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Erotici Racconti

Vedere per Credere 2 anni dopo

By 22 Settembre 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Esattamente 2 anni dopo gli incredibili fatti del capodanno 2006 mi ritrovavo nuovamente in montagna dai miei zii. Mio cugino mi aveva accolta con un certo imbarazzo e sapere che Fabiana occupava nuovamente la casa accanto la nostra metteva a disagio anche me. In fondo però il tempo trascorso aveva un po’ mitigato i ricordi di quegli eventi e avevo voglia di ricominciare ad avere un rapporto normale specialmente con mio cugino.
La novità più grande era la presenza con noi della ragazza di mio cugino. Si chiamava Margherita e sembrava persino più timida di mio cugino. I miei zii avevano deciso di non farli dormire insieme e così l’avevano messa nella stanza con me. Mi ero chiesta sin da subito se facessero sesso. Lei sembrava così esile e io ben ricordavo le dimensioni di mio cugino. Mi sembrava impossibile che le due cose potessero andar d’accordo.
Una mattina alzai il telefono per chiamare casa e mi ritrovai involontariamente ad ascoltare una conversazione tra Fabiana e mio cugino. Lei gli stava dicendo: ‘Mi piacerebbe tanto poterci incontrare come facevamo due anni fa’. Lui le rispose: ‘Non &egrave proprio possibile. Adesso sono fidanzato e la mia ragazza &egrave qui con me’. Fabiana sembrava un po’ spazientita e concluse la telefonata dicendo: ‘Fa come vuoi. Io per adesso sto lavorando al bar del paese. La serratura della porta sul retro &egrave rotta e non &egrave possibile chiuderla a chiave. Stanotte ti aspetterò tra le due e le due e mezzo. Se non verrai non ti cercherò più’.
Quella telefonata ascoltata per sbaglio mi aveva messo addosso una terribile eccitazione. Stavo provando quelle meravigliose e proibite sensazioni di due anni prima. Si trattava di un misto tra paura e piacere.
Le due erano passate da un pezzo e non avevo sentito alcun rumore provenire dalla camera di mio cugino. Margherita dormiva tranquillamente nel suo letto accanto alla parete opposta alla mia.
D’un tratto mi parve di sentire qualcosa. Mi alzai di scatto e senza far rumore mi recai nella stanza di mio cugino. Era vuota. Ciò voleva dire che non aveva resistito al richiamo della bella vicina di casa.
Mi vestì rapidamente e mi misi all’inseguimento. In un lampo arrivammo al bar ormai chiuso da più di un’ora. Mio cugino si infilò nella porta sul retro e dopo un minuto anch’io feci altrettanto.
Mi ritrovai in una specie di magazzino. Da una porta socchiusa all’altra estremità arrivava della luce. Guardai dentro e vidi il locale vero e proprio. Ero stata li altre volte, ma senza la gente riunita dentro sembrava diverso. Piccoli tavolini tondi e qualche sedia costituivano l’arredamento principale. Poi un lungo bancone occupava tutta la parete a me più vicina. In un attimo ero accovacciata proprio dietro al bancone.
Mio cugino e Fabiana erano seduti attorno ad un tavolino. Lei indossava un maglioncino a V molto scollato e dei pantaloni aderenti. Mi colpì il fatto che fosse a piedi nudi, infatti le sue scarpe giacevano in un angolo della stanza. Stava seduta con le gambe incrociate sulla sedia e sorseggiava birra da una bottiglia da 66. Lui invece era seduto perfettamente composto ed aveva l’aria di uno che volesse scappare di li.
‘Pensavo che non saresti più venuto’ disse lei sorridendo. Lui guadando per terra le rispose: ‘Sono qui soltanto per parlare’. ‘Allora parliamo’ replicò Fabiana. Ma mio cugino non diceva una parola trattenuto da qualche strano timore, così fu ancora lei a parlare: ‘Prima dici di voler parlare e poi stai zitto? Non sei cambiato tanto in questi due anni. Ti ricordi cosa abbiamo fatto? La mattina sul divano di casa tua e la notte nel mio garage. Allora eri pieno di energie’. Mio cugino sembrava sempre più a disagio, mentre uno strano gonfiore si iniziava a manifestare dentro i suoi pantaloni. Probabilmente i fatti di quelle vacanze erano rimasti impressi nella sua memoria tanto quanto erano rimasti nella mia. Improvvisamente Fabiana gli ordinò: ‘Adesso spogliati’. Lui sembrò per un momento dubbioso, ma ben presto abbandonò ogni resistenza e le ubbidì silenziosamente, così dopo qualche istante era in piedi accanto al tavolino con quel gigantesco membro semi eretto che dondolava lentamente. Fabiana, mentre continuava a sorseggiare le sua birra, gli disse: ‘Fallo diventare completamente duro’. Mio cugino afferrò quel bastone con una mano ed iniziò a masturbarsi tenendo lo sguardo fisso sulla nostra vicina di casa.
