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Racconti EroticiTradimento

Manola e l’ex

By 2 Dicembre 2021No Comments

Mi chiamo Alberto ho 40 anni fisico normale, né magro né grasso, 1,78 di altezza, mia moglie invece si chiama Manola ed è quella che si definisce una bella gnocca di quelle che fanno voltare i maschi. Bionda, occhi azzurri 1,65 per 53kg una seconda abbondante di seno che valorizza con push-up, un culo a mandolino da far resuscitare i morti e gambe ben tornite anche se non chilometriche.
Vi voglio raccontare come sono diventato cuck. Lo scorso anno con la pandemia l’azienda per cui lavoro, una piccola azienda di una città del nord, è andata in crisi ed ha chiuso lasciandomi col culo per terra. L’età è fuori dagli incentivi per assumere i giovani, sono lontano dalla pensione e ho provato a cercare qualche lavoretto appena si è riaperto ma ho ricevuto solo porte in faccia. La situazione ha fatto si che in casa si viva con lo stipendio di mia moglie che fa l’insegnante di scuola superiore (al biennio), fortunatamente il mutuo è abbastanza basso e riusciamo, anche se a fatica, ad arrivare a fine mese. La situazione ha fatto si che andassi in depressione e che praticamente non mi si alzasse più il cazzo. Manola ci ha provato in tutti i modi con vestiti arrapanti, uscendo e provocandomi in luoghi pubblici, nulla da fare il mio amico non ne voleva sapere. Dopo un paio di mesi di questa situazione Manola mi ha detto che lei aveva voglia di scopare e che dovevo darmi una mossa altrimenti si sarebbe trovata un sostituto per scopare. Sembrava la solita boutade, ha anche provato a farsi leccare la figa ma la depressione era tale che neppure quello riuscivo a fare e Manola era sempre più insoddisfatta e mi disse che si sarebbe fatta scopare dal primo che ci avesse provato. Pensavo ad una provocazione ma ecco quello che accadde.
Una sera d’estate di circa 3 mesi fa, si era verso la fine della scuola, Manola mi disse che sarebbe uscita con le colleghe per un aperitivo e poi per cena, di arrangiarmi a preparare qualcosa che tanto di tempo ne avevo fin che volevo. Notai in lei una cura particolare nel prepararsi. Indossò un completino intimo con il solito push-up ed un tanga coordinato. Non che non lo facesse abitualmente ma stavolta fu quello che ci mise sopra per uscire senza di me che mi fece pensare che stesse andando a caccia. Come dicevo era già caldo e Manola sul terrazzo al sabato ad alla domenica prendeva il sole per cui, nonostante la carnagione chiara, era già un po’ ambrata. Il vestito che mise era un abito di lino fasciante lungo fino al ginocchio ma con uno spacco posteriore che arrivava fino al sedere. In vita mise una catenina dorata tipo quelle delle puttane francesi che si vedono nei film porno degli anni 70 e che mi ha sempre stimolato particolarmente. Pensavo fosse un estremo tentativo di ringalluzzirmi ma nemmeno questo ottenne alcun risultato. Indossò poi un paio di sandaletti con cinturino alla caviglia con un tacco molto alto anche se con un plateau di 3cm.
Uscendo ondeggiava sui tacchi con fare molto sexy eppure per me ed il mio amico di sotto poteva essere un frate col saio come reazioni provocate.
Di solito da queste cene Manola torna verso le 23, massimo le 24. Quella notte invece arrivò a casa accompagnata da un’auto diversa da quella che era venuta a prenderla guidata da una collega. L’auto accostò al marciapiede Manola scese ma non riuscii a vedere chi guidava quel suv grigio.
Quando Manola entrò in casa era visibilmente alticcia ed alla mia domanda se si fosse divertita rispose “Non puoi sapere quanto”. La cosa mi insospettì perché le cene con le sue colleghe erano molto routinarie, si finiva a parlare quasi esclusivamente di scuola ma era opportuno esserci sempre.
La cosa finì lì, io mi infilai a letto e Manola nella doccia prima di raggiungermi e per la prima volta da oltre un mese non provò nemmeno a ridestare il mio uccello. Doveva essere successo qualcosa.
La mattina dopo era domenica e lei si alzò molto rilassata dopo aver dormito bene cosa che non le capitava da tempo. Le chiesi come stesse, e la sua risposta fu” benissimo”. Le chiesi cosa fosse successo la serata prima perché mi sembrava strana, allora Manola mi raccontò tutto.
