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Racconti Erotici Etero

005 Valeria e i guardoni 6

By 15 Marzo 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Capitolo VIII ‘
Video porno per i guardoni (parte prima)

Carlo e Sante sono gli ultimi ad arrivare a casa di Francesco, anzi per meglio dire nell’ampio interrato che ha adattato a rustico. Carlo entra rabbrividendo ‘che freddo e come piove fuori’.
Nella sala c’&egrave solo il Vecchio che li saluta. Carlo e Sante sono sempre in coppia, inseparabili; hanno due Golf dello stesso tipo e stesso colore, vestono in modo simile ed hanno la stessa corporatura. Carlo però ha un cazzo enorme: lungo ventiquattro centimetri e con una circonferenza di diciannove. Sante ha un uccello normale di quindici centimetri e con una circonferenza di quattordici. Gli amici guardoni, così, hanno finito per chiamare lui Santino.
Francesco scende in quel momento dalla scala intera che porta all’abitazione dove c’&egrave la moglie e le figlie. &egrave piccolo di statura e molto magro, ma ha un fisico atletico e con i sui cinquantuno anni &egrave il più giovane dei quattro. Guarda nella stanza e dice ‘bene ora ci siamo tutti, perché Giorgio non può venire’ .
Si volta e chiude a chiave la porta e controlla la videocamera ‘ ancora un momento di pazienza ed inizia lo spettacolo’.
Carlo si gira verso di lui ‘sei sicuro che qua stiamo tranquilli?’
‘oh si, tranquilli, ho detto a mia moglie che guardiamo lo sport: nessuno ci disturberà’.

Al sopraggiungere dell’inverno, fare sesso in automobile &egrave diventato problematico per Giovanni e Vale. Ma proprio quando la coppia esibizionista si stava rassegnando ad aspettare la primavera ecco la novità. Giovanni incontra un vecchio amico: uno scapolone che di professione fa il pilota di elicotteri. Una sera Giovanni, chiacchierando dei bei tempi, gli dice ‘beato te che hai un bel lavoro, casa tua e puoi fare come vuoi’.
L’amico pilota lo guarda e ammiccando gli dice ‘Hai una ragazza che &egrave una bomba, sono io che ti invidio. Senti, io sono fuori per lavoro dal lunedì al giovedì sera’ poi gli da un colpetto di gomito ‘mi rattrista vedere sprecato tanto ben di Dio, se vuoi la mia mansarda &egrave libera’.
Giovanni coglie l’occasione al volo, ‘sei un vero amico!’.

La mansarda &egrave la classica casa del single: un soggiorno pranzo che si affaccia su un terrazzo a tasca sul tetto, una cucina moderna con pannelli laccati arancio, la penisola con gli sgabelli per la prima colazione e una curatissima zona notte. La camera da letto &egrave grande con le pareti turchesi, specchi barocchi ai muro, i mobili e la moquette bianchi come le porte. Un grande letto flou rivestito in tessuto blu, con le lenzuola turchesi come le pareti ed un copriletto con disegni astratti blu elettrico e marroni. Candele profumate e porta candele poggiati ovunque. L’elemento caratteristico sono le zanzariere che, da un baldacchino appeso al soffitto, scendono come leggere ragnatele ad avvolgere il letto. Non hanno una vera funzione di fermare gli insetti, quanto di dare un tocco di alcova alla stanza. Non ci sono armadi, sostituiti da una comoda stanzina senza finestre che funge da cabina dove, una volta entrati, hai sotto gli occhi tutti i vestiti ed i cambi di stagione.

Valeria come una gatta cammina sinuosa per la casa; esplora con curiosità tutto e quando entra nella cabina armadio chiama Giovanni ‘guarda bene’ gli dice ‘questa &egrave una cosa che mi piace, la voglio a casa nostra’.
Giovanni &egrave più interessato alla camera da letto e commenta ‘ecco lo scannatoio del Pilota’.
Valeria entra in camera e lo guarda con disgusto ‘formidabile come voi maschi riusciate a togliere poesia a tutte le cose’ e continua ‘non serve farvi studiare perch&egrave rimanete dei primitivi; vivete con la paura di fare cilecca e coprite le vostre debolezze con la volgarità’.
Giovanni &egrave punto sul vivo ma ha paura che quel bel pomeriggio finisca con un fiasco clamoroso, sa che Valeria &egrave capace di mandare tutto a monte ‘e dai &egrave solo un modo di dire’ commenta.
‘certo un modo di dire! Perché chiamarlo pied a terre? Perché perdere tempo ad accendere le candele? Troppa poesia, meglio parlare di scannatoio’ lo incalza alzando il tono di voce ‘ed io sono la povera scema da scannare giusto!’
Giovanni capisce che ha un’unica via di fuga ‘ti chiedo perdono’ si affretta a dire ‘sono stato un perfetto cretino ma, credimi, non ti ho mai considerato una sciocca con la quale divertirsi e basta’. Valeria si avvicina al letto e solleva le leggere zanzariere cominciando a slacciarsi la camicia, poi la apre e si gira verso Giovanni, gli prende la testa e la pigia tra i seni. ‘allora giura che mi ami e che mi sposi’
Giovanni non capisce più niente, con il viso tra le tette &egrave disposto a giurare qualunque cosa ‘ti amo e ti sposo giuro!’

