Skip to main content
Racconti Erotici Etero

015 Valeria e i guardoni 16

By 7 Agosto 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Premessa
A quanti avranno la pazienza di leggere questi racconti per la prima volta suggerisco di leggere i capitoli in ordine progressivo, sia per capire le emozioni e gli avvenimenti dalla prima esperienza agli sviluppi sempre più coinvolgenti ed imprevedibili, sia perché ogni capitolo ha rimandi a quelli che lo precedono. &egrave solo un consiglio, ognuno può leggere la storia come desidera.

Capitolo XVIII ‘
Le fantasie erotiche di Valeria (parte seconda di quattro)

Valeria era distesa di fianco sul sedile con le gambe chiuse e le ginocchia raccolte all’altezza del petto. Ansimava per l’orgasmo appena avuto ed un leggero velo di sudore le faceva brillare la pelle sotto la luce dalla luna piena. Giovanni era dietro di lei in ginocchio sul tappetino, anche lui sudato ed affannato. Ammirava la silhouette delle gambe, le caviglie sottili e l’incantevole parte posteriore delle ginocchia dove partivano le lunghe cosce. Guardo con desiderio la perfetta rotondità dei fianchi che in quella posizione era esaltata. Fece un lungo sospiro e un grande sforzo di volontà per non approfittare subito di lei da dietro, così, indifesa e offerta. Doveva ‘freddarsi’, doveva ricacciare indietro l’orgasmo che gli pulsava nel pene, nei testicoli e nella testa. Era quasi più sorpreso che eccitato. Valeria parlava a ruota libera di sesso, eppure non aveva bevuto vino e certo un campari soda non poteva avere l’alcol sufficiente per ottenere quell’effetto. I momenti in cui la sua fidanzata allentava i suoi freni inibitori erano rari e quella, dopo le tensioni degli ultimi due mesi, era un occasione unica per strapparle di nuovo il consenso per fare sesso con i guardoni. Giovanni non ebbe il minimo sospetto del fatto che lui stava ‘ottenendo’ quello voleva Valeria. Ignaro si chinò soddisfatto sulle sue gambe per baciarle. Lei gemette ancora scossa dall’eco dei recenti orgasmi. Giovanni guardò fuori dall’automobile, niente. Non c’era nessuno. ‘Peccato amici voyeur’ pensò ‘vi siete persi una grande Valeria questa sera’.

Afferrò con la mano sinistra la sua coscia all’altezza dei fianchi mentre con la destra si puntellò contro lo schienale del sedile della volvo. Poggio il pene contro la vulva e provò subito un enorme piacere dal calore che sentì, quasi una scossa benefica. Spinse con decisione e penetrò con poco sforzo, perché era ancora bagnatissima. Valeria lanciò un sordo gemito di protesta ma Giovanni la tenne inchiodata in quella posizione, lasciando il membro tutto piantato dentro di lei. Menava colpi violenti ma lenti, sentiva il pene duro come il legno e quando usciva si fermava per un attimo. Voleva godere al massimo il momento in cui rientrava brutalmente tutto dentro il sesso di lei.
Vale subiva quei ‘colpi’ passivamente gemendo con la testa incastrata contro il sedile mentre quella percezione di orgasmo persistente le scuoteva tutto il corpo. Aspettava in silenzio che Giovanni gli chiedesse di tornare a fare sesso con i guardoni.

