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Erotici Racconti

Un evento imprevedibile

By 20 Giugno 2016Gennaio 30th, 2023No Comments

Io apro la porta, la camera al presente è avvolta dall’oscurità, però sul momento non distinguo nulla. Avanzo lungo il muro tastandolo con la mano alla ricerca dell’interruttore, malgrado ciò inutilmente e infine sento la sua voce: dai vieni. Una mano afferra la mia, mi conduce nella stanza, mi fa sedere su d’un sedile basso dal ripiano solido dove m’accorgo che è di legno. Adesso gli occhi si sono abituati al buio e posso riconoscere le sagome dei mobili, pochi, in verità nella grande sala. Un letto a padiglione nell’angolo a sinistra, quando dalle tendine blu appena scostate s’intravede il bianco delle lenzuola ricamate. Sulla parete di fronte a me c’&egrave un camino, per terra un grande tappeto arriva a coprire un’estesa porzione del pavimento scuro, pertanto vedo che sono seduto su d’una cassapanca addossata alla parete. Dall’angolo di destra si stacca una figura incappucciata e avvolta in un mantello nero che si dirige verso il camino e maneggia con gli attrezzi.

All’improvviso una vivida fiamma riempie di lingue lampeggianti il buio, dato che lo esplora, lo penetra tagliandolo di netto, perché davanti al chiarore la figura in nero si staglia immobile per un momento, mentre nell’attimo seguente il manto scivola per terra rivelandola: toni bassi e una musica spettacolare, profumi dolci di cannella e di fiori nell’aria, infine trattengo il fiato, poiché è una visione di sogno quella che si offre alla vista. Volevo affascinare, attrarre e stupire, perché dall’espressione che vedo dipinta sul suo viso, capisco d’aver ampiamente ottenuto il mio scopo, mi sento a tal proposito felice.

All’interno della cornice antica di marmo del camino è stato inserito un moderno bruciatore a gas, eppure non si direbbe: l’effetto è quello della legna che arde, con fiamme alte quasi mezzo metro, suggestive, giacché mi è bastato solo premere il pulsante d’un telecomando per accenderle. La sala si riempie di magiche luci che frugano negli angoli, con il riflesso di lingue di fuoco sul soffitto decorato, così mi metto in piedi davanti al camino restando immobile, intanto che faccio scivolare il mantello di raso nero che nel mentre finisce fra i miei piedi sul tappeto. Nello stesso momento, una musica araba in sottofondo riempie con le sue note cadenzate l’ambiente. Pertanto che mi sono liberata del mantello, così diffondo il mio profumo, lo sento come un afrodisiaco, alla pari del ritmo che mi entra dentro invitandomi alla danza. Avverto con intensità il morbido spessore del tappeto sotto i piedi nudi, curvo leggermente le ginocchia e porto il piede destro all’indietro, spostando i fianchi verso destra con il bacino proteso, inarcando la schiena e le braccia all’indietro, mentre descrivo un cerchio perfetto con i fianchi: ecco sì, è cominciata la danza.

Le cavigliere risuonano come i gioielli dorati che mi pendono dal corsetto ricamato e dalla fascia che porto legata ai fianchi, al disopra della gonna di velo color rosso. Il ritmo sembra entrare nel mio corpo, perché partendo dalle piante dei piedi nudi sale di sopra per la colonna vertebrale, elastica e vibrante, fino alle vertebre cervicali, giacché mi penetra possedendomi. Riverso i colpi con i fianchi, faccio vibrare velocemente il bacino o le spalle, disegno cerchi magici con i fianchi e con il bacino, abbozzo delle forme a otto con movimenti continui e fluidi delle anche, dopo mi giro su me stessa con piccoli passi, in quanto le mie braccia sono serpenti che si sfiorano, che si piegano nella cadenza del ritmo tra l’ondeggiare dei capelli. Il mio corpo non è più mio, visto che è uno strumento che suona anche lui, che esprime la musica che ascolto, io mi sento libera e felice. 

Ecco che cos’era la sorpresa che mi ha preparato, giacché me l’aveva annunciata. Io sono più che sorpreso, sono affascinato, profondamente attratto dallo spettacolo che lei mi offre, per me soltanto, mentre mi rivolge sguardi e sorrisi d’implicito e di sottinteso appetito. Io mi sento beato, essendo argomento e motivo delle sue attenzioni e profondamente attratto da lei. Lei è la donna che ho sempre cercato e sognato, armoniosa e soave, eppure forte, molto sensuale, sennonché esigente e selettiva in amore: io mi ritengo così fortunato per essere amato e coccolato da lei.

