Skip to main content
Erotici Racconti

Un fantastico sentore

By 26 Ottobre 2016Gennaio 30th, 2023No Comments

Alla fine ero riuscito a trovare una scusa, anzi, a dire il vero una scappatoia con il mio superiore, per potermi recare nella città dove viveva la mia amica con la quale intrattenevo uno scambio di messaggi via posta elettronica, dal momento che non avevo mai visto, ma che vagheggiavo tanto conoscere e guardarla dal vivo. Lei m’aveva già annunciato segnalandomi in modo serrato che non avrebbe mai voluto incontrarmi, in quanto potevo addirittura fare a meno d’andare nella sua città, però io da ostinato, puntiglioso e testardo quale sono, non mi sono perso d’animo e nella mia ultima comunicazione in maniera neutrale le avevo ripetuto:

‘Nessun dramma, perché sarai tu a cercarmi’.

Arrivai all’aeroporto in una fredda giornata di gennaio, per il fatto che era una giornata senza sole, quest’aspetto però non m’importava granché, dal momento che quel ‘sole’ era già dentro di me, lei la mia scrittrice, la mia notte di luce. Sbrigai accuratamente durante la mattinata i miei impegni di lavoro e all’ora di pranzo le inviai un messaggio informandola che ero arrivato nella sua città e che avrei voluto incontrarla, tuttavia la sua risposta fu ancora pressappoco una specie d’aggressione, quasi un assalto:

‘Tu sei impazzito, un’altra volta, allora non capisci proprio niente. Come dovrei ripetertelo, io non ci penso neanche lontanamente d’incontrarti. Sparisci dai miei paraggi, scordatelo’.

Io non risposi e aspettai: trascorse suppergiù un’ora, infine arrivò la sua insperata ma gradita risposta:

‘Va bene, c’incontreremo però in un bar’.

Questa decisione sarebbe stata sempre meglio di niente, pensai dentro di me, cosicché la raggiunsi nel bar che m’aveva accennato. Era proprio la donna che m’ideavo e m’immaginavo d’incontrare, proprio come lei si era descritta, non appariscente né spettacolare, ma con una sensualità che usciva da ogni poro della sua pelle. Ci salutammo un po’ in maniera goffa e sgraziata, ci sedemmo a un tavolo e dopo aver ordinato cominciammo a conversare esponendo diversi argomenti. Io faticai un poco per portare la conversazione sui racconti erotici e sul loro contenuto, però intanto sentivo che il ghiaccio si scioglieva, dato che lei cominciava a guardarmi negli occhi. Non sapevo come compiere un tentativo, allora provai la più insulsa, sciocca e vecchia maniera del mondo: allungai un po’ la gamba sfiorando leggermente il suo ginocchio con il mio. Lei non si scostò né oppose alcuna resistenza, allora spinsi un po’ di più e avvertii le sue gambe allargarsi per consentire e permettere al mio ginocchio d’inserirsi fra di esse.

Restammo così in quella postura, mentre parlavamo dei suoi racconti e di quanto avrei voluto poterli rivivere con lei, fino a che non mi feci coraggio e le chiesi di venire a visitare la caserma dov’ero ospitato. Possedevo fuori l’auto e in pochi minuti giungemmo in caserma, entrammo dal passo carraio riservato agli ufficiali e posteggiammo l’auto davanti al circolo. Dentro non c’era nessuno, oltre ai camerieri, visto che ci accomodammo al banco e bevemmo un super alcolico, che in seguito la rese un po’ più allegra del normale, poi c’incamminammo per i cortili della caserma. Le mostrai i mezzi corazzati, l’annesso museo e poi l’invitai a visitare gli alloggi degli ufficiali: lei mi guardò insinuante e maliziosa, giacché mi disse che non sarebbe entrata nella mia stanza. Salimmo le scale, lei davanti a me, io dietro per ammirare il suo splendido passo e il suo bellissimo fondo schiena. Entrammo al secondo piano, il corridoio era deserto, in quanto non si sentiva nessun rumore, perché eravamo da soli, io m’avvicinai da dietro e cingendole la vita le diedi un bacio sul collo, amabile e morbido, mentre le mie mani risalivano sul suo splendido seno. Io coglievo il suo incantevole profumo pervadermi e il suo corpo sodo premere contro il mio cazzo già compatto ed eccitato, in seguito lei s’appoggiò contro una parete e girandosi verso la mia direzione manifestò:

‘Baciami con le tue labbra carnose che mi fanno tanto impazzire’.