Francesco abbassa le tende oscuranti delle due finestre a ‘bocca di lupo’ dell’interrato. Accende il televisore a ventisei pollici e sintonizza il canale del video registratore; gli altri si siedono ai loro posti.
Si rivolge ai presenti e annuncia ‘amici vi ho invitato qua per farvi vedere un video spettacolare, ma non &egrave una delle mie riprese di coppie che fanno l’amore in auto, non &egrave roba mia’.
Sante borbotta ‘sarà mica un video commerciale? Avevo fatto bocca a vedere qualcosa di meglio’.

Francesco continua ‘&egrave un bellissimo video dei nostri nuovi amici con la giovane Maga Circe’.
Carlo interviene ‘ma se non hai fatto tu la ripresa chi &egrave stato?’
‘Per favore calma e silenzio, c’&egrave una bella sorpresa, il video non &egrave girato all’aperto’.

Giovanni piazza la telecamera sul cavalletto in un angolo della camera; l’accende e guarda l’inquadratura ‘Vale qua &egrave tutto a posto sei pronta?’ Fa il giro poi delle candele e le accende e va al comodino di sinistra di fianco al letto.
Valeria entra ancora vestita ‘tutto a posto un piffero, aiutami a togliere il copriletto’ poi guarda verso la telecamera
‘&egrave gia accesa?’
‘&egrave in stand bay’ mante Francesco e prende una scatola rivestita di velluto verde.
‘guarda qua cosa ho portato’ dice ‘proviamo ad usare questi giocattoli’.
Dentro la scatola ci sono due grossi dildo di silicone, un vibratore di plastica bianca, delle palline rosse legate con un filo ed un flacone di liquido lubrificante che profuma di fragola.
Valeria guarda gli oggetti ‘che maiale, ma come ci pensi che io uso questi cosi’.
‘sono solo giocattoli dai, lo sai che &egrave una cosa molto eccitante guardare una donna che fa da sola’.
Vale non risponde, prende in mano uno dei dildo fatto di silicone; &egrave color carne ed imita perfettamente un fallo umano di grosse dimensioni. L’altro &egrave ancora più grosso e di colore rosso.
Valeria scuote la testa e mette il dildo rosso nella scatola. Osserva il dildo color carne e ruota l’interruttore rosso che si trova alla base. Il cazzo di plastica comincia a vibrare allegramente.
‘sei un maiale, chi sa chi ha usato queste porcherie’.
‘&egrave tutto nuovo, sono regali per te da parte degli amici guardoni’.
‘oh li hai ringraziati per il pensiero? Una borsa e un paio di scarpe no &egrave?’
‘e dai pensa come &egrave eccitante, ti riprendo mentre ti tocchi e poi usi il dildo rosso’
‘quello rosso, ma sei scemo! Quel coso &egrave enorme’.
‘allora prendi l’altro, quello che vuoi’.
Vale ha l’aria indecisa ma &egrave già eccitata al pensiero di esibirsi.
Prende in una mano il dildo rosso e nell’altra quello color carne ‘Maschi, sempre ossessionati dalle misure; li hanno comprati troppo grossi’ lascia quello rosso ‘questo &egrave quello che somiglia di più ad uno vero, anche se io non ho mai visto uccelli così grossi.’
‘bene, d’accordo quello va benissimo’
‘provo ma sia chiaro, se mi fa male non se ne fa niente’
‘vedrai che ti piace’
‘certo, col culo degli altri fanno tutti i froci’. Vale si alza e va in bagno a lavarlo con acqua e sapone.