La sua danza mi stuzzica la psiche in questi pensieri, m’immerge in un’atmosfera d’ingordigia e di voglie sensuali, di desideri erotici inespressi, avvolgenti, insieme estetici e sessuali, nel coinvolgimento assoluto del corpo e della mente. Lei alterna piccoli balzi da pantera a giravolte veloci, piegata sulle ginocchia si flette all’indietro, con i seni e il ventre allungato verso l’alto, attraversati da lunghi fremiti che la fanno assomigliare a un serpente. Quando alla fine piega il corpo sul tappeto, reggendosi sulle mani, con le gambe ripiegate da un lato e la gola rovesciata all’indietro, come in un gesto d’offerta con gli occhi chiusi, le labbra semiaperte in brevi respiri ansimanti, io non posso trattenermi dal balzare in piedi battendo le mani e gridandole:

‘Brava, sei un incanto, sei la mia favola segreta’ – mentre la musica si ferma su quell’ultimo accordo.

Io m’avvicino ulteriormente a lei e le accarezzo con leggerezza la fronte sudata, lei si gira su sé stessa con scioltezza, come se stesse ancora danzando ritrovandosi fra le mie braccia. Lei ha danzato per me, ogni suo gesto era un richiamo d’amore, ogni movimento era dedicato a lui, ogni impalpabile brivido del mio corpo era un’offerta erotica. I suoi occhi mi divorano, mentre lei si china su di me per baciarmi dopo avermi accarezzato il viso. Colgo spiccatamente le sue labbra morbide sulle mie, la sua lingua che m’accarezza le labbra socchiuse e le penetra, il sapore del suo respiro. Questo bacio mi provoca lunghi brividi deliziosi di desiderio e di piacere, ambedue ci tocchiamo come se fosse la prima volta o l’ultima, convulsamente ci strappiamo di dosso gli indumenti conquistati da un’urgenza che non ammette attese o rinvii. Adesso siamo nudi una di fronte all’altro, stretti uno sull’altra, perduti nei nostri baci, lui seduto sul tappeto, io seduta sulle sue cosce con le gambe che gli serrano i fianchi, con i nostri sessi frementi a contatto in attesa:

‘Fammi entrare subito Michela, io ho bisogno di te’ – quando un getto del mio liquido odoroso m’inonda.

E’ questo che lui mi provoca da sempre, un’eccitazione incontrollabile e prorompente. Le labbra della fica si schiudono da sole ad accoglierlo, lui entra lentamente sfregando sul quel clitoride tumefatto e traboccante di piacere, scivolando come il burro sulle pareti della vagina inumidita, premendomi e toccandomi dentro, in quel punto dove una piccola sporgenza mi provoca gemiti da fiaba, indescrivibili, inenarrabili. Io lo stringo dentro di me con passione, contraendo con forza i muscoli pelvici e sento il suo cazzo gonfiarsi sempre più dentro di me, occupandomi totalmente sia il corpo sia la mente.

Lui geme nella mia bocca, le sue mani mi scorrono sulla schiena e nel momento in cui espiro e rilascio i muscoli liberandolo, m’afferra per i glutei graffiandoli leggermente. L’orgasmo aumenta in entrambi fulmineo, con brividi e scosse, con ondate accavallate l’una sull’altra, con spinte frenetiche e schizzi cremosi di sperma che s’uniscono mescolandosi assieme alle mie liquide perdite, mentre spegniamo i rantoli di piacere nelle nostre bocche, sulle nostre lingue intrecciate.

‘Voglio stare per sempre dentro di te’ – mi sussurra lui, mentre gli abbondanti fluidi c’imbrattano le cosce e calmiamo nelle carezze gli ultimi sussulti di quel poderoso e trascinante orgasmo.

Io non riesco però a ritenermi soddisfatto dopo avere fatto l’amore con lei, anzi, questo intensifica il mio desiderio, il mio bisogno di lei. Accarezzo il suo corpo abbandonato contro il mio, la bacio con baci leggeri sfiorandole la pelle profumata, le sussurro sospiri tra i capelli. Lei socchiude gli occhi e mi sorride, poiché basta questo a eccitarmi di nuovo, poiché lei ha questo innato potere. Io l’accarezzo, mi sollevo e m’inginocchio al suo fianco, percorrendo con i palmi aperti le gambe, dalle caviglie alle ginocchia fino all’attaccatura delle cosce, poi torno giù e ascolto il suo mugolio d’evidente approvazione, fino a toccarle di nuovo le caviglie.

Qui le mie dita s’impigliano nelle catenelle che l’addobbano e lei scuote i piedi per liberarmele ridendo lievemente. La sua risata così morbida e sensuale, è un afrodisiaco per me, le mie mani risalgono lungo le sue cosce fino alla linea dei glutei, serrandone la carne soda, impastandola e poi allargandone il solco fino a esporre alla vista il buchino che si contrae. Mentre l’accarezzavo, l’ho girata dal fianco con il ventre sul tappeto e adesso è totalmente e meravigliosamente esposta alla mia voglia. Con maestria le faccio cadere gocce di saliva sull’ano e inizio con le dita un massaggio circolare, mentre le bacio la schiena, i fianchi e il sedere, poi la lecco lì, dove l’avevo baciata e sento i suoi sospiri. La mia lingua passa sui glutei e s’addentra nel solco, qui diventa appuntita e dura, s’insinua fino a che sento il suo osso sacro premere contro il mio naso.

