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Erotici Racconti

una storia aperta

By 29 Maggio 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

Voglio proporvi un romanzo-racconto aperto. Aperto alla vostra collaborazione. Io ho individuato una traccia. O meglio una situazione base, che mi sembra che possa portare a storie diverse, e diversi spunti. Soprattutto una situazione divertente, che nasce da una mia fantasia adolescenziale.
Quasi un anno fa, proposi il tema ad una ragazza, che viveva lontano (ma molto, molto lontano). Lei scrisse il secondo capitolo. Poi sparì ( e, dovunque sia, la saluto). Quindi, qui sotto trovate il mio spunto, e il primo ‘seguito’ di ‘donnalontana’ .
Regolamento. Chiunque può inviarmi quello che vuole. Sono tanti i ruoli da interpretare, e tante le possibilità (lo capirete leggendo). Io lo inserisco, e al limite inserisco un testo di coordinamento con la storia globale.
Vediamo se riusciamo a fare uscire qualcosa di decente.
Ora bando alle ciance e via con la storia.

Par.1
‘L’inizio’
(di O.R.)

Corriere dell’Unione Europea 4 ottobre 2026
GUARDARE AVANTI
INTERVISTA IN ESCLUSIVA CON IL PRIMO COMMISSARIO DELL’UNIONE
Di Pizzo Ferrato
Incontriamo il Presidente Zhegher nella sua casa di campagna sul lago Lemano. Le foglie ingialliscono sugli alberi, il viale di ingresso ne &egrave cosparso. Ci guarda sereno con il sorriso che lo ha reso famoso.
– Presidente, sono passati cinque anni dalla Grande Bolla Distruttrice. Possiamo ritenere ristabilita la normalità?
– La tragedia del 2021 &egrave un dramma ancora vivo nelle coscienze di noi tutti, essa non passerà mai. Tuttavia la speranza che ha animato noi tutti, e che ha portato l’umanità a risollevarsi ci porta a dire che la fine del tunnel &egrave vicina. L’umanità, ancora una volta &egrave riuscita a risollevarsi dalle ceneri di una tragedia di proporzioni inimmaginabili. Abbiamo ancora negli occhi le immagini del dolore dei nostri cari, dei nostri cittadini ‘
(il presidente si ferma, commosso dalle proprie parole)
Poi prosegue con sguardo tornato duro, fiero.
– Ebbene sì, possiamo dire che la situazione si &egrave normalizzata. L’emergenza umanitaria dei primi mesi &egrave cessata. Inoltre i progressi compiuti dalla scienza ci confortano per quanto riguarda la sopravvivenza del genere umano.
– Ecco Presidente, i nostri lettori sono molto interessati a questo aspetto. Come procede il progetto ‘Nuova Generazione’ ?.
– In modo egregio. Solo in Europa abbiamo posto in coltura cinquanta milioni di nuovi cittadini. Venticinque milioni di maschi, altrettanti di femmine. Tra sei mesi avremo le prime nascite. Vedremo come va, ma gli esperimenti condotti negli scorsi anni ci confortano. Tutti i nati nei precedenti progetti sono in ottima salute. E’ vero che questo &egrave il primo progetto ‘di massa’, ma riteniamo che salvo qualche caso, che mettiamo in conto, di normale fallimento, ben presto cinquanta milioni di bimbi allieteranno la nostra Europa rinata.
– Presidente, a tal proposito, si sono spente le eco critiche relativamente all’utilizzo , in questo progetto, delle tecniche di ingegneria genetica.
– Voglio rassicurare i suoi lettori. Il protocollo sull’utilizzo delle tecniche &egrave stato sottoposto alle massime autorità religiose, che l’ hanno approvato, consapevoli che l’eccezionalità della situazione venutasi a creare non lasciava altre soluzioni. Per altro verso il protocollo ha valenza ventennale. Tra venti anni riteniamo che l’emergenza sarà cessata, e la natura riprenderà il proprio corso.
– Volgiamo ricapitolare la situazione demografica, Presidente.
– Certamente. Dopo la Grande Bolla Distruttrice i sopravvissuti, in Europa erano circa 150 milioni, tutti maschi. Nei primi due mesi &egrave poi emerso che, per ragioni ancora da appurare erano sopravvissute , qui in Europa, dodici cittadine di sesso femminile. Nel resto del mondo la proporzione era analoga. E’ apparso subito chiaro, allora che nel giro di qualche decennio la caduta demografica, con i mezzi di riproduzione naturale, sarebbe stata tale da ricondurre la razza umana ad un numero di poche centinaia di persone. Non c’era altra soluzione che la riproduzione in vitro. Il vantaggio su cui possiamo contare ora &egrave una attuale , ancora persistente, ricchezza del patrimonio genetico dell’umanità. La nostra idea &egrave di dare ad ogni padre uno o due figli. Questi ragazzi cresceranno senza madre, purtroppo, ma tra venti anni, inizierà a risorgere il mondo che hanno conosciuto le generazioni precedenti alla nostra, e come ho detto, la natura potrà riprendere il suo corso.
– Splendido , Presidente. L’Europa &egrave grata a lei per quanto, tutti voi, state facendo. Ora vorrei toccare un argomento scottante, ma molto avvertito dalla popolazione. Con il normalizzarsi della situazione le pulsioni erotiche dei cittadini hanno ripreso a manifestarsi in modo vivace. Non tutti hanno trovato soddisfazione nei pur eccellenti sostituti artificiali. Anche se l’ultimo modello della Nikedidas sembra molto apprezzato. Pur essendo cessato il periodo dei disordini, ci sono ancora forti polemiche in merito alla gestione delle dieci Principesse.
– E’ un argomento molto scottante. Come lei sa ci sono due esigenze che si scontrano. Da un lato c’&egrave l’esigenza pubblica di collettivizzare il bene di cui’ ehem’ le Principesse sono portatrici. D’altro canto non dobbiamo dimenticare che si tratta di esseri umani, che hanno i loro diritti inalienabili.
– Presidente la ringrazio a nome della collettività. Buon lavoro, abbiamo fiducia in lei.