‘allora andiamo a fare l’amore alla fattoria questa settimana’ disse Giovanni
‘uffa che barba, ma sei fissato con questi guardoni’ rispose Valeria
‘ma dai &egrave eccitante, piace anche a te, ammettilo’
‘se proprio insisti, ma lo faccio solo per te e voglio un solo guardone’
‘come uno? Ma se prima hai detto che ti piaceva fare l’amore alla piazzola del pianoro, li di guardoni era pieno’
‘mm si ha detto che in fondo non era male, ma quanti erano’
‘al pianoro?’
‘si, le ultime volte, quanti erano?’
‘Forse anche troppi. Noi andavamo sempre lo stesso giorno e alla stessa ora e con il passaparola oramai tutti i guardoni sapevano che c’era un coppia che si lasciava guardare’
‘ma tu li hai mai contati?’
‘le prime volte, poi era impossibile, era buio, si muovevano in continuazione. Però contavo le loro macchine. Carlo e Santino mi hanno detto che i guardoni lasciano le macchine sempre negli stessi punti lontano dalle piazzole per non fare casino e spaventare le coppiette. Di solito stanno in quattro o cinque in ogni macchina’
‘oh hanno detto così quelli che tu conosci, e loro quanti sono?’

Giovanni le aveva afferrato una caviglia con una mano mentre con l’altra le teneva il fianco e mentre scopava fece un rapido conto. Valeria sapeva che i guardoni alla fattoria erano solo quattro: Francesco, Santino, Carlo e il Vecchio. A questi, nascosti dal passamontagna, si aggiungevano i proprietari della casa colonica Riccardo ed Isidoro. Ma quello che a lui premeva ora era lasciare che Valeria si lasciasse guardare e magari si facesse toccare, da Mario e Marcello. Non perché gli interessasse avere altri due guardoni, sei erano già troppi. Il suo obbiettivo era la moglie di Marcello, Adriana, quella pazza masochista con la quale aveva avuto una indimenticabile esperienza in casa di Francesco. Gli avevano proposto uno scambio, se avesse trovato il modo di coinvolgere Valeria avrebbe avuto la possibilità di partecipare alle strane feste di Adriana e conoscere anche la moglie di Mario. Il problema era che Valeria non avrebbe mai acconsentito ad uno scambio o a partecipare ad un incontro con altre coppie. L’unica soluzione possibile era far passare i Mario e Marcello per guardoni e sperare bene.

‘non sono tanti’ rispose grondando sudore ‘sono otto’
‘o oh mamma mia, tu non ti rendi conto, s sono sempre t troppi’ sospirò Vale
‘ma come troppi, qui in pineta a volte sono stati quattro volte tanti’ insistette Giovanni che ‘sentiva’ come si eccitava Valeria
‘si ma in pineta g guardano e b basta altro &egrave . . &egrave i impossibile’
‘che intendi per ‘altro’?’
‘come le ultime volte alla fattoria. . farmi toccare . . farli godere . . &egrave . &egrave impossibile così t tanti’
‘farti toccare non &egrave impossibile e i guardoni con te godono sempre, mentre ti guardano si segano e sborrano come conigli’
‘si, mm si, vero, li ho sentiti e ho. . ecco . . li ho anche visti qualche volta’
‘allora pensa ad una sera come questa, noi arriviamo alla pineta con la volvo alla solita ora, te lo immagini’
‘si, si molto bene’
‘mentre facciamo l’amore ti piace se ti racconto cosa può succedere?’
‘mm, mm dai, raccontami, mi piace’
‘allora io racconto e se dico qualcosa che a te non piace mi interrompi, se invece non dici nulla vuole dire che &egrave una cosa che ti piace e vorresti fare’
‘ho capito, non perdere tempo dai, voglio godere mentre parli’.

Giovanni si sistemo un cuscino sotto le ginocchia che cominciavano a fargli male, afferrò i fianchi di Valeria e la spostò per scoparla meglio. Lei lasciò fare tutto senza dire nulla e lui cominciò a parlare.

‘&egrave una bella serata calda, i guardoni ci aspettano al solito posto ed io ti ho portato a cena al ristorante. Ho ordinato una bottiglia del tuo vino preferito, il Balciana e ti ho fatto bere molto . .’
‘mm, mm si mi piace fare sesso quando ho bevuto’
‘zitta, non farmi perdere il filo, puoi parlare solo se quello che racconto non ti piace’
‘ah si, va bene’

Giovanni riprese a penetrarla e mentre si godeva la calda sensualità di Valeria riprese il racconto.

