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ANNA

Esce dalla camera dopo la doccia. Caspita che bel maschio! Vestito con una camicia un paio di pantaloni e un paio di mocassini. È quasi elegante, comunque è proprio figo. Se ne farà parecchie.

Gli faccio un complimento sincero, lui arrossisce e ci dirigiamo verso il garage per recuperare la macchina. Dopo avergli comunicato che dove andremo a mangiare ci sarà anche la musica e che ho voglia di ballare, non solo di quello aggiungo col pensiero. Nel tragitto il ragazzo non fa altro che fissarmi, soprattutto le gambe. Il vestito sollevatosi sulle gambe una volta salita sul sedile dell’auto, mi copriva appena appena lo slippino. Ti provoco alla grande bello mio!

Il locale è quasi pieno, fortunatamente avevo telefonato per prenotare. Il cameriere ci accompagna al tavolo e molto cavallerescamente accompagna la sedia mentre mi accomodo a tavola, decisamente una mossa d’altri tempi, molto apprezzata. Max si guarda attorno, lo incalzo “sei imbarazzato ad andare a cena con una vecchia?”

“maddai zia, smettila! Cosa te lo fa pensare?”

“chiamami ancora una volta zia e ti lascio qui senza riportarti a casa. Me lo fa pensare il fatto che ti guardi attorno…..un po’ intimidito, spaesato. Insomma si capisce che non sei a tuo agio”

“è che….ehm…non so come dire….”

“prova??” lo sollecito

“in sostanza è che….forse non ci hai fatto caso, ma quando sei entrata si sono girati tutti a guardarti”

“eeeh che vuoi che sia. Ci sono abituata!”

“non ti crea disturbo la cosa?”

“all’inizio sì, poi col tempo ci ho fatto il callo. Ora la cosa infastidisce più Marco che spesso mi dice che dovrei essere meno appariscente. Ma ti sembra??? Una figa così, dovrebbe apparire come una suora??”

E ci mettiamo a ridere

“assolutamente no! Quando avrò una fidanzata la incoraggerò ad essere il più femminile possibile, sempre bella e desiderabile!”

“oooh bravo! Vedo che mi capisci! A tal proposito, visto che sotto questo aspetto la pensiamo uguale, non ti ho detto degli acquisti fatti oggi al mercato, dovresti vederli. Anzi quando rientriamo te li faccio proprio vedere”

“che cosa?”

“ho comperato una serie di costumi da bagno molto, molto carini e soprattutto…… molto sexy e gradirei il tuo parere” e gli strizzo l’occhio. Sorride leggermente imbambolato. Touchè!

Ci interrompe il cameriere galantissimo di prima per prendere le ordinazioni.

“Max, mangi il pesce o preferisci la……ciccia?” gli chiedo sorridendo.

“quello che mangi tu zi…Anna”

“ok. Allora ci porta 2 antipasti misti e pescato misto alla griglia. Ci sono anche i gamberi?”

“signora se vuole abbiamo anche l’aragosta, freschissima, pescata oggi”

“benissimo, io mangio l’aragosta, tu Max? vuoi anche una pasta?”

“no a me va bene antipasto e pesce alla griglia”

“per il vino, lo scelga lei, ci fidiamo” congedato il cameriere, gli chiedo “come mai non hai voluto l’aragosta? Dicono sia afrodisiaca” e gli strizzo nuovamente l’occhio. Arrossisce

“il problema è che non la so mangiare, non so come si apre”

“potevi dirmelo te l’avrei insegnato io. Certo che….poi, alla tua età non hai mica bisogno di cibi afrodisiaci” nemmeno io a dirla tutta. Stasera poi, sono così su di giri…. Sempre più rosso in viso.

La serata prosegue tra una portata e l’altra accompagnate da un paio di bottiglie di vino fresco. Noto con piacere che la mia sorellina gli ha insegnato a stare a tavola e si comporta da persona civile. Mi versa da bere quando vede il bicchiere vuoto, insomma un giovane gentleman.

Non gli do pace con un vero e proprio interrogatorio sulla scuola, gli studi e le ambizioni future, lo sport e, da ultimo, le femmine. Volevo assolutamente sapere quante ne aveva frequentate e soprattutto cosa ci aveva fatto. Avevamo stabilito un’ottima empatia, la mia rivelazione sul fastidio che provava Marco nell’ostentazione della mia femminilità, aveva permesso, assieme all’ottimo vino che ci aveva portato il maitre, di abbattere alcuni freni inibitori e così, Max aveva cominciato a lasciarsi andare su qualche confidenza.

(continua)

per commenti: narciso.a@outlook.it

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