di prima che non persero occasione per squadrare e “radiografare” la moglie di Alberto. Arrivati di nuovo all’inizio della galleria Manola fece segno ad Alberto di avvicinarsi e gli chiese come era andata, Alberto enfatizzò molto la risposta senza però andare molto lontano dalla realtà. “Se avessero potuto ti avrebbero scopato in un centinaio almeno, sei una gran figa e vestita così lo fai rizzare più del Viagra” furono le sue parole.
“Bene, oltre a vedere gli occhi di chi mi avrebbe scopato, ho anche visto le vetrine di un paio di negozi che esponevano vestiti carini, dello stesso tipo di quello che indosso oggi, hai qualcosa in contrario se me ne provo e compro almeno un paio?” gli disse Manola
“Certo che no, saranno occasione per un altro giro così però mi piacerebbe andare in un altro centro commerciale, sai ne hanno aperto uno che è grosso il doppio di questo ed è a soli 30km, aumenteresti il tuo pubblico potenzialmente scopante” disse Alberto ridendo.
Manola rispose con una risatina alle parole di Alberto e si sentì bagnare. Aveva già visto in diretta molti uomini che se la mangiavano con gli occhi, perlopiù uomini più vecchi con epa voluminosa, si era anche accorta dei ragazzotti ma nessuna delle due categorie la interessava più di tanto nonostante si fosse già scopata Samule che aveva 20 anni ma li c’erano stati altri fattori in gioco. Manola pensava che i cazzi che avrebbe voluto prendersi dovevano essere di qualità dimensione e durata ben sopra la media, cazzetti mosci o portati alla eiaculazione precoce non facevano per lei.
Lasciarono il carrello fuori da un negozio di abbigliamento molto grande di una nota catena dove si prendono i capi che interessano e si va allo spogliatoio per provarli. Manola prese due abiti elasticizzati da ragazzina, molto ridotti e di colori sgargianti, uno turchese ed uno rosso fragola e si avviò al camerino di prova seguita da Alberto.
Tirò la tenda che andava da due metri fin quasi a terra ed iniziò a cambiarsi, Alberto li fuori ogni tanto spiava dall’attacco della tenda che consentiva una piccola vista sull’interno del camerino. Indossato quello turchese Manola tirò la tenda e si fece vedere bene da Alberto chiedendo cosa ne pensasse, il marito approvò con un cenno della testa ed un accenno di fischio.
“Adesso mi provo quello fragola, poi mi dirai quale preferisci” disse Manola. Stessa sequenza, stessa sbirciata ed una volta uscita Alberto le disse che quello turchese le stava meglio perché quello rosso fragola era veramente tropo da ragazzina. Entrambi i vestiti tg42 la strizzavano e non avendo spalline spingevano in fuori buona parte delle tette aiutate anche dal push-up.
“Va bene prendo quello turchese, per favore vai a rimettere giù quello rosso mentre mi rivesto”, furono le parole di Manola.
Alberto ci mise un pochino perché il negozio era affollato e perché non ricordava bene dove lo aveva preso Manola, incrociò una commessa e chiese dove poteva poggiarlo e la commessa che stava portando un pacco di vestiti gli indicò uno scafale. Quando Alberto ebbe finito tornò verso i camerini e si accorse che davanti a quello dove prima era Manola c’era un uomo che sbirciava dentro. Pensò che, dato che ci aveva messo un po’ e che c’era parecchia gente nel negozio, Manola fosse andata alla cassa liberando il camerino occupato così da altre persone. Si guardò in giro alla ricerca della moglie, guardò anche verso la cassa ma non trovò Manola, si rigirò verso il camerino proprio mentre Manola stava tirando la tenda, capì così che l’uomo, un quarantenne in forma, aveva sbirciato nel camerino come aveva fatto lui. Si avvicinò bellicoso ma fu subito smontato da Manola.
“Ti presento Luciano, è quel mio ex di cui ti avevo parlato, mi aveva visto entrare nel negozio e mi voleva salutare, quando sei andato a riportare il vestito rosso mi ha intravvista ed è venuto qui”.
“Che maiale” pensò Alberto, eppure la cosa non gli dava fastidio, sapeva benissimo che Manola se lo era scopato recentemente visto che gli aveva raccontato tutto, ed il suo pensiero andò alla scena di Manola montata sul tavolo come in un film porno. Cercò di non pensarci.
