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Racconti Erotici Etero

014 Valeria e i guardoni 15

By 2 Agosto 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Premessa
A quanti avranno la pazienza di leggere questi racconti per la prima volta suggerisco di leggere i capitoli in ordine progressivo, sia per capire le emozioni e gli avvenimenti dalla prima esperienza agli sviluppi sempre più coinvolgenti ed imprevedibili, sia perché ogni capitolo ha rimandi a quelli che lo precedono. &egrave solo un consiglio, ognuno può leggere la storia come desidera.

Capitolo XVIII ‘
Le fantasie erotiche di Valeria (parte prima di quattro)

Erano già trascorsi un paio di mesi da quando avevano interrotto gli incontri con i guardoni. In un acceso diverbio telefonico, che a Giovanni doveva essere costato una tombola, Valeria era stata irremovibile. Si era trincerata dietro una frase e la ripeteva ostinata

‘ci siamo spinti oltre il limite. Basta con questi ‘amici guardoni’. Non ne voglio più sentire parlare’
‘&egrave un bene avere dei limiti ed essere consapevoli di superarli’ aveva cercato di dire Giovanni ‘la trasgressione &egrave eccitante proprio per questo. Uno dei mali più grandi della nostra società e non avere più confini da valicare. Tutto &egrave permesso, tutto ti cade dall’alto, tutto &egrave relativo, che noia’
‘non fare il filosofo con me, questo non &egrave un pensiero astratto’ aveva risposto Valeria ‘qua stiamo parlando di me. Sono io che supero i limiti, io trasgredisco. Io rischio di rimanere con il cerino in mano e la reputazione della troia. Per voi maschi &egrave diverso’
‘smettiamo per un po’ allora, poi ci pensiamo’ aveva proposto Giovanni
‘no, dico basta. O me o le orge con i guardoni’
‘addirittura le orge, al massimo ti hanno toccato’
‘o me o loro scegli’

Giovanni era rimasto senza argomenti. Non poteva escludere una ragionevole dose di rischio alla reputazione della sua ragazza e, in fondo, anche alla sua. Nemmeno osava pensare cosa sarebbe successo se i suoi genitori avessero saputo quello che aveva fatto con la fidanzata, figurarsi la tragedia con il padre di Valeria.

Quei mesi erano trascorsi ‘vuoti’ e Giovanni non avrebbe mai immaginato che gli sarebbero tanto mancate quelle emozioni. Non sapeva più cosa inventarsi quando il destino, inaspettatamente, gli venne in aiuto.

Valeria, dopo l’esperienza nel camerino del negozio aveva capito quanto amasse l’esibizionismo. Non era solo Giovanni a trascinarla in situazioni particolari. In certe situazioni un demone si impadroniva di lei. Aveva una personalità segreta fatta di desiderio e profondo piacere. L’esperienza erotica avuta nel negozio era l’ultima, ma lei conosceva bene e da molto tempo quella ‘carica erotica’ che aveva dentro. Desiderava ardentemente avere nuove esperienze ma non poteva essere lei a chiederlo. Doveva fare in modo che fosse Giovanni ad insistere per riprendere gli incontri con i guardoni. Il modo più diretto era provocarlo, fare sesso con lui e ‘cedere alle sue insistenti richieste’.

Mentre ragionava su questo pose alcuni vestiti sul letto della sua camera. La provocazione iniziava nel modo di vestirsi. Mise una minigonna di jeans e un top cortissimo che di solito portava come copricostume e che lasciava intravedere la parte inferiore del seno. Si specchiò e tolse tutto, se i suoi l’avessero vista vestita così l’avrebbero ricoverata dallo psicologo. Provò una maglia rosso Valentino di cotone lavorato dalla scollatura vertiginosa e un reggiseno semirigido che metteva in risalto le sue forme generose. Sotto una gonna nera attillata e corta sopra il ginocchio. La gonna aveva un apertura sul retro con una chiusura lampo piena di strass che lei aprì fino a metà per poter camminare. Mise anche una cinta tempestata di strass. Si specchiò, tolse la maglia rossa ed infilò una maglia a canottiera con giochi di strass. La canottiera era corta e lasciava scoperta la vita per qualche centimetro ed era scollatissima. Si specchiò di nuovo, niente male. Ora il tocco finale. Gonne così corte le indossava solo con sandali piani ma quella sera aprì la scarpiera nell’armadio a muro e scelse una scarpa decolt&egrave di vernice nera con un tacco a spillo.
‘conoscendo i gusti ‘da camionista’ di Giovanni’ pensò davanti allo specchio ‘dovrei piacergli, praticamente sono vestita come una mignotta’