Pausa. Scena blu. Appare la scena della camera da letto.
La videocamera ruota ed inquadra il letto, le zanzariere, le candele. Entra in scena Valeria; &egrave statuaria sui tacchi a spillo, le gambe lunghe e le caviglie sottili sono disegnate dalla luce morbida e calde delle candele. Ha indosso solo le mutandine di pizzo nero, una camicia bianca aperta, con le maniche arrotolate. &egrave di una taglia più grande della sua e la porta come una vestaglia che le copre a stento le natiche.
Sul davanti lascia intravedere il magnifico solco dei seni. Le grosse tette tengono la stoffa lontana dal corpo.
Si guarda intorno con in mano il dildo ed un rotolo di carta da cucina ‘hai già cominciato la ripresa?’
‘si ma non ti preoccupare, poi taglio le parti che non servono’
‘ma posso parlare?’
‘puoi dire tutto quello che vuoi. Non registro l’audio, poi metto una musica di sottofondo’
‘sceglila bene, certe musiche di filmini fanno ribrezzo’
‘tranquilla sarà bellissimo. Puoi cominciare’
‘Va bene ma che faccio qua da sola?’.
‘spogliati intanto, e vai sul letto’.
Vale poggia il dildo sul comodino e guarda verso l’obbiettivo ‘sono già nuda ho solo le mutande e la camicia’
‘lascia solo le scarpe con quei tacchi a spillo mi fai morire’
Valeria si sfila lentamente le mutandine e Giovanni zooma sul piccolo triangolo scuro del sesso.
‘non posso tenere le scarpe non voglio rovinare le lenzuola del tuo amico’ e mentre parla sfila le scarpe.
‘sei bravissima, fai come se non ci fossi io’
Lei si distende sul letto come una gatta che fa le fusa.
‘sei bellissima, dimmi che effetto ti fa pensare che altri uomini vedranno questo video?’
‘mi fa sentire calda e umida dentro’ sospira e si pizzica i capezzoli. Pausa.

Davanti al televisore il Vecchio commenta ‘quanto &egrave bona io mi ci faccio una sega’
Santino interviene eccitato ‘lei parla e non sa che &egrave registrata’
Carlo domanda ‘non può prendere quel grosso affare di gomma, le fa male?’
‘parli proprio tu’ dice il Vecchio ‘con quel palo che ti ritrovi in mezzo alle gambe?’
‘non mi piace che parliate del mio pene, per me &egrave un problema, lo saprete’
‘sai che problema, se c’&egrave l’avevo io un cazzo come il tuo avevo fatto piangere parecchi mariti’.
Francesco calma tutti ‘per favore pazienza, tempo al tempo, sarà tutto chiaro. I vibratori e gli altri oggetti li abbiamo comprati al sexi schop, ma quella &egrave un’altra storia’.
‘ho scelto pensando al cazzo di Carlo’ grugnisce il Vecchio.
‘ti ho detto di lasciami in pace’
‘chi ti capisce &egrave bravo, allora vi offendete se un povero vecchio si fa una onesta sega?’
‘come padrone di casa vi dico che siete liberi di masturbarvi, ma senza sporcare per terra’.
Tutti ridacchiano.

La videocamera &egrave tenuta a mano e l’inquadratura gira intorno al letto dove &egrave stesa Valeria, cambia continuo angolazione. Le grosse tette dondolano mentre lei si sporge sul comodino per prendere il dildo color carne. Lo soppesa incerta, &egrave lungo ventotto centimetri ed ha un diametro di diciotto. L’inquadratura &egrave velata dalle tende leggere e la luce morbida dona riflessi d’orati alla pelle.
Valeria non guarda mai verso l’obbiettivo, &egrave come se fosse sola nella stanza e comincia ad accarezzarsi tutto il corpo.
Guarda il dildo, lo bacia maliziosa e lo infila tra le tette stringendolo in mezzo.

Nell’oscurità della stanza dai guardoni si alza un brusio di ammirazione mentre la poca luce del televisore consente di vedere che, poco alla volta, tutti seguono l’esempio del Vecchio.
Lui &egrave sempre quello con meno pudore. Ha un uccello discreto, non molto lungo ma grosso. Lo impugna e masturba con disinvoltura anche se non &egrave perfettamente eretto.
Il vecchio si sega lentamente, slacciando la cinta e calando un po’ i pantaloni con gli occhi fissi alla ripresa ‘ragazzi che bella, questa a solo diciannove anni ma ci tiene tutti per i coglioni’.