‘passiamo con la macchina da sotto per giungere alla solita piazzola, perché voglio guardare lo slargo dove i guardoni parcheggiano le loro automobili. Quando arriviamo &egrave già pieno di vecchi maiali che ti aspettano. Conto le auto una, due, cinque auto e tre motociclette. Proseguiamo e quando arriviamo al grande prato scorgiamo anche le due Golf dei nostri amici ferme nella spianata, quando ci vedono ci fanno i soliti tre lampeggi di saluto . Mi chiedi se sono tutte auto di guardoni. Io ti rispondo di si. Questa sera saranno tanti e sono tutti venuti per vedere te. &egrave una serata calda, e molto, molto afosa. Ci spogliamo, cominciamo a sudare e a fare l’amore. Sei bellissima e un po’ ubriaca, mi vieni sopra a smorzacandela hai una gran voglia di sesso. I guardoni arrivano subito e sono tutti intorno alla macchina, ti illuminano e si godono lo spettacolo del tuo culo che danza sopra di me. Sono così tanti che si mettono in tripla fina e cercano tutti di vedere. Tu sbuffi e ti lamenti perché &egrave troppo caldo in macchina. &egrave vero, si soffoca anche nudi, nonostante i finestrini aperti io grondo sudore ed anche tu sei tutta accaldata. Ti propongo di uscire dalla volvo. C’&egrave una bella luna e staremo benissimo nel bosco stesi sul plaid, ed anche i guardoni potranno vederti meglio fare sesso.’

Giovanni fece una pausa ma Valeria non disse niente. Approvava.