Uscì di casa in fretta senza dare nell’occhio e fece a passo svelto il viale lungo il giardino pubblico per andare al solito bar dove Giovanni stava aspettando. Alcune macchine rallentavano quando si avvicinavano a lei, qualcuno fischiò o diete piccoli colpi di clacson. Si sentì addosso tutti gli sguardi degli automobilisti, era vestita nel modo giusto.

Il camioncino impolverato di una impresa edile quasi sbando per rallentare quando la vide ed accostò a destra verso di lei. Uno dei tre operai dall’interno le urlo ”mmazzate se si bbona, si mejo d’a centrale de’llatte’

Valeria entrò nel bar e per qualche secondo il tipico brusio fatto di voci, bicchieri che sbattono e tintinnio di posate si fermò di botto. La maggioranza degli uomini si fermo come nel gioco delle belle statuine e nel locale si senti distintamente solo la voce del giornalista del Tg5 provenire dalla televisione accesa. Giovanni era seduto al tavolo e sorseggiava una birra di malto e rimase sorpreso nel vederla vestita in modo così appariscente. Era uno schianto con le gambe snelle e lunghissime su quelle scarpe nere col tacco a spillo e la maglia con una scollatura mozzafiato su le grandi tette. Notò che gli sguardi di tutti i maschi presenti nel bar erano puntati su di lei e tra i bisbigli era partito più di un commento pesante. Valeria con indifferenza prese una sedia e lo salutò.

‘ciao, mi ordini un Campari soda’
‘ciao, sei sempre bella ma stasera blocchi il respiro, sei fantastica con questo vestito’
‘sono vestita come sempre’ disse lei mentendo
‘insomma, di solito porti gonne più lunghe’
‘&egrave estate’ disse Valeria stirando pudicamente la mini sulle gambe ‘voi maschi, basta che vedete quattro centimetri di pelle in più e cominciate a fare i cretini’

Parlarono un po’ ma Giovanni era eccitatissimo e cominciò a chiederle di andare a fare l’amore. Valeria temporeggiava, rispondeva di no ma accavallava le gambe in modo assassino o si grattava distratta la scollatura tra i seni.

‘che sfiga’ disse Giovanni ‘il mio amico pilota &egrave tornato e la mansarda &egrave disponibile, proprio questa sera che ho una voglia’.
‘ho detto basta con gli appuntamenti ai guardoni’ disse Vale ‘ma possiamo sempre prendere la macchina ed andare in pineta’
‘dici d’avvero’ Giovanni non stava più nella pelle
‘però voglio un posto diverso dal solito’
‘certo, certo, andiamo’

Giovanni ignaro come un agnello che và al mattatoio prese la vecchia Volvo station wagon per andare a fare l’amore. Ando alla pineta e scelse un luogo isolato, parcheggiarono l’auto su un prato ad aspettare che l’ultima luce del tramonto lasciasse il passo al buio della notte. Valeria cominciò a raccontare come si erano divertite lei e le amiche a fare le modelle. Dalla grande borsa color argento tirò fuori il costume ed il pareo avuto in regalo e li mostrò soddisfatta. Giovanni, che oramai pensava solo a fare sesso, guardò distratto. Come tutti gli uomini fece un commento di circostanza non mostrando particolare interesse ad un capo di abbigliamento che avrebbe attirato la sua attenzione solo se indossato. Cominciò a spogliarsi, guardando ogni tanto fuori dell’auto. In cuor suo sperava che ci fosse qualche voyeur di passaggio. Lei pensò che era il momento di iniziare a provocarlo.

