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ANNA

Dimentico immediatamente di aver trascurato il mio giovane amante dall’accordo preso, quando ci siamo salutati nel pomeriggio, nel comunicargli i miei prossimi programmi. Avevo altro a cui pensare!

Raggiungo Max che è appoggiato alla balaustra del belvedere e osserva il panorama. Fa piuttosto fresco, mi posiziono accanto a lui con le braccia conserte infreddolita. Attacca con una domanda sul tizio che mi aveva fatto ballare poc’anzi. Caspita è geloso! Mi piace sta cosa. Mentre la gelosia di mio marito mi infastidisce, la sua mi intriga. Non saprei spiegare, ma appaga la mia vanità. Gli riferisco piatta che è stato un bifolco credendosi un supermaschio e invece era un coglione

“mi ha detto che se tu non ce l’avresti fatta lui era a disposizione. Un vero cafone, un pallone gonfiato!” e chiudo l’argomento lasciandolo silenzioso dopo quest’ultima frase molto allusiva.

Ci sediamo su una panchina. Gli chiedo di scaldarmi un po’ col braccio sulle spalle perché avevo freddo cosa che fa immediatamente. Mi accoccolo col capo sul suo bel torace sodo e muscoloso col suo braccio sulle spalle, stiamo qualche istante così senza parlare, poi mi decido. È ora, ora o mai più.

Sollevo la testa e comincio a baciargli il collo, qualche bacetto, ha un buon profumo, di maschio. Con ancora un briciolo di pudicizia per quel che stavo facendo gli dico “che buon profumo ti sei messo”. Mi inebrio del suo odore, sono eccitata, lo voglio, continuo coi baci sul collo, lui abbassa il volto, io sollevo la testa ed è un attimo. Rompo gli indugi, avvicino la mia bocca alla sua, un bacio leggero sulle labbra, poi un altro, poi insinuo la lingua fra le sue labbra, lui risponde. Allunga timidamente la sua lingua a toccare appena appena la mia. Insisto, lo voglio, la spingo più decisa nella sua bocca, mi avvicino ancora di più, finalmente risponde al mio bacio. Si lascia andare, lo guardo, ha gli occhi chiusi si è abbandonato all’erotismo del mio bacio. Le lingue si attorcigliano, bacia bene il ragazzo, mi sto eccitando di brutto, i baci sono la cosa che più mi eccitano, l’intimità che regalano è unica e supera ogni altra azione erotica. Voglio di più, gli salgo in braccio, a cavalcioni, senza staccarmi da lui, continuando come una forsennata a scambiarci i sapori, la saliva, a succhiargli la lingua. Inevitabilmente sento il turgore del suo uccello sotto di me e spingendoci sopra comincio a strofinarmi come una cagna in calore, come per farmi penetrare salvo che in mezzo ci sono i suoi calzoni e il mio slip.

Mi fermo un istante per controllare che non ci fosse nessuno nei paraggi e gli dico col fiato corto “mi fai impazzire. Andiamo via di qua che qualcuno ci può vedere”. Ci alziamo, lo prendo per mano e senza dire altro ci dirigiamo verso il parcheggio.

Cerco la chiave nella borsa, faccio scattare l’apertura e per rendere subito chiare le cose apro lo sportello posteriore per accomodarci sul divanetto dietro che ha i vetri oscurati. Appena saliti a bordo dell’auto, ricominciamo a baciarci furiosamente. Voglio quel bellissimo cazzo! Gli apro i pantaloni, abbasso i boxer e per un istante resto estasiata di fronte a tanto ben di Dio. La natura tesoro mio è stata proprio generosa con te, hai un uccello strepitoso. Salta come una molla fuori dall’elastico delle mutande, è duro, è dritto, meraviglioso! Lo tocco, lo sento turgido nella mia mano e ipnotizzata, attratta, mi chino sul suo grembo e lo prendo tutto in bocca. È talmente grosso che devo allargare la bocca per farcelo entrare. Che sapore, che profumo di cazzo, sono in estasi. Con la mano libera mi frugo nello slip, è bagnato, ho bagnato il perizoma. Il dito fra le labbra, accenno appena all’inizio della vagina, è fradicia. I miei umori stanno sbrodolando nello slip. Mi concentro su quel grosso pitone, affondo la testa, me lo spingo fin dove posso senza soffocare, lo sento in gola, e cola sull’asta tutta la mia saliva. Ce n’è ancora fuori un gran bel pezzo, tanto che riesco a menargli con la mano libera il pezzo di carne che non è affondato nella mia gola, agevolata dalla saliva che è colata. Lo sento, sta per arrivare, insisto, lo voglio, voglio tutto di lui. Lo estraggo dal fondo della mia gola e mi concentro a ciucciargli il grosso glande, senza smettere di menarglielo. Viene dopo pochi istanti, un grosso fiotto di sperma caldo mi riempie la bocca, seguito da altri cinque o sei, famelicamente ingoio tutto senza smettere di ciucciarglielo. Sollevo lo sguardo, è in estasi. La vista appaga totalmente il mio narcisismo. Tesoro mio, secondo me, pompini come questo non te ne hanno mai fatti!

Quando ritorna sulla terra, riapre gli occhi e sussurro sorridendo “che buon sapore che hai. Abbiamo fatto peccato mortale. Lo sai questo?” mi sorride a sua volta mi risponde che vuole continuare a peccare. Non avevo dubbi!

(continua)

per commenti: narciso.a@outlook.it

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