“Vi posso offrire un caffè?” disse Luciano con un largo sorriso. Da come la guardava Alberto capiva benissimo che non era un caffè quello che voleva offrirle. Si recarono in un bar con tavolini al piano di sopra, quello della ristorazione, dei cinema e di un paio di negozi. Si sedettero e Manola aveva i due uomini uno per lato, si strusciava addosso a Luciano con movimenti che facevano ben capire cosa volesse.
“Devo scappare ora” disse Luciano, “è stato un piacere rivederti Manola ed anche conoscere tuo marito Alberto. Facciamo in modo che per rivederci non passi così tanto tempo come dall’ultima volta. Venite a mangiare da me, vedrai Alberto che vi troverete bene come si è trovata Manola l’ultima volta!”.
Le parole erano inequivocabili e quando si fu allontanato Manola fece l’occhiolino a suo marito e disse: “credo che gli piacerebbe molto scoparmi di nuovo, devo dire che l’ultima volta mi sono molto divertita, che ne dici se lunedì che è giorno di chiusura lo invitiamo a casa nostra, almeno stavolta giocherò in casa e ci divertiremo”.
Alberto era sia infastidito che eccitato, da un lato Luciano era un bel manzo, come lo aveva definito Manola, bravo nello scopare e sarebbe stato l’ideale per montare sua moglie insieme a lui e farle avere un sacco di orgasmi, dall’altro, essendo un ex, era geloso.
Manola che leggeva nei pensieri di Alberto lo rassicurò: “ci sono stata alcuni anni, gli interessava solo scoparmi ed anche l’ultima volta c’è stata una enorme attrazione fisica ma come sai non sono più tornata da lui. Non devi temere che mi porti via da te, anzi credo che lo scoparmi davanti ai tuoi occhi sia il massimo che gli interessi, una bella figa, come mi ha sempre definito, ma rompicoglioni, più di una volta mi aveva detto che il massimo per lui sarebbe stato di avermi come trombamica”.
“Va bene ne riparliamo a casa, possiamo andare?” le disse Alberto.
“Non ancora, l’altro vestito che avevo adocchiato lo ho visto addosso ad una ragazza poco fa e non mi soddisfa però volevo anche passare al negozio di scarpe poi possiamo andare a casa, vedo che hai il cazzo che ti scoppia, fai questo ultimo sforzo”.
Tornarono al piano inferiore e si avviarono al negozio di scarpe di una catena dove ti servi da solo e poi vai alla cassa. Manola cominciò a girare fra gli scaffali dirigendosi subito nel reparto dove c’erano le scarpe ed i sandali con i tacchi a spillo. Vide un paio di sandali turchesi con un plateau di un paio di centimetri. Il colore ricordava quello del vestito che aveva appena comprato per cui cercò il suo numero e prese la scatola. Poi disse ad Alberto che voleva provare anche un paio di scarpe spuntate, sempre con il tacco altissimo, queste erano bicolore col corpo nero e la parte posteriore ed il tacco rossi.
Manola si sedette su un cubo con il tappetino davanti, messi lì per far provare le scarpe agli acquirenti. “Mi aiuti a metterle per favore?”. Alberto prese il sandolo turchese destro, non lo aveva visto benissimo ma prendendolo in mano si rese conto che il tacco era estremamente sottile oltre che spropositamene alto. Si accovacciò davanti a Manola e le infilò il sandalo nel piede come fosse cenerentola quindi le allacciò il cinturino alla caviglia.
“Prendi anche l’altro voglio vedere come sto e se riesco a camminare o se questi sandali li metterò solo per andare a letto”, continuò ridendo.
Alberto prese anche il secondo sandalo, la aiutò a metterlo e quando sollevò lo sguardo Manola aveva allargato le gambe, il vestito era risalito parecchio e la sua passera nuda era a pochi centimetri dal suo naso. Non indossava più il tanga rosso; come aveva fatto a non accorgersene prima. Era frastornato dall’eccitazione poi pensò che da quando erano usciti dal camerino dove Luciano la aveva spiata, non aveva avuto la possibilità di toglierselo e che quindi se lo era tolto per Luciano. Manola gli stava dimostrando di essere una grandissima maiala e lui non se ne era mai accorto prima. Ripensò che da quando aveva smesso di scoparla per i suoi problemi, Manola le si era offerta con mise da vera mignotta e che anche questo togliersi le mutande era in linea con quanto successo negli ultimi mesi. Il cazzo gli scoppiava nei pantaloni, non importa se lei avrebbe scopato altri, la voleva per sé, voleva anche lui una fetta di torta. Come diceva un suo collega quando aveva scoperto che la moglie lo tradiva “meglio una fetta di una buona torta che tutta una torta che non sa di nulla”. All’epoca ci aveva riso sopra ed aveva pensato che il collega era un cornuto e che lui una situazione così non la avrebbe mai accettata, ora invece lo capiva benissimo e la cosa gli piaceva tanto che preferiva una fetta della torta buonissima alla torta intera.