Io intanto avevo percorso l’intera lunghezza del bancone sino ad arrivare esattamente all’altezza della coppia e da li osservavo attentamente tutto quello che succedeva. Rivedere le nudità di mio cugino mi portava alla mente gli splendidi ricordi di due anni prima e accendeva un ben noto desiderio dentro di me. Non riuscivo però a capire cosa intendesse fare Fabiana. Fossi stata al suo posto non avrei perso tempo ad afferrare quel magnifico esempio di virilità; invece lei se ne stava li immobile ad osservalo con le labbra socchiuse in uno strano sorriso.
‘Se continuo così io” disse d’un tratto mio cugino. Fabiana accentuò il suo sorriso ed ordinò: ‘Vieni qui dentro’ porgendogli la bottiglia quasi vuota. Lui afferrò il contenitore con una mano e poggiò la punta del suo sesso sopra di esso. Per un momento rimase immobile in quella ridicola posizione, poi iniziò a venire copiosamente mentre si masturbava con forza.
Assistere all’orgasmo di mio cugino mi aveva messo addosso una voglia ormai irresistibile. Mi sbottonai in silenzio i pantaloni ed infilai una mano sotto gli slip iniziando ad accarezzarmi, ma senza fretta, sapevo infatti che a poco avrei visto qualcosa di molto più interessante.
‘Bene’ sospirò Fabiana ‘Adesso restituiscimela’. La ragazza si fece consegnare nuovamente la bottiglia e con un paio di grandi sorsate ne eliminò il contenuto, poi, con aria decisamente soddisfatta, disse: ‘Vieni qui’. Mio cugino si spostò ubbidientemente accanto a lei e le lasciò pieno potere sul suo corpo. Fabiana osservò per un momento con aria divertita il sesso semi eretto che all’estremità portava ancora gli evidenti segni dell’orgasmo appena provato. Con un sapiente movimento della lingua lo ripulì completamente facendo sussultare mio cugino per quel contatto così sensuale, poi lo lasciò scomparire nella sua bocca per aiutarlo a recuperare il vigore precedente.
Rapita com’ero da quel ritmico movimento della testa di Fabiana, mi accorsi soltanto ad opera compiuta che la ragazza era riuscita a liberarsi dei pantaloni e degli slip che adesso giacevano a terra sotto il tavolino. Lo presi come un suggerimento e la imitai. La mia dolce fessura era calda ed umida e senza la costrizione degli slip ero libera di accarezzarla a mio piacimento.
Fabiana si separò dal sesso di mio cugino soltanto quando fu sicura di averlo fatto indurire per bene. Si alzò dalla sedia e con un rapido movimento di liberò del maglione rimanendo completamente nuda. Come se questo fosse un segnale convenuto, mio cugino si avventò con le mani e con la bocca sui seni di lei con tale impeto da costringerla a distendersi sul tavolino tenendosi su con i gomiti. Fabiana rise divertita, poi si fece seria e disse: ‘Adesso mettimelo dentro’. Lui non se lo fece ripetere e scivolò dentro di lei con decisione. Fabiana mentre riceveva quei colpi sospirava: ‘Uno come te non ero mai riuscita a trovarlo’ Vai più a fondo’ La tua ragazza &egrave fortunata’ Di più!’; poi le sue parole iniziarono a diventare incomprensibili sino a trasformarsi in lunghe vocali.
All’orgasmo di Fabiana seguì subito il mio che cercai di soffocare coprendomi la bocca con il colletto del maglione.
‘Adesso basta!’ quasi gridò la mia vicina di casa e con un piede allontanò da lei il suo incredulo compagno. Passarono diversi secondi, durante i quali Fabiana era rimasta adagiata sopra il tavolino con le gambe ancora spalancate, mentre mio cugino si accarezzava impazientemente la punta di quella specie di pertica. Quando Fabiana si mosse lo fece per ruotarsi completamente posizionarsi con il petto ed un ginocchio poggiati sul tavolino. ‘Prendimi di dietro’ disse con un filo di voce. Mio cugino si accostò nuovamente a lei e poggiò la punta del suo sesso contro quell’anellino di carne che al confronto sembrava minuscolo. Mentre lui sprofondava nel corpo della ragazza, mi sembrò di sentirle sussurrare: ‘Questo &egrave il paradiso”.
Bastò poco tempo per sentir dire a mio cugino: ‘Sto venendo’, ma a questa dichiarazione non seguì alcuna risposta che non fosse una confusa serie di gemiti. Il ragazzo si staccò da glutei di lei soltanto diversi minuti dopo per ricadere sfinito su una sedia. Fabiana era totalmente immobile, eccezion fatta per la lingua che senza sosta le percorreva le labbra, mentre dal suo buchino di dietro il seme colava liberamente sul suo sesso ed imbrattava il tavolino.
Io intanto mi ero concessa il secondo orgasmo della serata e, ormai appagata, mi rivestì. Senza farmi notare sgattaiolai fuori dal bar portando con me un nuovo, stupendo ricordo.

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