‘allora ti sollevi dalla tua posizione ed io apro il portellone posteriore. I guardoni restano indecisi e spengono le torce elettriche. Non sanno cosa vogliamo fare e si allontanano, chi dietro agli alberi, qualcuno tra i cespugli. Prendiamo il plaid e usciamo nudi, l’erba e morbida sotto i piedi. Sei stupenda al chiaro di luna. Stendo il plaid nel mezzo di una piccola radura poco lontana dall’automobile. Ci stendiamo tra gli alberi, l’aria della notte &egrave ancora tiepida. I guardoni ci hanno seguito e si accalcano dietro gli alberi tutti intorno a noi. Tu hai un po’ paura e ti stringi a me. Non devi avere paura nessuno vuole farti del male. I guardoni più sfrontati si avvicinano sul prato. Ti metti a pecorina, con la testa poggiata sulle braccia e chiudi gli occhi, non li vuoi vedere. Che spettacolo che sei nuda, sei bellissima. Ti illumino con la mia torcia elettrica il culo fino a quando un’altra luce sopra le mie spalle si sovrappone alla mia, allora spengo la nostra torcia e ti vengo subito dietro. Ti comincio a scopare da sopra, lascio le gambe larghe ed aperte in modo che chi sta dietro possa vedere bene come ti infilo. Sono già una decina i guardoni dietro di noi e gli altri si stanno avvicinando da tutte le direzioni. Tu mi chiedi quanti sono, cerco di contarli, sento i loro passi dietro le mie spalle e vedo il tuo corpo percorso da decine di piccoli cerchi luminosi che ti illuminano a giorno. Sei splendida. In pochi secondi si forma un muro di corpi e di teste che si stringe in cerchio intorno a noi, possiamo sentire i loro respiri affannati. Il capannello si stringe ancora, sono vicinissimi e sento uno di loro dietro di me sfiorarmi mentre allunga una mano tra le mie gambe e ti accarezza. Tu emetti un sospiro di piacere quando ti liscia il clitoride ed io sento un’altro mano. Dita fredde che si sovrappongono alle prima e lambiscono il mio sesso per toccarti. Tu lasci fare e allora anche altri guardoni si inginocchiano vicino a te e lentamente allungano le mani sulle tue tette tastandole e fermando il loro leggero dondolio. Tu sospiri di piacere poi ti lamenti e sei scossa da un primo orgasmo che tutti i voyeur salutano con gioia. Il cerchio di uomini si stringe fino a coprire il cielo stellato sopra di noi e tu sei coperta di mani dappertutto. Quelli che stanno dietro cercano di farsi largo e si alternano con i primi. Non vedo quasi più il tuo corpo, ogni parte &egrave celata da mani che ti tengono e carezzano senza sosta. Sono dappertutto: sulle le cosce, sulle spalle, sul collo, sulle tette, sul culo. Ogni parte di te dà piacere ad un uomo che cerca di difendere il suo spazio di pelle morbida da quello che lo incalza da dietro. Innumerevoli dita si infilano inesorabili in ogni dove, anche tra i nostri corpi. La mia pancia non tocca più le tue natiche mentre penetro in te ma mani che ti tastano. &egrave una forza lenta ma inesorabile che ti ricopre e mi allontana, allora decido di alzarmi per lasciarti tutta alle loro carezze. Per un attimo la massa scura dei corpi si apre e mi lascia uscire dal fitto gruppo. Faccio un lento passo indietro e ti guardo. &egrave come un animale scuro e informe con cento tentacoli che ti afferra. Ne sei avvolta ed &egrave uno spettacolo magnifico ed erotico vedere le tue natiche rotonde che sono l’unica cosa ancora emersa da quel mare di mani. Ma la visione dura solo un secondo. Il capannello di corpi scuri si richiude sopra di te coprendoti del tutto alla mia vista. Sento solo i tuoi lamenti tra i sospiri dei guardoni. Sei completamente nuda in mezzo al branco e ti rendi conto che non ti puoi muovere. Le mani ti stringono, ti carezzano, ti palpano. Dita molte diverse tra loro si danno il cambio di continuo nel tuo sesso, penetrano, girano, allargano. Tutti vogliono avere sulle mani il profumo afrodisiaco della tua fica. Un dito corre lungo il solco delle tue natiche. &egrave un grosso dito forse &egrave un medio e lo senti premere contro l’ano. Cerchi di protestare, di spostarti, ma sei come legata da mille lacci invisibili in quella posizione che ti offre completamente agli uomini alle tue spalle. Il dito preme ed entra inesorabile tutto dentro di te. Tu ti lamenti e cominci inconsciamente a contrarre l’ano in risposta ad ogni spinta. Dal gruppo dei guardoni si levano bisbigli incomprensibili, sorde risate soddisfatte, commenti, grugniti di piacere ed una voce che dice di alzarti. Ti senti sollevare lentamente, le ginocchia non toccano più la stoffa del plaid e le tue gambe vengono allungate e aperte da decine di mani che tengono strette le caviglie e le cosce. Ti senti sollevare anche le spalle, &egrave come una reazione sconosciuta alla forza di gravità che ti fa galleggiare a mezz’aria. Anche le tue braccia vengono stese da mani che afferrano i polsi. Ti trovi sospesa ad un metro da terra su un letto di mani. &egrave come stare in caduta libera da un aeroplano ma completamente immobile. La prima lingua ti accarezza dietro il ginocchio sinistro, &egrave un contatto umido e caldo. Provi come una scossa di piacere. Un attimo dopo ti sembra di impazzire, decine di lingue ti leccano in ogni parte del dorso. Il collo, le braccia, le caviglie, l’interno delle cosce, sui reni. Senti un viso chinarsi sul culo, la barba ti punge un po’ le natiche mentre la lingua ci si infila in mezzo e scende in basso. Si insinua tra le grandi labbra, fino al clitoride dove scocca frenetici colpetti che ti fanno tremare. Respiri forte mentre un altro dito si infila nel tuo culo ed hai un altro orgasmo. Sei scossa e non puoi fare a meno di gridarlo ai guardoni implorando una tregua.

Leave a Reply