‘mi dici che cosa hai?’
Giovanni sorpreso rispose ‘cosa? Non ho niente’
‘sei sempre con la testa tra le nuvole, neanche ai guardato il mio costume nuovo’
‘mamma mia che sfinimento, &egrave bello anzi bellissimo’

Vale sbuffo indispettita e cominciò a spogliarsi rimanendo completamente nuda. Di nascosto anche lei guardò fuori, verso il limite del bosco. Era buio ed anche lei sperava di vedere qualche movimento. Restò delusa, nel prato non c’era nessuno. Pensò che forse i guardoni rimanevano nascosti tra gli alberi, sarebbero usciti allo scoperto se avessero iniziato a fare sesso. Così prese l’iniziativa, accese la luce della torcia elettrica e salì a cavalcioni su Giovanni buttandogli le braccia al collo. Tenendo la testa di lui tra le braccia gli ondeggiò le grosse tette davanti e poi le spinse contro il suo viso. Quella parte del suo corpo non le piaceva, i seni erano troppo grandi e finivano per renderla volgare. Doveva ammettere, però, che ‘funzionavano’ a meraviglia, specie con gli uomini. Aveva verificato come, slacciando un bottone della camicetta, molte porte chiuse si aprivano e come, slacciandone due, si sprecavano inchini e favori.

Anche su Giovanni l’effetto fu immediato. Il pene divenne completamente eretto, Vale lo impugno e lo tenne puntato verso la vagina abbassandosi un poco, tanto da far entrare appena la punta e sentirne il calore vellutato. Si lasciò andare di colpo impalandosi sul membro con un sospiro di piacere. Lo cavalcò per qualche tempo, quindi decise che doveva riprendere il suo discorso.

Baciò Giovanni in bocca con passione e dolcezza poi con determinazione riprese a provocarlo
‘ma tu mi vuoi bene veramente?’
‘c che c cosa . . .?’ disse lui con il viso tra le tette e parlando come un ubriaco
‘Voglio sapere se sei veramente innamorato di me?’

Giovanni cercò di rimanere calmo mentre nelle testa tutti i campanelli di allarme si misero a suonare all’impazzata. Era come una partita a scacchi e Vale lo costringeva ad una apertura obbligata. Non aveva scelta, doveva rispondere ‘si’ sperando di riuscire a calcolare le mosse seguenti.

‘certo che sono innamorato di te’ disse penetrandola con forza e baciandole un seno.
Vale lo bloccò afferrandogli i capelli dietro la nuca e allontanò il suo viso dalle tette
‘ho fatto delle foto ‘quasi nuda’ ma non ti interessa’
‘ancora non ho visto queste foto, certo che mi interessa’
‘se vuoi saperlo mi sono spogliata completamente nel camerino del negozio. Non sei geloso?’
‘non eri mica sola, c’erano le tue ‘care amiche’ con te, perché dovrei essere geloso’
‘perché quel Peppe si &egrave fermato fuori dal mio camerino e sbirciava dentro’
‘ti spiava mentre ti spogliavi? Sei sicura?’
‘Certo che sono sicura, era pieno di specchi e lui guardava, era molto interessato lui’
‘bella forza e tu che hai fatto quando ti sei accorta che ti spiava?’

Valeria non rispose. Il ricordo di quello che era successo le provocò un esplosione di libidine. Spinse di nuovo le tette contro il viso di Giovanni e si mosse ruotando il bacino e contraendo i muscoli della vagina arrivando vicina all’orgasmo. Giovanni senti quell’esplosione di calore umido scuotere Valeria, tuffo il viso tra le grosse tette e le afferrò i fianchi. Cominciò a penetrarla menando colpi decisi sfondandola e facendola gemere forte. Continuò senza sosta anche quando lei disse che stava per avere il primo orgasmo. Giovanni non aveva capito dove Valeria volesse andare a parare ma l’argomento che aveva sollevato lo eccitava.