Manola si accorse dallo stupore di Alberto che finalmente si era accorto che non indossava più il tanga e disse al marito: “Se il mio tanga rosso ti manca tanto quando invitiamo Luciano gli dirò di riportarmelo, al camerino mi ha chiesto un ricordino ed ho pensato che questo fosse adatto”. Poi si alzò e fece qualche passo per vedere se riusciva a camminare su quei sandali, il tacco era a stiletto alto circa 12cm, grazie al plateau riusciva però a gestirlo. “bene disse credo che mi vadano perfettamente, certo non ci potrò correre ma solo camminare, la prossima volta che andremo ad un centro commerciale o che vorrò eccitarti le metterò con il vestitino turchese”. Manola si tolse le scarpe e le porse al marito perché le rimettesse nella scatola. Poi prese quelle spuntate e, facendosi di nuovo aiutare da Alberto, le provò ma le facevano male. Alberto mentre la aiutava non riusciva a distogliere lo sguardo dalla sua figa, non ne poteva più, doveva scoparsela al più presto perché il cazzo gli scoppiava. Rimisero le scarpe nella scatola e mentre Alberto le rimetteva sullo scaffale da dove le avevano prese, Manola si avviò alla cassa.
Alberto la raggiunse giusto in tempo per pagare l’articolo e le sussurrò all’orecchio: “non resisto più, niente spesa voglio scoparti al più presto, sono arrapato come un mandrillo, il tuo look, l’averti spiata nel camerino, scoprire che ti sei mostrata nuda a Luciano e le prospettive che hai fatto intravvedere mi hanno massacrato, andiamo a casa”. Diresse quindi il carrello anziché verso il supermercato dove avrebbero dovuto fare spesa, verso l’ascensore che li riportò al piano interrato del parcheggio. Salirono in auto e Manola disse ad Alberto di non uscire dal parcheggio ma di recarsi in fondo allo stesso, il punto più lontano dall’ingresso dove c’erano parcheggiate auto solo sotto le feste quando c’era il pienone. In quella zona c’erano solo un paio di auto e da una si vedeva un certo ondeggiare.
“Credo abbiano avuto la mia stessa idea” disse Manola sorridendo. “Non credo ci daranno fastidio, sono troppo impegnati”. Quando Alberto fermò l’auto, Manola gli slacciò la patta, estrasse il cazzo del marito e cominciò a leccarlo. L’eccitazione di Alberto era troppa, poche boccate e scaricò in bocca alla moglie un grosso carico di sborra. Manola non fece una piega, quando Alberto ebbe finito di venire, lo baciò in bocca passandogli una parte del suo seme.
“Abituati perché da cornuto è mia intenzione di farti mangiare tanta sborra di chi mi scoperà”.
L’eccitazione di Alberto era calata e la cosa lo disgustò un pochino, mandò giù e ripensò a cosa sarebbe stato quindi disse a Manola: “il pensiero di mangiare sborra altrui mi schifa parecchio adesso mentre prima di venire lo avrei fatto eccitandomi ancora di più, tienine conto, sarò il tuo schiavo ed un bravo cornuto ma fammi venire solo dopo che avrai terminato con Luciano”
Manola gli rispose: “non credo che luciano sarà l’unico da cui mi farò scopare, Samuel pende dalle mie labbra e farebbe di tutto per trombarmi, e poi ha un cazzo enorme, non ho mai goduto quanto ho fatto con lui, sarà stato che eravamo in un garage ma la mia passera ogni tanto mi ricorda quanto si era divertita” e rise di gusto alle sue parole.
“Adesso però ho bisogno di cazzo, non credere che mostrarmi a te ed a Luciano e farti un pompino mi abbiano lasciato indifferente” prese la mano di Alberto e se la passò sulla figa ed il marito sentì quanto era eccitata.
