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Una brava ragazza si trova costretta a guadagnarsi da vivere…

By 19 Settembre 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Fino a quel momento la mia era stata una normalissima vita. Avevo una famiglia accogliente e calorosa che mi voleva bene, un sacco di amici e un bel lavoro. Ma si sa che tutto può cambiare e così fu.
Un pomeriggio mentre ero al lavoro mi arrivò una telefonata urgente in cui mi veniva comunicato che i miei genitori erano morti in un incidente stradale. Rimasi sconvolta, senza nemmeno piangere. Non riuscivo ad accettare questo nuovo stato di cose. Mi chiusi in me stessa e passai quasi un mese chiusa in casa. Non ricevevo visite e non rispondevo al telefono. Un giorno mi arrivò una lettere in cui mi si comunicava che siccome non mi ero presentata a lavoro a lungo, potevo anche non presentarmi più. Nessun amico o amica mi era stato vicino in quel periodo così triste. In pochissimo tempo mi ritrovai sola e con pochi risparmi. Lasciai la casa in cui vivevo in affitto e mi trasferii in quella dei miei genitori che, sebbene fosse molto piccola almeno era di mia proprietà. Dovevo comunque trovare un modo per sopravvivere e per guadagnare dei soldi. Ero disperata e non sapevo come fare.
Scusatemi, presa dal racconto non mi sono nemmeno presentata. Mi chiamo Corinna e ho 23 anni, sono alta un metro e sessanta per 60 kg. Ho i capelli castano chiaro e un fisico dalle linee sinuose e morbide, coronato da una quarta di seno di cui vado molto fiera.
Un giorno ricevo una telefonata totalmente inaspettata. Una vecchia amica che non sentivo da tempo ricomparve dal nulla. Mi chiese come stavo e le raccontai tutte le mie disgrazie, comprese le difficoltà economiche sempre maggiori. Mi propose di recarmi in un locale dove lei lavorava come cameriera, avrei potuto guadagnare qualcosa in quel modo. Si raccomandò di vestirmi per bene e in maniera provocante.
Mi preparai con molta cura. Indossai una minigonna nera con un top viola che metteva bene in mostra il mio seno il tutto sottolineato da sandali neri con un tacco esagerato. Speravo di riuscire a stare in piedi tutta la sera senza soffrirne. Scelsi un intimo nero semplice, perché non era mia intenzione mostrarlo in giro.
Mi presentai in questo locale e subito mi accorsi che era frequentato quasi esclusivamente da uomini, ma non me ne preoccupai. Mi accolse la mia amica che non era vestita in maniera tanto diversa dalla mia e che era cresciuta bene in quegli anni in cui ci eravamo perse di vista.
Mi presento al capo e lui mi squadrò dall’alto in basso e fece un gran sorriso, approvandomi. Mi disse di cominciare a servire ai tavoli e di essere gentile con i clienti, in quanto se mi fossi comportata bene e distinta dalle altre avrei potuto avere delle belle sorprese. Sul momento non capii cosa intendesse dire ma non dissi nulla.