Lei emette brevi strilli, mentre io agito la lingua dentro di lei, le mie dita s’insinuano sotto il suo petto a molestarle i capezzoli. Lei a sua volta, mette una mano fra il tappeto e tra il suo pelosissimo e rossiccio pube cominciando ad accarezzarselo per infervorarmi oltremisura, questo scenario sennonché mi manda in completo visibilio dalla voglia. Dopo la sollevo per i fianchi e la faccio mettere nella posizione della pecorina, cosicché adesso non è più la lingua ma è il cazzo che penetra affondando nel suo nascondiglio focoso, scuro e stretto, mentre lei m’invita dondolando deliziosamente i fianchi e invocando amabilmente il mio nome. Io spingo con foga crescente stringendo i suoi seni fra le mani, ritraendomi un poco fino a uscire quasi del tutto da lei, per poi penetrarla di colpo, facendola gridare e sentendola chiedermi:

‘Ancora, sì, dai ancora, sei bravissimo, mi fai ammattire’ – per tante volte, quante lo consente il violento orgasmo che fulmineo e inaspettato c’investe annientandoci.

Io mi sento stordita, la testa mi gira, mi sollevo su d’un gomito e con l’altra mano lui mi tocca leggermente. Stringe la mia mano con la sua, se la porta alle labbra e poi senza parlare m’aiuta ad alzarmi, mi cinge per un fianco con il braccio e mi fa camminare fino all’angolo dove c’è il giaciglio, scosta le tende e insieme ci stendiamo accoccolandoci vicini. Il suo corpo emana calore, sento il suo petto e il suo ventre che aderisce alla mia schiena e ai glutei, le nostre gambe sono intrecciate e con le braccia lui m’ha avvolto il petto posandomi le mani sui seni.

Una piacevole sonnolenza s’impadronisce di noi e ripenso a noi due di poco fa, finché le palpebre si fanno pesanti e gli occhi si chiudono. Io mi risveglio in preda al piacere, non capisco subito che cosa mi stia accadendo, per alcuni secondi mi sento priva di punti di riferimento, come se mi trovassi fuori dallo spazio e dal tempo. Attualmente mi rendo conto che il piacere mi viene da lui, dai baci leggeri delle sue labbra morbide sul mio sesso. Quanto tempo è passato da quando mi sono addormentata? Un’ora, o più, o soltanto pochi minuti? Non saprei dirlo, però so che mi sento percorsa di nuovo dal desiderio del suo corpo e allungo le mani per incontrarlo. Gli tocco la testa, gl’infilo le dita fra i capelli, gli accarezzo il viso e spingo verso di esso il bacino incoraggiando la sua bocca. Chiudo gli occhi nell’estasi, socchiudo le labbra e ci passo sopra la lingua, sì, la mia lingua lo vuole. Allora mi sposto allontanandolo e con una rapida giravolta su me stessa pongo la lingua sopra il suo cazzo, porgendo alla sua il mio monte di Venere.

In certi momenti ci baciamo e ci lecchiamo contemporaneamente, in altri ancora lo facciamo alternandoci, e non c’è un limite al desiderio che ci possiede l’una dell’altro sempre più forte. Onestamente mi pare di sognare, così immersa nell’intimità del suo corpo, mentre la mia bocca provoca fremiti e sussulti a quel cazzo che s’indurisce sempre di più. Sento il clitoride gonfio e le prime contrazioni che dall’utero si propagano alla vulva, fin dentro la bocca golosa di lui. Mi sorprende però d’improvviso un intenso bisogno di fare la pipì strettamente legata all’orgasmo, che mi sta montando selvaggiamente dentro.

La sua voglia mi ripiglia non appena mi risveglio da un breve riposo, averla adesso qui nel mio letto, una notte intera, tutta per me, mi pare un miracolo. Comincio a distribuirle baci leggeri sul corpo e poi sulla sorgente del mio piacere nel suo corpo e così si sveglia. La sua voglia al risveglio potenzia e ristora la mia, il suo acciuffarmi nella bocca il cazzo, il glande e i testicoli, alternandoli e sostituendo baci a carezze della lingua, a succhiate decise o delicate, lei mi fa uscire di senno. Sento i suoi capelli sulle mie cosce, mentre la sua bocca mi strega e a tratti non riesco nemmeno più a darle piacere con la mia, tanto è forte ciò che provo. E’ continuamente impregnata e sento il suo sesso vibrare nella mia bocca, intuisco che è prossima al culmine, dato che all’improvviso emette un getto con un grido, un getto fragrante che mi schizza sul palato e che io inghiottisco emozionato, incredulo e sorpreso, così colto sul fatto d’arrivare al punto cruciale anch’io, immediatamente.

Mi sembra di volare, il mio organismo è in ebollizione, il mio cazzo è in fremente effervescenza, in netto tumulto, perché in quell’istante sborro abbondantemente sulle sue tette scaricandole addosso tutta la mia appassionata e corposa linfa, marchiandola con il mio seme di vita, mentre lei è ancora distesa, inebriata e stordita dal godimento: nel suo e nel nostro intimo piacere.

{Idraulico anno 1999} 

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