Insieme alle colleghe avevano preso un aperitivo in centro prima di recarsi al ristorante prenotato, li il padrone del locale aperto da poco venne a prendere le comande e Manola restò di sasso. Davanti a se c’era Luciano, un suo ex, 40 anni fisico imponente (e cazzo massiccio ricordava Manola), vestito in modo inappuntabile e con un sorriso splendente. Luciano fu molto professionale nel raccogliere gli ordini e si congedò dal gruppo di donne salutando Manola per nome. Al tavolo, appena si fu allontanato, le colleghe vollero sapere tutto del ganzo che aveva raccolto le loro ordinazioni. Manola spiegò che era un suo ex di 15 anni prima, lei amava uscire tutta elegante e lui si presentava invece in auto, con una tuta da ginnastica e la portava direttamente in posti nascosti dove si faceva alzare il cazzo con un pompino e poi la scopava con il suo bel cazzone che passava abbondantemente i 20 centimetri. Dopo averla fatta godere col cazzo e con la lingua riempiendola in tutti i buchi, passate un paio di ore di sesso la riportava a casa. Raramente facevano una uscita in compagnia e se andavano al cinema non riusciva mai a seguire un film perché le sue mani erano ovunque e lei perdeva il filo. Ricordò anche che una volta la aveva sgrillettata coperti dal soprabito e che lei aveva dovuto contenersi. Usciti dal cinema la aveva spinta in un portone, aveva estratto il cazzo e si era fatto fare un pompino tappandole il naso e costringendola all’ingoio. Non che questo modo un po’ rude non le piacesse, il cazzo lo sapeva usare molto bene ma dopo qualche mese si era ben resa conto che veniva usata da Luciano solo per svuotarsi le palle. Mai un regalino e le uscite rare la convinsero a troncare. L’ultima frase che lui le disse fu “vedrai che tornerai da me perché il mio cazzo lo hai sempre apprezzato”. Ovviamente con le colleghe non scese nei dettagli più scabrosi limitandosi a dire che era un suo ex. La serata al ristorante terminò come di consueto intorno alle 23, prima di andare via lei si recò al bagno ed incrociò Luciano che le passò un bigliettino con il suo numero di cellulare chiedendo di essere chiamato. Alla collega che la avrebbe dovuta riportare a casa disse che io sarei andata a prenderla al ristorante perché saremmo poi andati da amici. Appena le colleghe se ne furono andate lei chiamò subito Luciano e gli disse che era fuori dal ristornate e che avrebbe avuto piacere a fare due chiacchiere e parlare dei vecchi tempi. Luciano uscì e la fece accomodare nel privé. “Per mezzanotte avremo chiuso, ti porto un cocktail aspettami qui che poi ti riporterò a casa”. Manola aveva voglia di cazzo ed appena Luciano entrò nel privé, assicuratasi che non ci fosse nessuno nel ristorante gli abbassò la cerniera dei pantaloni trovando il cazzo dell’uomo già pronto. “Non sai quanto è mancata la tua bocca al mio uccello” disse Luciano ridendo e Manola replicò “anche lui a me”. Da lì fu un crescendo, lui la sollevò mettendola a gambe larghe sul bancone del bar del locale, le strappò il tanga e cominciò a leccarla con una energia che lei aveva dimenticato. Manola ebbe un primo orgasmo e si sentì in dovere, anzi la necessità fisica, di prendere quel bel cazzone. “Scopami, per favore, è più di due mesi che mio marito non mi tocca e sai quanto mi piace il cazzo”. Luciano la risollevò di forza, la fece appoggiare al bancone, prese un preservativo da un cassetto, ma Manola lo fermò. “lo voglio nudo e voglio che mi sborri dentro, prendo ancora la pillola vai tranquillo”. Luciano non se lo fece ripetere e la frase gli procurò un sussulto di piacere. Aveva riagganciato la donna che più lo aveva fatto godere in vita sua per la sua naturale propensione al cazzo. Le appoggiò l’uccello all’ingresso della fighetta e lei fu velocissima a muovere il bacino verso di lui catturando più di metà del pene dell’uomo. Il resto lo fece lui spingendo avanti il suo di bacino fino ad arrivare a fine corsa. L’ingresso del cazzo nella sua vagina le provocò un’onda di calore fortissimo. La scopò forte ed a lungo cambiando spesso posizione, gli orgasmi di lei si susseguirono, alla fine della serata furono 5.
“Sei proprio una vacca da monta” urlò Luciano, Manola era alla pecora e Luciano le aveva lavorato lo sfintere alternando saliva e liquido lubrificante del suo cazzo e della figa di Manola. Fu un attimo, appoggiò la cappella al buco del culo e la spinse dentro in un attimo. Manola sentì un minimo di bruciore ma la cosa la arrapò ancora di più. Quanto le erano mancate le scopate con Luciano. I movimenti del bacino di Manola erano completamente fasati con le spinte di Luciano ed in breve anche lui cominciò ad ululare per il piacere. Lo tirò fuori, prese Manola per i capelli facendola accucciare davanti a lui e con un paio di segate le riempì la faccia di sborra. Quando si furono ricomposti Luciano le disse: “ora che ti ho ritrovato non ho intenzione di rinunciare a scoparti per bene ogni volta che ne avrò voglia”. Manola, seppur ancora sconvolta dalla sessione di sesso gli rispose “vedremo”. Luciano la riportò a casa in auto e durante il tragitto non mancò di farle i complimenti e di parlare, molto di più di quanto aveva mai fatto quando erano stati insieme. Manola si sentiva un po’ in colpa ma si auto perdonò, non è colpa mia se Alberto non mi scopa, ci ho provato ad aiutarlo ma anche io ho le mie esigenze e Luciano è un buon diversivo. Non sapeva cosa le sarebbe successo poi.

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