‘allora dimmi che hai fatto quando ti sei accorta che quel porco ti guardava’
‘ho fatto finta di niente e ho continuato a spogliarmi’
‘fantastico e poi?’ disse Giovanni sempre più eccitato
‘Ecco il punto’ esclamò Vale ‘un uomo innamorato &egrave geloso se la sua ragazza si spoglia e un altro la guarda’
‘ma che centra &egrave la situazione ad eccitarmi, non voglio mica che mi metti i corni con quello sfigato’
‘però ti eccita se mi mostro nuda, vuol dire che non mi vuoi bene!’
‘Cazzate! Cazzate al cubo!’ sbotto Giovanni
‘A si? E non dovresti essere geloso se poso per delle foto in bikini’
‘altro che foto, allora dovrei essere geloso quando un branco di vecchi maiali ti guarda nuda’
‘Ha, ha &egrave proprio qua che ti volevo’ disse Vale con un tono di voce trionfante.

Giovanni capì solo allora la ‘mossa del cavallo’. Era là che Vale portava il suo affondo, altro che foto. Ma cosa aveva in mente? Con i guardoni non si incontravano più? La guardo negli occhi cercando una risposta ma lei lo fissava come un gatto che osserva un topo con la coda incastrata in una trappola.

‘dici di essere innamorato di me ma ti &egrave piace mostrarmi ai guardoni, ti eccita quando quegli uomini mi toccavano in modo osceno’
‘&egrave stata solo una esperienza’ rispose Giovanni ‘ma ti amo’ poi non sapendo che altro dire si getto con la lingua sui capezzoli che erano duri come chiodi. Valeria lo rimproverava ma lui sentiva che era terribilmente eccitata, calda e bagnatissima. Anche se lo negava con forza, quando si parlava di guardoni, l’amplesso entrava in orbita.

Giovanni la rovesciò di fianco, spostò la torcia elettrica ed approfitto per guardare fuori dall’auto. Non c’era nessuno. Continuò a prenderla con foga.

‘Fare sesso con te e i guardoni mi eccita, lo confesso, ma solo con te e con nessuna altra’.
‘sai che privilegio, sei un maiale depravato’ inveì lei ma cominciò a masturbarsi il clitoride segno che stava per avere un orgasmo.
‘tutti quei porci che si fanno le seghe guardandoti nuda davanti a loro’
‘s si oh &egrave. &egrave una cosa . . . ah de . d depravata’
‘hai visto quanti erano le ultime volte’
‘no, non so, quanti erano’
‘tanti, a decine, tutti intorno alla nostra macchina, li hai visti come si menavano il cazzo?’
‘si qua qualcuno ho visto’
‘cosa hai visto’
‘mm ho v visto i loro cazzi’
‘e ti piaceva vero’
mMm si, si, vengo, vengo, basta, b basta’
‘no, non basta’ disse lui e continuo a prenderla con forza ‘dillo che ti piaceva masturbarti con le cosce spalancate davanti a loro’
‘ah . c che vergogna una c cosa s scandalosa, oh, orribile, mMmMum basta, basta, ti prego io c continuo a venire senza sosta’

Valeria balbettò frasi sconnesse poi non reggendo più quell’orgasmo senza fine lo blocco con le gambe. Le incrociò sulla sua schiena e spingendo in avanti il bacino tenne il pene piantato dentro di lei senza dargli la possibilità di movimento.

