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XXXtina 6 – Lo psicoterapeuta pt.1

By 22 Dicembre 2023No Comments

“Ti ho mai parlato del mio psicoterapeuta?” mi sussurrò insinuante nell’orecchio.

“Sei andata da uno psicoterapeuta?”
“Beh, certo: quando mi sono resa conto della mia situazione volevo sapere che mi stava accadendo e se c’era una soluzione ai miei… problemi.”

“E cosa c’é di eccitante nella sua terapia?” le chiesi incuriosito.
“Allora, dopo qualche tempo mi presi una cotta per lui, visto che era l’unica persona con la quale potessi parlare liberamente e anche lui si innamorò di me.” mi disse

“Non è raro, anche se deontologicamente poco corretto….” mi venne da sottolineare.
“Infatti, col senno di poi, il fatto che ad un certo punto pagassi 80 euro l’ora le sue sedute per poi passare il tempo a succhiargli l’uccello, avrebbe dovuto farmi capire che qualcosa non andava. Ma ero confusa, impaurita e mi fidavo di lui.”

Le diedi un bacio sulla fronte stringendola verso di me. “Mi dispiace”, aggiunsi.
“A me no: in quel momento ero contenta di fare pompini per amore. Era un tipo di sesso diverso da quello che facevo con sconosciuti e mi faceva sentire bene, anziché farmi sentire una vera baldracca” disse serissima.
A sentirla dire la parola baldracca, mi misi a ridere
le mi guardò sorridendo “Ho veramente detto baldracca?”
Annuii… “Era da 25 anni che non lo sentivo usare!”

“Perché le donnacce che frequenti tu sono senza proprietà lessicale. Sono solo troie o puttane. io posso essere baldracca, cocotte, vacca, zoccola mignotta, cagna, bagascia… Vuoi mettere la differenza?” disse ridendo.
“E quale differenza c’è?”

“Fra me e loro? Che loro, al massimo, le scopi. Invece io sono il tuo unico grande amore” disse baciandomi le labbra.
“Allora solo pompe al dottore?” le chiesi, anche per cambiare discorso.

“Eh, no, sennò sai che storia noiosa… Anche per i lettori, intendo… Sesso quasi coniugale, forse la situazione più vicina a una vita di coppia in questi ultimi anni… a parte noi.
Ma aveva un cazzetto e poca resistenza: lo eccitavo troppo, diceva.
All’inizio bastava a soddisfarmi, considerando anche il mio trasporto emotivo, ma, alla lunga, la cosa diventò frustrante.” disse con tono rassegnato.
“Essendo stato il mio terapeuta, mi conosceva bene: si rendeva conto della situazione, sapeva che con lui stavo bene da un certo punto di vista, ma che ero sessualmente frenata e lui era terrorizzato all’idea che andassi in giro scopare con altri, magari trovando persone più dotate e più resistenti, col quale non poteva reggere il confronto.
Tu sai che se mi si prende nel modo giusto sarei in grado di fare qualunque cosa, quindi un giorno mi propose un esperimento.”

“un esperimento?” le chiesi sinceramente perplesso.
“Lui sarebbe entrato in casa con degli sconosciuti e mi avrebbero scopata da legata e bendata così da non poter sapere chi fossero. Il punto è che dovevo dimostrare totale fiducia in lui: solo il suo cazzo avrebbe avuto una forma e un nome, tutto il resto sarebbe rimasto solo un sogno.”

“Sembra una cosa pericolosa” mi venne da dire.
“Pensai lo stesso e in effetti lo è, ma lui sarebbe stato gratificato dalla mia dimostrazione di totale sottomissione e io mi sarei fatta la prima esperienza davvero eccitante da quando stavamo insieme, ma con la sua approvazione e protezione. Mi resi conto che l’idea mi eccitava tantissimo.”

“Avevi già scopato con più uomini insieme?” le chiesi sapendo, sotto sotto, la risposta…
“Quelle sono altre storie, me le tengo per un’altra volta” mi disse facendo l’occhiolino.
“In ogni caso questa era un’altra cosa: c’era in ballo la fiducia, il mistero, il concedersi completamente alla persona che amavo…”

“Sarà, ma somiglia molto a un giochino sadomaso o di master & slave…” sentenziai.
“Uhmmmm…no, la vedevo in modo diverso. Io posso sembrare sottomessa a letto, ma non sono né una schiava né una masochista: mi piaceva provare una situazione diversa. Era lui che mi concedeva ad altri uomini per soddisfare un nostro bisogno, con regole studiate per aumentare il suo senso di controllo e la mia fiducia in lui. Inoltre ero eccitata dall’idea di poter fare la troia in modo consapevole e con complicità col mio uomo. Anche adesso, a pensarci, sono un lago, senti!” disse portando la mia mano alle sue mutandine.

Erano fradice.
Ovviamente.
E ovviamente iniziai a toccarla sotto, visto che sembrava non aspettare altro…
“La cosa mi eccitava e mi preoccupava allo stesso tempo.” sussurrò fra un gemito e l’altro.
Ma io iniziai a pensare che se anche frequentando quella persona che diceva di amare, aveva un gran bisogno di altri cazzi, anche la nostra relazione era segnata.

“Il mio terapeuta mi dettò quindi delle regole, da seguire alla lettera: venerdì sera, alle 17, dovevo essere nuda, mettermi i tappi per le orecchie, bendarmi con cura e ammanettarmi con le mani dietro la schiena.
Poi dovevo aspettare inginocchiata di fronte all’entrata.
Non sentivo niente, non avevo la percezione del tempo.
Le ginocchia mi facevano male e sentivo un terribile prurito al naso.
Probabilmente avrei potuto fare qualche movimento e cambiare posizione, ma mi sarebbe stato complicato, quindi cercai di resistere.

