Skip to main content
Erotici Racconti

Vino bianco

By 7 Febbraio 2018Febbraio 6th, 2023No Comments

In questo preciso istante sto per scrivere, perché ho la smania e la voglia di sporcare un foglio telematico, malgrado ciò inutilmente bianco. Al momento non ho idee né iniziative, ma unicamente immagini confuse, parvenze disordinate e figurazioni piuttosto sbiadite nella testa, in verità un corpo che si muove, una lingua che assapora. In realtà sono pochi secondi, ingombrati, invasi e talmente occupati da apparizioni e da visioni, sì, forse proiezioni e riflessi, dal momento che non credo siano i termini adatti, però questa sera non ci sono con la testa.

Ho bisogno e urgenza di concedermi, premura di regalarmi delle parole, rapidità del piacere puro che solamente le dita che vanno veloci sulla tastiera sanno e sembrano affibbiare e corrispondere appieno, ho in mente lui, impegnato e manifestamente occupato in chissà quali pensieri, un bicchiere di vino in una mano e un libro nell’altra. Immagino lei con i capelli di carbone, la pelle chiara e gli occhi scuri, giacché indossa sempre abiti di lino che le sfiorano i polpacci. Credo che lei adori esaltando la sensazione che provoca la stoffa, perché passa ore intere nel guardarlo seduto sul marciapiede di fronte a casa. Si ferma sempre lì quando c’è il sole, dal momento che trascorre ore interminabili a squadrarlo, a ben vedere non sa neppure come si chiama, lei però lo immagina accanto a sé, in quanto fantastica folleggiando allegramente di ricevere dubbie quanto improbabili carezze sul viso e sui fianchi. 

L’attesa è inesplicabile da patire, difficile da sopportare, ha un’unica curiosità e un desiderio di conoscere: decifrare e sapere che cosa legge. Sembra un libro trattato male, usurato dal tempo e dalla passione per la lettura, eppure non riesce a intravedere ancora il titolo sulla copertina simile al colore della sabbia. L’idea è d’avvicinarsi per offrirgli da bere, perché Alice adora il vino bianco frizzante, in quella circostanza ne versa in un calice leccando con la punta della lingua il bordo per avere un contatto il più distante con lui. Scende per strada in quella periferia di città che il mese d’agosto lascia abbandonata, morta e dimenticata, ha una bottiglia in mano, un calice pieno e l’altro amaramente e tristemente vuoto. Alice non sa che cosa sta per accadere, ha una tangibile apprensione, ha quell’inquietudine di trovarsi davanti qualcuno di diverso da chi si è immaginato, il timore che lui la ignori, la consideri una pazza o ancor peggio la reputi una paranoica. 

Alice è ancora una bambina dentro, lentamente s’avvicina a lui, attende un suo cenno che non tarda ad arrivare, Gianni alza lo sguardo, poiché sembra esplorarla e perquisirla con gli occhi, dal momento che la sua mente non la definisce di certo bella, però allunga la mano per prenderle la bottiglia, la poggia per terra e chiede ad Alice di sedersi, Alice gli porge il bicchiere e si siede. Si guardano, per il fatto che sembra un momento interminabile, adesso legge il titolo del libro: ‘Il nudo perso’.

In verità Alice non conosce questo libro e Gianni lo sa, giacché lo vede negli occhi di Alice, cosicché inizia a leggere per lei, la mano di Gianni accarezza le dita di Alice in armonia e in coesione con le parole del libro. A un tratto intinge l’indice nel calice e vi sfiora le labbra di Alice, le sue labbra sono così morbide, perché sembrano quasi delle piccole foglie bagnate, Alice non resiste e chiude il libro. I gradini della scala di pietra della casa semi diroccata di Alice, sono il più compassionevole e tenero letto che abbia conosciuto, sente le mani di Gianni sulle natiche che la stringono e le ginocchia nude contro la pietra. Nell’aria aleggia avvertendo ancora la fragranza del vino, Alice non è mai stata così vicina a un uomo e la sensazione di sentirlo eccitato l’emoziona commuovendola. Gianni questo lo sa molto bene, perché acciuffa la mano di Alice e se l’appoggia sui pantaloni aiutandola nel renderlo felice, una mano esplora Alice sotto le mutandine candide, giacché la sente bagnata, attualmente ne odora il suo profumo virginale. In quell’istante entra il primo dito con un modo di fare dolce ma deciso, Alice ha un sussulto di piacere assieme a un delicato e sottile dolore. In seguito entra il secondo, mentre le lingue danzano armoniosamente nella loro bocca, Alice si sente penetrare, Gianni la vuole sua, soltanto per lui.

Alice assapora godendosi le spinte mai avute finora, avverte un leggero bruciore e la pietra fredda sotto la schiena assieme al calore di Gianni sul corpo, quel senso incoerente e insensato nel contempo sia di peccato che di piacere. Il libro giace sotto le natiche di Alice, sotto le spinte di Gianni, adesso lui sta placidamente per sborrare, ha bisogno del suo viso, lo vuole tutto, poiché esce con calma accarezzandole gli occhi, si siede addosso e continua a masturbarsi.

La vista di Alice lo entusiasma inebriandolo, perché le piace vederle il seno cosparso e venato di quel vino bianco rovesciato poco prima. Adesso le prime gocce fuoriescono: sì ecco, lo sperma di color avorio che rende Alice ancora più amabile, avvenente e deliziosa. La bocca, gli occhi, i capelli sono pieni, Alice beve e si disseta, però adesso ci vuole un bacio.

Gianni porge il libro ad Alice, finalmente adesso è suo, compiutamente macchiato, punteggiato e variegato in copertina, di sangue, di sperma e di vino. 

{Idraulico anno 1999}  

Leave a Reply