‘ti andrebbe di farlo ancora con i guardoni alla fattoria’ chiese Giovanni
‘ah, s solo se t tu vuoi, mMm. .e ti piace, ma torniamo al s solito posto in pineta’
‘al solito posto i guardoni erano troppi, le ultime volte non riuscivo neanche a contarli, trenta, forse di più’

Giovanni a quelle parole sentì un onda di calore avvolgere il pene nella vagina.
Vale si contorceva come un ossessa e si carezzava i capezzoli.
Si masturbò velocemente fino ad urlare raggiungendo un secondo orgasmo profondo e liberatorio. Giovanni si godette le contrazioni del suo sesso poi riprese senza pietà a penetrarla con colpi lenti.

‘allora ti piaceva quando erano in tanti a guardarti’
‘s si c come era e emozionante. . t tutti quegli u uomini mum s sconosciuti’
‘se stata tu ha volerne solo quattro, così né ho dovuto escludere tanti’
‘oh . . mi dispiace’
‘ma se vuoi li posso sempre chiamare, non sarebbe bello’
‘s si oh si sii s sarebbe b bello’
‘se vuoi chiamo anche quello sfigato di Peppe’
‘oh n no, l lui no non dire s stupidaggini Mmm’
‘lo hai detto tu che anche lui &egrave un guardone e ti spiava mentre ti spogliavi’
‘si, si m ma &egrave di diverso’
‘come diverso? Raccontami quello che &egrave successo’
‘mi s spogliavo p per provare i costumi ed ho . . t tolto il reggiseno . . .’
‘non ti fermare, continua’ disse Giovanni continuando a penetrarla con colpi decisi
‘s stavo per t togliere le m mutandine ed ho v visto nello s specchio . . lui g guardava, f fissava le mie tette’
‘brutto maiale, e allora tu ti sei coperta . . .’
‘n no io ho c c carezzato le t tette e ho t tolto l le m mutande mm ‘
‘ha . . . senti, senti e poi’ disse Giovanni sentendo il pene diventare duro come un pezzo di legno
‘Cleo ci ha c chiamato a abbiamo fatto molte foto’
‘mm.. tutto qui?’
‘no, no, c’&egrave d dell’altro’
‘dai non farti pregare, racconta’
‘f fatte le foto ha dato d delle scatole con i costumi a C Cleo e Caterina per p provarli in u un altro c camerino’
‘e a te cosa ha dato il porco’
‘h ha dato un c costume e ha d detto ‘posso guardare’ come ti sta’
‘maiale ma intraprendente, e tu che hai risposto?’
‘Ho d detto . . .’si puoi g guardare” disse Vale tra i gemiti ‘io s sto per v venire di n nuovo’
‘continua a parlare e venire troia, dimmi che hai fatto’
‘n non ho c chiuso la tenda . . ah . . e mi s sono s spogliata’
‘sempre più troia e lui che faceva’
‘ah . . g gu. ar . . d dava . . . oh . .mm ‘
‘continua, avanti non ti fermare, che hai fatto’
‘ah . . si . .mi . .s sono ‘. t toccata . le te . ah le tette . . ah’
‘e poi cosa &egrave successo’ Giovanni grondava sudore e pompava senza sosta
‘mm m mi sono . . ah . . m mm accucciata ed ho aperto le gambe e mm masturbata davanti a lui. si mm c con. l le dita a ah . . d dentro’
‘lui si masturbava?’
‘oh . . no n no . g guardava, guardava e basta a ah’
‘ti piaceva’
‘oh s si .a ah . s si . s si . . si mi mm. p piaceva t tanto’
‘sei venuta davanti a lui’
‘oh . . s si . . si . . sfilati guarda a, come sono venuta, guarda’

Giovanni si sfilò di colpo e le illumino con la torcia elettrica il sesso.

‘o or a . aah . . sono v venuta c così, ancora, ah, si, guarda’ Valeria venne come una fontanella.

Giovanni guardò estasiato e fece fatica per freddarsi e mandare indietro l’orgasmo che sentiva salire prepotente. Lei era scossa dalle contrazioni e si lamentava rannicchiata sul sedile. Erano sempre soli e in altre circostanze sarebbe stato deluso ma ora era euforico ed eccitato, Valeria stava confessando quanto gli piacesse esibirsi.

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