Par. 2, ‘La principessa di giada’
(SEGUITO DI DONNALONTANA)

Chiuso il giornale di scatto si voltò a guardare fuori dalla finestra. Era autunno, era presto, c’era nebbia, provò a ricordarsi com’era uscire e sentire l’umidità tiepida della nebbiolina d’autunno, niente da fare. Erano 5 anni che era chiusa li dentro, a temperatura controllata, come i surgelati nel banco freezer. Lei e le altre nove principesse. Idea di Zhegher, principesse, le dieci schiave, ma certo al prode Ferrato non era passato per la testa di chiedergli come si viveva nel Gineceo, altra idea di Zhegher, chiamare quella specie di palazzina fortificata così. Ferrato era ansioso di sapere se i dieci buchi con carne intorno sarebbero stati in qualche modo disponibili, a chi, per quanto, come.
Ansioso di scrivere, ai suoi milioni di lettori, se si sarebbe potuto sperare per una scopata per qualcuno di più dei quelli che già avevano accesso al Gineceo.
Anche Ferrato veniva ospite ogni tanto, era il regalo che Zhegher gli faceva per scrivere sproloqui sulla normalizzazione, e dimenticarsi dei danni prodotti da troppo testosterone libero, dentro Fort Rivera, le principesse lo chiamavano cosi, non si sapeva niente, ma gli eunuchi al loro servizio raccontavano di strade dove gli istinti regolavano i rapporti, dove cazzotti e coltelli erano all’ordine del giorno, e dove il sesso era ridotto a inculare, e il Ferrato a parlare dei sostituti artificiali, se era vero quello che le raccontava Ramon, lui e quelli come lui erano la merce molto apprezzata. Niente cazzo, tette artificiali, corpo forte, chiappe dure, e in mezzo un buco stretto da montare come e meglio che se fosse stato quello di una donna.

Ramon, sarebbe arrivato tra poco.
Eccolo.
– Ciao principessa. Che guardi? C’e’ la colazione, vuoi latte nel caffe’?
Era nato in Iran, ma aveva vissuto e studiato in Francia, oggi aveva una tunica verde, i piedi scalzi, e resti di smalto sulle unghie.
– Ramon buongiorno. Niente latte nel caff&egrave.
– Ti preparo il bagno, a che ora e’ andato via?
– Non lo so, non era tardi,.
Si sentiva l’acqua andare, Ramon preparava la vasca.
– Vuoi godere principessa?
– Si.
– Non vuoi dirmi della visita?
– No.
– Chi vuoi con me?
– Damian e Andrea.
Li stava chiamando all’interfono, entrarono dopo un attimo.
– Buongiorno principessa.
– Buongiorno a voi. Andate pure di là, io arrivo tra poco.

Ramon era tornato in camera, si mise a guardarla, imbronciata e pallida, e poi ridendo le disse:
– Posso togliermi la tunica per lavarti?
– No, te l’ho già detto, il tuo corpo mi mette ansia addosso. Non voglio vederlo.
– E la tua possa toglierla?

Si alzo in piedi, gli si avvicinò e alzò le braccia. Le sfilò la tunica veloce e lei rimase nuda davanti a lui. La prese in braccio e la porto in bagno, l’adagiò nell’acqua calda, Damian e Andrea, ai lati della vasca, si prendevano cura delle sue gambe, della sua pancia, del suo clitoride. Ramon stava seduto a gambe incrociate vicino la sua testa, gliela accarezzava piano, e gli lavava dolcemente viso, collo e seno.