Alberto raggiunse casa velocemente e mentre guidava ogni tanto passava due dita fra la figa della moglie che lo lasciava fare. Arrivati in casa Alberto la pree di peso e la mise sul divano allargandole le gambe, poi si tuffò con la lingua per sentire il sapore della sua eccitazione. Dopo un paio di minuti tirò fuori il cazzo che era tornato duro e cominciò a montarla con un ritmo lento ma costante. Ogni volta che usciva le strofinava la cappella sul clitoride strappandole un ulteriore gemito.
“Basta, non tirarlo più fuori, montami come si deve”. Fece mettere Alberto seduto e si piazzò sopra di lui cavalcandolo e dando lei il ritmo che più le piaceva. Venne nel giro di pochi minuti ed anche Alberto era prossimo a sborrare di nuovo. Dopo che ebbe finito Manola si sfilò e si mise in ginocchio davanti ad Alebrto menandogli il cazzo fino a farlo sborrare su faccia e tette.
“Puliscimi” gli ordinò. Alberto ne aveva ancora meno voglia ma pensò a quando avrebbe ripulito la sborra di uno dei cazzi che si sarebbe scopata e fece per bene il suo lavoro.
Alberto e Manola fecero la doccia insieme carezzandosi e lavandosi a vicenda. Si erano fatte le 19 ed in casa, non avendo fatto la spesa, non c’era granché da mangiare, potevano giusto preparare una pasta.
“Avresti voglia di andare a mangiare da Luciano?” chiese Alberto alla moglie.
“Non ne hai ancora abbastanza? Vuoi proprio vedermi scopata da lui?” rispose la donna.
“Unirei il pratico al dilettevole. Mi hai detto che si mangia bene e da come ti sei comportata oggi è impossibile ignorare che muori dalla voglia di scopartelo di nuovo. Io adoro accontentare la mai cara mogliettina” replicò ridendo Alberto.
“Come vuoi, telefono per vedere se ha un tavolo libero, è sabato ed è tardi sarà difficile, il locale è molto trendy ed è sempre pieno”. Detto questo Manola chiamò Luciano, la sua risposta fu che avevano un tavolo solo dopo le 22:30 ma che avrebbero potuto accomodarsi prima nel salottino di accoglienza ed avrebbe offerto loro un aperitivo.
Decisero di accettare e Manola pensò che avrebbe inaugurato gli acquisti di giornata. Si recò in camera, si ricordava che aveva un completino con calze leggere a rete a maglia grossa sul blu con slip molto ridotto e reggiseno a balconcino. Li cercò nel cassetto della biancheria, li aveva usati solo una volta anni prima e fece fatica ma alla fine ogni pezzo saltò fuori. Cominciò a prepararsi, truccandosi come non faceva di solito. Nulla di pesante, solo matita sugli occhi, un poco di mascara e rossetto con le labbra segnate sui bordi con la matita in tinta col rossetto in modo che si vedesse appena il segno.
Arrivarono al locale di Luciano che erano quasi le 21:30 a causa del traffico.
“pensavo aveste cambiato idea” disse Luciano accogliendoli e facendoli sedere nel salottino. “Abbiamo un ottimo spumante siciliano fatto con uve coltivate alle pendici dell’Etna, ne producono poche bottiglie infatti ne ho potute acquistare solo un centinaio, è una vera delizia”.
Va bene risposero entrambi, lo spumante arrivò insieme a delle frittelline di baccalà ed altri stuzzichini.
“Devo andare ai tavoli, vi vengo a chiamare appena il vostro sarà pronto”. Trascorse circa mezzora e poco prima dell’ora della prenotazione il tavolo era pronto. Si sedettero e dettero una occhiata al menù, non c’erano tantissimi piatti ma il pesce che veniva proposto con ricette molto particolari, appariva sfiziosissimo per cui presero un antipasto che si divisero un paio di primi ed un secondo del quale ancora fecero a metà. Nel frattempo si era fatta mezzanotte ed anche gli ultimi avventori stavano andandosene. Erano rimasti gli ultimi clienti, Luciano si era seduto con loro ed avevano iniziato a chiacchierare di vacanze e di dove erano stati negli ultimi anni. A mezzanotte e mezza il ocale era vuoto e pulito, era rimasto solo il loro tavolo ed anche i dipendenti erano andati via tutti con Luciano che aveva detto loro che avrebbe finito lui di sistemare le ultime cose.