Cominciai a servire ai tavoli e mi accorsi che molti degli avventori mi guardavano con degli sguardi che promettevano molto. Avvicinandomi al primo tavolo, mi accolsero con saluti e mi chiesero di presentarmi. Erano in cinque tutti alti e prestanti. Ordinarono da bere e pretesero di essere serviti solo da me. Mi sentii lusingata, ma non sapevo ancora a cosa sarei andata incontro. Dopo aver portato le loro bibite mi trattennero a chiacchierare, non sapevo cosa fare allora mi voltai verso il capo, che mi fece un cenno di assenso, facendomi capire che dovevo trattare davvero bene quei clienti. Mentre parlavo con loro sentii improvvisamente una mano che si infilava sotto la mia gonna ma non mi mossi, anzi allargai leggermente le gambe per permettergli di toccarmi meglio. Non sapevo di chi fosse la mano ma la cosa non mi lasciava indifferente. Gli altri se ne accorsero e si misero a fischiare di approvazione. Mi sentivo al centro della loro attenzione. Poi smise e io tornai al mio lavoro. Mentre servivo gli altri tavoli continuavo a sentire i loro sguardi su di me. Dopo quasi un’ora il capo venne da me e mi disse che uno dei cinque tale Giulio voleva parlare con me nella stanza privata. Ero davvero curiosa. Mi recai in questa stanza. La trovai calda e confortevole. Al centro della stanza c’era un grande divano rosso, le luci erano soffuse e le pareti avevano una colorazione molto scura. Seduto sul divano, con un’aria di superiorità per nulla mascherata, era seduto quello che mi aveva infilato la mano sotto alla gonna e allora capii. Non voleva solo parlarmi ma forse qualcosa di più. Mi avvicinaii a lui con un vero sorriso sulle labbra. Mi sorrise di rimando e mi disse che per tutta la sera non era riuscito a smettere di pensare a me. Non poteva terminare la serata senza avermi avuta almeno un po’ tutta per lui. Mi sentii lusingata anche perché quello che mi trovavo davanti era davvero un bel ragazzo. Alto e moro con dei penetranti occhi, così scuri da sembrare neri e con un fisico invidiabile. Mi fece avvicinare e mi disse che se mi fossi comportata bene con lui, avrei avuto un futuro roseo e con molte soddisfazioni. Ero curiosa, ma non feci in tempo a esternare la mia confusione che lui si accomodò sul divano e mi fece cenno di inginocchiarmi di fronte a lui. Questa situazione mi elettrizzava da morire, così lo accontentai. Piano piano mi avvicinai a lui e guardandolo fisso negli occhi, cominciai a leccarmi le labbra in modo seducente. Vidi i suoi occhi scurirsi di desiderio. Gli aprii i pantaloni e lo aiutai ad abbassarsi i boxer. Con calma studiata cominciai a baciare la punta del suo sesso. Sentivo il suo sguardo ardente fisso su di me. Prendendo coraggio cominciai a dare delle piccole leccatine impertinenti e lo sentii sospirare con forza. Seppi che stavo andando bene, cominciai a prenderlo in bocca centimetro per centimetro fino ad averlo tutto in bocca. Continuai a fare questi movimenti rendendoli man mano più veloci e dopo una decina di minuti la sua mano afferrò i miei capelli e capii che stava per venire allora alzai lo sguardo e lo guardai negli occhi mentre con un ultimo affondo veniva copiosamente nella mia gola. Quando ebbe finito, continuando a guardarlo mi leccai le labbra per l’ultima volta.
Tornando nella sala principale mi disse che ero stata bravissima e che la mia amica gli aveva detto che avevo bisogno di soldi. Mi disse che se fossi stata disponibile e compiacente lui poteva farmi guadagnare bene. Ero sorpresa e un po’ confusa. Tornai a lavorare e a fine serata il mio tavolo mi lasciò una lauta mancia. Continuai a lavorare in quel locale finch&egrave’.
Era titubante ma anche curiosa ed elettrizzata. Ormai non aveva molto da perdere e l’occasione che si trovava davanti poteva rivelarsi particolarmente interessante. Passarono un paio di giorni e un pomeriggio X la chiamò sul cellulare. Le disse di prepararsi perché quella sera avrebbe cominciato a guadagnarsi da vivere e le assicurò che si sarebbe divertita. Si incontrarono alle nove di sera in un casolare un po’ appartato in campagna. Per l’occasione, visto che non aveva ricevuto nessuna indicazione al riguardo, si era preparata con cura, scegliendo lei l’abbinamento. Aveva indossato un vestitino vero e leggero che le copriva a stento il sedere sodo e abbronzato. Un paio di sandali neri col tacco e un trucco nero marcato che le intensificava lo sguardo. Scesa dalla macchina lo trovo ad aspettarla davanti alla porta, era molto attraente nella sua camicia scura, gli faceva risaltare il sorriso perfetto e luminoso. Lui la invitò ad entrare, la fece accomodare su un comodo divano rosso e scomparve. Ritornò pochi minuti dopo insieme ad una ragazza molto attraente.