– Che hai stamattina, sembri buia…
– Ho letto l’intervista a quel testa di cazzo di Zhegher. Mmm, più piano Damian, così mi fai venire, più piano, e lì no, li lasciami stare, ieri sera e’ stato il turno di Kelsen, ha fatto il bravo per tutto il rito, ma quando lo hanno lasciato avvicinare credevo mi sfondasse. Sono tutta indolenzita. Hai letto Ramon?
– Perch&egrave perdi il tuo tempo a leggere ancora i giornali, chiudi gli occhi, lascia che ti culli, dimenticati di Kelser, di Zhegher, di questa prigione, di me che ti tocco, prova a volare via un paio di minuti. Vedrai, tutto sarà qui ad aspettarti al tuo ritorno, non mi servi presente finch&egrave ti lavo.

Sciolse qualche goccia in un bicchiere e la fece bere. E lei chiuse gli occhi e lascio che l’effetto arrivasse, e poi iniziò a galleggiare tra i ricordi.
La bolla, la bolla le aveva lasciate vive. Le aveva tolto madre e sorella, amiche, e anche parola, piacere, essere donna, la bolla, le avevo reso muta l’anima.
Aveva passato i primi giorni chiusa in casa, quel che era successo glielo spiegava la televisione, i corpi morti in casa sua, quelli delle altre donne, che aveva visto uscendo di nascosto, non riusciva a capire che fare, dove andare. Dicevano che non c’erano più donne, che pensavano che forse qualcuna fosse sopravvissuta. Che se qualcuna c’era, si rivolgesse ai centri di censimento che erano stati approntati nelle scuole. Era il caos. E lei era sola, e non riusciva a fermare il pensiero sulla possibilità che davvero fosse l’ultima della sua specie.
Che ne sarebbe stato di lei? Che senso aveva pensare a domani, se veramente era l’ultima, doveva sparire. Sarebbero arrivati a prendere i corpi, l’avrebbero trovata, l’avrebbero chiusa, nella migliore delle ipotesi, allo zoo. Disperata chiamo Max, gli disse solo ciao. Lui riattaccò e in un attimo stava entrando dalla porta. E le gocce di Ramon glielo riportarono vicino, vicino sopra e dentro. Come quel giorno quando l’aveva trovata, e come da cinque anni non era più stato.

– Principessa, chi sogni?
– Sogno il mio principe, sogno che venga a salvarmi
– I principi sono morti mia dolce, siamo rimasti solo noi, vieni, ti asciugo. Ti devo raccontare quel che ho saputo, prima che tu veda le altre.

Par. 3
(OR)
5 ottobre 2226. New York. Federazione Americana. Sede della Frosco inc (spedizioni e traslazioni)

– Presidente!
– Dimmi Canningum
– Mi chiamo Cunningham
– Vabb&egrave, dimmi!
– Cattive notizie, hanno lanciato un’OPA sulla nostra Società, per l’acquisizione della maggioranza azionaria.
– CHI? Chi cazzo si permette di fare una cosa simile?
– La Cunt inc.
– Cosa? la Società di quelle troie?
– Purtroppo sì, Presidente, hanno una disponibilità enorme di liquidi.
– Dei liquidi seminali che gli escono dalla bocca, quelle vacche!
– Presidente non si dimentichi di essere un gentiluomo!
– Gentiluomo un cazzo!
– Ad ogni modo, lei lo sa, delle venti donne ufficialmente sopravvissute nella Federazione Americana, sette si sono messe in società. La danno a prezzi esorbitanti, 50.000 dollari al colpo. Reinvestono tutto, girano filmetti, gadget. Si figuri presidente che per una tastata alle tette vogliono mille dollari. Peratro ben spesi!
– Brutto maiale, non mi dire che ci sei andato anche tu!
– Certo. E ho dovuto prenotare con sei mesi di anticipo.
– E chi hai tastato?
– Lady Ruby
– Quella con la sesta misura? Ma ha il seno totalmente artificiale!
– E che mi frega? Ha visto che figa? E l’odore’lei presidente ha dimenticato l’odore di femmina’
– Basta, Cunningum, togliti quel ghigno bavoso dalla faccia,! non siamo qui per farci le pippe!
– Mi chiamo Cunningham! E da oggi lavoro per la Cunt inc.

”.
Ok, qui finisce la prima puntata. Chi vuole inviare un seguito, o partire con un proprio spin off, anche autoconclusivo, può farlo inviando il testo al solito, classico:
Ombra-rossa@hotmail.it

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