Manola, complice anche il vino ed il fatto che ormai non c’era più nessuno, allungò la mano sotto il tavolo incurante che Alberto la potesse vedere e cominciò a strofinare da sopra i pantaloni il cazzo di Luciano.
“Non è la lampada magica di Aladino da strofinare anche se di solito qualcosa esce” disse ridendo Luciano. Alberto era anche lui alticcio ed aspettava che Manola indirizzasse la cosa verso i binari previsti.
Manola, dopo aver riso alla battuta di Luciano, si alzò in piedi e baciò l’uomo sulla bocca.
“Qui davanti a lui?” disse Luciano
Alberto si stupì delle parole che uscirono dalla sua bocca: “vai tranquillo Luciano, non ho nulla in contrario, farei di tutto per fare contenta Manola e lei mi ha detto che ha voglia di farsi scopare da te, siamo venuti apposta”.
Fu il tappo levato dalla bottiglia, da lì ogni remora, remota per essere onesti, di Luciano e Manola, scomparve. Luciano mise la mano sul culo di Manola e la attirò a se baciandola in bocca, le loro lingue si intrecciarono ed entrarono in profondità avviluppandosi l’una all’altra. La mano di Luciano, dopo avere tastato per bene il culo di Manola si insinuò sotto il vestito, poco in vero in quanto l’abito turchese era già in parte risalito da solo come se fosse in congiunzione mentale con chi lo indossava, scostò lo slip ed infilò un dito nella passera che aveva già cominciato a bagnarsi. Manola intanto armeggiava con la cintura e patta di Luciano per liberare il suo cazzo già in piena erezione. L’uccello dell’uomo, una volta libero fu carezzato e ben massaggiato fino a che Luciano prese il comando. Sfilò l’abito a Manola che restò così con il completino e le calze, lei si slacciò il reggiseno e si tolse il piccolo slip ce indossava mentre Luciano si denudò completamente. Quando entrambi ebbero terminato Luciano la sollevò di peso e si diresse verso il divanetto dove Manola ed Alberto avevano preso l’aperitivo. I due si comportavano come se Alberto non esistesse da quanto erano infoiati. Luciano si sdraiò e fece mettere Manola sopra di lui a 69 ed iniziarono a leccarsi con reciproca soddisfazione.
Alberto intanto, come in trance, li guardava, prese il telefonino pensando a quanto avrebbe scopato con Manola a casa riguardando il filmato. Prese a girare intorno ai due in modo da riprendere ogni scena in ogni angolazione, indugiava in particolare in primi piani sul volto di Manola e sulla sua bocca che divorava il cazzo di Luciano facendolo diventare sempre più grosso. Ad un certo punto Manola si staccò da Luciano, e disse: “lo voglio dentro, tutto e voglio che tu mi riempia di sborra, poi mi farò pulire dal cornuto!”. Detto questo si sedette sul cazzo di Luciano, viso a viso, i due ripresero a baciarsi mentre il cazzo dell’uomo entrava ed usciva dalla figa di Manola guidato dai sapienti movimenti di quella calda femmina. Con le mani le strapazzava il seno che pizzicava, stringeva e mordicchiava strappando gemiti anche da questo maneggio. Manola ad un certo punto mentre ansimava, fece cenno ad Alberto di mettersi dietro il suo sedere e disse:” leccami il buco del culo, preparalo per il cazzo di Luciano.
Alberto non se lo fece dire due volte, nel frattempo si era denudato anche lui completamente, si inginocchiò dietro la moglie e cominciò a leccare ed insalivare per bene il buchetto, quindi infilò un dito poi due ed infine tre, le dita scorrevano bene.
Manola gli disse: “allargami il buco del culo con il tuo cazzetto così poi mi potrò godere meglio quello di Luciano ma mi raccomando non venire che altrimenti non ti godrai la sua calda sborra! Prima però passa davanti che gli do un paio di slinguate così scivolerà meglio”.
Alberto si mise in piedi davanti a Manola che lo leccò per bene quindi dopo meno di un minuto si mise dietro di loro ed il suo cazzo scivolò nell’ano della moglie come la lama di un coltello caldo avrebbe fatto nel burro. Manola adesso era bloccata, ad ogni colpo di uno dei due uomini, il cazzo dell’altro, separato da un sottile diaframmai, veniva spinto fuori per poi reinserirsi spingendo fuori l’altro. In breve presero il ritmo e Manola si senti così piena come mai in passato nella sua vita. Aveva desiderato provare la doppia pentertazione ma lo aveva fatto solo con cazzi di gomma e, decisamente, non era la stessa cosa che avere due corpi caldi che la strapazzavano.