Piacere mi chiamo Chiara e mi piacerebbe passare del piacevole tempo insieme. Era davvero carina, non molto alta, bionda e con un viso molto delicato, quasi innocente. Il suo corpo era minuto e aggraziato. Dopo le presentazioni, lui mi spiegò che io e Chiara avremmo dovuto spogliarci e fare delle cose insieme per lui. Quella situazione così particolare mi stava lentamente eccitando, era la prima volta per me con una donna, ma la curiosità era moltissima.
Mi avvicinai a lei che sorrideva e cominciai a baciarle la bocca, era molto morbida e aveva un buonissimo sapore. Lentamente feci scorrere le mie mani sulle sue spalle e le abbassai le sottili spalline del top, che scivolando mostrarono i suoi seni nudi. Scesi a leccarli e a succhiarli, mentre lei gemeva, scesi ancora più giù e la mia lingua si mise a giocare col piccolo e luccicante piercing che le impreziosiva l’ombelico. Le abbassai la gonnellina leggere e scoprii che sotto Non aveva nulla. Era a piedi scalzi e così nuda e innocente era bellissima. Nel frattempo lui ci guardava e sorrideva. La feci sedere sul grande divano e le dissi di rilassarsi perché volevo provare a fare delle cose, che da sempre mi avevano incuriosita. Le morsi i seni e poi tracciando delle linee con la lingua scesi fino giù, a leccarla e mentre lo facevo il suo piacere si schiuse per me, era un lago e siccome le piaceva tantissimo, sentivo le sue mani spingere la mia testa come per avvicinarmi ancora di più. Per farla urlare ancora di più decisi di cominciare ad usare anche le dita. Non le davo tregua. Appena sentivo che cominciava ad agitarsi di più sull’orlo di un potente orgasmo, mi fermavo facevo passare un minuto in cui le baciavo i fianchi e poi ricominciavo. Lui stava guardando il nostro spettacolo e dovette accorgersi di quanto fossi eccitata perché ad un certo punto mi venne vicino e mentre continuavo a torturare la ragazzina, mi infilò con violenza due dita dentro, io sussultai per la sorpresa ma non smisi di leccare. Andò avanti per un po’. Poi ci disse di smettere. Si sdrai’ sul divano e mi fece impalare sopra di lui. Era di dimensioni notevoli e mentre entrava mi riempiva completamente, poi fece sedere Chiara sulla sua faccia e così facendo ci scop’ tutte e due. I suoi colpi mi scuotevano tutta, provai un piacere molto intenso e venni molte volte, come del resto anche la piccola Chiara a cui tremavano le gambe. Lui si alzò &egrave la prese, la fece piegare sul divano a novanta e tirandole i capelli la teneva stretta, penet’ in lei con molta forza. Io li guardavo, era una scena molto erotica e cominciai a toccarmi, volevo provare ancora altro piacere. Poi toccò a me e ricordo che non riuscivo a tenere salde le gambe, i suoi affondi mi facevano perdere la cognizione della realtà, lo sentivo tutto intorno a me e dal forte piacere mi tremavano le gambe. Dopo più di due ore di questo trattamento continuo, ci fece mettere in ginocchio davanti Davanti a lui e toccandosi un po’ venne sui nostri visi innocenti. Dopo esserci sistemati, mentre tornavo alla mia macchina mi disse, che ero stata proprio brava quella sera e che forse ero davvero pronta per entrare nel giro vero. Questa frase mi elettrizz’ tantissimo, non vedevo l’ora.

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