Mi resi conto di essere tesa e ansiosa.
Non vedevo l’ora che succedesse qualcosa, ma ero anche spaventata che succedesse qualcosa che non volevo: per la prima volta da mesi avevo la fica completamente secca.
Nonostante fosse piena estate, iniziai a sentire dei brividi.

Stavo pensando queste cose quando sentii qualcosa che mi strizzava un seno… ebbi un sussulto che quasi mi fece cadere, un’altra mano mi prese la spalla per sorreggermi e da lì scivolo verso l’altro seno. Non capivo se erano le mani della stessa persona o di più persone, ma quando una terza mano mi tirò i capelli per alzarmi il viso e mi mise due dita in bocca, capii che il mio caro psicologo aveva mantenuto la parola: stava succedendo qualcosa, lì e in quel preciso momento.

Istintivamente leccai le dita. Avevo la gola secca e le dita non dovevano essere pulitissime, ma quel sapore mi sciolse.
Prima di lasciarmi andare completamente, cercai di ragionare per capire se si trattasse di 2, 3 o più persone, ma mi resi conto che era difficile dalle mani e quindi pensai che quando sarebbero passati a darmi i cazzi, sarebbe stato molto più facile il conto.

Mentre un’altra mano mi stava accarezzando la figa, che avevo preparato e depilato con cura, mi resi conto che i loro movimenti mi comunicavano i loro pensieri….

Le due dita affondate che poi uscivano per qualche istante, mi dicevano “vedi quanto è fradicia questa troia”, la mano che mi esplorava lo sfintere, prima esitante, e poi con vigore, infilandomi 3, 4 dita era come dicesse “questa qui ha un culo davvero sfondato”, e ovviamente la mano sporca che mi esplorava la bocca senza pudore, era la dimostrazione che stava pensando che dovevo passare le giornate a succhiare il cazzo… Cosa non lontana dal vero.

Bastarono quei pensieri per farmi venire.
E se ancora c’era qualche freno nelle persone che mi stavano toccando, questo li cancellò.

Stavo ancora godendo che mi sentii la bocca riempita da un bel cazzone. Di sicuro non era quello del mio fidanzato e la cosa a momenti mi fece avere un secondo orgasmo…

Sentivo la consistenza gommosa di un profilattico, esitai un attimo, ma mi resi conto che era la scelta più ovvia e iniziai a fare del mio meglio… avrei voluto poter usare le mani per accarezzare le palle e menarlo un po’, ma le manette me lo impedivano. Il tipo non sembrava farsi troppi problemi e tirandomi i capelli regolava velocità e profondità di quella pompa alla cieca.

Improvvisamente si interruppe e mi sentii alzata di peso, per ritrovarmi a 4 zampe. Le gambe erano mezze addormentate e quindi rischiai di scivolare, ma 2 mani mi presero i fianchi aiutandomi a stare in piedi.

Appena pronta, una mano mi aprì la bocca e introdusse di nuovo un cazzo. Questo era sicuramente quello del mio compagno: era moscio, più piccolo dell’altro e senza protezioni. Mi segnai mentalmente di consigliare al mio moroso di usare il condom le prossime volte, per non rendere così semplice la sua identificazione.
Però il fatto di succhiare quel pene così familiare mi tranquillizzò completamente.

Dietro, un cazzo di ben altre misure stava giocando con le labbra della mia figa. Quando mi penetrò sentii come se le orecchie esplodessero, interrompendo la pompa, ma il mio “amore” con uno strattone violento ai capelli mi fece continuare il mio “lavoro”… mi resi conto che faceva fatica ad avere un’erezione decente, come se la situazione, di fatto, lo bloccasse… Per questo con un movimento scesi a leccargli bene le palle per poi riprendere tutto il suo cazzo in bocca fino in fondo.

Fra le dimensioni e l’erezione non eccezionali, era un gioco da ragazzi… ma lì successe qualcosa di inaspettato… il suo cazzo era ancora barzotto, ma inizio a sborrare in gola. Poche gocce, una sborrata triste…che diligentemente ingoiai, come ero abituata a fare.”

Aveva raccontato queste cose, mentre con la mano io stavo continuando un lento ditalino, e mentre parlava della sborrata del suo ex ebbe un orgasmo profondo e lunghissimo, stringendomi e baciandomi profondamente, mentre bloccava la mia mano per accarezzarsi da sola al culmine del piacere.

“Vedo che ti eccita pensare di scoparti tanti cazzi” le dissi commentando l’orgasmo di prima.
Evitando di rispondermi, ancora ansimante continuò il racconto

“Non pensavo potesse succedere di eiaculare senza un’erezione completa. E’ una situazione assurda, dà una sensazione di onnipotenza far venire un cazzo in quel modo” disse, quasi a giustificare il suo orgasmo di qualche istante prima.
“E’ raro ma può succedere, doveva essere molto eccitato e molto teso… E tu molto brava a succhiarglielo” le dissi, tirando fuori il mio cazzo che, ovviamente, non era indifferente né alla situazione, né al suo racconto…

“Beh sta di fatto che le cose cambiarono: improvvisamente il tipo che mi stava scopando si fermò. io non capivo niente, al momento, ma mi lamentai che dovevo essere ancora scopata ma ricevetti un ceffone che mi fece cadere a terra.
Ero stupita, attorno a me succedeva qualcosa.” disse, cambiando espressione e tono della voce…
(continua)

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