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Erotici Racconti

Tu che m’accarezzi

By 16 Maggio 2017Febbraio 3rd, 2023No Comments

Lui sta ancora riposando, sta attualmente dormendo a causa d’una notte energica, focosa e irruente che ci ha integralmente sfinito svigorendoci senza riserve. Amore mio, sappi una cosa, tu che sei lontano e diviso da chilometri e chilometri da me, ti dico, credo e ritengo opportuno che lui sia molto esultante e anche un po’ meravigliato, di trovarmi ancora più affamata e piuttosto accalorata e passionale del solito, perché se soltanto avesse notizia e comprendesse, se fosse informato e ragguagliato che nel nostro letto il tuo viso si sovrappone tanto spesso al suo, che sono le tue mani che m’accarezzano con affetto, con attenzione e con tenerezza, che è la tua lingua che dalle mie labbra con studiata e preparata lentezza esplorando l’addome soffice e incustodito arriva a quelle altre labbra già bagnate, baciandole con abilità e con bravura insieme al membro di carne indurito dall’attesa dell’orgasmo. 

Se lui considerasse e intuisse, se fosse erudito che è il tuo cazzo che s’insinua penetrandomi con forza, mentre tu mormori le parole inizialmente spregiative e in seguito armoniose e affettuose del piacere, che coglie me e lui impreparati tanto è intenso e violento, facendoci quasi urlare e lasciandoci sfiniti l’uno sull’altra i vostri due semi mescolati nel mio ventre vorace. Amore mio, io attualmente sono sotto la doccia, al momento l’acqua calda scorre, il sapone è morbido e profumato, io comincio a massaggiare la pelle così setosa al tatto mentre ti penso intensamente. In quel momento le mie mani diventano le tue, sei di nuovo tu che m’accarezzi, però questa volta siamo da soli, siamo isolati e solitari, poiché le tue labbra rallentano indugiando sulla mia spalla e sul mio seno, intanto che il sapone continua a scivolarmi sul corpo. 

Io sono del tutto frastornata e stordita dal profumo e dal caldo, sono integralmente distesa, gioiosa e spensierata, ti amo e ti voglio come non mai, la mia mano solletica la fonte pronta del mio piacere, visto che io mi devo appoggiare al muro per non cadere, per il fatto che un inesplorato, un nuovo e peraltro sconosciuta euforia mi sorprende stupendomi in ultimo in pieno. Io ripeto il tuo nome nel momento in cui l’acqua continua a scorrere deliziosamente su di me, perché in quest’istante sono le tue braccia forti e robuste che mi stringono spontaneamente, mentre tu mormori amorevolmente: 

‘Sì, sono qui amore mio. Non temere, io sono sempre stato accanto qui con te’.

Il telefonino imprevedibilmente squilla, io chiudo l’acqua della doccia e impensabilmente vado a rispondere in modo istintivo: il vapore umido intanto si disperde per aria insieme al tuo viso, alle tue mani e a te, nel tempo in cui io interrompo smettendo a quel punto di sognare.

{Idraulico anno 1999} 

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