“Esci!” disse ad un certo punto Manola a suo marito, “e tu Luciano riempimi il culo”.
I due uomini fecero esattamente quello che Manola aveva chiesto, lei si mise a pecorina con le ginocchia sulla seduta del divano e le braccia appoggiate al bordo. Luciano appoggiò la cappella che era gonfissima e più grossa di quella di Alberto, diede una leggera spinta e l’uccello fu risucchiato nel culo della donna. Cominciò a pompare con vigore.
“Mettiti sotto di me e leccami” disse Manola ad Alberto. Subito il maritò obbedì così la donna senti salire l’orgasmo clitorideo quasi contemporaneo a quello anale od a qualcosa del genre, qualcosa che lei non aveva mai provato. Questa sensazione la spinse a stringere i muscoli dello sfintere sollecitando di più il cazzo di Luciano che esplose in una copiosa sborrata. Una volta estratto il cazzo dal culo di Manola, questo cominciò a far uscire la sborra dell’uomo. Manola fece cenno con l’indice al marito di avvicinarsi e di pulire quello che stava uscendo e colava già sulla coscia. Alberto si mise di buzzo buono e partendo dal fondo della colata risalì fino al buco non lasciando nemmeno una goccia.
Manola allora che con le pompate nel culo oltre agli uccelli aveva accumulato anche parecchia aria, la buttò fuori e questo gas portò con se buona parte dello sperma di Luciano ed il tutto finì sul volto del cornuto.
“Bene disse Manola, stai facendo un buon lavoro caro il mio cornutone, adesso ingoia la sborra visto che ti sei allenato con la tua!”. Alberto che era sovraeccitato era come in tranche e deglutì andando a cercare col dito ogni singola goccia di quanto Manola aveva emesso.
“Che dici, lasciamo che il becco venga” disse Manola rivolta a Luciano.
“Certo, fagli fare una sega, ha avuto già il tuo culo, per oggi può bastare”.
“Un momento ho un’idea, hai il cazzo ancora sporco, prima di farlo venire dovrà ripulirti il cazzo” replicò Manola.
Alberto non capiva più nulla era frastornato, sentiva che lo stavano umiliando trattandolo come uno schiavo ma la cosa anziché dargli fastidio gli piaceva così, appena la moglie aveva finito la frase, si buttò a capofitto sul cazzo di Luciano ormai barzotto e lo ripulì di tutto quello che aveva attaccato.
“Non è solo cornuto tuo marito, è anche finocchio, guarda come lecca con avidità il mio cazzo, non saprei dire se sei più brava tu o lui” disse Luciano deridendo Alberto.
Quando Alberto ebbe finito Manola che si era presa a compassione, fece un mezzo pompino ad Alberto, mezzo perché bastarono poche pompate che il marito le venne in bocca.
“Questa è roba tua” disse Manola baciando in bocca Alberto e tappandogli il naso per farlo deglutire la sua sborra.
Alberto ormai allo stremo mandò giù tutto poi si lasciò andare per terra. Passarono alcuni minuti, ormai erano le 2 del mattino.
“E’ ora di andare a casa cornuto” disse Manola ad Alberto. “rivestiti”.
I due coniugi e Luciano si rivestirono.
“Quando volete io sono qui, per la cena vi faccio un prezzo di favore sono 150€, non ve la regalo perché non voglio farti sentire una prostituta, comunque siete una gran zoccola ed un cornuto frocetto, una bella accoppiata, spero di rivedervi presto.
Mamma mia ruben, mamma mia... Ti prego, scrivimi a gioiliad1985[at]gmail.com , mi piacerebbe condividere con te le mie esperienze…
ciao ruben, mi puoi scrivere a gioiliad1985[at]gmail.com ? mi piacerebbe condividere con te le mie esperienze...
Davvero incredibilmente eccitante, avrei qualche domanda da farvi..se vi andasse mi trovate a questa email grossgiulio@yahoo.com
certoo, contattami qui Asiadu01er@gmail.com
le tue storie mi eccitano tantissimo ma avrei una curiosità che vorrei chiederti in privato: è possibile scriverti via mail?