A quel punto infervorato più che mai iniziai a baciarla sul collo, sul lobo delle orecchie scostandole i capelli e poi in bocca, mentre la sua lingua cominciò a giocare con la mia, un gioco fantastico e piacevole, intanto che le mie mani le scostavano la gonna risalendo lentamente ciononostante inevitabilmente. Sentii il contatto con il suo slip, giacché era umido, poi la toccai dall’esterno sfregando il dito contro il suo clitoride e la sentii mugolare di continuo. Fu un attimo: il mio dito aveva già scostato gli slip e aveva iniziato ad accarezzare i suoi foltissimi peli sul monte di Venere, per poi dolcemente infilarsi in quella splendida parte acquosa e focosa di lei. Lei adesso era abbracciata a me, visto che io la baciavo ininterrottamente sul collo affondando la testa fra i suoi capelli, mentre il suo bacino si muoveva venendo incontro ai miei movimenti dentro di lei. Io captavo distintamente che aveva una voglia assurda e folle, forse maggiore di quella che avvertivo io, in tal modo non ci pensai su, la presi in braccio e la portai dentro la mia camera, intanto che lei continuava a ripetere sottovoce:

‘No, non posso, non voglio’ – più lo diceva e più si stringeva a me.

Io l’adagiai sul letto e baciandola la spogliai: era realmente magnifica, aveva un corpo morbido dalle armoniose curve, un seno pieno e sodo, uno sguardo denso di passione e di trasporto. Mi spogliai, la raggiunsi e iniziai a baciarla sulle gambe, sui fianchi e sul seno, trattenendo fra le mie labbra i suoi sodi capezzoli. Era stupenda, appassionata e vogliosa come non mai, in quanto anelava al tempo stesso percepire il mio corpo, cosicché mi sdraiai e l’invitai a mettersi sopra di me: la sua splendida natura sulla mia bocca, la sua bocca sul mio cazzo diventato consistente e voglioso di lei.

La mia scrittrice iniziò in questo modo a leccarmelo soffiandoci prima sopra e gustandoselo dalla base fino a sopra, intanto io l’afferrai per i fianchi iniziando a farla muovere sulla mia lingua che frattanto la penetrava. Lei si muoveva gemendo, mentre le mie mani da sotto le carezzavano i seni, scendendo verso il ventre e digradando ancora verso la parte dei suo corpo che stavo golosamente leccando. Lei tremava di piacere sentendosi carezzata con la lingua e con le mie dita in modo simultaneo. La sua bocca si muoveva sul mio cazzo, lo leccava amabilmente facendomi intercettare il contatto caldo con l’interno della sua bocca. Io non ce la facevo più, perché volevo possederla e delicatamente la guidai con le mani facendole capire che cosa bramavo; lei si girò poggiando le mani sulle mie spalle alzandosi sulle gambe e ritornando giù sul mio cazzo che scomparì gradualmente dentro di lei.

Un caldo e vellutato abbraccio avvolse il mio cazzo ingoiandolo, come pure appassionato fu l’abbraccio che ricevetti da lei, che nel frattempo s’abbassò contro di me poggiando il suo seno contro il mio petto, mentre il suo bacino iniziava la danza più bella del mondo. Io l’afferrai da dietro, sulle spalle, in modo da poterla forzare in giù su di me, in maniera da poterle dare una spinta ogni volta che lei si muoveva verso di me. Davvero fantastica e stupenda la sua reazione, perché entrambi ci capivamo in modo istantaneo, giacché lei godeva ancora di più a ogni mia spinta. Adesso non avevamo più freni né ostacoli, le nostre lingue si cercavano, la sua percorreva il mio collo, le mie mani tiravano delicatamente i suoi capezzoli facendola gemere, tenuto conto che lei mi cavalcava da seduta bloccandomi le spalle e muovendo la testa indietro, mettendo in mostra il suo seno statuario. Io tenni duro dentro di lei, nonostante avessi voglia d’inondarla con il mio piacere, attesi soltanto di sentire il mio cazzo stretto dalle sue contrazioni fino a quando la sentii ansimare:

‘Ti voglio’ – finendo, cosiffatto l’inondai con tutta la voglia che avevo per lei.

In seguito restammo abbracciati così, l’uno dentro l’altra, per un tempo che mi sembrò interminabile, forse dormimmo abbracciati o probabilmente avevo dormito soltanto io.

In realtà, questo era stato il mio fantastico, inatteso e meraviglioso sogno.

{Idraulico anno 1999} 

Leave a Reply