Il video prosegue, l’inquadratura zooma sul corpo nudo. Valeria gattona sul letto, tiene fermo il dildo con due mani e si china sporgendosi avanti per strusciare le grosse tette sul cazzo di gomma. Lo bacia, lo lecca poi si siede sul bordo del letto scostando la tenda. Una gamba piegata sotto di se, l’altra poggiata a terra, apre di nuovo il cassetto del comodino e prende il liquido lubrificante. Con naturalezza versa poco liquido oleoso sul palmo della mano per poi spalmarlo sul cazzo artificiale. Si stende sul letto aprendo le gambe al massimo e lentamente passa il grosso cazzo di gomma sulla vagina sfregandolo sul clitoride, più volte. Quando &egrave al massimo dell’eccitazione cambia inclinazione al dildo e spinge verso la fica, la testa affonda tra le grandi labbra ma non passa. Vale lo ritrae e si lamenta ‘ahi &egrave troppo grosso, fa male’.
‘devi usare più lubrificante, prova ancora’
Valeria versa abbondante liquido nel palmo della mano, unge con cura la punta e le pareti del dildo fino a metà lunghezza. Ripete l’operazione e quando &egrave soddisfatta del suo lavoro lo poggia su un pezzo di carta da cucina. La mano intrisa di liquido la passa sulle grandi labbra, poi prende altra carta dal rotolo e si asciuga le mani ‘sono tutta unta’ dice.
Si stende e ricomincia a passarlo lungo lo spacco masturbandosi, respira affannosa ed eccitata, vuole provare ancora. Lo tiene con la sinistra ruotando la punta contro lo stretto passaggio della vagina mentre con la destra accende l’interruttore. La vibrazione, nel silenzio della camera, diffonde un leggero ronzio mentre la punta del dildo preme ma sembra non riuscire ad entrare. Vale si sente, ora molto calda e bagnata dentro e desidera quel grosso cazzo di gomma. Allora con la destra agguanta la base del dildo, si inarca e l’attira a se di colpo. Il dildo non entra e si piega sotto la spinta decisa poi, come se la resistenza cedesse di colpo, con un guizzo il cazzo sfonda e affonda nella fica. Vale lancia uno strillo forte ‘ahi! &egrave grosso, mi spacca in due’.
Ma non smette, continua a tirare il dildo contro di se facendolo penetrare, centimetro per centimetro, favorito dal liquido lubrificante. Vale prova piacere; &egrave eccitata ad esibirsi così oscenamente davanti all’obbiettivo. Le sue mani fanno penetrare il cazzo nella vagina, dove il dildo si apre la strada di prepotenza. I primi dieci centimetri di gomma dura si incuneano a stento, Vale lo tiene fermo dentro e si masturba con le dita dell’altra mano il clitoride gonfio allo spasimo.
‘Mamma mia già vengo’ urla mentre i muscoli della pancia si contraggono.
Lo sfila a fatica, come un malcapitato che si tolga una freccia da una gamba. La punta del cazzo di gomma luccica di umori e liquido lubrificante ed emette un leggero vapore. Lei si masturba e infila due dita ruotandole e massaggiando la fica violentata. Appoggia di nuovo la punta contro la fessura e lo infila decisa. Ora lo fa passare sempre più veloce, sempre più profondo, fino all’impugnatura. Lo tiene pigiato contro l’utero mentre con la sinistra non smette di masturbare il clitoride.
Giovanni riprende tutto da angolazioni diverse, di lato, sopra e dietro. Lei &egrave stupenda, il corpo si agita nella masturbazione e si copre di un leggero sudore. Il dolore &egrave passato, ora il godimento &egrave completo fino all’urlo liberatorio ‘vengo, si vengo’ accompagnato dal contrarsi spasmodico dei muscoli della pancia. Le gambe tornite si piegano e si serrano sul fianco sinistro, solo la base del dildo con l’interruttore rosso sporge dalla vagina. Valeria riprende fiato, passa una mano sul fianco, sopra le natiche e spegne l’interruttore rosso. Apre le gambe mentre Giovanni si avvicina con la videocamera ‘allora ti &egrave piaciuto?’
‘No &egrave freddo rispetto al tuo’
‘ma se sei venuta almeno due volte’
‘perché &egrave grosso, ma &egrave fatica muoverlo da sola, però mi stavi riprendendo e mi piaceva’.
Mentre parla apre le gambe e sfila lentamente il dildo di silicone. Pausa video.

Santino parla nell’oscurità ‘il Vecchio ha ragione non &egrave solo un gran pezzo di fica, &egrave come la Maga Circe; uno sguardo e trasforma gli uomini in un branco di porci!’.
‘Francesco quanto dura il video?’ dice il Vecchio ‘non voglio sborrare in anticipo, se no &egrave finita la festa’
Francesco che ha già visto il video risponde ‘c’&egrave ancora da divertirsi non sparartela prima del tempo’.

CONTINUA

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